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[Negroponte, 1995]. Con questo concetto Negroponte intende dire che, se
fino ad oggi l’economia (ed anche tutto ciò che ne consegue) è stata legata
alla materialità del prodotto, oggi è legata all’informazione (bit), che
permette, in alcuni casi, di virtualizzare il prodotto stesso, cambiando
notevolmente le consuetudini in ogni ambito societario.
Nell’ambito della comunicazione musicale, a mischiare ulteriormente
le carte, è intervenuta una nuova tecnologia chiamata MP3 (MPEG Layer
III), uno standard di compressione per files audio. La sua utilità
fondamentale è quella di permettere di economizzare le informazioni
necessarie per tramutare in bits le onde sonore che compongono un brano
musicale. Fondamentalmente è un modo nuovo e rivoluzionario per
trasmettere la musica nella società e, visto che questa forma di arte è stata
molto influenzata dalla tecnologia nella sua storia recente [Frith, 1982], c’è
da aspettarsi, in caso di una sua affermazione, un grosso scossone
nell’intero mondo della comunicazione sociale. La possibilità, ad esempio,
di reperire musica in Internet anziché nel classico negozio di dischi, è, da
qualche tempo, l’ultima frontiera per i navigatori della rete; questo successo
è notevolmente confermato anche dalla continua comparsa di siti a ciò
preposti. Ciò significa che, in maniera tanto sotterranea, quanto fulminea, il
fenomeno sta già tracciando una linea tra passato e futuro.
Questo nuovo medium ha già fatto nascere, tra gli addetti ai lavori, un
dibattito, tanto caldo quanto confuso, in cui a previsioni messianiche si
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affiancano a scetticismi reazionari. Tutto ciò rende ardua la conoscenza del
fenomeno per i “profani” a cui, probabilmente, gioverebbe di più un’analisi
critica obiettiva non dettata da considerazioni corporative.
Il fenomeno, nel frattempo, procede ininterrotto col rischio, molto
concreto per altro, di imporsi “dal basso” (poiché è qui che si addensano le
sacche più ampie di mancato accesso alla comunicazione), prima che si sia
creato un movimento di opinione condiviso in seno alla società, in grado di
pilotare il processo “dall’alto”.
E’ giusto, quindi, cercare di fare un punto della situazione che
fotografi come un’istantanea il momento attuale, in cui numerose variabili
(di tipo economico, giuridico, sociologico, ecc.) possono intervenire
invertendo la rotta dell’evoluzione ed è ancor più giusto farlo al più presto
per sopperire all’assenza di una seminale letteratura sull’argomento.
Per realizzare questi ambiziosi obiettivi, il seguente testo, si avvale di
uno schema analitico molto preciso col quale si spera di riuscire ad
inquadrare il fenomeno in un’ottica globale ed esauriente. L’opera si divide
in quattro capitoli ed una conclusione; ogni sezione è atta ad indagare il
fenomeno da una prospettiva teorica differente.
Il capitolo 1 risponde ad una esigenza di tipo descrittivo: si cerca di
spiegare cosa è MP3 a scopo introduttivo (par.1.1), quale è la sua attuale
diffusione (par.1.2), come si può inquadrare la variabile di studio in ambito
sociologico (par.1.3), come è gestito economicamente (par.1.4) ed infine
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quali possono essere i suoi eventuali margini di innovazione (par.1.5). E’
questo il capitolo che, più degli altri, cerca di monitorare la situazione
attuale in un’ottica sociologica.
Il capitolo 2, invece, è di stampo, più prettamente, teorico poiché
l’oggetto di studio viene indagato sotto la guida di quelle teorie
sociologiche che, a detta dell’autore, sono più interessanti per un’analisi di
MP3. Nel dettaglio, nel paragrafo 2.1 si ricostruisce, sommariamente, il
dibattito che gli addetti ai lavori hanno, fino ad ora, intavolato. Nel
paragrafo 2.2 ci si interroga sull’esistenza di MP3: nasce da un bisogno
sociale o è un “falso bisogno”? Partendo da questo interrogativo di stampo
filosofico, si dà spazio ad ulteriori questioni riguardanti la comparsa del
medium ed il suo significato; questa indagine è stata indicata sinteticamente
nel testo come “studio ontologico”. Nei rimanenti due paragrafi ci si chiede
se è vero quanto sostengono i fautori del “determinismo tecnologico” e cioè
se i mezzi di comunicazione (e le tecnologie che li esprimono) siano in
grado di determinare un cambiamento sociale (par.2.3) ed eventualmente in
che direzione (par.2.4).
Il capitolo 3 ha una natura disciplinare più variegata in quanto in esso
alcune scienze sociali di confine come la filosofia (par.3.1), l’economia
politica (par.3.2) ed il diritto (par.3.3) aiutano la sociologia ad identificare
quali possono essere i limiti che la diffusione di MP3 potrebbe incontrare
nella sua parabola storica. I rimanenti due paragrafi hanno lo stesso intento
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ma in questo caso si cercano gli eventuali attriti, non nella società nel suo
insieme, ma unicamente nell’ambito della comunicazione. Di conseguenza
nel paragrafo 3.4 si studiano i probabili cambiamenti che è lecito aspettarsi
dallo scontro tra MP3 e case discografiche; nel paragrafo 3.5 quelli
all’interno dell’industria musicale e dell’intero sistema della comunicazione
mediale .
Il capitolo 4 è probabilmente il più ambizioso poiché, in esso,
vengono formulate ipotesi predittive sul futuro prossimo e si provano ad
isolare quegli elementi che potrebbero avere anche un’influenza a lungo
termine. Questo genere di previsioni non ha pretese deterministe, si vuole
solo provare a mettere in evidenza come alcuni fenomeni odierni (definiti
postmoderni) potrebbero influire sulla crescita ed il successo di MP3. Per
fare ciò si comincia col vagliare l’ipotesi che, grazie ad MP3, vede crescere,
nel mondo musicale, una democratizzazione nella spartizione del potere
(par.4.1.); si prova, in seguito, ad immaginare come il nuovo medium potrà
influenzare i contenuti artistici (par.4.2.) e la fruizione d’ascolto del
pubblico (par.4.3.). Infine, si arricchisce il discorso integrando nella nostra
analisi il fenomeno della globalizzazione della cultura e chiedendoci quale
sia il ruolo che il futuro, probabilmente, riserverà alle minoranze culturali
(par.4.4.). L’ultimo paragrafo (par.4.5.) indaga eventuali effetti che MP3
potrebbe generare a lungo termine nel mondo della comunicazione ed in
altri ambiti limitrofi. E’ in questa ultima parte dell’opera che, arrivando ai
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confini estremi dell’argomento, si getterà un ponte verso l’esterno mettendo
i contenuti del libro nelle mani di chi vorrà trarne spunto ed, eventualmente,
integrarli in analisi di più ampio respiro.
Alla fine dell’opera, nella sezione “Conclusioni”, è esposta l’opinione
sintetica che l’autore ha del fenomeno; è questa la parte in cui si cercherà,
in termine di analisi, di riassumere quel è emerso di interessante, esponendo
delle brevi considerazioni e cercando di dare un significato finale alle
evidenze individuate nello scorrere dei capitoli.
In conclusione, vorrei rivolgere un sentito ringraziamento ai miei
genitori, a Luca “John” ed a Cinzia per l’infinita pazienza mostrata ed il
preziosissimo supporto tecnico e morale, senza i quali, difficilmente,
quest’opera avrebbe visto la luce.
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CAPITOLO 1
MP3 AI GIORNI NOSTRI
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1.1. LA COMPRESSIONE FILE AUDIO CON MP3
Sul finire degli anni Ottanta, l’industria dell’audio e del video
avvertiva la necessità di definire nuovi standard che potessero facilitare
l’avvento della progressiva digitalizzazione delle informazioni. I tre
principali organismi che si misero all’opera, incaricati di definire questi
standard, furono l’ITU (International Telecommunication Union),
un’agenzia delle Nazioni Unite, l’IEC (International Electrotecnical
Commission), incaricato di gestire la ricerca elettronica e l’ISO
(International Organization for Standardization) che si occupa di standard in
svariati campi. Al gruppo di ricerca che si formò si diede il nome di MPEG
(Moving Picture Experts Group) sotto la guida dell’italiano Leonardo
Chiariglione che in seguito è stato definito il “padre dell’MP3”. Il primo
grande successo di questo gruppo fu la presentazione del primo standard
MPEG-1 nel 1993, al quale seguì l’MPEG-2 del 1994.
Nel 1998 abbiamo assistito alla rapida crescita di popolarità del terzo
standard elaborato dai ricercatori, per la codifica/decodifica di audio
digitale, l’Mpeg Layer III, più conosciuto con il nome di MP3, che ha
subito preso piede ed è riuscito ad inserirsi nel settore meglio dei suoi
predecessori. Ne ha determinato il successo l’alta qualità audio (qualità CD)
garantita, a fronte di un rapporto di compressione dello spazio di
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memorizzazione davvero elevato. Ciò permette di rendere molto più
praticabile di un tempo l’ipotesi di procurarsi della musica tramite Internet,
invece che andare ad acquistare il classico CD in un negozio. La svolta nel
mondo della comunicazione potrebbe davvero essere cruciale e questo
grazie a questa nuova tecnologia informatica. Per incominciare, quindi,
andiamo ad esplorarne le caratteristiche tecniche che la rendono così
appetibile.
Innanzitutto, esponiamo un semplice esempio pratico per farci un’idea
di quanto siano, ora, effettivamente migliori le condizioni di trasmissione e
duplicazione di file audio. Prima della comparsa di MP3, un brano musicale
lungo circa cinque minuti, con suono stereo a 16 bit, in qualità CD, a una
frequenza di 44,100 kHz, occupava circa 60 Mb di spazio su disco; ora la
dimensione dello stesso file si riduce a poco più di 5 Mb, con un rapporto di
compressione di 1 a 12. Tutto ciò va, chiaramente, a vantaggio dell’utente.
Ma, come vedremo, non solo dell’utente.
Non è, comunque, una novità la possibilità di copiare l’audio digitale
un numero infinito di volte, solamente che, fino ad oggi, le dimensioni dei
file audio tradizionali avevano sempre limitato drasticamente, soprattutto
per i semplici appassionati, la possibilità di operare agevolmente in questo
ambito; a maggior ragione, se messe in relazione con le capacità di
archiviazione dei più usati dispositivi di memorizzazione (ad es. un normale
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CD può contenere fino a 650 Mbyte di dati equivalenti a 74 minuti di
riproduzione audio).
Al contrario i file in formato MP3 possono essere maneggiati con
estrema semplicità. Il solo limite che per anni ne aveva condizionato la
diffusione erano le richieste di risorse da parte dei riproduttori software, in
particolare per il carico di lavoro al quale è sottoposta la CPU (Central
Processing Unit), che, in sintesi, può essere definita come il “cuore del
computer”. L’avvento dei processori Pentium, dai 90 MHz in poi, ha però,
di fatto, ridotto drasticamente questo problema rendendo la potenza di
calcolo più che sufficiente. Questo non è il solo importante cambiamento
tecnologico degli ultimi anni: l’elaborazione numerica si è potuta avvalere
delle istruzioni MMX che accelerano i calcoli, gli hard disk (dischi fissi del
computer) hanno aumentato la capacità di archiviazione ed hanno diminuito
il proprio prezzo, ecc. Anche i modem sono progrediti, tanto che oggi ne
basta uno semplicissimo a 33.600 BPS, per trasferire un brano di circa 4
Mbyte in un tempo di 15 minuti circa.
L’algoritmo usato da MP3 si basa su un modello psicoacustico
dell’orecchio umano elaborato informaticamente al Fraunhofer Institut
Integrierte Schaltungen, un centro di ricerca tedesco; in base a questi studi
MP3 opera una serie di tagli delle frequenze che non verrebbero comunque
percepite, perché coperte da altre. Evita, quindi, la duplicazione di
informazioni tra i due canali stereo ed, in generale, analizza lo spettro
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sonoro del segnale discriminando, i dati indispensabili per la corretta
ricostruzione del segnale, da quelli superflui. Ad esempio, il fenomeno è
particolarmente evidente in un’orchestra che sta eseguendo un brano
“fortissimo”: sarà impossibile udire alcuni strumenti che, però, appariranno
comunque nelle tracce di registrazione. MP3 non fa altro che eliminare
queste frequenze risparmiando notevolmente in termini di spazio di
memorizzazione. L’audio in ingresso viene costantemente analizzato da un
codificatore (encoder) che determina la cosiddetta “curva di mascheratura”,
la soglia sotto la quale i suoni non sono percepiti. In seguito il segnale viene
suddiviso in un certo numero di bande di frequenza chiamate sottobande,
ognuna delle quali viene quantizzata. Quest’ultimo è il processo di
trasformazione del segnale analogico delle onde sonore in un segnale
digitale che ne approssima, il più fedelmente possibile, le caratteristiche.
Per fare ciò, un campionatore, rileva il valore del segnale ad intervalli
di tempo prefissati e la sequenza di numeri che si ricava rappresenta la
ricostruzione digitale del suono. Essendo un processo di approssimazione,
si ottengono i risultati migliori riducendo gli intervalli di tempo tra una
rilevazione e l’altra; ciò, infatti, permette una “ricostruzione” del suono
(decoding) più fedele. A detta degli esperti, con Mp3 siamo già ad un
livello qualitativo d’ascolto molto buono, anche se i palati più fini pensano
che “sia ancora possibile apportare delle migliorie in termini di dinamica
sonora; modifiche difficilmente percettibili e, comunque, scarsamente
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determinanti nell’ascolto del pubblico medio” [Internet News, Luglio
1999].
Come si è visto, le potenzialità del nuovo medium sono eccellenti ed a
riguardo di ciò può essere interessante sentire quanto ha da dirci
Chiariglione stesso: “Quando, dieci anni fa (nel 1988), iniziammo a
lavorare, mi aspettavo che lo sviluppo di quella tecnologia avrebbe avuto un
impatto sui media tradizionali ..... La musica è stata la prima espressione
multimediale ad essere interessata dalle tecnologie di compressione e la
diffusione selvaggia dei file MP3 illegali ha dimostrato quali siano le sue
potenzialità. Ora si tratta di abbinare la compressione ad apposite tecnologie
di codifica, giunte a maturazione e standardizzate solo di recente”. Questo
è, anche, quello di cui lui stesso si occupa adesso; infatti, dal febbraio 1999,
è anche executive director del SDMI (Secure Digital Music Initiative),
organismo costituitosi allo scopo di sviluppare soluzioni tecnologiche che
rendano più sicura la trasmissione musicale attraverso piattaforme digitali.
Queste tematiche verranno approfondite più dettagliatamente in seguito,
laddove si discuterà il problema della pirateria e del diritto d’autore; nel
prossimo paragrafo si analizzerà, in concreto, quale sia la diffusione attuale
del medium e che ruolo si è ritagliato nel mondo della comunicazione.
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1.2. DIFFUSIONE ATTUALE E RILEVANZA
Se volessimo valutare il successo che sta riscuotendo MP3, in base ai
vocaboli che più spesso gli sono affiancati, ci renderemmo immediatamente
conto che questa tecnologia mediale ha già lasciato un segno importante. La
storia dell’MPEG Layer III è appena iniziata ma già si parla di “terremoto
MP3”, “febbre MP3”, “rivoluzione dell’audio digitale”, ecc. Anche
ammettendo che i toni sono spesso eccessivamente trionfalistici, non c’è
ombra di dubbio che il fenomeno non sia solo l’ennesima promessa
mancata ma sia, invece, una variabile già in grado di determinare sensibili
cambiamenti nel costume sociale. La comparsa di MP3 è notevole agli
occhi del sociologo, oltre che per gli effetti concreti prodotti, anche per le
implicazioni che ha per la teoria e la letteratura. Infatti, a causa della sua
natura spuria, mette a dura prova le teorie e le categorie d’analisi classiche.
Oggi viviamo nell’epoca postmoderna che mostra delle caratteristiche
precise nell’ambito della comunicazione: telematizzazione, digitalizzazione,
potenziamento hardware e softtware, tecnologie user friendly, ecc.
[Cesarani, 1997]. Penso sia facile rendersi conto di quanto MP3 sia
coinvolto in fenomeni come questi e di come, addirittura, ne contribuisca,
fattivamente, all’evoluzione col suo espandersi tra gli utenti.
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E’, però, il caso di fare delle precisazioni e delle distinzioni;
innanzitutto di carattere geografico. Come si spiegherà meglio nel relativo
paragrafo, la globalizzazione della comunicazione è un concetto che può
trarre in inganno, se letto superficialmente. E’ vero che il moderno sistema
mediale ha un’estensione ed una copertura globale; ciò, però, non significa
che esso si manifesti in tutto il mondo in maniera uniforme. Questo è
dovuto a differenze culturali, economiche, politiche che in questo ambito,
come in tutti gli altri, generano disparità e disomogeneità. Nel mondo vi
sono paesi come gli Stati Uniti in cui Internet e le sue applicazioni hanno
già mutato, direttamente o indirettamente, le condizioni di vita di milioni di
persone; all’altro estremo del continuum, però, vi sono i paesi del Terzo
Mondo in cui siamo ancora molto lontani, non solo dalla diffusione di MP3,
ma anche dal raggiungere una minima alfabetizzazione informatica. Di
conseguenza nel testo, quando tratteremo dei risvolti sociali della diffusione
di MP3, ci riferiremo, prevalentemente, ai paesi del cosiddetto “mondo
occidentale” che presentano realtà simili e popolazioni già proiettate nella
società dell’informazione. Le conclusioni alle quali perverremo avranno un
significato solo se inserite in contesti del genere, in cui il sistema mediale
classico si sta sgretolando sotto i colpi della rivoluzione cibernetica,
cercando, però, di mantenere delle continuità con il passato per mezzo di
politiche di controllo. Nei paesi avanzati la diffusione di Internet,
inizialmente, è stata bottom-up cioè dalla base verso il resto del corpo
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sociale; solo in un secondo momento le istituzioni hanno preso in mano la
situazione cercando di regolamentare il settore. In Africa, invece, si cerca
oggi, in alcuni casi, di “imporre” la rivoluzione informatica con un processo
top-down (dall’alto verso la massa) e ciò potrebbe rendere gli esiti della
nostra ricerca non estensibili anche a queste realtà.
Per quanto riguarda le cifre, c’è subito da dire che, purtroppo, non è
facile trovare dei dati sul fenomeno a causa della scarsa letteratura e delle
difficoltà nella rilevazione. Inoltre, anche i dati di cui disponiamo, sono
spesso poco attendibili visto che, momentaneamente, la diffusione di MP3
non segue canali istituzionali e sfugge ad ogni possibilità sicura di
conteggio. Per monitorare il fenomeno, quindi, ci aiuteremo anche con
metodi indiretti, purché ci permettano di cogliere la dimensione
dell’oggetto di studio.
Si deve, inoltre, chiarire che non si deve fare confusione tra vendita di
CD online e scaricamento a pagamento di file MP3. Il primo fenomeno è
presente da più tempo, riguarda la prenotazione di CD che vengono poi
consegnati a casa con pacco postale, ha preso piede più all'estero che in
Italia (anche a causa degli alti costi di spedizione) e, in ogni caso, esula dal
nostro ambito di studio.