MOTO GUZZI. UN MARCHIO IN QUATTRO METAFORE
zoccolo duro di consumatori fedeli
3
, e la storica casa lariana vanta un seguito di
fedelissimi appassionati, in tutto il mondo, che fa invidia ad aziende molto più
grandi di lei.
L’analisi della produzione semiotica del marchio Moto Guzzi viene qui
condotta tramite l’espediente interpretativo delle quattro metafore, attraverso le
quali Giampaolo Fabris e Laura Minestroni disegnano un caratteristico quanto
efficace quadro della marca moderna.
Il periodo di stage che l’azienda mi ha offerto nell’ufficio comunicazione e
relazioni pubbliche, mi ha consentito di formarmi un’idea personale dell’impresa
che sta a cuore a ogni cittadino mandellese, me compreso, nonché di
procurarmi il materiale di cui ho avuto bisogno con facilità e con la possibilità di
relazionarmi in prima persona col personale; infine il tirocinio mi ha permesso di
partecipare all’organizzazione di due grandi eventi: la presentazione alla
stampa di un nuovo prodotto, «Griso 1100», e la preparazione del motoraduno
ufficiale più importante, le «Giornate Mondiali Guzzi 2005».
3
G. Fabris e L. Minestroni, Valore e valori della marca, Milano, FrancoAngeli, 2004, p. 47.
MOTO GUZZI. UN MARCHIO IN QUATTRO METAFORE
CAPITOLO 3: IL TERRITORIO
Uno dei significati più interessanti del termine marca è quello che la intende
come segno di confine. Nel medioevo la Marca identificava la regione di confine
estrema dell’Impero carolingio che aveva la funzione principale di difesa dal
nemico. «Markà» infatti deriva presumibilmente dal latino «margô» che significa
margine, confine, limite.
Questa antichissima origine semantica ci regala un interessante espediente
interpretativo per la moderna accezione del termine, nonché per la sua
applicazione a un particolare caso di marchio contemporaneo: il brand Moto
Guzzi.
In un’epoca, la nostra, in cui tutto è tecnicamente riproducibile, se non
addirittura clonabile e in cui il requisito qualitativo è dato per scontato (anche se
da verificare), il marchio si fa carico del ruolo di «antidoto all’omologazione»
1
,
diventa il patrimonio più prezioso per la caratterizzazione dell’impresa. La
marca, nella sua accezione contemporanea, ha un importante ruolo di difesa
nella geografia del mercato - anziché in quella territoriale - di difesa dalla
concorrenza e dai falsari - anziché dal nemico in senso stretto -. Il brand
definisce un territorio simbolico, che racchiude in sé rappresentazioni e
significazioni differenti, ma unificate da un denominatore comune.
Mentre Giampaolo Fabris e Laura Minestroni sostengono l’affinità fra la
metafora marca-territorio e quella della marca-Nazione
2
, Ferraresi osserva
come «sia le marche sia le nazioni si comportino semioticamente allo stesso
modo»
3
; la maggior complessità simbolica del concetto di Paese rispetto a
quello di territorio aprirebbe un ventaglio più ampio di paragoni possibili. Se
volessimo descrivere il marchio Moto Guzzi con la metafora della Nazione che
significato potremmo attribuire alle figure della capitale, delle province, della
lingua eccetera? La risposta a questa domanda, nella sua articolazione,
disegnerà un ritratto dello storico marchio di Mandello del Lario.
Ogni territorio ha un’estensione, e la sua superficie è l’immagine della
quota di mercato della marca, a questo proposito sono interessanti i dati di
1
G. Fabris e L. Minestroni, Valore e valori della marca cit., p. 347.
2
Ivi, p. 357.
3
M. Lombardi (a cura di), Il dolce tuono. Marca e pubblicità nel terzo millennio, Milano, Franco
Angeli, 2000.
45
IL TERRITORIO
venduto citati nel capitolo precedente. Come in ambito geografico non esiste un
rapporto di proporzione diretta fra estensione e ricchezza, né fra estensione e
vivacità culturale. Le caratteristiche e la configurazione del territorio sono
ancora più importanti della sua estensione. Esistono piccole nazioni dense di
tradizioni, di bellezze naturali ed artistiche e al tempo stesso dotate di un certa
rilevanza economico-politica; questo ritratto, non distante dall’immagine del bel
paese, se non può descrivere realmente la situazione attuale di Moto Guzzi può
quantomeno rilanciarne le speranze e le ambizioni future. Aziende come
«Ferrari» e «MV Agusta» hanno dimensioni di molto inferiori a colossi come
«Ford» e «Honda», tuttavia il fascino che esercitano sul pubblico è certamente
incomparabile.
Non va dimenticato che un territorio ampio è storicamente soggetto a
continue estensioni e compressioni, e il suo controllo, lo sapevano bene i Latini,
è tutt’altro che semplice. Significativo è il caso di «Apple Computer», una
marca che pur controllando solo il 5% del mercato mondiale dei computers,
possiede a tutti gli effetti il più fedele parco clienti di ogni technology company
del mondo
4
. Secondo Kevin Roberts, amministratore delegato di «Saatchi &
Saatchi», «Apple» non avrebbe clienti, ma fans, se non addirittura una schiera
di innamorati che non hanno tradito il proprio marchio nemmeno nei periodi più
bui.
«Solo l’amore fa superare ai consumatori i tempi duri in cui il buonsenso
suggerirebbe di cambiare. Poiché gli utenti Apple amavano il prodotto, si
sentivano legati ad esso come a un’idea di se stessi. Erano gente Apple.
Amati membri della Apple family»
5
.
«Microsoft» è un colosso rispetto ad «Apple», tuttavia se guardasse alla
casa della mela colorata con aria di sufficienza commetterebbe un grave errore;
giganti più grossi di lei infatti, quando qualcosa di meglio è arrivato sul mercato,
sono andati rapidamente in rovina proprio perchè nessuno si è sentito
impegnato a restare fedele al loro marchio. Moto Guzzi ha certamente un
grosso numero di clienti affezionati, veri e propri innamorati delle motociclette
con l’aquila sul serbatoio, che non hanno tradito la loro passione nemmeno
quando il buonsenso avrebbe suggerito il contrario, ed è soprattutto grazie a
4
G. Fabris e L. Minestroni, Valore e valori della marca cit., p. 356.
5
K. Roberts, Lovemarks, Milano, Mondatori, 2005, p. 141.
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MOTO GUZZI. UN MARCHIO IN QUATTRO METAFORE
loro che la casa di Mandello del Lario è sopravissuta ai tanti momenti difficili
che ha attraversato.
Tornando alla metafora è evidente come i confini del territorio di una marca
siano più mutevoli e permeabili di quelli di un Paese. Le incursioni nelle altrui
regioni rientrano nella normalità, dunque il continuo presidio dei confini deve
essere una costante. La capitale del paese può essere ben rappresentata dal
prodotto storico dell’azienda, quello più visibile e importante, insomma il
prodotto più emblematico per la marca. Nel caso della Nazione-Moto Guzzi la
capitale sarà certamente la «V7», una motocicletta che da quasi quaranta anni
incarna la filosofia costruttiva delle moto di Mandello del Lario: il suo motore
trasversale a «V» di novanta gradi, progettato dell’ing. Carcano, è diventato
un’icona irrinunciabile per ogni guzzista; la stabilità e la robustezza che la
contraddistinguevano sono qualità che oggi ogni cliente si aspetta di ritrovare in
tutta la nuova gamma. Questo storico modello, oltre ad aver ottenuto un
enorme successo commerciale, soprattutto se considerato nelle sue
innumerevoli versioni, ha goduto di una longevità invidiabile e ha impresso
evidentemente la sua impronta, sia a livello tecnico che d’immagine, su tutte le
moto che in Guzzi saranno concepite successivamente, fino ai giorni nostri.
Forse qualche appassionato potrà rivendicare il ruolo fondamentale di un
modello come la «California» che, col suo pubblico di fedelissimi appassionati,
ha certamente permesso all’azienda di far fronte ai momenti economicamente
più difficili, tuttavia è noto come questa motocicletta derivi a sua volta dalla
«V7». La sfortunata storia della fusione operata da De Tomaso fra la casa di
Mandello del Lario e la «Benelli» dimostra che finché il marchio dell’aquila si
muove all’interno del suo territorio, soprattutto nelle aree attorno alla sua
capitale, può essere molto forte e diventa più vulnerabile man mano che si
allontana da questa.
Come ogni Paese la marca ha una sua lingua, un codice, un sistema di
segni con cui esprimersi. Una lingua nell’accezione saussuriana è un prodotto
sociale della facoltà del linguaggio e un insieme di convenzioni necessarie,
adottate dal corpo sociale per consentire l’esercizio di questa facoltà fra gli
individui
6
. Anche la marca, così come la lingua, possiede un sistema di lessico
e grammatica (immagine, icone, forme e spazi pubblicitari) attraverso il quale gli
appartenenti ad una determinata comunità (i consumatori, i media, i distributori)
6
F. De Saussure, Corso di linguistica generale, Bari, Laterza, 1983.
47
IL TERRITORIO
comunicano fra loro. La lingua della marca, al pari delle lingue fonico-vocali, è
in realtà composta da molteplici segni esplicitati con mezzi diversi. Bernstein
indica nove canali con cui l’azienda può comunicare con nove tipologie di
pubblico. La «ruota di Bernstein» vede metaforicamente l’impresa come mozzo
e le categorie di pubblico come cerchione, nello spazio intermedio vi sono i
mezzi di cui ci si serve per la comunicazione. Il fondatore della famosa agenzia
di comunicazione «Creative Business» fa notare come nella sua ruota non
abbia voluto deliberatamente abbinare alcuna delle categorie di pubblico ad
alcun canale in particolare: quando un’impresa prende in considerazione la
comunicazione verso ognuno dei nove tipi di pubblico, ogni canale di
comunicazione dovrebbe essere considerato come un potenziale candidato
all’uso. In altre parole il circolo interno, quello dei canali, può idealmente essere
fatto ruotare per la scelta del mezzo di comunicazione più idoneo alla
circostanza
7
.
Fig. 1 – La ruota di Bernstein
La marca, come un Paese, possiede una propria cultura nell’accezione
antropologica del termine e cioè un suo sistema di valori, di stili di vita, di riti e di
miti. Il termine «stile di vita» assume peraltro un significato particolare nel
linguaggio del marketing e della comunicazione: l’istituto «Eurisko» ha proposto
una serie di stili cosiddetti «settoriali», che segmentano il campione di
consumatori potenziali preso in esame, non già secondo i valori e i
7
D. Bernstein, Company image. La comunicazione d’impresa tra immagine e realtà, a cura di F.
Carmagnola, trad. di M. Ciancia, Milano, Edizioni Angelo Guerini e Associati, 1988, p. 186.
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MOTO GUZZI. UN MARCHIO IN QUATTRO METAFORE
comportamenti che riguardano la vita in generale, ma secondo modi di vivere
che si riferiscono solo a certi particolari della vita (ci sono così, ad esempio, stili
d’abbigliamento o cosmetici, alimentari o multimediali eccetera)
8
. In generale lo
«stile di vita» di una società si riferisce al suo modus vivendi, a quegli elementi
che descrivono il tipo di cultura proprio di un gruppo sociale, e quindi anche di
un Paese. Il life style è il risultato di forze come la cultura, i valori, le risorse, i
simboli; da un certo punto di vista anche l’insieme degli acquisti e le modalità di
consumo riflettono il modus vivendi di una società. Dunque, se da un lato la
cultura «Harley Davidson» risulta fortemente impregnata dell’american way of
life, raffigurato attraverso l’immagine di lunghi rettilinei che attraversano spazi
sconfinati e da uomini che cavalcano le propria moto come fosse un cavallo
sull’onda dell’«it’s time to ride» (questo è l’attuale pay off dell’azienda di
Milwaukee), dall’altro Moto Guzzi propone uno stile italiano raffinato e fuori dal
tempo, il design elegante dei suoi prodotti e il fascino di una motocicletta
assemblata a mano a Mandello del Lario.
Nel suo piano pubblicitario «Grey Worldwide», l’attuale agenzia di
riferimento per Moto Guzzi, parla di sette valori fondamentali che
contraddistinguono il marchio dell’aquila: passione, affidabilità, italianità, storia,
fedeltà, creatività e fantasia. E’ interessante notare come questi valori individuati
da «Grey», fatta eccezione per l’affidabilità, siano molto vicini all’immagine del
made in Italy che è stata analizzata dal punto di vista di quattro paesi europei
(Regno Unito, Germania, Francia e Spagna)
9
.
8
M. Vecchia, La campagna pubblicitaria. Struttura e decodifica, Milano, Cuem, 2002, p. 137.
9
G. Fabris e L. Minestroni, Valore e valori della marca cit., p. 374.
49
IL TERRITORIO
Fig.2 - Immagine del made in Italy nei diversi Paesi (2000)
10
.
La percezione dei prodotti italiani in Europa - come si vede in fig. 2 - appare
sorprendentemente omogenea nei diversi paesi con un significativo punto di
forza nell’area dello stile, estetica, creatività e raffinatezza. É evidente come il
prodotto italiano debba invece migliorare la propria percezione soprattutto a
livello qualitativo e tecnologico, e anche in questo l’analisi di «Grey» per Moto
Guzzi sembra trovarsi perfettamente d’accordo.
La marca, come ogni Nazione, ha una sua bandiera che, fuor di metafora,
corrisponde al logo. Ogni bandiera è issata come simbolo dell’onore e
dell’orgoglio nazionale, è esposta come segno d’appartenenza ad una Patria e
al suo sistema di valori. Allo stesso modo il logo della marca rimanda al senso e
all’identità del brand, ai suoi messaggi e alla sua storia. Il vessillo della Guzzi è
l’icona della mitica aquila ad ali spiegate, simbolo dell’Aeronautica militare
scelto da Carlo Guzzi e Giorgio Parodi in memoria di Ravelli, l’amico scomparso
in un incidente di volo.
10
Ibidem.
50
MOTO GUZZI. UN MARCHIO IN QUATTRO METAFORE
Fig. 3 – Evoluzione del logo: l’aquila di Moto Guzzi.
I loghi qui raffigurati in ordine cronologico (da sinistra a destra e dall’alto in
basso) in realtà non ebbero nel loro impiego una regola fissa. Si hanno infatti, in
particolare nei primi decenni di attività, casi di ritorno di marchi del tipo
precedente anche durante periodi nei quali la maggioranza della produzione
adotta una grafica più recente
11
.
L’aquila ad ali spiegate raffigurata durante il volo suggerisce dinamismo,
eccellenza e sintetizza l’aristocrazia del marchio. È interessante notare come,
quando viene raffigurata sulla moto, l’aquila abbia sempre la testa rivolta verso
il senso di marcia e quindi inevitabilmente l’immagine risulta specchiata sui lati
del serbatoio. Negli anni settanta il simbolo è stato momentaneamente
abbandonato in favore del solo lettering, tuttavia ben presto il rapace è tornato a
far mostra di sé sulle lamiere delle motociclette di Mandello.
Il rosso per Moto Guzzi è il colore ufficiale con cui correre nelle
competizioni. È curioso come questo colore caldo e passionale sia quasi una
costante nelle gare ufficiali per i marchi motoristici italiani: rosso infatti, anche
se in diverse tonalità, è il colore di «Alfa Romeo», «Ferrari», «Maserati»,
«Ducati», «Gilera» e «Cagiva», mentre le «MV Agusta» erano rosse e argento.
Con l’acquisizione da parte di «Piaggio» il logo Moto Guzzi ha subito una
lieve, ma significativa rivisitazione. Il colore dell’ovale è tornato di
quell’amaranto tipico dell’azienda di Mandello, mentre il lettering e il simbolo
sono di nuovo oro e non più giallo come la gestione «Aprilia» aveva imposto.
L’aquila poi è stata sapientemente ristilizzata per meglio essere raffigurata nei
piccoli spazi in cui l’emblema la costringe.
11
M. Colombo, Moto Guzzi, Milano, Giorgio Nada Editore, 1990, p. 103.
51
IL TERRITORIO
Fig. 4 – Il nuovo logo Moto Guzzi.
Fulvio Parisatto, responsabile marketing dell’azienda, sottolinea come il
gruppo «Piaggio» voglia rispolverare l’identità nobile di un’azienda che non
deve piegarsi alle esigenze della moda, ma interpretarla secondo il proprio stile.
I colori del logo non possono certo dirsi frutto dei dettami estetici contemporanei
che piuttosto prediligono l’uso del nero, del bianco e dell’argento. Questi ultimi
tre colori sembrano oggi essere all’apice del design, soprattutto in ambito
tecnologico; un esempio su tutti di questa tendenza razionalista, nelle forme e
nei colori, è l’«iPod», il noto prodotto di «Apple» che oggi rappresenta il marchio
di maggior successo nel mondo della piccola tecnologia, e che ha fruttato alla
casa americana incassi da record negli ultimi anni.
Moto Guzzi intende darsi un’identità nobile, vuole rappresentare
l’«aristocrazia della motocicletta» (come dice uno slogan dell’azienda) e
diventare ciò che è «Maserati» nel campo automobilistico, e cioè il massimo
della tecnica, dell’eleganza e della sportività senza ostentazioni né
esasperazioni, ma con grande classe; insomma l’obiettivo, nemmeno troppo
nascosto, dell’azienda dell’aquila è quello di interpretare al massimo il concetto
motociclistico di «gran turismo».
L’Italia è il leader globale del disegno industriale e la «Marabese Design»,
che ha dato la linea a «Breva» e «Griso», ne è un ottimo rappresentante; il
gruppo «Piaggio» poi è in possesso delle più alte tecnologie a livello motoristico
globale ed è attualmente il leader di settore in Europa. Al cospetto di tali
considerazioni, non sembra biasimabile la convinzione della nuova dirigenza di
avere tutte le carte in regola per un rilancio, in questo senso, del brand Moto
Guzzi.
Dopo esserci dilungati sulla figura della bandiera, diventa inevitabile fornire
almeno un cenno sull’inno della nostra marca-Nazione. Come consuetudine in
ambito motociclistico Moto Guzzi non si avvale di pubblicità in televisione, né
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MOTO GUZZI. UN MARCHIO IN QUATTRO METAFORE
tanto meno via radio, in questo modo l’accostamento quasi scontato ad un
jingle non ci è possibile. Non deve sembrare una forzatura però accostare, nella
nostra metafora, la figura dell’inno nazionale al rumore (ma qualcuno lo
definirebbe addirittura musica) del motore bicilindrico tipico della Guzzi.
Comprensibilmente a chi non è appassionato di motori risulterà difficile cogliere
il lato estetico del suono prodotto dallo scarico di una moto, d’altra parte è noto
come sia esattamente il contrario per chi fa della motocicletta, o delle
automobili, la sua passione. Un motore monocilindrico produce un certo numero
di impulsi, un bicilindrico un altro, un tricilindrico ha un ritmo tutto particolare,
mentre un quattro cilindri produce quasi un sibilo; ad ogni architettura
motoristica corrispondono suoni e vibrazioni diversi. Il guzzista è oltremodo
affezionato al borbottare del bicilindrico a «V» tipico delle Guzzi dagli anni
Settanta a questa parte. Gli uomini del marketing sanno bene quanto questo
dettaglio non debba essere trascurato in fase di progettazione; peraltro oggi, a
causa delle severe norme anti-inquinamento, il connubio resosi inevitabile fra
silenziosità, basse emissioni e sonorità del motore risulta piuttosto arduo da
realizzare. Per il guzzista le vibrazioni trasmesse dal motore non sono un
difetto, ma una caratteristica che fa sembrare la moto quasi viva; il suono cupo
e borbottante è un segno distintivo imprescindibile della propria motocicletta,
mentre il sibilo di una giapponese a quattro cilindri difficilmente lo affascinerà.
La marca, come un Paese, possiede una storia, una tradizione, un proprio
retroterra culturale, dei siti archeologici. Un cammino passato sul quale si fonda
l’esperienza di oggi, un viaggio alle proprie spalle che conduce al presente. La
storicità della marca è una sorta di patente di autenticità e di qualità, derivante
da una selezione avvenuta attraverso il tempo.
12
L’attuale pay off studiato da
«Grey» per Moto Guzzi («Una storia importante») dimostra l’orgoglio con cui
l’azienda guarda al proprio passato di fronte al quale non può che porsi obiettivi
di altissimo livello. Una Moto Guzzi non è né una bellissima merce, né un
oggetto, e forse nemmeno una motocicletta, ma appunto una storia importante.
Una storia di relazioni profonde tra gli uomini ed il luogo del loro culto: lo
stabilimento di Mandello del Lario; tra gli uomini di Guzzi e la fabbrica che
sentono propria, tra gli operai e il loro mestiere: l’arte di far nascere un mito
industriale. Questa è l’idea che «Grey» ha avanzato nel suo piano pubblicitario:
«vendere un mondo al quale aderire». Il museo aziendale, aperto tutti i giorni al
12
G. Fabris e L. Minestroni, Valore e valori della marca cit., p. 369.
53
IL TERRITORIO
pubblico, e il museo virtuale sul sito internet testimoniano l’attenzione
dell’azienda nei confronti della storia e la volontà di valorizzare la propria
impresa rendendone partecipe la società.
Secondo Bernstein, mentre la personalità è la somma delle caratteristiche
individuali, l’identità costituisce l’insieme dei mezzi di cui ci serviamo per
proiettare all’esterno la nostra personalità, ciò che ne deriva agli occhi del
nostro interlocutore è una certa nostra immagine, una percezione di noi che
questi si è fatto in base alla personalità e all’identità che gli abbiamo trasmesso.
L’immagine non è dunque creata da chi trasmette, ma da chi riceve. Un’azienda
che si preoccupa di raccontare la propria storia sta cercando di proiettare
all’esterno la sua personalità, si sta creando un’identità con l’obiettivo di
permettere al ricevente di costruirsi un’immagine quanto più possibile vicina alla
personalità aziendale. Tuttavia il nostro interlocutore nella sua costruzione
dell’immagine si serve anche della propria esperienza personale o di quella dei
suoi conoscenti, ossia di una piccola parte di storia dell’azienda vissuta
realmente.
Il paesaggio della marca è l’insieme dei sistemi iconografici che più sono
impressi nella memoria del pubblico
13
. Il suggestivo paesaggio di Mandello del
Lario, con le sue montagne, il suo lago, le sue storie e le sue leggende, viene
idealmente associato ai prodotti e al marchio Moto Guzzi. Così la moto a cui
viene affidato l’arduo compito di risollevare le sorti aziendali viene chiamata
«Breva», e cioè con il nome di un vento che spira da sud sul ramo orientale del
lago e che si dice porti il bel tempo. D’altro canto il nome dell’ultimo prodotto
lanciato felicemente sul mercato, «Griso 1100», rimanda subito alla mente un
personaggio noto a tutti e la cui storia è fortemente legata ai luoghi di origine
delle moto della casa dell’aquila. Inoltre un evento biennale come un
motoraduno ufficiale, organizzato a Mandello da Moto Guzzi e che vede
partecipare migliaia di motociclisti, con stendardi e striscioni rossi e oro che
colorano tutto il paese, punti di ristoro, di aggregazione e attività varie e di
sponsor è capace di rendere indissolubile un legame già forte tra la nostra
marca-territorio (Moto Guzzi) e il territorio sede dell’azienda da sempre.
Secondo Fabris e Minestroni la marca è capace di colorire e connotare uno
spazio
14
, nel nostro caso non solo Moto Guzzi tinge dei suoi colori istituzionali il
13
Ivi, p. 370.
14
Ivi, p. 371.
54
MOTO GUZZI. UN MARCHIO IN QUATTRO METAFORE
territorio che la ospita da più di ottanta anni, ma da questo e dalle sue storie si
lascia colorire e connotare, creando un legame reciproco che non permette,
almeno idealmente, l’esistenza di una Mandello senza Moto Guzzi e di una
moto Guzzi costruita lontano dal suo paese di origine.
GMG-GIORNATE MONDIALI GUZZI 2005. RACCONTO DI UN EVENTO
Fig. 5 – Logo GMG 2005 e una foto di Piazza Garibaldi durante l’evento.
I motoraduni rappresentano un fenomeno tipico del motociclismo nazionale
sin dai tempi dei suoi albori. I primi raduni mono marca riservati alle Moto Guzzi
nascono su iniziativa dei dipendenti dell’azienda e vengono da questi
organizzati proprio sul territorio lariano. Un esempio emblematico, all’apice della
massima affermazione di un modello (il «Guzzino 65») è il «Raduno
Internazionale Motoleggere Guzzi 65», svoltosi il 5 giugno 1949 a Lecco e al
quale parteciparono più di quattordicimila persone su oltre dodicimila moto. Il
numero imponente di partecipanti resta ancora oggi un record imbattuto per un
raduno riservato a macchine di un unico tipo.
Con l’acquisizione, nel 2000, da parte di «Aprilia» l’evento biennale del
motoraduno Moto Guzzi prende il nome di «GMG» («Giornate Mondiali Guzzi»).
Dal 16 al 18 Settembre 2005 circa diecimila guzzisti hanno pacificamente
invaso Mandello del Lario per la «tre giorni» dedicata al mitico marchio
55
IL TERRITORIO
dell’aquila. In quei giorni la sede storica dell’azienda è stata al centro di uno
straordinario programma denso di attività dedicate agli orgogliosi possessori di
una Moto Guzzi.
Dopo settimane di frenetico lavoro per l’organizzazione dell’evento più
importante per ogni appassionato del marchio dell’ aquila, venerdì 16 di prima
mattina il cancello rosso dell’azienda si è aperto ai numerosissimi visitatori.
Dalla fila alle casse per l’iscrizione, alla visita al museo, tutto si svolge in un
clima familiare; gli ospiti si conoscono, chiedono informazioni, scambiano
impressioni fra loro e con il personale riguardo ai nuovi modelli, rievocando i
ricordi migliori o gli aneddoti più divertenti nelle menti dei dipendenti più anziani.
Appena entrato si distingue immediatamente il guzzista più smaliziato, da
quello che, entrando per la prima volta in azienda ne rimane incantato,
scrutandone con sguardo curioso ogni suo angolo.
Il museo affascina i bambini, ma soprattutto gli adulti, lo stabilimento ospita
al suo interno un’esposizione di moto modificate e la rievocazione storica: un
angolo di ricordi allestito vicino alla Galleria del Vento, in onore di tre
personaggi simbolo della Moto Guzzi: Giulio Cesare Carcano, storico
progettista scomparso a pochi giorni dall’evento, Umberto Todero anche lui
progettista geniale morto pochi mesi prima, e Omobono Tenni il leggendario
pilota campione del mondo di cui si festeggia il centenario della nascita.
La visita guidata alla fabbrica è forse l’aspetto più intimo della gita in Moto
Guzzi; le macchine sempre attive e solitamente invisibili a occhi estranei si
fermano per farsi ammirare da ospiti tanto insoliti quanto entusiasti e discreti.
Per tutto lo stabilimento si sentono voci di bambini, e di ragazzi, chiacchierate
appassionate, risate sincere, si vedono gruppi di amici, coppie giovani e meno
giovani, e può capitare persino di sorprendere un operaio che tiene per mano il
figlio mentre gli mostra il suo lavoro quotidiano. Per il pranzo la mensa
aziendale ospita i visitatori e i dipendenti impegnati nell’organizzazione
dell’evento.
Durante le tre giornate i colori istituzionali rosso e oro della Moto Guzzi
avvolgono tutta Mandello, dalla stazione ferroviaria vicino all’azienda fino al
lago, dove in piazza si apre uno spazio accogliente con le tende colorate dei
partner Moto Guzzi e migliaia di motociclisti che mostrano orgogliosi la loro
moto ai compagni di passione e a tutti i passanti.
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MOTO GUZZI. UN MARCHIO IN QUATTRO METAFORE
Alla stazione della ferrovia sono presenti due attività, la scuola guida
dedicata alle donne e la prova delle moto; così, mentre mariti e ragazzi si
affannano per provare la nuovissima «Griso» in anteprima mondiale, le mogli e
le ragazze più giovani hanno la possibilità di imparare dai rudimenti fino alle
malizie più sottili della guida su due ruote da piloti di esperienza internazionale.
Il sabato è certamente la giornata più intensa, nel pomeriggio oltre alle
solite attività, il pubblico assiste alla parata storica su circuito cittadino, alla
quale partecipano le moto più rappresentative della storia di Moto Guzzi. Per
qualche minuto il rombo dei bolidi ha invaso il paese. Alla sera la cena, un
concerto e i fuochi d’artificio concludono una lunga giornata.
Il giorno dopo la festa sta per volgere al termine, nel pomeriggio si chiude il
vecchio cancello rosso dell’ azienda, pian piano tutte le tende vengono
smontate e un sipario invisibile sembra calarsi su un palco che ha ospitato uno
spettacolo fatto di gente e di passione, la passione per un marchio leggendario
che ha scritto la storia del motociclismo mondiale e che vuole continuare a
scriverla finché ci saranno appassionati di motociclette.
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