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CAPITOLO 1
La Rappresentazione di Scampia sulla Stampa:
Il Mattino, La Repubblica, Il Corriere del Mezzogiorno.
Un’analisi incrociata su base trimestrale.
Non esiste mai una verità, esistono sempre parziali verità.
Punti di vista diversi, tutti rispettabili ,
ma non si può chiedere all’informazione di tacere.
[Sandro Ruotolo]
Il seguente capitolo si propone di analizzare la rappresentazione del
quartiere di Scampia sulla carta stampata monitorando e analizzando gli
articoli dedicati sulle pagine dei tre maggiori quotidiani presenti in
Campania:
- Il Mattino (regionale e inserto di Napoli)
- La Repubblica di Napoli
- Il Corriere del Mezzogiorno
Di questi quotidiani ne viene qui commentato il flusso informativo
nell‟arco temporale 1 settembre – 30 novembre 2010.
Nello specifico Scampia ha visto „la concorrenza‟ delle prime pagine e
del giornalismo d‟inchiesta incentrato sui macro argomenti che hanno
tenuto banco nel periodo con echi nazionali: i crolli nell‟antica Pompei,
l‟emergenza rifiuti a Terzigno, l‟eclatante arresto del latitante Antonio
Iovine detto „o‟Ninno‟considerato tra i 30 criminali italiani più
pericolosi d‟Italia, latitante da 14 anni e condannato all‟ergastolo nella
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sentenza del maxiprocesso Spartacus in quanto braccio destro del boss
dei Casalesi Francesco Schiavone insieme a Michele Zagaria; in ultimo
il trend analizzato richiama in sottofondo una subdola e diffusa
progressione verso le elezioni amministrative del Comune di Napoli
previste nel mese di maggio del 2011.
1.1. Il dato aggregato.
Nel trimestre, Il Mattino spicca per una presenza quantitativa di 33 articoli
su Scampia seguita da La Repubblica con 22 articoli e Il Corriere del
Mezzogiorno con una fetta di 20 articoli.
La visibile varianza che intercorre fra Il Mattino e le altre due testate è
spiegabile in parte per la presenza di alcuni approfondimenti che fanno di
una notizia il richiamo per una pagina dedicata al tema che si snoda in più
articoli nello stesso giorno: è questo il caso dell‟approfondimento sul
dibattito riguardo l‟abbattimento delle Vele pubblicato il 2 ottobre che
comprende due articoli e un approfondimento con due interviste a confronto
e il rilancio del tema con il coming out politico pubblicato il giorno
Dato aggregato degli articoli su Scampia
La Repubblica
22 articoli
Il Mattino
33 articoli
Cormez
20 articoli;
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seguente con tre articoli a cui si aggiunge il caso della chiusura di Radio
Scampia diviso in due contributi del 3 novembre.
Quanto alla visione d‟insieme, i tre quotidiani rappresentano tematiche
differenziate ma anche un differente calibro nel sottolineare il grado di
rilevanza di una notizia. Si analizzeranno nei prossimi paragrafi i differenti
approcci nello specifico.
In forma riassuntiva la mappa di Scampia nota ai riflettori della carta
stampata si riduce ad un esiguo gomitolo di strade e luoghi:
l‟asilo abbandonato della Casa dei Puffi e l‟Oasi del Buon Pastore di
via Ghisleri, fort alamo della droga insieme alle Vele che si
aggiudicano il „brand‟ di tutte le foto presenti sui giornali che hanno
come argomento Scampia;
via Cupa Perillo dove ha sede il campo rom spesso citato per i roghi
dei rifiuti di natura dolosa
la piazza telematica di via Labriola
via Tancredi, luogo deputato alle „kalifoo grounds‟, le rotonde della
schiavitù dove ogni mattina gli immigrati si riuniscono in attesa di
lavoro alla giornata.
Se è poi vero che l‟immagine da luogo comune del quartiere della 167 è
data dal binomio stupefacenti e Camorra gestita dal clan dei Di Lauro,
all‟unisono i tre quotidiani qui analizzati cercano di puntare su notizie di
droga dai milieux anticonvenzionali i cui protagonisti differiscono per
genere, status sociale, età, provenienza o professione non consueta a questo
genere di cronaca: fanno così notizia poliziotti in arresto per detenzione di
droga e manipolazione delle intercettazioni telefoniche con l‟indignazione
degli spacciatori che si vedono tolti la droga con una truffa con tanto di clan
Di Lauro che minaccia denuncia alla magistratura per l‟accaduto (22
settembre), oppure del clan delle donne provenienti dal Salernitano che
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mandavano le proprie figlie minorenni a rifornirsi di droga a Secondigliano
(28 settembre) o, ancora, della maestra elementare trovata in possesso di
eroina e cocaina fuori dalle case celesti che a casa nascondeva munizioni
(13 novembre), ed infine della 17enne di Fisciano in overdose in fin di vita
dopo la sua prima sniffata di cocaina (29 novembre).
Fatta eccezione per le citazioni della cronaca nera riguardante la droga (ma
con notevoli differenze tra un quotidiano all‟altro per indagini e rilevanza),
Scampia è terra di sfumature in particolare per i fatti che interessano
educazione, cultura, beneficenza e ritrattistiche di vari protagonisti nel
quartiere dipinte dai quotidiani come fenomeni di nicchia relegati in civette,
trafiletti e articoli di fondo di poche battute che raramente creano un caso
con rilanci di rilievo della notizia nei giorni successivi.
I quotidiani a confronto
1.2 Il Mattino e il giornalismo top-down: Scampia attraverso il
commento delle istituzioni politiche
Gli articoli de Il Mattino divisi per argomento
nel trimestre settembre-novembre
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1
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Droga e
Camorra
Dibattito Vele Cultura Chiesa Cronaca Bianca Rom Sport Radio Scampia
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Il numero di articoli presenti su Il Mattino, superiore per quantità rispetto
agli altri quotidiani in analisi si traduce in pochi nodi fondamentali che lo
differenziano: la presenza di quasi tutte le notizie presenti sugli altri
quotidiani ma con pochi approfondimenti affrontati già dal Corriere del
Mezzogiorno e da Repubblica come le infiltrazioni della malavita
salernitana nel commercio di stupefacenti e lo sciopero degli immigrati
contro i caporali che Il Mattino traduce in poco più di un dispaccio
d‟agenzia (la c.d. tipologia „spot news‟). La varietà di argomenti da esso
fornito ci offre il benchmark del grafico su cui sono riportate le tipologie
d‟argomentazione affrontate che verranno in seguito comparate con gli altri
due quotidiani. Il Mattino relega le notizie su Scampia costantemente
nell‟allegato de Il Mattino – Napoli a diffusione provinciale.
Come dato di partenza si tratta del quotidiano che più si concentra sulle
dichiarazioni dei politici per una comunicazione spesso di stampo
istituzionale, il c.d. formato top-down, filtrato dalle ideologie degli
esponenti chiamati ad esporre il proprio parere. Si tratta, a livello semiotico,
del quotidiano che più frequentemente mette in correlazione l‟appellativo
Scampia a quello di Gomorra. Nello specifico giornalistico, la testata
predilige il piglio dell‟esclusività delle sue inchieste, in particolare spicca
quella sull‟abbattimento delle Vele cominciata il 2 ottobre e del ritorno
degli scissionisti a Scampia (13 novembre).
Sul Mattino è presente un‟esposizione mediatica dei rom maggiore
dove vengono rappresentati in qualità di capri espiatori degli incendi nelle
discariche abusive, un dato non presente sugli altri quotidiani in maniera
così intensa con accezioni collusive alla correlazione con la Camorra.
L‟inchiesta più importante che accompagna le pagine de Il Mattino è il
fenomeno Vele, oltre al dibattito sulla possibile abolizione, il giornale
indaga sullo status dell‟assegnazione e della costruzione di nuovi alloggi
per gli sfrattati e lo stacco del gas contro la rioccupazione abusiva. Tra
coloro che si espongono sull‟argomento le battute sono tutte contro la
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proposta del sovrintendente Gizzi all‟istituzione delle Vele come
patrimonio architettonico: ispirate ai principi di unitées d‟habitations di Le
Corbusier e alle strutture a cavalletto proposte da Kenzo Tange, furono
progettate da Franz Di Salvo prevedendo l‟accoglienza di un‟alta densità di
popolazione che avrebbe potuto integrarsi e creare una nuova comunità
gettando le basi per un riscatto sociale. Viene chiamato ad esporre il suo
giudizio oltre al dibattito politico, il prof. Secchi, consulente post terremoto
del sindaco comunista Maurizio Valenzi (1975-1983) chiamato a fare il
punto della situazione ma anche il ritratto storico sulla creazione delle Vele:
«Le Vele scontano diversi errori progettuali e soprattutto politici. (…)
rappresentano un‘utopia urbanistica in voga negli anni ‗60-‗70. Grandi
complessi residenziali con le Vele possono sopravvivere solo se dotate di
adeguate strutture di socializzazione, proprio quelle che sono mancate a
Napoli ma anche a Roma e a Palermo. Le risorse erano scarse e quindi si è
preferito costruire prima le case ma poi i relativi servizi non sono mai
arrivati.(…) Se un intero quartiere è abitato solo da ceti sociali meno
abbienti facile per la Camorra reclutare manovalanza a basso costo ed
installare un vero e proprio quartier generale spesso impenetrabile anche
alle forze dell‘ordine.»
1
Un intervento messo in correlazione con un‟altra intervista, stavolta a
Gianfelice Imparato, attore del film Gomorra riguardo all‟opzione di
salvare le Vele come patrimonio architettonico. Se prima si è esposta
un‟opinione tecnicistica qui troviamo un punto di vista maggiormente affine
al senso comune:«E‘un‘operazione che non capisco. Mi pare evidente
l‘intenzione positiva, perché viene dalle istituzioni ma mi pongo molte
domande. Sono state scelte come un bene da proteggere così come sono
1
Maradei L, Il Mattino (inserto di Napoli), 2 ottobre 2010 dall‟articolo: Vele da ecomostro a
monumento, scatta il vincolo. Il sovrintendente Gizzi scrive al sindaco: <<Complesso urbanistico
di interesse culturale>>. Secchi:Nessun valore è il simbolo di Gomorra
Imparato:diventerà il museo della droga.
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ora? Oppure prenderne custodia una volta svuotate? Nella prima ipotesi,
mi pare ovvio che se qualcuno vorrà anche mettere un chiodo al muro, si
vedrà piombare a casa l‘esercito e mi pare improbabile. Nella seconda
invece diventerebbe un museo: e cos‘altro potrebbe essere se non un museo
della droga?»
2
A proposito di Gomorra e del film di Garrone tratto dal libro di Roberto
Saviano, c‟è una polemica che tiene alto il fervore de Il Mattino: riguarda
l‟apparizione del 31 ottobre del prete anti clan Don Aniello Manganiello,
trasferito al quartiere Trionfale di Roma dopo 16 anni all‟Opera Don
Guanella di Scampia salito agli onori di cronaca per il malinteso avuto
all‟Arena di Massimo Giletti nel corso di Domenica In per la sua
dichiarazione: «Gomorra? Solo un‘operazione da cassetta che non ha avuto
rispetto per nessuno, per settantamila abitanti che fanno parte della
municipalità di Scampia. Stereotipi su Scampia in riferimento ad un
territorio degradato, ostaggio della camorra, con gente disonesta,
anarchica, illegale. È uno stereotipo che i giornali e i media ci hanno
buttato continuamente addosso.»
3
Una dichiarazione a freddo e consumata in pochi frangenti degli stringati
tempi televisivi che ha avuto seguito sui giornali dopo il tafferuglio con
Lamberto Sposini in studio e dopo la proiezione di un breve filmato al
campo rom di via Cupa Perillo insieme a Chiara Giordano
dell‟Associazione Onlus Campania In Movimento già intervistata da Il
Mattino il 5 settembre sulle vicende del rogo nella discarica abusiva.
2
ibidem
3
Il Mattino (inserto di Napoli), 1 novembre 2010 dall‟articolo: Accusa al film del prete anticlan
ospite in Domenica In Don Manganiello: << Gomorra? Fango su Napoli >>
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Questo il suo commento: «i protagonisti di questo ennesimo incendio sono i
soliti rom abusivi, sono circa 700 e appiccano roghi quotidianamente»
4
.
Tornando alla figura di Don Aniello Manganiello, le lacune del giornalismo
stridono sul contesto dei suoi protagonisti: sono assenti, al di là della
polemica qui esposta, i tratti salienti della sua permanenza a Scampia: in
primis la conversione del boss Tonino Torre e del pusher dei Di Lauro
Davide Cerullo, malgrado il fatto che di Don Aniello si fosse già parlato
prima della polemica di Domenica In riguardo al suo trasferimento a Roma.
Per Don Aniello come per le Vele si crea un modo di fare notizia
rizomatico: senza radici contestualizzate sulla storia della vicenda che
rappresenta la maggior ipoteca del fare informazione su Scampia. Motivo
per cui, ad esempio, la realtà sociale delle Vele e il contesto del quartiere
viene arginato salvo preconfezionarlo ad hoc per la notizia del giorno che
analizza il dato di fatto, il cosa è successo piuttosto che la sua ragione e le
sue conseguenze. Per la cronaca bianca, in fatto di pagina sindacale, il
Mattino tralascia i dettagli dello sciopero degli immigrati contro i caporali
avvenuto il 9 ottobre e si concentra sui finti disoccupati e i falsi invalidi.
Secondo i dati forniti da Paolo Merivo nel suo articolo del 6 novembre
„Doppio Sussidio ai disoccupati, Neppi in procura‟, sono 2.769 gli iscritti al
registro dei disoccupati di Napoli di cui il 18, 61% risiede fra San Pietro a
Patierno e Scampia.
Quanto ai falsi invalidi Il Mattino Nazionale del 25 novembre evidenzia in
una tabella statistica i permessi assegnati a Napoli: dal record eclatante dei
1.600 permessi rilasciati nella Prima municipalità (Chiaia, Posillipo,
S.Ferdinando), a seguire Scampia ne possiede 910.
4
Il Mattino (inserto Napoli), 5 settembre – Scampia rogo nella discarica del campo rom. Incendio
divampato mentre incendiavano cavi per estrarre rame.
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In fatto di legalità e iniziative culturali, l‟attenzione è soprattutto verso le
iniziative scolastiche: l‟emeroteca Enel inaugurata alla Scuola Ilaria Alpi (9
ottobre) e l‟iniziativa culturale sulla filosofia inaugurata al decimo circolo.
Per quel che riguarda la rappresentazione della legalità a Scampia, sono i
membri della Chiesa che spesso vengono esposti come interlocutori in
materia, in particolare con don Alessandro Gargiulo e Fabrizio Valletti.
Quanto all‟associazionismo, il 3 novembre tre articoli sono dedicati a Radio
Scampia, la voce radiofonica del quartiere continuamente minacciata da
black out e boicottaggi, mentre l‟editoriale di prima pagina viene dedicato a
Felice Pignataro (6 settembre) in occasione della pubblicazione del libro
„Sulle Tracce di Felice Pignataro‟ di Francesco Di Martino; Pignataro,
figura di primo piano dell‟agitazione culturale del quartiere con il Gridas, i
suoi murales e il suo Carnevale, sulle colonne della carta stampata spunta
così: „ Pignataro, la Scampia dimenticata‟ che con la sua personalità di
„anarchico – utopico – cristiano‟ balza agli occhi del mattino come il Don
Milani di Scampia.
Il riscatto vero del quartiere sulle pagine de Il Mattino passa per lo sport:
Scampia si aggiudica la prima pagina dell‟inserto sportivo del 9 novembre
con la coppa Italia nel judo contro Settimo Torinese, queste le parole messe
dell‟allenatore Maddaloni che affrescano difficoltà e riscatto sociale delle
attività ricreative viste dal quartiere: “Successi che valgono doppio perché
«facciamo tutto da noi.» «La Regione latita, il Comune ci dà una mano pur
nell'agonìa ultimamente i privati ci stanno permettendo di continuare le
nostre molteplici attività sociali». Solo qualche mese fa l'Enel tagliò la
corrente a Scampia. Oggi «abbiamo trovato una persona come noi,
Giuseppe Trinchillo, imprenditore di Arzano la cui società, la Trincer, è
anch'essa impegnata nel sociale e ci permetterà di pagare le bollette. Mille
euro al mese» Poi l'aiuto da parte dei benefattori d'oltreoceano e chi non
vuole apparire ma vuole aiutare. Il 24 novembre le prime venti visite
guidate di prevenzione oncologica nell'ambulatorio che il Pascale ha
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allestito alla Star Judo per le donne di Scampia. Oggi un «ragazzo
difficile» di Nisida finirà il suo debito con la giustizia grazie alla sua
formazione fatta a Scampia sarà imbarcato con un contratto sulla Msc
Crociere. Poi i rapporti con il centro accoglienza dei Colli Aminei, con il
carcere di Nisida e quello di Airola. Obiettivo togliere i ragazzi dalla
strada e far capire loro che grazie allo sport si possono imparare altri
valori. «Non appena aprirà la cittadella dello sport di Miano - prosegue
Maddaloni - i primi ad essere assunti saranno proprio i ragazzi che si sono
rimessi sulla retta via».”
5
1.3 La Repubblica: quando il giornalismo diventa narrazione e
rappresentatività umana.
„Il vero giornalismo si fa con la suola delle scarpe‟ recita una frase del
giornalista Egisto Corradi. La Repubblica sceglie spesso la presa diretta. Un
espediente polifonico ed eterogeneo del fare informazione: la strada del
diario di viaggio e del giornalismo narrativo che potrebbe appartenere a
5
Il Mattino (redazione Sport), 9 novembre 2010 - Star judo, coppa Italia per Scampia
Gli articoli de La Repubblica di Napoli divisi
per argomento
nel trimestre settembre-novembre
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1
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4
5
Droga e
Camorra
Dibattito
Vele
Cultura Chiesa Cronaca
Bianca
Rom Sport Radio
Scampia
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Ryszard Kapuściński, Tiziano Terzani o Ettore Mo per raccontare la
cronaca del Quartiere mettendo in evidenza le sue subculture e la pluralità
delle singole voci di chi popola Scampia in una sorta di citizen journalism
da affresco popolare.
Partiamo dalle Vele. Là dove Il Mattino parla di ecomostri sondati dal
dibattito politico, Repubblica mette in luce storie come quelle dei writers
tedeschi Becky Stace e Bambus che sulla Vela Celeste dipingono il murales
di un cardellino o dei rapper Mala Via che qui prendono ispirazione per
scrivere i testi delle loro canzoni.
Testimonianze-inchieste che spesso diventano ritratti fedeli della società di
Scampia come nella testimonianza di chi ci vive. È il caso struggente di un
abitante delle Vele riportato da Stella Cervasio il 18 ottobre: “Da due anni
Pasquale, 28 anni, dorme in una stanza senza porte, senza mobili, senza
letto. Un sacco a pelo sul pavimento e una montagna di trapunte. Di notte
fa freddo al quattordicesimo piano delle Vele. Occupante in servizio
permanente effettivo, occhi blu stralunati e gel nei capelli, di mestiere
muratore, di giorno Pasquale è tollerato a via Ianfolla, dalla suocera
(«sono stato ―a problema‖ (che vuol dire droga o malavita, ndr) ma ora
sto bene»). Di notte fa la guardia alla casa che sarà. E finalmente il
momento è arrivato. «La prossima settimana ci porto mia moglie e mio
figlio che ha sedici mesi. Andiamo incontro all‘inverno. Qua tra un po‘ si
gela. Ma io so come fare, non si ammalerà». Magro e alto ride coi denti
rotti. Si libera le mani dalla busta di panni di lana che è venuto a portare
nella nuova casa, il cambio di stagione. Di suo c‘è ancora poco. Con le
braccia e con enfasi fa progetti: misura spazi, disegna muri inesistenti.
«Chiudo qua, elimino questa stanza, alzo un tramezzo da qui a lì. Due
camere ci bastano. Le altre le metteremo a posto tra qualche anno. Ora ho
solo i soldi per il materiale, vado a comprarlo con un tizio quando scendo
di qua: 150 euro». Altri abiti sono stesi ad asciugare fuori. Un fuori che è
uguale al dentro, senza infissi. La balconata è lunga e spazia su tutta
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Scampia. Ma il figlio di Pasquale il panorama lo vedrà da grande: gli
infissi costano, il vento bussa e le aperture si devono murare con i mattoni.
«Stiamo troppo in alto senza ascensore? Faccio un montacarichi, un
―cristo‖, come quello che ha la signora di fronte, lo vedete?»‖
6
.
Questo è solo un esempio delle pagine che ammiccano al senso letterario e
dall‟approccio dal basso (bottom- up) che si ritrovano in Repubblica nel
tentativo riuscito di dare un affresco il più fedele possibile alle realtà
esistenziali di chi esiste e resiste a Scampia anche prestando la voce alle
istituzioni, non quelle del Centro ma della periferia stessa: quelle operanti
nel quartiere dal presidente della Municipalità Carmine Malinconico al
presidente del Comitato Vele di Scampia, Vittorio Passeggio. Articoli come
„Nelle stanze con il sacco a pelo‟ da cui è tratta la storia di Pasquale sono
anche contenitori di spunti di cronaca che conciliano, in un report meno
burocratico e politico de Il Mattino la vicenda sull‟assegnazione degli
alloggi e gli sfratti dalle Vele: di fronte alla denuncia dei cantieri fermi c‟è
la testimonianza degli operai senza lavoro e dei ritardi delle ditte
appaltatrici o dello status che attanaglia l‟asse mediano notorio per la
concentrazione di patologie cancerogene.
La stessa dinamica di rappresentazione del lato umano appare anche ad
esempio nelle vicende degli immigrati in sciopero. L‟obiettivo: analizzare
una per una la storia di persone singole, dotarle di carica emotiva senza
trascurare un supporto cronachistico di fondo creando nel lettore un impatto
più umano e meno mostruoso del mondo delle periferie: raccogliere la
testimonianza di una donna che vive di fronte alla piazza di spaccio
dell‟Oasi del Buon Pastore o dar voce (in esclusiva) a Domenico Lopresto
che in via Mianella tutte le sere apre uno sportello d‟assistenza per la
6
Cervasio S. La Repubblica, 18 ottobre 2010 nell‟articolo: Nelle stanze con il sacco a pelo,
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/10/18/news/nelle_stanze_con_il_sacco_a_pelo-
8206667/index.html?ref=search