Apoptosi ed espressione del CD11a/CD18 nelle cellule SK-N-MC 2
La famiglia delle selectine comprende: la selectina-E (CD62 E), la selectina-P (CD62
P), e la selectina-L (CD62 L). La famiglia delle caderine include le sottoclassi
epiteliale, placentale, neuronale (2).
Tra le diverse famiglie di molecole di adesione la piu' importante è costituita dalle
integrine, che rientrano in tutti i tipi di adesione cellulare, e sembrano avere un ruolo
di rilievo nella relazione delle cellule con la matrice extracellulare. Il nome integrine
sta appunto ad indicare la funzione di queste proteine nell'integrazione tra matrice
extracellulare e citoscheletro intracellulare (3).
Struttura e funzione delle integrine.
La famiglia delle integrine è costituita da eterodimeri formati da subunità α e β (da
95.000 a 200.000 dalton ), unite da legami non covalenti (4). La specificità di legame
per ogni ligando sembra dipendere dal dominio extracellulare della subunità α . La
subunità β è comunque indispensabile per la funzionalità dell'integrina, e presenta
ripetizioni tandem di quattro regioni ricche di residui di cisteina, che sono
considerate essenziali per il mantenimento della struttura tridimensionale della
molecola. Sono state individuate 20 combinazioni diverse tra subunità α e β : tali
combinazioni rappresentano le sottofamiglie sopracitate. La sottofamiglia β 1, dal
punto di vista funzionale, costituisce un gruppo di recettori cellulari per proteine
della matrice extracellulare, come fibronectina, collagene e laminina (5).
Apoptosi ed espressione del CD11a/CD18 nelle cellule SK-N-MC 3
Le integrine β 2 sono eterodimeri nei quali la subunità β 2 (CD18) risulta legata con
una di quattro subunità α denominate CD11a, CD11b, CD11c, CD11d. Entrambe le
subunità presentano un dominio citoplasmatico relativamente piccolo, con regioni
capaci di legarsi a strutture del citoscheletro, e un dominio extracellulare, piu' ampio,
piegato a formare un' ansa stabilizzata da legami disolfuro, contenente le regioni di
legame per i ligandi. Il dominio citoplasmatico è collegato a proteine submembrana
del citoscheletro come talina, α actinina e, attraverso queste, a vinculina e
microfilamenti di actina.
Le integrine interagiscono con il citoscheletro allo scopo di legare le cellule alla
matrice (6,7); infatti il legame transmembrana al citoscheletro sembra essere un
requisito fondamentale sia per i fenomeni di adesione delle cellule alla matrice, sia
per quelli di adesione tra le cellule stesse. La connessione con il citoscheletro può
attivare l'integrina, cambiare la sua conformazione, aumentare la capacità di legame
per il suo specifico ligando (5). Il dominio extracellulare (8) è costituito da sette
sequenze omologhe ripetute a “tandem” (I-VII) ognuna delle quali costituita da 50-
60 residui aminoacidici presenti nella regione NH2-terminale. Le sequenze V-VII
hanno siti di legame per cationi bivalenti a struttura simile ai siti di legame per il
Ca
2+
presenti nelle calmoduline. Tra la sequenza II e III è localizzata una sequenza
di 187 aminoacidi, considerata responsabile del legame con i ligandi. I diversi
eterodimeri CD11/CD18 mediano i processi di adesione cellula-cellula e quelli
Apoptosi ed espressione del CD11a/CD18 nelle cellule SK-N-MC 4
cellula-matrice extracellulare (9). L'integrina CD11b/CD18, chiamata anche MAC-1,
viene espressa su leucociti della linea mieloide, monociti, granulociti,
polimorfonucleati, e cellule natural killer (NK) e specifici cloni di linfociti T e B. Il
complesso CD11a/CD18 rappresenta l'integrina chiamata LFA-1 (9) e viene espressa
nelle cellule progenitrici di tutte le linee mieloidi ed eritroidi. L'espressione di
integrine sulla superficie dei leucociti, e la loro capacità di promuoverne l'adesione
sono alla base della funzione dei leucociti stessi. Senza una adeguata adesione i
linfociti T e le cellule NK non sono citotossici, le cellule B non producono anticorpi,
i leucociti non riescono a migrare in siti di infiammazione e le cellule mieloidi sono
incapaci di fagocitare e di rispondere a stimoli chemiotattici (10).
Le integrine sono una famiglia di recettori di superficie, coinvolte nei meccanismi di
adesione, migrazione e interazione tra cellule del sistema immunitario. Le integrine
coinvolte in questi fenomeni sono LFA-1 e MAC-1 che legano i recettori di
superficie ICAM-1 e ICAM-2 appartenenti alla superfamiglia dell'immunoglobuline
(fig. 1) (11,12). La capacità di legame del CD11/CD18 per ICAM-1 è
transitoriamente aumentata dall'attivazione delle cellule T. L'eterodimero
CD11b/CD18 interagisce sia con proteine di superficie della matrice sia con quelle
della superficie cellulare. Lo stimolo infiammatorio rappresenta l'evento iniziale del
processo di attivazione delle integrine. In assenza di questo sia l'endotelio vascolare
che il neutrofilo sono in uno stato di riposo, in cui tessuto e cellula non interagiscono
Apoptosi ed espressione del CD11a/CD18 nelle cellule SK-N-MC 5
Fig. 1 Struttura del complesso integrinico LFA-1, e dei suoi ligandi ICAM-1 e
ICAM-2
Apoptosi ed espressione del CD11a/CD18 nelle cellule SK-N-MC 6
tra loro. In seguito ad uno stimolo infiammatorio si verifica una interazione tra
endotelio e cellule: l'endotelio, non più in “riposo”, esprime L-selectine capaci di
legare ligandi glicoproteici presenti sui neutrofili. Questa prima fase di adesione,
“reversibile”, determina il fenomeno denominato “rolling adhesion”, in cui i
neutrofili “rotolano” sulla parete vasale, portando all'attivazione delle integrine
CD11/CD18 capaci ora di legare le ICAM endoteliali e formare quindi un legame
stabile (13). All'adesione stabile segue il processo di diapedesi in cui sono coinvolte
altre molecole di adesione come PE-CAM-1, che vengono espresse dalle cellule
endoteliali a livello delle giunzioni intercellulari (fig. 2) (14).
Le vie biochimiche associate alla funzione delle integrine procedono secondo vie
bidirezionali, “interno-esterno” o “esterno-interno” (“inside-out, outside-in cell
signalling”) (1). Il meccanismo di segnalazione “interno-esterno” è importante per il
reclutamento dei leucociti in risposta a stimoli infiammatori. Il processo è finalizzato
a convertire l'integrina da uno stato di riposo a uno stato di attivazione attraverso una
modificazione conformazionale che determina un aumento di affinità per i ligandi
ICAM endoteliali. La trasduzione del segnale avviene grazie a recettori di membrana
presenti sui leucociti sensibili a segnali extracellulari, che attivano delle chinasi
capaci di modificare la conformazione dell'eterodimero CD11/CD18. Il secondo
meccanismo di segnalazione, e cioè quello “esterno-interno” inizia con il legame del
ligando con l'integrina nel suo stato attivo; l'interazione del ligando al recettore attivo
Apoptosi ed espressione del CD11a/CD18 nelle cellule SK-N-MC 7
Fig. 2 Lo stimolo infiammatorio causa l'attivazione dell'endotelio e del neutrofilo
determinandone l'adesione reciproca, seguita dal “rolling” e dalla diapedesi
del leucocita.
Apoptosi ed espressione del CD11a/CD18 nelle cellule SK-N-MC 8
genera segnali biochimici all'interno della cellula e attiva vie metaboliche
intracellulari. Nella trasduzione del segnale sono implicati secondi messaggeri, che
vengono attivati da proteine-G e tirosin-chinasi capaci di generare diverse risposte
come riarrangiamento del citoscheletro e regolazione dell'espressione genica (fig 3).
Malattie associate alle integrine
Difetti genetici riguardanti il sistema delle integrine causano infezioni batteriche e
fungine ricorrenti, ridotta mobilità leucocitaria, compromissione della fagocitosi,
ritardata guarigione delle ferite. Tutte queste manifestazioni patologiche sono il
risultato di una compromissione della chemiotassi dei neutrofili e la loro incapacità
di aderire stabilmente e di migrare attraverso l'endotelio. I leucociti malfunzionanti
sono caratterizzati dalla mancanza della subunità β 2 e tale difetto è denominato
deficit di adesione leucocitaria di tipo 1 (LAD-1) (15,16). Le manifestazioni
patologiche associate alla LAD-1 sono ovviamente conseguenza della marcata
compromissione della mobilizzazione dei leucociti in siti extravasali: esami bioptici
di reperti infiammatori rivelano una assenza totale completa di neutrofili.
Il gene che codifica per il CD18 è localizzato all’estremità del braccio lungo del
cromosoma 21. Dal punto di vista genetico, la mutazione del gene per il CD18
responsabile della LAD-1 viene trasmessa come carattere autosomico recessivo.
Responsabili del difetto sono diverse mutazioni puntiformi, alcune causano biosintesi
di proteine difettose altre invece determinano difetti di splicing del codice trascritto
Apoptosi ed espressione del CD11a/CD18 nelle cellule SK-N-MC 9
Fig. 3 Vie biochimiche di trasduzione del segnale associate all'adesione
integrina-ligando. a) via interno-esterno ; b) via esterno-interno
Apoptosi ed espressione del CD11a/CD18 nelle cellule SK-N-MC 10
dal gene. E' possibile effettuare una diagnosi precoce della malattia grazie a una
biopsia corionica e successivo sequenziamento del gene. LAD-1 non è l’unica
sindrome congenita riguardante il sistema delle integrine.
La tromboastenia di Glantzmann è una malattia emorragica ereditaria attribuibile a
un difetto dell’aggregazione piastrinica. I pazienti possono presentare gravi episodi
emorragici. Il difetto primario riguarda un’alterata espressione o un cattivo
funzionamento dell’integrina α
IIb
β
3
, attribuibile a una mutazione riguardante la
subunità α o β (17).
Integrine ed invasività neoplastica
Le integrine sono recettori della superficie cellulare che mediano in parte l'adesività
delle cellule alla matrice cellulare, fornendo una colla molecolare essenziale per
l'organismo e la sopravvivenza. Esse permettono alle cellule normali di avere la
percezione di essere adese alla matrice extracellulare, fornendo quindi un segnale di
sopravvivenza, la cui mancanza comporta la perdita del controllo del meccanismo di
crescita cellulare (18). La mancata interazione fra integrine e matrice comporta
l'attivazione di complesse vie metaboliche (ad es. cooperazione fra integrine e
diverse classi di proteasi), le quali portano ad una aumentata sopravvivenza e motilità
delle cellule tumorali. In particolare, le integrine α 4 possono ulteriormente
influenzare il processo metastatico interagendo con le MAdCAM-1 (costitutivamente
espresse sulle mucose): il legame cellula tumorale-MAdCAM-1 comporta un forte
Apoptosi ed espressione del CD11a/CD18 nelle cellule SK-N-MC 11
legame verso l'endotelio promuovendo una migrazione trans-endoteliale che risulta
essere alla base del fenomeno metastatico (19).
Con meccanismi simili, l'interazione tra l'integrina α 6β 4 e le proteine della
membrana basale (famiglia delle laminine) contribuisce all'evoluzione invasiva del
carcinoma attraverso i legami con la superficie basale della maggior parte degli
epiteli (20).
Integrine ed apoptosi
Le integrine, colla molecolare essenziale per la vita cellulare, permettono alle cellule
normali o non trasformate di fornire segnali della normale sopravvivenza cellulare
attraverso il riconoscimento della avvenuta adesione alla matrice extracellulare.
Questo segnale permette alle cellule di proliferare correttamente in presenza di fattori
di crescita. Alterazioni di questi segnali (ad es. perdita dei normali contatti tra cellule
e proteine della matrice extracellulare, quali fibronectina, galectina, collagene e
laminina, ecc.) comportano una serie di eventi che predispongono la cellula alla
morte cellulare programmata (PCD) od apoptosi.
Numerosi studi hanno messo in evidenza che contatti tra matrice e cellule, mediati da
integrine, forniscono segnali critici (come l'attivazione di proteine con attività
tirosin-chinasica e fosfatasica) che regolano la proliferazione cellulare, la migrazione
e l'apoptosi. Infatti, la perdita delle interazioni mediate da integrina possono indurre
il fenomeno PCD in una grande varietà di situazioni, sia in vivo che in vitro (21).