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emotivo e cognitivo. Ciò richiede che il sistema di assistenza sia in grado di costruire
un modello dello stato emotivo dell’utente.
Fino a pochi anni fa tale possibilità sarebbe stata considerata improponibile.
Recentemente, tuttavia, i progressi della ricerca scientifica sulle emozioni hanno
fatto intravedere la possibilità di un loro trattamento in ambito computazionale. Parte
del mondo della ricerca ha quindi ritenuto che i tempi fossero maturi per dare l’avvio
ad un nuovo ambito di ricerca a cui è stato dato il nome di affective computing.
Benchè tale disciplina si possa considerare alle prime fasi del suo sviluppo, è ad essa
che oggi si può fare riferimento nell’affrontare questioni comprendenti quella
relativa alla modellizzazione emotiva.
L’obiettivo del lavoro di tesi si colloca nell’ambito citato, e può essere riassunto nei
seguenti punti:
− individuazione e precisazione di un paradigma con cui caratterizzare l’assistenza
all’esecuzione dei compiti complessi;
− studio delle potenzialità offerte dall’introduzione, nel sistema di assistenza
cons iderato, di un modello dello stato cognitivo-emotivo dell’utente;
− sviluppo di un prototipo nel quale implementare una parte rappresentativa del
paradigma di assistenza.
La trattazione di questa tesi comincia con una panoramica in cui si sono raccolti i
risultati più interessanti sullo studio delle emozioni. La definizione del concetto di
emozione viene affrontata nel contesto di discipline quali la neurobiologia, la
psicologia e lo studio computazionale della mente. In questi campi l’indagine tenta di
fo rnire un quadro il più possibile unitario, nonostante attualmente ci sia ancora molto
da conoscere, gli approcci e le terminologie stesse siano talvolta non conciliabili e sia
perciò prematuro sperare in una descrizione pienamente integrata
Nel capitolo 2 viene affrontato il problema del riconoscimento emotivo basato
sull’autovalutazione. Si esamina la possibilità di riconsiderare l’uso dei resoconti
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verbali introspettivi. Le metodologie basate su questo tipo di approccio sono da
tempo oggetto di critiche e dubbi circa la loro attendibilità nel fornire informazioni
sugli stati mentali delle persone. Probabilmente però potrebbero rivelarsi utili nel
riconoscimento degli stati emotivi.
Il capitolo 3 introduce il concetto di piano, mettendo in evidenza come tale nozione
abbia nel tempo cambiato fisionomia fino ad essere connotato come stato mentale
inteso come insieme di credenze e intenzioni rappresentabili mediante operatori della
logica modale.
Il capitolo 4 presenta un’introduzione agli agenti, cercando di distinguere tra i diversi
usi di questo termine in ambito scientifico e applicativo. Una parziale tassonomia
delle diverse tipologie di agenti crea il contesto in cui collocare una classe specifica,
gli assistenti intelligenti, sui quali è stata dedicata l’attenzione maggiore.
La seconda parte della trattazione è relativa alla progettazione e alla realizzazione di
un prototipo nel quale si sono implementati alcuni degli aspetti generali
dell’assistenza all’esecuzione di compiti complessi. Nel capitolo 5, in particolare, si è
proceduto ad una iniziale organizzazione dei concetti e dei requisiti ritenuti essenziali
per caratterizzare questo tipo di assistenza. In questa parte del lavoro si è
volutamente evitato di puntare sull’approfondimento formale, ritenendolo prematuro
e poco utile in un campo nel quale si stanno muovendo i primi passi. L’attività
speculativa è andata piuttosto nella direzione di una iniziale sistematizzazione
concettuale, volta a spianare la strada ad una successiva e più rigorosa riesamina di
tipo formale.
Il capitolo 6 contiene una descrizione strutturale del prototipo realizzato, del quale
viene poi presentato un esempio di funzionamento. Lo sviluppo del sistema è stato
effettuato presso la divisione di Tecnologie Cognitive e della Comunicazione (TCC)
dell’ITC-IRST di Trento (che ha fornito attrezzature hardware, documentazione e
risorse software) e i cui ricercatori hanno collaborato attivamente e messo a
disposizione competenze specifiche su design di interfacce, pianificazione,
linguaggio naturale.
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Il prototipo è stato progettato in modo da rendere possibile l’introduzione di moduli
che possano realizzare funzionalità più avanzate, ma non realizzabili nell’ambito di
questo lavoro di tesi. Ad esempio, laddove nell’interfaccia principale è attualmente
previsto l’inserimento guidato, da parte dell’utente, di un numero limitato di
enunciati ai quali il sistema risponde opportunamente, il passo successivo potrebbe
essere quello di consentire una limitata capacità di interazione in linguaggio naturale.
In definitiva, questo lavoro esprime un intento duplice: da un lato, quello di
contribuire a sistematizzare un insieme di idee relative alla rappresentazione degli
stati emotivi e cognitivi, e al loro impiego nell’esecuzione di compiti assistita da
calcolatore; dall’altro, quello di fornire un prototipo nel quale inserire la
sperimentazione volta a validare le nozioni trattate.
Capitolo 1
Le emozioni
1.1 Introduzione
Per lungo tempo lo studio delle emozioni è stato trascurato dal mondo scientifico,
come si evince anche dalla piuttosto scarsa letteratura in materia, rispetto a quella
relativa ad altri aspetti della mente. Le cause di tale apparente disinteresse sono
molteplici. Era opinione diffusa che le emozioni fossero un aspetto secondario e
meno nobile della vita mentale di un individuo, che invece andava studiata nella sua
componente razionale. Vi erano poi i risultati della logica formale, che sembravano
fornire una rigorosa piattaforma fondazionale per la descrizione dei processi mentali
di tipo razionale, sui quali perciò si era calamitata l’attenzione degli studiosi. Persino
la psicologia ha dedicato poco spazio alla trattazione delle emozioni (se escludiamo
l'ambito clinico); al contrario, lo studio dei processi cognitivi è stato accolto in
ambito computazionale e ha permesso di sviluppare teorie e modelli successivamente
riutilizzati dalla psicologia sperimentale.
Negli ultimi anni però lo studio scientifico delle emozioni ha subito un notevole
sviluppo che ha prodotto una quantità di conoscenze, provenienti soprattutto dalla
neurobiologia e dalla psicologia sperimentale, ed un crescente interesse anche nel
dominio dell’informatica.
CAPITOLO 1 LE EMOZIONI
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Paradossalmente, proprio l'emotività, considerata uno scomodo retaggio evolutivo e
un'inutile interferenza nei processi intelligenti, ha iniziato ad essere considerata come
una importante componente dell'intelligenza stessa.
1.2 Caratterizzazione delle emozioni
«A quanto pare, tutti sanno che cos'è un'emozione fino a quando non si prova a
definirla» [D'Urso e Trentin, 1988, p.168]. «Diciamo che, nella migliore delle
ipotesi, ciascuno sa cosa è per lui una certa emozione ma non è detto che un'altra
persona intenda esattamente la stessa cosa anche se usa la stessa parola...» [D'Urso e
Trentin, 1998, p.5].
Le emozioni sono un fenomeno complesso, un processo che coinvolge tutto
l'organismo. La conoscenza sulla materia è ancora parziale e frammentarie, e sono
diverse le questioni ancora aperte [Lazarus 1991]. Tuttavia, i recenti progressi nella
comprensione dei sistemi emotivi hanno fornito un po' più di chiarezza su che cosa
intendere con questo termine. Dopo essere state da sempre trascurate dal mondo
scientifico (che ha posto maggiore attenzione ai processi mentali cognitivi, a
discapito di quelli emotivi), le emozioni sono state oggetto di studio in psicologia e,
più recentemente, sia dal punto di vista neurobiologico che computazionale.
Nonostante le conoscenze provenienti dai diversi approcci si vadano incastrando in
modo sempre più efficace, esistono ancora importanti differenze concettuali e
metodologiche, tali da non aver reso ancora possibile l'elaborazione di una teoria
unificata delle emozioni.
Le teorie elaborate per spiegare le emozioni possono dunque essere raggruppate su
tre diversi piani di indagine: quello relativo allo studio del cervello, quello
psicologico e quello computazionale. Come per lo studio degli altri aspetti della
mente, queste diverse discipline non si integrano ancora in modo soddisfacente.
Inoltre, in ognuno di tali ambiti esistono teorie basate su divergenti insiemi di ipotesi.
CAPITOLO 1 LE EMOZIONI
7
Di seguito, si riportano alcuni dei differenti risultati a cui i diversi approcci hanno
portato.
Il senso comune ci spinge ad affermare che le emozioni sono prima di tutto
esperienze. Molti sono d'accordo anzi nel ritenerle le esperienze più importanti di un
individuo, quelle che danno valore e sapore all'esistenza. Ma molti indizi hanno
portato a ritenere che l'emozione e l'esperienza emotiva siano distinte. L'esperienza di
un'emozione non sarebbe altro che l'accesso cosciente ad un processo che si sviluppa
senza l'intervento della coscienza.
Secondo alcuni studiosi, le emozioni sono processi di tipo cognitivo (o comunque tali
che la cognizione svolga un ruolo centrale). L'emozione consisterebbe in un processo
in cui, alla percezione di un certo insieme di stimoli, seguirebbe una valutazione
cognitiva che consentirebbe all'individuo di etichettarli e di individuare un
determinato stato emotivo. A questo punto, seguirebbe la risposta emotiva, sia di tipo
fisiologico che comportamentale e espressivo. La sequenza è illustrata nello schema
seguente e nel successivo esempio:
Dinamica di un generico processo emotivo.
percezione
scelta
dell’emozione
scelta della
risposta
CAPITOLO 1 LE EMOZIONI
8
Esempio di processo emotivo.
Questo è quanto affermato nelle teorie valutative, nelle quali la valutazione cognitiva
(o appraisal) è la vera causa delle emozioni [D'Urso e Trentin 1998, p.85.]
Diversamente, le teorie interpretative affermano la presenza, in ogni emozione, di
una generica eccitazione emotiva (o arousal) e di un sistema di interpretazione
cognitiva, corrispondente alla valutazione cognitiva delle teorie valutative [D'Urso e
Trentin 1998, p.85]. Tale sistema, a seconda del contesto, etichetta in modo
differente le stesse sensazioni. In questo caso, dunque, l'esperienza emotiva è la
stessa e precede la cognizione. Inoltre, l'identificazione dell'emozione avviene
soltanto in un secondo tempo.
Attualmente, non c'è accordo su quali e quante siano le emozioni, se esse siano
sistemi discreti, autonomi oppure se vi sia una variazione continua da un'emozione
all'altra, o ancora se l'etichettamento di un'emozione sia un'operazione
stimoli esterni
gioia paura rabbia invidia
scappare fuggire bloccarsi
CAPITOLO 1 LE EMOZIONI
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sostanzialmente soggettiva e opinabile [D'Urso e Trentin 1988, p.49]. Alcune
ricerche sembrano aver confermato l'esistenza di un certo numero di sistemi distinti,
almeno per alcune emozioni fondamentali, ma sul significato di quest'ultimo termine
i pareri divergono. Le emozioni fondamentali sarebbero quelle universalmente
espresse ed identificate, indipendentemente dal contesto individuale e culturale, in
contrapposizione con le emozioni complesse. Damasio [Damasio 1994][Lucioni
2002][Uccelli 1998] parla di emozioni primarie ed emozioni secondarie. Altri autori
parlano di emozioni pure e miste [Picard 1997, p.171], lasciando sottintendere che le
emozioni possono in qualche modo comporsi o addizionarsi. Tuttavia, sembra che a
volte le diverse accezioni di emozione complessa si mescolino anche in una stessa
trattazione, per cui non è sempre chiaro se queste coincidano con i sentimenti, sono
quelle che seguono l'esperienza cosciente, o quelle in cui intervengono le valutazioni
cognitive, quelle in cui è presente un modello del sé, o ancora quelle date dalla
sovrapposizione o contemporaneità di emozioni più semplici.
Un certo accordo c'è nell'esclusione dalla categoria delle emozioni di concetti quali le
sensazioni , l'umore , lo stato d'animo . I segnali edonici (dolore e piacere) non sono
emozioni ma segnali [D'Urso e Trentin 1988, p.43], tutti sono d'accordo nel ritenerli
componenti indispensabili delle emozioni, ma non si conosce ancora perché, né in
che modo si inseriscano nell'ambito dei processi emotivi.
Per una panoramica più esauriente sulle teorie delle emozioni, si rimanda a [D'Urso e
Trentin 1988], [D'Urso e Trentin 1998], [Picard 1997], [LeDoux 1996].
Nonostante le attuali conoscenze sulle emozioni siano ancora parziali e confuse, si
può ugualmente organizzare le informazioni disponibili e tentare di delineare un
quadro coerente, sebbene approssimato, in modo da fornire una base giustificativa al
sistema realizzato. Come verrà descritto più avanti, uno dei moduli più importanti del
programma sviluppato è quello relativo alla modellizzazione dello stato emotivo
dell'utente; per tale motivo, è essenziale avere la sensazione che le scelte effettuate
per la rappresentazione dello stato emotivo siano fondate su un insieme di elementi
teorici assestati e mutuamente non contraddittori. Di seguito, si riporta il risultato di
tali scelte, volte a fornire un'immagine chiara e al tempo stesso scientificamente
CAPITOLO 1 LE EMOZIONI
10
plausibile, tale da costituire il riferimento della realizzazione sperimentale del
presente lavoro.
Innanzitutto, il concetto di emozione non è unitario (come probabilmente non lo è
quello di mente) ma viene riferito ad una collezione di processi e di sistemi
abbastanza specifici [LeDoux 1996, p.108], [Picard 1997, p.139]. Le emozioni
possono essere definite come un insieme di processi specializzati per la risoluzione
di problemi. Ma per caratterizzarle in modo più preciso, è necessario distinguerle in
tre diversi tipi:
1. emozioni fondamentali
2. emozioni cognitive
3. emozioni esperenziali
Le emozioni fondamentali (o emozioni elementari) sono processi di tipo reattivo,
specializzati dall'evoluzione e aventi ben definiti correlati neuroanatomici . Con
questo termine identifichiamo le emozioni primarie , le emozioni semplici
(contrapposte a quelle comp lesse), le emozioni non cognitive (rispetto a quelle
cognitive), le emozioni pure (rispetto a quelle miste). Ognuno dei sistemi associati a
tali processi ha la funzione di risolvere una ristretta classe di problemi. Ad esempio,
la paura primordiale, quella che ci fa scattare non appena sentiamo un rumore
improvviso, permette di reagire alle situazioni di pericolo, e fornisce istantaneamente
le risorse per affrontarle. Per questo motivo, tali sistemi emotivi sono già presenti in
molti animali inferiori e sono perciò quelle più antiche dal punto di vista evolutivo.
Le emozioni fondamentali sono state inizialmente proposte a partire dallo studio
delle espressioni emotive (ad esempio, le espressioni facciali, o il lessico emotivo) e
dell'invarianza di queste rispetto ai diversi individui e alle differenti culture. Le
diverse liste di emozioni proposte in tali studi presentano variazioni più o meno
grandi, ma pressoché tutte contengono: paura, gioia, tristezza, rabbia, disgusto.
Queste si presentano dunque come le candidate più verosimili al ruolo di emozioni
fondamentali. La tabella seguente affianca ognuna di tali emozioni alle situazioni
tipiche a cui fanno riferimento, permettendo di attivare le reazioni di risposta: