IV
comportamento del bacino, e sui valori dei parametri che ne definiscono il
comportamento idraulico, siano corrette.
In ultimo si considera l’aspetto della qualità dell’acqua convogliata nella rete
fognaria, in modo tale da valutare la concentrazione di inquinanti allo scarico della
rete. Si confrontano i risultati così ottenuti, con i valori limite definiti dall’allegato 5
della legge 152/99 in materia di limite agli scarichi su corpi superficiali.
A questo scopo viene ancora utilizzato il modello fisicamente basato S.W.M.M., che
permette di simulare la qualità delle acque di dilavamento di un bacino urbano.
Lo studio è stato effettuato su un piccolo bacino di 1,44 ettari relativo ad un’area
residenziale mediamente abitata.
Modelli quali-quantitativi
di drenaggio urbano-Capitolo I Elaborazione delle Precipitazioni
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CAPITOLO I
ELABORAZIONE DELLE PRECIPITAZIONI
1.1 CENNI DI IDROLOGIA
Il primo passo da affrontare nel dimensionamento di una fognatura, è la determinazione
della precipitazione che andrà a formare la portata che affluisce nella rete.
Attraverso il ‘Ciclo Idrologico’ si può definire la quantità di precipitazione che andrà
ad interessare la portata da drenare nell’area urbana.
Lo studio del ciclo idrogeologico porta alla definizione dell’Equazione Idrologica:
P=L
1
+E+P
eff
+F+S, (1.1.1)
Dove P rappresenta la precipitazione; L
1
la quantità traspirata dalle piante; E la parte
evaporata; P
eff
il ruscellamento superficiale; F l’infiltrazione ipodermica ed S
l’infiltrazione in profondità.
L’interesse principale ricade nella conoscenza dellla quantità di P
eff
, la precipitazione
efficace.
La verifica di questa equazione, in una zona di limitata estensione, come avviene nei
casi dei sistemi di drenaggio urbano, diventa molto difficile dato il numero elevato di
variabili al contorno. I fenomeni di piena urbani sono caratterizzati da scale temporali
intorno all’ora. Le percentuali di acqua persa per evaporazione è traspirazione possono
essere trascurate in quanto sono fenomeni che ricadono su scale temporali
significativamente superiori all’ora.
Si risolve il problema attraverso la misura diretta delle Precipitazioni, delle portate dei
fiumi, dei livelli di falda, in modo da delineare sperimentalmente la situazione
idrologica dell’area in esame.
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1.2 Registrazione delle precipitazioni
La registrazione delle precipitazioni in Italia erano svolte dal SIMN (Servizio
Idrografico e Mareografico Nazionale), ente che raccoglieva i dati e li pubblicava negli
Annali Idrologici. Oggi il compito della registrazione degli eventi meteorici è passato
alle regioni.
Il punto forte dei dati degli annali idrologici è che le misurazioni venivano effettuate
anno per anno e vi era una standardizzazione dei mezzi di misura nelle varie stazioni di
misura, che porta alla elaborazione di un dato che può essere utilizzato con sicurezza
nella progettazione.
Per questa motivazione l’elaborazione della precipitazione viene basata sull’utilizzo dei
dati ottenuti dagli Annali Idrologici.
Gli Annali Idrologici sono composti da:
Parte prima:
ξ Sezione A: TERMOMETRIA
1. Tipologia di stazione di misura(P
r
,P,P
n
);
2. Tab. I: dati termometrici giornalieri, medi, mensili ed medi annuari;
3. Tab. II: elaborazione Tab. I
ξ Sezione B: PLUVIOMETRIA
1. Tipo di stazione (tipologia di strumento utilizzato, altezza dal suolo
bell’imboccatura dello strumento);
2. Tab I: per ogni stazione riporta la quantità di pioggia caduta
giornalmente e i totali mensili e annui della precipitazione ed il
numero di giorni piovosi;
3. Tab II: riporta i totali mensili e annui della quantità di precipitazione;
Modelli quali-quantitativi
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4. Tab III: per le stazioni dotate di pluviografo riporta i dati relativi ai
valori più elevati delle precipitazioni registrate, nell’anno, per 1, 3, 6,
12 e 24 ore consecutive, appartenenti o non, allo stesso giorno
(Orarie);
5. Tab. IV: riporta i massimi valori delle precipitazioni verificatesi per
1, 2, 3, 4 e 5 giorni consecutivi, appartenenti o non allo stesso mese
ma sempre nello stesso anno;
6. Tab V: riporta il valore, la durata e la data delle precipitazioni di
maggiore intensità e di breve periodo registrata dai pluviografi
(Scrosci).
ξ Sezione C: METEOROLOGIA
Parte seconda:
ξ Sezione A: AFFLUSSI METEORICI;
ξ Sezione B: IDROMETRIA;
ξ Sezione C: PORTATE DEI FIUMI;
ξ Sezione D: FREAMETRIA.
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1.3 ELABORAZIONE DEI DATI DEGLI ANNALI IDROLOGICI
L’elaborazione dei dati ricavati dagli annali ideologici a come obiettivo quello di
determinare l’Equazione di possibilità pluviometrica espressa nella formula:
h=at
n
. (1.3.1)
1.3.1 METODO DEI CASI CRITICI
Nel caso delle precipitazioni orarie, si prendono i valori massimi della Tab. III per i vari
intervalli di 1, 3, 6, 12 e 24 ore degli annali idrologici, per tutti gli anni in cui si è
effettuata la registrazione, e li ordiniamo in ordine decrescente, ottenendo una matrice
con numero di righe pari al numero di anni considerati.
N° Anno 1 h 3 h 6 h 12 h 24 h
1 1976 Max max max max max
2 1985 Max max max max max
3 1990 Max max max max max
4 1983 Max max max max max
… … … … … … …
Riportando i valori di ogni riga in scala logaritmica su un piano cartesiano è possibile
interpolare tali valori con una retta.
L’equazione che esprime tale retta è data da:
lg h=[lg a]+n[lg t], (1.3.1.1)
dove a è l’intercetta con l’asse delle ordinate ed n la pendenza della retta.
Si ottengono una serie di rette disposte anch’esse nel piano cartesiano tutte parallele tra
loro.
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Ad ogni riga, e di conseguenza ad ogni retta corrisponde un caso critico, per esempio la
prima riga è detta Primo caso critico, e rappresenta quei valori di precipitazione che
sono stati superati una sola volta è cioè quando si sono verificati.
Quindi in funzione del caso critico considerato si ha n costante, mentre a decresce col
decrescere del caso critico considerato.
La legge in vigore prevede la progettazione delle condotte di fognatura con fenomeni di
rigurgito che abbiano frequenza probabile di una volta ogni cinque anni, il che porta a
scegliere il caso critico che permette di ottenere tale valore di probabilità.
Esempio n=40 anni, bisogna utilizzare l’ottavo caso critico 8/40=1/5.
1.3.2 METODO DI GUMBELL
Il metodo dei casi critici risulta difficilmente applicabile, dato che non consente di
valutare quale sia la ricorrenza media dell’evento.
In tal caso si preferisce adottare un approccio statistico basato sulla distribuzione di
Gumbel (distribuzione doppio esponenziale), la quale studia gli eventi estremi.
Il metodo di Gumbel non basa il suo studio sulla frequenza probabile di superamento
ma su il suo inverso, il Tempo di Ritorno (T
R
) espresso in anni .
Il Tempo di Ritorno non rappresenta una scadenza fissa per il prodursi di un evento, ma
solo il valore medio del suo verificarsi.
Le precipitazioni costituiscono degli eventi che posso essere considerati statisticamente
indipendenti l’uno dall’altro, così possiamo applicare la seguente descrizione statistica:
X(T
R
)=X+FS
x
. (1.3.2.1)
X(Tr) è il valore dell’evento caratterizzato dal Tr scelto, ossia l’evento che viene
eguagliato o superato mediamente ogni Tr anni; X il valore medio degli eventi
considerati; F il fattore di frequenza ed S
x
lo scarto quadratico medio della variabile in
esame.
Il valore medio si ottiene da:
X= (Σ
i
X
i
)/N. (1.3.2.2)
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Lo scarto quadratico medio S
x
si ottiene da:
S
x
=[(1/N-1)Σ
i
(X
i
-X)]
1/2
. (1.3.2.3)
Il fattore di frequenza è definito dal tipo di distribuzione di probabilità che viene scelta.
Nel caso di distribuzione doppio esponenziale di Gumbel, F è espresso dalla relazione:
F=y(T
R
)-y
N
/S
N
, (1.3.2.4)
dove y
N
è la media della variabile ridotta ed S
N
è la deviazione standard della variabile
ridotta. Entrambi i valori sono tabellati in funzione del numero di dati N, unica
variabile da cui dipendono;
y(T
R
) è la variabile ridotta ed è qui che entra in gioco la distribuzione doppio
esponenziale ed il tempo di ritorno, infatti:
y(T
R
)=-ln[-ln(1-1/T
R
)], (1.3.2.5)
dove (1-1/T
R
) è la frequenza probabile di superamento, ottenuta, appunto, attraverso la
scelta del tempo di ritorno.
Definiti tutti valori delle espressioni che formano la descrizione statistica, si ottiene la
relazione:
X(T
R
)=X-(S
x
/ S
N
) y
N
+-(S
x
/ S
N
) y(T
R
). (1.3.2.6)
Nella (1.3.2.6) la quantità X-(S
x
/ S
N
)y
N
, rappresenta la moda e cioè il valore con
massima frequenza probabile.
Applichiamo il metodo di Gumbel alla serie di dati ottenuti dagli annali idrografici, è al
posto di ogni colonna si ottengono le equazioni di Gumbel, che rappresentate sul piano
cartesiano formano la Carta Probabilistica di Gumbel.
Sulle ordinate si ha l’altezza delle precipitazioni e sulle ascisse il tempo di ritorno, sul
grafico risultano appunto cinque rette ognuna caratteristica dell’intervallo di tempo
considerato che non si intersecano.