Modelli multidimensionali per l'analisi del sistema universitario Introduzione Questo lavoro ha come obiettivo principale quello di fare il punto della situazione italiana
in merito alla valutazione universitaria, analizzando in primis ciò che si definisce per
valutazione e poi spaziando verso la valutazione universitaria.
Dopo aver fatto ciò, si da uno sguardo al sistema di valutazione universitaria italiano e
agli organi che ne fanno parte; analizzando l'evolversi del tema “valutazione
universitaria” all'interno delle diverse leggi e decreti emanati nel tempo.
Si espone una breve rassegna sulla pratica del ranking universitario e sulla costruzione
degli indici compositi, esaminando le varie classifiche internazionali e la classifica
proposta ogni anno dal giornale “La Repubblica” in collaborazione con Censis Servizi.
Si illustra, poi, la metodologia statistica utilizzata per le applicazioni di valutazione e cioè
analisi di tipo multivariato (analisi fattoriale, analisi in componenti principali, analisi
delle corrispondenze, analisi delle corrispondenze multiple e la classificazione gerarchica)
e di tipo multidimensionale (Modelli SEM e PLS-PM, in particolare).
Successivamente sono proposte delle applicazioni di valutazione universitaria:
- la prima applicazione riguarda l'analisi del sistema universitario calabrese e dal
“confronto” delle capacità delle diverse facoltà presenti in esso;
- la seconda applicazione, riguarda ,invece, la valutazione del corso di laurea in
“Statistica e Informatica per l'economia e le imprese” dell'Università degli studi
“Federico II” di Napoli effettuata attraverso lo sviluppo di un modello multidimensionale
di Customer Satisfaction con l'utilizzo della tecnica del PLS-PM.
Con questa tecnica è stato possibile rilevare i punti di forza e i punti di debolezza del
corso di laurea, che sono di fondamentale importanza per la valutazione del corso stesso
al fine di un costante miglioramento del servizio fornito;
1
Modelli multidimensionali per l'analisi del sistema universitario - la terza applicazione si occupa di analizzare gli sbocchi occupazionali dei dottori di
ricerca dell'università della Calabria ad un anno e a tre anni dal conseguimento del titolo,
applicazione svolta per verificare l'effettivo inserimento nel mondo del lavoro e come
prova di valutazione dell'efficacia occupazionale del sistema universitario in tempo breve
(ad un anno) e in un tempo più elevato (a tre anni). Indice, quindi, di una politica e di un
autovalutazione in costante evoluzione.
Infine, sono poste delle brevi conclusioni del lavoro attraverso una critica mossa allo
stesso sistema di valutazione universitario esposto in precedenza; che mira a far riflettere
su ciò che i ranking e i sistemi di valutazione cercano di propinare al pubblico, mettendo
in cattiva luce determinate università per favorirne altre.
2
Modelli multidimensionali per l'analisi del sistema universitario Capitolo 1 - Introduzione alla valutazione universitaria 1.1. Definizione di valutazione: in generale Valutare per migliorare. Oggigiorno il processo di valutazione è essenziale in qualsiasi
attività per avere un riscontro su ciò che si è fatto e su ciò che si dovrà fare per poter
migliorare il servizio prestato.
La valutazione è il processo di raccolta sistematica e di analisi di diverse forme di dati
(quantitativi, qualitativi e testuali), con il fine di stabilire ( assessing ) il valore delle
ricadute, l'adeguatezza, l'efficacia e l'efficienza, la sostenibilità ed i benefici di un
comportamento, tenuto conto delle azioni e delle risorse impiegate per fare fronte agli
obiettivi cui sono indirizzati.
Tale valutazione, lungi dall'essere fine a se stessa, coerentemente con il suo significato di
valorizzare, deve essere finalizzata all'apprendimento ( learning) al fine di perseguire il
miglioramento continuo dei risultati e degli impatti, ma anche quello di supportare scelte e
decisioni ( decision making ).
Un qualunque esercizio di valutazione deve partire dalla definizione delle finalità e
dell'oggetto della valutazione stessa (risultati o output, conseguenze di breve/medio
periodo detti outcome e impatti in termini di sostanziali modifiche), dall'identificazione dei
criteri su cui essa si basa, dei suoi strumenti di analisi e dei relativi dati.
Per quanto concerne la raccolta dei dati, essa deve risultare strutturalmente organica
all'applicazione di metodologie di analisi funzionali alle esigenze e alle indicazioni emerse
a livello normativo, e va organizzata, gestita e controllata in tutte le fasi del ciclo di
valutazione dell'intervento.
Con riferimento agli obiettivi, alle risorse impiegate e ai risultati conseguiti due sono gli
aspetti chiave dell'analisi: l'efficacia (rapporto tra effetti ottenuti e attesi) e l'efficienza
(rapporto tra effetti ottenuti e risorse utilizzate).
3
Modelli multidimensionali per l'analisi del sistema universitario 1.2. Definizione di valutazione universitaria e sistema di valutazione Valutare l'università serve per migliorare, comunicare e garantire la qualità
dell'istruzione superiore e della ricerca, che rappresentano oggi più che mai un bene
pubblico necessario per partecipare alle sfide che stanno coinvolgendo le società più
avanzate del mondo.
Il tema, che è importante sia a livello economico sia a livello sociale viste le difficili e
complesse riforme strutturali alle quali sono sottoposti i sistemi di formazione superiori
europei in questi anni, ha ovviamente grande rilevanza statistica, poiché raccolta, controllo
e analisi dei dati rappresentano la base su cui costruire un sistema di valutazione efficiente
ed efficace .
Partendo dai dati, la costruzione di indicatori e lo sviluppo di modelli adeguati
rappresentano una condizione necessaria anche se non sufficiente per una seria valutazione
dei processi, dei prodotti e dei risultati formativi. C'è quindi oggi un grande interesse da
parte degli statistici verso la valutazione: il loro ruolo può essere di aiuto e anche di
stimolo nello sviluppo di procedure sempre più rigorose e condivise.
Il ruolo degli statistici nello sviluppo degli emergenti sistemi di valutazione dell'università
è oggi e lo sarà ancora più in futuro fondamentale: il loro contributo può aiutare a
diffondere una maggiore consapevolezza delle potenzialità ma soprattutto dei limiti degli
indicatori e dei modelli di valutazione adottati.
4
Modelli multidimensionali per l'analisi del sistema universitario Definita l'importanza di un'analisi ben strutturata, gli obiettivi generali di indagini
concernenti la valutazione sono:
• valutare, ad uno strato esplorativo, il livello generale di apprezzamento della
didattica degli studenti di un C.d.L. o di una Facoltà;
• verificare l'adeguamento alla normativa di legge;
• rendere disponibili al governo delle Facoltà elementi di valutazione oggettiva degli
eventuali “casi” critici;
Nell’ambito della valutazione della didattica nelle università italiane, una parte del
processo prevede la raccolta di dati tramite somministrazione di questionari agli studenti,
in cui si chiede loro di esprimere, su una scala ordinale, il proprio giudizio su un insieme di
aspetti relativi ai corsi che frequentano e ritenuti particolarmente rilevanti.
E', quindi, attuato un approccio sia di tipo quantitativo, che si basa su batterie di indicatori,
indagini ad hoc, indagini sugli sbocchi occupazionali dei laureati, sulle strutture e le
attrezzature di ricerca e sull’organizzazione amministrativa, sia qualitativo che si fonda sul
confronto diretto con i soggetti, addetti e utenti, che operano nel sistema. Vi è, infatti,
consapevolezza del rischio che un esclusivo ricorso ad indicatori non colga adeguatamente
la dimensione qualitativa dell’istruzione universitaria.
Un sistema di valutazione, per essere tale, deve stabilire gli obiettivi, l'oggetto e il livello
delle valutazioni (che tra l'altro presentano connotazioni diverse anche con riferimento al
momento in cui sono svolte) e deve necessariamente tendere a predisporre valutazioni
sistemiche, integrate (riferite a tutte le attività: ricerca, didattica e attività gestionali, inclusi
i servizi) e coerenti a tutti i livelli.
È bene chiarire subito che un sistema di valutazione delle università ha più obiettivi. In
particolare di valutare le strutture organizzative ai vari livelli (università, dipartimenti,
facoltà, corsi di studio, ecc.) in termini di efficienza, di efficacia interna ed esterna, del
livello e di miglioramento della qualità delle attività, di accreditamento delle strutture, di
accreditamento dei corsi di studio, dell'impatto dei programmi e degli interventi definiti e
attuati.
5
Modelli multidimensionali per l'analisi del sistema universitario Non è quindi corretto, come spesso si è fatto, a volte anche a livello europeo e certamente
nella istituzione della nuova agenzia di valutazione (ANVUR), identificare un sistema di
valutazione con la valutazione della qualità (Q uality Assurance ).
Lo sviluppo della qualità è certamente uno degli obiettivi importanti in quanto si tratta di
un pre-requisito, ma non si può ridurre tutta la valutazione a questo unico obiettivo.
1.3. Organi ed enti per la valutazione universitaria La valutazione delle università in Italia ha origini recenti ed è stata “forzata”, come
frequentemente accade nei processi di riforma che investono la pubblica amministrazione,
da alcuni interventi legislativi che ne hanno scandito l’evoluzione: la legge n. 537 della
fine del 1993, che ha istituito il sistema di valutazione, e la legge n. 370 del 1999, che l'ha
riformato ed infine con il decreto Gelmini approvato il 31 dicembre scorso. Il tema della
valutazione era già discusso fuori e dentro l'università anche prima della legge 537.
Infatti, fin dall’inizio degli anni ’90 si son susseguiti provvedimenti, prima settoriali e
successivamente di carattere più generale, che hanno stimolato il sorgere di sistemi di
controllo interno nella pubblica amministrazione e che hanno prefigurato un modello che
ha condizionato, certamente sul piano normativo, quello delineato per gli atenei.
Parallelamente, all’interno del settore universitario, per opera della CRUI, sono state
effettuate le prime sperimentazioni di valutazione e di messa a punto di batterie di
indicatori.
Il sistema di controllo della valutazione universitaria in Italia è composto da vari organi di
diversa natura, statale e non. Una breve rassegna verrà presentata qui di seguito.
6
Modelli multidimensionali per l'analisi del sistema universitario 1.3.1. La Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI)
La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane ( CRUI ) è stata tra le prime istituzioni a
sviluppare e sostenere percorsi di valutazione della qualità universitaria seguendo un
approccio di tipo ISO 9000: si ricordano il progetto Campus (1995-2000, che ha coinvolto
94 corsi di diploma di 32 atenei) e in particolare CampusOne (2001-2005, che ha coinvolto
500 corsi di laurea di 70 atenei).
1.3.2. I Nuclei di valutazione interna (NVI)
Nel 1994 furono istituiti i Nuclei di V alutazione Interna ( NVI ), organi collegiali istituiti per
la verifica, mediante analisi comparative dei costi e dei rendimenti, della realizzazione
degli obiettivi, della corretta ed economica gestione delle risorse pubbliche, della
produttività della ricerca e della didattica, dell'imparzialità e del buon andamento
dell'azione amministrativa della Scuola.
Essi acquisiscono periodicamente l’opinione degli allievi sulle attività didattiche e
trasmettono apposite relazioni annuali al MIUR e al Comitato nazionale per la valutazione
universitaria.
Sono costituiti con decreto del Direttore e sono composti da un minimo di cinque ad un
massimo di nove membri, di cui almeno due nominati tra studiosi ed esperti nel campo
della valutazione anche in ambito non accademico. Il nucleo di valutazione interna dura in
carica tre anni.
C'è da dire che questi organi sono stati istituiti, all'epoca, con una contraddizione di fondo
di non poco conto: ogni ateneo doveva dar vita ad un nucleo interno che verificava, con
imparzialità e competenza, l’efficienza e l’efficacia dell’università, ma nello stesso tempo
doveva rendere conto, attraverso una relazione annuale, al Ministero (ovvero
all’Osservatorio), che poteva utilizzare il suo lavoro per valutare i risultati conseguiti
dall’ateneo, anche ai fini della assegnazione delle risorse.
7
Modelli multidimensionali per l'analisi del sistema universitario Non ci si meraviglia, dunque, se gli atenei tardavano a dare vita ai nuclei di valutazione e
se prevaleva la tentazione di ricorrere a personale interno alle singole università: il rischio
che una valutazione troppo cruda poteva danneggiare finanziariamente l’ateneo, peraltro in
un quadro di maggiore incertezza rispetto al passato, consigliava di percorre timidamente
la strada della valutazione.
Tutto ciò in parte è stato ridefinito con il decreto legge approvato nel dicembre scorso, la
composizione di questi nuclei cambierà e sarà maggiore la partecipazione di personale
esterno all'ateneo oggetto di valutazione.
1.3.3. Il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (CNVSU)
Nel 1996 fu istituito l' ONVSU (Osservatorio per la valutazione del sistema universitario)
poi trasformato nel CNVSU (Consiglio Nazionale per la valutazione del sistema
universitario che utilizza linee d'azione attraverso indicatori di trasparenza, efficacia e
efficienza) nel 1999.
I compiti del CNVSU sono:
1. fissare i criteri generali per la valutazione delle attività delle università;
2. predisporre una relazione annuale sulla valutazione del sistema universitario;
3. promuovere la sperimentazione, l'applicazione e la diffusione di metodologie e pratiche
di valutazione;
4. determinare la natura delle informazioni e dei dati che i nuclei di valutazione degli
atenei sono tenuti a comunicare;
5. attuare un programma annuale di valutazioni esterne delle università o di singole
strutture didattiche;
6. effettuare valutazioni tecniche su proposte di nuove istituzioni universitarie statali e
non statali in vista dell'autorizzazione al rilascio di titoli aventi valore legale;
7. predisporre rapporti sullo stato di attuazione e sui risultati della programmazione;
8. predisporre studi e documentazione sullo stato dell'istruzione universitaria,
sull'attuazione del diritto allo studio e sugli accessi ai corsi di studio universitari;
8
Modelli multidimensionali per l'analisi del sistema universitario 9. predisporre studi e documentazione per la definizione dei criteri di riparto della quota
di riequilibrio del fondo per il finanziamento ordinario delle università;
10. svolgere per il Ministro attività consultive, istruttorie, di valutazione, di definizione di
standard, di parametri e di normativa tecnica, anche in relazione alle distinte attività
delle università, nonché ai progetti e alle proposte presentate dalle medesime.
Le fasi per la costruzione di indici compositi e gli indicatori proposti dal CNVSU per la
valutazione del sistema universitario Secondo l'approccio classico la costruzione di un indice prevede dieci fasi fondamentali
che vanno dalla definizione del quadro teorico di riferimento, cioè del contesto in cui si
sviluppa il fenomeno da studiare, alla presentazione dei risultati in modo che siano più
comprensibili possibile.
In modo schematico le fasi sono:
• Definizione del quadro teorico di riferimento , che descrive il fenomeno che si vuole
analizzare e le sue dimensioni, attraverso la selezione di indicatori e di pesi che ne
riflettano l'importanza.
• Selezioni delle variabili , che dovrebbero essere scelte in base alla loro misurabilità,
alla loro rilevanza rispetto al fenomeno da studiare e alle relazioni che esistono con le
altre.
• Imputazione dei dati mancanti , che è necessaria per avere una data set completo, in
modo da ridurre le distorsioni introdotte dalla presenza di dati mancanti e offrire
maggiori garanzie sulla coerenza dei risultati derivanti dalle analisi applicate.
• Analisi dimensionale , attraverso la quale è possibile comprendere la struttura
complessiva del data set e, di conseguenza, capire il livello di complessità sul quale
devono essere costruiti gli indicatori compositi.
9
Modelli multidimensionali per l'analisi del sistema universitario • Normalizzazione , che ha come fine quello di ottenere indicatori depurati dalle
specifiche unità di misura e che siano, quindi, comparabili.
• Scelta del sistema di pesi e del metodo di aggregazione , che deve essere effettuata
secondo le linee delineate dal quadro teorico. Questa è la fase centrale per la
costruzione degli indicatori compositi perché permette il loro reale calcolo.
• Analisi di sensitività e robustezza , che viene usata per determinare quanto è
“sensibile” un modello in relazione al mutare dei parametri chiave che lo determinano.
• Ritorno ai dati reali , che rileva le principali linee guida che supportano la valutazione
della performance.
• Studio delle relazioni con altri indicatori esistenti , che viene effettuato attraverso
l'osservazione delle correlazioni dell'indicatore composito risultato dallo studio con
quelli già esistenti, per comprendere maggiormente il fenomeno in esame.
• Presenza dei risultati , che deve ricevere la giusta attenzione poiché può influenzare o
contribuire a migliorare l'interpretabilità dei risultati.
Gli indicatori proposti dal CNVSU come griglia minima di indicatori che dovrebbero
descrivere sinteticamente e in modo quantitativo l'attività delle università, sono 22, ottenuti
come rapporto tra variabili quantitative, a livello dell'intero ateneo, delle singole facoltà,
dei corsi di laurea o dei dipartimenti.
10