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1.1 LE PIANTE OFFICINALI
Le piante sono da sempre viatico e fonte di salute per l'uomo e ancor oggi non
hanno perso questa caratterizzazione. I farmaci naturali sono infatti alla base di
circa il 25% di tutte le prescrizioni mediche nei Paesi industrializzati e dell'80%
in quelli in via di sviluppo.
L'evoluzione delle conoscenze dell'uomo sui rimedi terapeutici di origine
naturale è stata graduale e parallela all’evoluzione della propria storia. Ogni
civiltà ha sviluppato conoscenze, riti, credenze connesse con l'impiego di
vegetali nell'alimentazione e nella cura di malattie dell'uomo.
La definizione di pianta medicinale data dall'Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS) nel 1980, nella riunione di Tien-Tsin in Cina, è la seguente:
"¨ pianta medicinale ogni vegetale che contiene, in uno o piø dei suoi
organi, sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o
preventivi, o che sono i precursori di emisintesi chemiofarmaceutiche";
per parte impiegata, invece, si intende quella parte di pianta che viene raccolta
o utilizzata per trarne droghe o principi attivi.
L’OMS ha prodotto una lista con 21.000 nomi di specie vegetali (tra cui molti
sinonimi) che sono state indicate in varie parti del mondo come piante
medicinali, ma che solo in minima parte sono state studiate in modo serio e su
basi rigorosamente scientifiche. Si ritiene infatti che delle circa 400.000 specie
di piante superiori solo il 10% sia stato valutato dal punto di vista fitochimico e,
per estensione, terapeutico.
L'interesse rivolto alle piante come fonte di medicamento è legato alla
produzione di molecole biologicamente attive, la maggior parte delle quali si è
evoluta come difesa chimica della pianta contro le infezioni da parassiti e la
predazione da erbivori.
Molte delle piante aromatiche e medicinali sinora piø studiate sono localizzate
nelle zone temperate, ma migliaia di altre, sconosciute o conosciute solo
localmente, sono probabilmente presenti nelle aree tropicali e subtropicali,
principalmente nei Paesi in via di sviluppo e rappresentano quindi anche
un’interessante opportunità di crescita socioeconomica per queste popolazioni.
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Il limite primario che ha determinato fino ad oggi un’espansione incerta di
questo settore nei Paesi emergenti, è dato dalla mancanza di
standardizzazione e di una vera e propria regolamentazione dei prodotti
erboristici.
Oltre ad aspetti di ordine culturale, esistono anche aspetti di ordine tecnico che
contribuiscono a questo sostanziale "vuoto" di conoscenze in ambito
fitoterapico. Numerosi, infatti, sono i fattori che possono, ad esempio,
determinare difficoltà di approvvigionamento del materiale di base, quindi della
pianta da indagare.
Uno di questi fattori è la bio-disponibilità. Molte specie presentano infatti areali
particolarmente ridotti o difficilmente accessibili per motivi sia geografici sia
politici.
Un altro aspetto è la possibilità di esportare dal Paese di origine una
determinata fonte, con lo scopo di indagare e possibilmente costruire sulla
stessa, prodotti d’interesse di mercato. Se l'obiettivo è il mercato farmaceutico,
notoriamente ricco d’implicazioni etiche ed economiche, il problema si complica
ulteriormente con l'insorgenza quasi inevitabile delle problematiche correlate
alla pirateria genetica, e dunque con implicazioni politiche importanti e di difficile
soluzione. Inoltre possono insorgere altre complicazioni in relazione alla
coltivabilità della fonte, che si renderebbe così disponibile ad un vasto impiego
di mercato, poichØ spesso questa si rivela di difficile attuazione, specie se si
tratta di fonti provenienti da aree geografiche a clima tropicale.
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1.2 LE PARTI USATE E LE DROGHE
Per droga vegetale si intende “quella parte di pianta che, trattata
opportunamente, viene utilizzata in farmacia, nell’industria farmaceutica,
liquoristica, cosmetica o direttamente per l’estrazione dei principi attivi in
essa contenuti”, ovvero quei composti chimici che possiedono attività
terapeutica (Bruni, 1999).
Pertanto le diverse parti di pianta che possono costituire la droga sono:
• radici e rizomi
• fusto e corteccia
• foglie
• gemme
• semi
• fiori e sommità fiorite
• frutti
• resine e balsami
• oli essenziali
La definizione precedentemente citata tuttavia, non esclude che per droga si
intenda l’intera pianta. Inoltre da una stessa pianta è possibile ottenere piø
droghe, le cui proprietà ed utilizzazioni possono essere differenti tra loro (Bruni,
1999).
Droga è sinonimo di “medicamento semplice” o “medicamento primo”; nel
Medio Evo e droghe erano chiamate “semplici” e “simplicista” era colui che le
vendeva. Il primo testo che cerca di spiegare il significato di droga è il
Dispensatorium aromatorium di Pseudo- Nicolaus, che la definisce “medicina di
gran pregio proveniente da lontani paesi” (Capasso et al., 2006).
L’origine della parola droga non è chiara, infatti alcuni la fanno risalire al
tedesco “troken” (=asciutto, secco); altri all’illirico “drug” (=pregiato); al persiano
“drogue” (=baratto); all’irlandese “droch”; al bretone”droug” o “drouk” o al celtico
“droch”: tutti termini che indicano prodotti vegetali di sapore particolare. Sembra
però che l’origine piø vera sia quella dall’olandese “droog” e dal neerlandese
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“droghe”, che indicavano i prodotti vegetali importati dalle Indie olandesi (Bruni,
1999; Capasso et al., 2006).
Le droghe si trovano in commercio come tali, cioè come le fornisce la natura,
dopo mondatura ed essicazione oppure snaturate cioè decorticate, sbucciate,
raschiate, spezzettate, polverizzate.
Infine si possono trovare sotto forma di estratti grezzi, purificati o concentrati.
Le droghe vegetali non sono tutte sicure, alcune hanno una ristretta zona di
maneggevolezza, possono provocare effetti collaterali anche molto gravi se
somministrate a dosi superiori a quelle terapeutiche, in concomitanza ad altre
droghe o farmaci con cui potrebbero interagire o per un periodo troppo lungo.
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2. SCOPO DELLA TESI
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Lo spirito che ha mosso questo progetto di ricerca è legato da un lato alla
continua e complessa evoluzione che il mercato salutistico richiede al prodotto
naturale come viatico di benessere, dall’altro alla volontà di valorizzare l’uso di
specie vegetali appartenenti ad un ecosistema ancora poco studiato. Da
diverso tempo il laboratorio di ricerca del dipartimento di Biologia ed
Evoluzione, sezione Risorse Agrotecnologiche e Farmaceutiche dell’Università
di Ferrara, in collaborazione con il VIS (Volontariato Internazionale per lo
Sviluppo), si occupa della caratterizzazione chimica e biologica di prodotti
naturali, importati da regioni che lambiscono il confine occidentale della foresta
amazzonica, la piø grande risorsa naturale per l’uomo. Questa è considerata
uno degli habitat naturalistici piø ricchi e complessi del mondo, costituendo una
fonte di sostanze attive e di biodiversità di inestimabile valore (Schultes, 1990).
Si tratta di sostanze che possono essere sfruttate dall’uomo come principi attivi
in campo farmaceutico, cosmetico, alimentare, ma anche industriale, come
diserbanti e pesticidi eco-compatibili.
La progettualità della ricerca che qui si viene ad esporre presenta però anche
radici profonde in motivazioni piø estese, che varcano il confine della
conoscenza scientifica e della sua applicazione come finalità. Tali motivazioni
sono legate alla volontà di inserire questo progetto che si struttura come
“valutazioni in termini di efficacia e sicurezza di fonti salutistiche” in una
sequenza progettuale trasversale, che tenga conto della proprietà intellettuale
delle fonti e del loro sfruttamento sostenibile. La progressione delle conoscenze
attraverso queste motivazioni, ha portato ad inserire il presente studio in un
piano di ricerca ampio che segue il seguente schema:
- pianta officinale;
- salvaguardia del patrimonio intellettuale;
- verifica e rispetto della biodiversità attraverso uno sfruttamento sostenibile;
- valutazione in termini di efficacia e sicurezza per una potenziale applicazione
della fonte sul mercato;
- ricaduta di benefici adeguata sulla proprietà intellettuale.
Si inserisce quindi in tale contesto culturale e di ricerca questa tesi, che
presenta profonde interconnessioni tra discipline diverse, quali la botanica, la
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chimica e la biologia farmaceutica, con il fine di ordine generale di
caratterizzare dal punto di vista sia chimico che biologico oli essenziali ottenuti
da specie vegetali di provenienza amazzonica, per poter individuare elementi di
valorizzazione applicativa delle fonti.
Sugli oli essenziali scelti è stato fatto un lavoro di screening, schematizzato in
fig.1, al fine di caratterizzarli e di individuare eventuali relazioni tra la fonte
vegetale, la composizione chimica e l’attività biologica.
Il percorso di ricerca si struttura nella combinazione sinergica tra le diverse
tecniche chimiche e biologiche, al fine di investigare “a tutto tondo” la droga, i
principi attivi, i potenziali effetti, con tecniche Bio-assay guided e prevede la
determinazione quali- quantitativa di oli essenziali provenienti dalle diverse fonti
vegetali mediante:
- caratterizzazione fitochimica;
- determinazione dell’attività biologica;
- valutazione in termini di efficacia e sicurezza, al fine di poter fare delle
considerazioni circa le loro potenzialità applicative soprattutto in campo
cosmetico, alimentare e farmaceutico.
Nel corso del tirocinio sono stati presi in considerazione gli oli essenziali di 4
diverse fonti vegetali:
Curcuma longa (Zingiberaceae): essenza di Curcuma dalle radici e dal
rizoma;
Cymbopogon citratus (Poaceae): essenza di Citronella dalle foglie e dalle
sommità fiorite;
Ocimum micranthum (Lamiaceae): essenza di Basilico amazzonico dalle
foglie e sommità fiorite;
Zingiber officinalis (Zingiberaceae): essenza di Zenzero dalle radici;
oltre all’olio commerciale di timo (Thymus vulgaris, chemotipo limonene) preso
come riferimento funzionale per le note attività biologiche (Dang et al., 2000;
Zambonelli et al, 1996; Dorman & Deans, 2000).
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Figura 1. Lo schema riporta l’approccio metodologico teso alla valutazione di efficacia e sicurezza degli oli
essenziali oggetto della ricerca.
FONTE VEGETALE:
Curcuma Longa
Cymbopogon Citratus
Ocimum micranthum
Zingiber Officinalis
DROGA: OLIO
ESSENZIALE
CARATTERIZZAZIONE
FITOCHIMICA
DETERMINAZIONE
ATTIVIT` BIOLOGICA
GC-MS
SPAZIO DI
TESTA STATICO
HS-GC-MS
ATTIVITA’
ANTIOSSIDANTE
ATTIVITA’
ANTIMICROBICA
DPPH test
ABTS test
MIC – disk
diffusion
TLC –
bioautographyc
assay
Disk-diffusion su
spazio di testa
VALUTAZIONE EFFICACIA E SICUREZZA