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Il primo capitolo della tesi, dedicato ad Internet ed al World Wide Web, offre un
inquadramento storico della nascita e dell’evoluzione della rete nel corso degli anni,
descrivendo quindi il passaggio dalla rete telematica Arpanet al potente mezzo di
comunicazione conosciuto ora come Internet. Si è parlato poi della nascita del World
Wide Web e della distinzione tra quest’ultimo ed Internet.
Il secondo capitolo è stato dedicato all’ipertesto, elemento che sta alla base della
creazione e della fruizione di pagine Web; esso può essere definito come una forma di
organizzazione delle informazioni che prevede la presenza di blocchi di testo collegati
tra di loro in modo non lineare ma reticolare attraverso i link. Oltre ad alcuni cenni sulla
sua storia, vengono descritte alcune prefigurazioni letterarie che precedono la nascita
del termine “ipertesto” e il suo utilizzo in ambito telematico.
Nel terzo capitolo si è parlato della situazione attuale del Web, con riferimento
alla sua diffusione, a ciò che vi si può trovare e agli strumenti messi a disposizione
dell’utente per reperire più facilmente e rapidamente le informazioni cercate. Viene
descritta inoltre la tendenza attuale del Web verso la portalizzazione, ossia il passaggio
da sito a portale attraverso l’inglobamento di funzioni precedentemente considerate
estranee a quelli che erano gli scopi originari di quel particolare sito Web. Nello
specifico, si è cercato di verificare se questa tendenza stia interessando anche i siti
universitari.
Il quarto e il quinto capitolo presentano un’analisi empirica dei siti universitari
dal punto di vista dell’usabilità e dell’interattività, con una particolare attenzione ai
contenuti ed ai servizi offerti. In particolare, nel quarto capitolo sono stati analizzati tutti
i siti universitari italiani (settantotto), sulla base di alcuni parametri ritenuti significativi;
nel quinto capitolo, invece, sono stati analizzati singolarmente undici siti universitari
statunitensi. Ciò è servito per contestualizzare l'analisi dei siti italiani, facendo un
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confronto con la realtà americana, che fu tra le prime a portare avanti una
sperimentazione tecnologica.
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1. Internet e il World Wide Web
1.1 La storia di Internet
1.1.1 Origini militari della rete?
Le origini di Internet risalgono alla fine degli anni ’50, quando, in epoca di
guerra fredda, la messa in orbita del primo satellite artificiale (lo Sputnik) da parte
dell’Unione Sovietica, provocò non poche inquietudini in ambito occidentale, in
particolare negli Stati Uniti. In questo clima di timore per un possibile attacco nucleare,
la contesa tra Stati Uniti e Unione Sovietica per la supremazia scientifica e tecnologica,
portò gli USA alla creazione di un’agenzia per la ricerca e lo sviluppo scientifico:
l’ARPA (Advanced Research Projects Agency).
Inizialmente, questa agenzia si occupò di ricerca in ambito aerospaziale, visto
che il motivo principale della sua creazione fu il lancio dello Sputnik e la conseguente
paura della supremazia sovietica. Però, pochi mesi dopo, con la creazione della NASA,
tutti i programmi spaziali vennero trasferiti dall’ARPA alla NASA. Di conseguenza, per
poter continuare a esistere, era necessario che l’ARPA trovasse un nuovo ambito di
lavoro: fu così che cominciò ad occuparsi dello studio dei calcolatori, campo fino ad
allora poco esplorato; così facendo, essa si staccò completamente dalle sue motivazioni
originarie di tipo militare.
A questo punto è necessaria una precisazione: spesso si dice che Internet sia nata
come rete militare; questo è un mito da sfatare, anche se ha comunque un fondo di
verità. In effetti, se è vero che l’impulso iniziale allo sviluppo di una rete di
comunicazione tra computer fisicamente distanti venne dall’ambiente militare, è pur
vero che le varie innovazioni che hanno portato la rete a essere come noi la conosciamo
oggi, sono nate all’interno di gruppi di ricerca non legati all’ambito militare. A questo
proposito è significativa un’intervista rilasciata nel ‘95 da Charles Herzfeld, direttore
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dell’ARPA negli anni ’60, a Scientific American, in cui egli parla di ARPAnet, una rete
sperimentale di computer creata nel 1969 dall’agenzia ARPA:
“ (…) ARPAnet non nacque per assicurare le comunicazioni militari in caso
di guerra nucleare – questa è un’impressione sbagliata piuttosto comune – ma
piuttosto per collegare computer e ricercatori delle università, assistendoli nel
condurre ricerche comuni sui computer e sulle reti di comunicazione, e per
usare questi computer nelle ricerche di base. Certamente eravamo
consapevoli delle applicazioni potenziali di ARPAnet per la sicurezza
nazionale, ma gli sforzi per usare tale tecnologia a questo fine vennero solo
molto dopo” (www.apogeonline.com).
La “leggenda” di una rete militare costruita con lo scopo di mettere gli Stati
Uniti in condizioni di affrontare una guerra nucleare, fu alimentata da un articolo
apparso sulla rivista Time, che fu poi smentito da una lettera, mai pubblicata, inviata alla
rivista da Robert Taylor, capo di uno degli uffici ARPA.
Perciò Internet, più che una conquista militare, è stata una conquista umana e
culturale di un gruppo di persone che hanno creduto fino in fondo nel loro progetto di
creare una rete che permettesse la condivisione di risorse e lo scambio di informazioni.
1.1.2 L’ARPA e la RAND Corporation
L’ARPA ebbe il pregio di riunire alcuni tra gli scienziati più brillanti d’America,
ai quali, nel 1962, si aggiunse J.C.R. Licklider, che rimase poco tempo all’ARPA, ma
che lasciò un segno molto profondo: in effetti, appena arrivato, progettò la creazione di
una rete di collegamenti tra i principali centri di ricerca e istituzioni universitarie degli
Stati Uniti.
Oltre all’ARPA, esisteva un altro centro legato alla ricerca militare, la RAND
Corporation, che nel 1959 assunse Paul Baran, un giovane ingegnere che si occupò della
risoluzione di un problema di ordine militare, ossia, come mantenere attiva una rete di
comunicazioni anche in caso di attacco nucleare.
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Baran stabilì che una rete sicura doveva possedere due caratteristiche:
1. Decentramento, ovvero la mancanza di un unico centro di controllo e gestione,
che sarebbe sicuramente stato il bersaglio di attacchi nemici in caso di guerra. Il
decentramento avrebbe permesso al messaggio di compiere vari percorsi per
giungere a destinazione, perciò se un nodo della rete fosse stato distrutto, il
messaggio avrebbe comunque potuto raggiungere la destinazione passando per
altri nodi.
2. Suddivisione del messaggio da inviare in più parti, che, secondo Baran,
avrebbero potuto viaggiare separatamente all’interno della rete, e poi ricomporsi
una volta giunte a destinazione.
Purtroppo queste idee di Baran trovarono una forte opposizione all’interno della
comunità scientifica; perciò nel 1965 egli rinunciò al suo progetto per dedicarsi ad altri
studi.
Entrambe le caratteristiche individuate da Baran saranno poi alla base del
funzionamento di Internet.
1.1.3 Baran e Davies: l’America e l’Inghilterra
Negli anni ’60, quando Baran rinunciò al suo progetto di rete distribuita, Donald
Watts Davies, un fisico che all’epoca lavorava per il National Physical Laboratory in
Inghilterra, giunse a conclusioni molto simili a quelle di Baran, anche se non era a
conoscenza degli studi fatti da quest’ultimo.
Nel 1966, Davies organizzò una conferenza con lo scopo di rendere pubblico il
suo studio riguardante una rete distribuita, con caratteristiche simili a quelle individuate
da Baran. In effetti, anche Davies parlò della necessità di suddividere il messaggio in
più parti, da lui denominate “pacchetti” (packets); e il sistema di comunicazione che si
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basava su questo principio fu da lui chiamato “commutazione di pacchetto” (packet
switching).
Alla fine della conferenza, Davies fu avvicinato da un americano, impiegato
presso il ministero della difesa USA, che gli parlò degli studi effettuati da Baran, di cui
Davies non era a conoscenza.
Tutte queste idee verranno poi riprese e porteranno nel 1969 alla creazione di
ARPAnet, l’antenata di Internet.
1.1.4 1969: La nascita di ARPAnet
Nel 1966, Robert Taylor, che aveva conosciuto Licklider qualche anno prima,
divenne capo di uno degli uffici ARPA. Egli si rese ben presto conto di quanto fosse
assurdo che i computer dei vari uffici dell’ARPA non potessero comunicare tra loro e
condividere le risorse. Perciò riprese l’idea di Licklider di far interagire i computer in
una rete, e riuscì a ottenere un finanziamento per questo progetto da Charles Herzfeld,
uno dei direttori dell’ARPA.
Taylor chiamò alla sovrintendenza del progetto Larry Roberts, un giovane
informatico; dopo aver assistito a una conferenza in cui si parlava delle idee di Davies
(riguardo la commutazione di pacchetto) e di Baran, Roberts decise che la rete
dell’ARPA avrebbe dovuto essere una rete a commutazione di pacchetto. Inoltre, egli
tenne conto dell’importante contributo di Wesley Clark, che propose di non collegare
direttamente i computer tra loro, visto che modelli di computer diversi non erano in
grado di comunicare l’uno con l’altro. L’idea di Clark era quella di creare una sottorete
di computer dedicati alla gestione del traffico che parlassero tutti lo stesso linguaggio
(questo tipo di computer fu denominato IMP, ovvero Interface Message Processor).
Ogni nodo della rete sarebbe stato collegato a un IMP della sottorete, e così esso
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avrebbe dovuto imparare solo il linguaggio della sottorete, anziché i linguaggi di tutti
gli altri nodi a cui avrebbe dovuto essere connesso.
Le risorse e il finanziamento dell’ARPA, i risultati degli studi di Davies e Baran,
l’idea di Clark per risolvere i problemi di incomunicabilità tra computer, l’iniziativa di
Roberts: tutto ciò fu determinante per la creazione della rete ARPAnet, che iniziò nel
1969.
1.1.5 La realizzazione del progetto ARPAnet
Nel 1968, Roberts rilasciò un documento in cui venivano descritte le
caratteristiche che dovevano avere gli IMP, e questo documento venne inviato alle varie
compagnie interessate a costruire questo tipo di computer. Parecchie compagnie, tra cui
anche l’IBM, sostennero l’impossibilità di costruire una rete del genere; altre, invece, si
dichiararono disposte a realizzare il progetto degli IMP; tra queste ultime c’era la BBN
(Bolt Beranek and Newman), una piccola ditta di Cambridge, alla quale fu affidato
l’appalto. Intanto, nelle università che sarebbero state collegate alla rete ARPAnet,
erano in corso vari lavori di adattamento che avrebbero permesso ai computer
universitari di collegarsi agli IMP.
Nel settembre del 1969 il primo IMP fu consegnato alla University of California
Los Angeles (UCLA), e fu collegato all’elaboratore Sigma 7. Il mese seguente fu
installato il secondo IMP, allo Stanford Research Institute (SRI) in California, dove fu
collegato a un SDS 940. In seguito vennero collegati in rete anche i computer
dell’Università di Santa Barbara (UCSB) e dell’Università dello Utah.
La figura 1.1 mostra la configurazione di ARPAnet nel 1969, quando la rete era
costituita da quattro nodi, collegati tra loro attraverso una sottorete di IMP.