diesel, che per certi aspetti sono ancor più pericolosi per la salute
dell’uomo e dell’ambiente in cui vive.
Complessivamente l’inquinamento prodotto induce pesanti effetti a
vari livelli si possono osservare gli impatti locali rappresentati dai danni
alle persone (malattie respiratorie, tumori, nonché stress e altre malattie
nervose), alla vegetazione e alle cose (monumenti ed edifici) e l’impatto
generale testimoniato dall’acidificazione dell’atmosfera, l’effetto serra e il
conseguente aumento della temperatura media terrestre.
Secondo studi effettuati dall’OCSE,
(2)
i costi derivanti
dall’inquinamento prodotto complessivamente dai trasporti raggiungono lo
0,4% del prodotto interno lordo mondiale; se la cifra può apparire
ingentissima, bisogna ricordare che altri studi e gli stessi dati dell’OCSE
fanno trasparire una situazione ancora più allarmante da cui deriva che tale
0,4% rilevato sia in realtà un dato sottostimato.
Gli interventi da parte dei governi dei paesi industrializzati in generale
e dell’Europa in particolare, hanno portato a normative che sono riuscite a
ridurre parzialmente alcuni prodotti di scarico dei veicoli.
Un tipico esempio viene dall’applicazione delle marmitte catalitiche
sulle vetture di nuova produzione che ha drasticamente ridotto le emissioni
di piombo (che, tuttavia, esprimono il migliore rendimento durante un
funzionamento a regime costante e con il catalizzatore a temperature
elevate, condizione resa dai trasferimenti autostradali, ma difficilmente
(2) L'OCSE è stata istituita con la Convenzione sull'Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico, firmata il 14 dicembre 1960, sostituendo
l'OECE, creata nel 1948 per amministrare il cosiddetto "Piano Marshall" per la
ricostruzione dell'economia europea.
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dagli spostamenti cittadini) o dall’introduzione di autobus con combustibile
a basso contenuto di zolfo.
Nonostante questo, altri composti sono destinati ad aumentare, come
il particolato e l’anidride carbonica e il problema tende a crescere piuttosto
che a diminuire, soprattutto nei centri urbani e nelle aree metropolitane
dove maggiormente si concentra il traffico con i suoi effetti deleteri, cui si
affiancano altri elementi inquinanti derivanti dai riscaldamenti domestici e
dagli stabilimenti industriali.
Il principale responsabile dell’effetto serra è l’anidride carbonica,
prodotto finale dell’uso dei combustibili fossili nella generazione di energia
termica, meccanica ed elettrica.
La combustione è il maggior responsabile delle emissioni di gas serra
(quasi l’80% in Italia).
A livello globale circa il 30% delle emissioni di CO2 in atmosfera è
causato dai trasporti.
Le previsioni dei consumi di energia per il prossimo secolo fanno
prevedere un continuo aumento delle emissioni di CO2 e della sua
concentrazione in atmosfera, a meno di sostanziali cambiamenti del
sistema energetico; l’andamento sotto riportato è stato stimato dall’IPCC
(3)
in uno scenario senza particolari correttivi e con pieno sviluppo
tecnologico ed economico.
(3) Il pannello intergovernativo sul cambiamento di clima (IPCC) è stato
stabilito nel 1988 da due organizzazioni delle Nazioni Unite, dall’organizzazione
meteorologica del mondo (WMO) e dal programma dell’ambiente delle Nazioni Unite
(UNEP), per valutare il rischio di cambiamento di clima portato sopra dagli esseri
umani, basato pricipalmente sul pari rivisto ed ha pubblicato letteratura
scientifica/tecnica.
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Tuttavia, in particolare per i trasporti, oltre a ridurre drasticamente
l’uso dell’automobile, si può cercare di intervenire sull’efficienza dei
veicoli o introducendo combustibili più puliti.
Nel primo capitolo di questo lavoro saranno affrontate le
problematiche relative all’ambiente, di conseguenza saranno citate le
principali fonti energetiche e le loro conseguenti ricadute, in termini di
emissioni inquinanti, nell’ambiente circostante con gli eventuali scenari
che si possono determinare in presenza o in assenza di interventi destinati
all’utilizzo ad esempio di combustibili alternativi agli attuali come ad
esempio l’idrogeno.
Nel secondo capitolo, saranno descritte le funzioni delle imprese di
pubblici servizi con particolare riferimento al quadro normativo che le
regolamenta e agli strumenti utilizzati al fine di armonizzare le direttive
comunitarie con l’ordinamento italiano.
Tenendo conto del cambiamento nelle abitudini di mobilità urbana e
delle nuove consapevolezze degli utenti di tale settore, la Commissione
Europea si è espressa, individuando tra le tre forme di regolazione più
comuni, quella della concorrenza controllata, come forma ideale per la
riduzione dei disavanzi delle aziende e per il miglioramento della qualità
per gli utenti.
Tale forma di regolazione è stata presa in considerazione ed attuata
anche dal legislatore italiano con il D. Lgs. 422/97 e successive modifiche.
Con tale decreto inoltre, viene attribuita maggiore autonomia
finanziaria alle regioni, essendo le stesse libere di stabilire come ripartire le
proprie risorse tra settori diversi o, nell’ambito dello stesso settore, quale,
ad esempio quello dei trasporti, tra una modalità piuttosto che un’altra.
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Il trasferimento di molte competenze alle regioni porta
inevitabilmente ad una pianificazione non unitaria a livello nazionale.
Il D. Lgs. 422/97 se da un lato si è proposto di introdurre maggiori
principi di concorrenzialità, dall’altro il raggiungimento di tale obiettivo
insieme a quello della riduzione del disavanzo delle imprese di TPL rimane
lontano, se non si effettua alcuno sforzo per comprendere i motivi a monte
di una situazione tanto complessa.
Sarà rappresentata l’analisi degli strumenti di programmazione tipici
del Trasporto Pubblico Locale, ciascuno operante ad un diverso livello,
quali: il Piano Regionale dei Trasporti che si pone al livello regionale, i
Piani di Bacino che si pongono ad un livello di bacino e infine il
Programma Triennale dei Servizi che opera ad un livello intermedio tra il
regionale e quello di bacino.
Il capitolo si chiude con la descrizione delle principali aziende di
pubblici servizi operanti nell’ambito del trasporto delle persone della città
di Roma.
Il terzo capitolo si occuperà di sintetizzare, al meglio, i criteri
ispiratori del NPRG
(4)
del Comune di Roma, che si basano sul concetto che
ogni città è un patrimonio sociale e in quanto tale è una risorsa che deve
essere disponibile all’uso di tutte e tutti; pertanto con i suoi spazi e le sue
norme d’uso configura uno specifico modello di socialità.
Ogni PRG insieme alle previsioni urbanistiche definisce un progetto
di giustizia sociale e un progetto di vita sociale che deve far emergere la
complessità delle figure e dei soggetti sociali che abitano con i loro
(4) Nuovo Piano Regolatore Generale di Roma adottato dal Consiglio Comunale
con deliberazione n.33 del 19/20 2003.
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bisogni, desideri e punti di vista per una cittadinanza dell’uguaglianza nelle
differenze.
Il punto di vista di genere ridefinisce complessivamente la filosofia di
fondo del progetto di città così come ogni suo singolo aspetto materiale.
Perciò il complesso degli interventi previsti dal piano dovranno essere
orientati ad una politica urbana incentrata sul rispetto delle differenze e
aperta alla sperimentazione di nuovi ideali di vita urbana, assumendo come
obiettivo prioritario il miglioramento della qualità della vita.
Il quarto, ed ultimo, capitolo si occuperà del progetto, innovativo,
relativo alla costruzione del percorso sotterraneo di metropolitana, tratta
prioritaria dalla stazione Eur Fermi alla stazione Prati Fiscali, denominato
linea “D”.
Come per la linea C, per la quale ultimamente sono stati aperti i
cantieri, la peculiarità principale di questa infrastruttura sarà il sistema di
automazione integrale senza macchinista a bordo.
L’obiettivo principale è quello di completare la copertura, da parte del
trasporto pubblico di massa, di quegli ambiti urbani caratterizzati da una
densità di residenti e posti di lavoro compatibili con tale modo di trasporto,
non serviti dalle direttrici delle linee metro A, B e C.
La realizzazione della Linea D consentirà, in sintesi, una migliore
accessibilità al “centro storico” con conseguente alleggerimento della
pressione esercitata dal traffico privato; l’attraversamento di zone (Trieste e
Salario) della città ad alta densità di uffici e negozi non servite da altre
linee metro; il collegamento al centro e tra loro di zone residenziali e
commerciali appartenenti alla “città consolidata” quali Viale Marconi e
Magliana Nuova a Sud e Prati Fiscali, Montesacro Alto e Talenti a Nord.
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Altro aspetto interessante, che rende questo progetto strettamente
connesso con quanto affrontato nella prima parte di questo lavoro, è il
conseguente decongestionamento di alcune importanti arterie stradali quali
il Lungotevere e la Via Olimpica con significativo miglioramento della
qualità urbana e ambientale.
Si può riscontrare, non ultimo, anche un altro fine perseguito dalla
costruzione di questa infrastruttura, che è in linea con i criteri ispiratori del
NPRG, ossia la riqualificazione, sia a Nord sia a Sud, di alcune zone
attualmente in stato di degrado.
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