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marine (fitoplancton, organismi algali). La conoscenza del fitoplancton ha un ruolo
chiave nella dinamica dell ecosistema marino perchØ costituisce il livello piø basso
della catena alimentare. La clorofilla Ł legata anche allo stato di degrado di un bacino
marino: la presenza di inquinanti organici, come i fosfati e i nitrati, causa una eccessiva
produzione di alghe che a lungo pu causare la mort e di bacini chiusi o poco profondi
(fenomeno di eutrofizzazione).
Questa tesi si inquadra in un progetto piø complesso di monitoraggio di aree costiere. Il
progetto IMCA intende sviluppare procedure di analisi delle immagini telerilevate
finalizzate al ritrovamento dei principali parametri chimico-fisici-biologici
rappresentativi della qualit delle acque costiere e ricavabili da satellite. Mentre le zone
marine appartenenti agli oceani aperti sono state ben modellizzate nei precedenti
decenni, nelle acque costiere il problema della stima di questi parametri Ł piø complesso.
Infatti, nelle acque aperte le sostanze otticamente attive sono tra loro dipendenti in
quanto sia la sostanza gialla che i materiali in sospensione sono originati dalla
decomposizione degli organismi planctonici che trasportano i pigmenti fotosintetici
come la clorofilla. Nelle acque costiere, invece, a causa degli apporti terrestri dovuti ai
fiumi o alle attivit umane, questa dipendenza cess a di esistere, e la concentrazione delle
sostanze otticamente attive varia indipendentemente l’una dall’altra. Dal punto di vista
dell’analisi dei dati questo comporta una maggiore complessit nell’implementazione di
procedure per la stima dei parametri.
La presente tesi, che si inserisce all interno di tale progetto, si prefigge come obiettivi la
calibrazione di misure di concentrazione di clorofilla e la validazione dei modelli ottici
applicati ai dati telerilevati. Il lavoro si articola in sei capitoli.
In particolare il primo capitolo descrive i concetti base del telerilevamento e i principi
fisici che permettono di risalire ad informazioni quantitative da misure in remoto, legate
all interazione della radiazione luminosa con la superficie marina.
Nel secondo capitolo sono analizzate le caratteristiche dinamiche e spettrali della
clorofilla, particolare attenzione Ł rivolta al processo di emissione di fluorescenza e alla
sua variabilit legata a fattori ambientali.
Nel terzo capitolo si sono studiati i principali algoritmi utilizzati per l estrazione della
concentrazione di clorofilla dal segnale rilevato dal satellite.
Nel quarto capitolo si sono analizzati i metodi per la determinazione di clorofilla in
laboratorio o direttamente nel mare. Si Ł scelto di misurare la concentrazione di
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clorofilla mediante il metodo fluorimetrico in vivo e in particolare usando un profilatore
munito di un fluorimetro.
Il quinto capitolo descrive le varie metodologie adottate per la calibrazione di questo
strumento. Si sono svolte delle campagne di misura in loco e si sono confrontate le
misure di concentrazione di clorofilla acquisite dal fluorimetro con quelle analizzate
tramite la tecnica dell HPLC (High Pressure Liquid Cromatography). Esse hanno
sottolineato la necessit di svolgere un analisi p iø specifica da realizzare in laboratorio
per meglio comprendere la relazione tra emissione di fluorescenza e contenuto di
clorofilla. Dalla calibrazione in laboratorio si Ł evinto che, a parit di concentrazione di
clorofilla, la fluorescenza emessa varia molto con la specie di fitoplancton. Essendo
impossibile individuare tutte le specie delle alghe presenti nei tre siti e quantificare i
pigmenti presenti e la loro efficienza relativa, si propone una metodologia di
campionamento e di calibrazione che tenga conto della localit in cui si effettuano le
misure e della dipendenza dalla stagione delle variabili da analizzare.
Una tale analisi suggerisce inoltre un protocollo di calibrazione e validazione degli
algoritmi bio-ottici utilizzando dati di clorofilla fluorimetrici piuttosto che quelli ottenuti
tramite la tecnica dell HPLC.
Nel sesto capitolo si conferma il protocollo elaborato, implementando alcuni tra i piø
comuni algoritmi bio-ottici con dati di riflettanza di remote sensing misurati
direttamente in situ dal profilatore della Satlantic. La concentrazione di clorofilla cos
ottenuta Ł confrontata con i valori di clorofilla ricavati con l HPLC e con il fluorimetro.
Le concentrazioni modellate presentano una correlazione significativa solo con le misure
di clorofilla in situ effettuate dal fluorimetro. Questo risultato conferma che il dato
satellitare Ł piø relazionabile alla concentrazione di clorofilla misurata dal fluorimetro
piuttosto che a quella determinata mediante la tecnica dell HPLC. Il satellite, come il
fluorimetro, misura tutta la radiazione di fluorescenza emergente dal mare in una banda
di frequenze; Ł quindi preferibile calibrare i dati satellitari utilizzando come misure di
verit quelle del fluorimetro piuttosto che quelle dell HPLC.
1.2 Monitoraggio delle zone costiere
La fascia costiera Ł la zona di transizione tra le aree puramente di tipo terrestre e quelle
puramente di tipo marino, e i processi caratteristici dell’uno o dell’altro ambiente in
questa zona coesistono in un delicato equilibrio. Nonostante nel mondo le aree costiere
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coprono una piccola percentuale della superficie marina globale, esse sono aree
altamente produttive e sostengono una elevata biodiversit [1]. Molte delle specie
marine utilizzano queste zone per procurarsi il cibo, per la riproduzione e per allevare la
prole. Sul lato terra, l’ambiente costiero Ł fondamentale per molte specie animali e
vegetali. Ad esempio le zone umide costiere sono un ambiente fondamentale per molte
specie di uccelli e piante. Data l’importanza economica ed ambientale delle aree costiere
sempre piø energie sono profuse al loro studio e conservazione. Per la complessit di
questo ecosistema, sono molte le variabili da prendere in considerazione nel caso di una
pianificazione di un monitoraggio ambientale. Per questo l Unione Europea ha
sollecitato gli stati nazionali a perseguire gli obiettivi della salvaguardia, della tutela e
del miglioramento delle qualit delle acque, dell u tilizzazione accorta e razionale delle
risorse naturali, fondata sui principi della precauzione e dell azione preventiva. Il quadro
normativo italiano di riferimento Ł costituito dal D. lgs n. 152 dell 11 Maggio 1999, poi
integrato dal successivo decreto 258/00. Tale legislazione si prefigge l obiettivo finale di
eliminare le sostanze pericolose prioritarie, di raggiungere una buona qualit delle acque
ed impedirne il deterioramento. La legge 152/99 regolamenta la tutela delle acque
superficiali, marine e sotterranee attraverso l individuazione della qualit delle acque
(classificata come in tabella 1.1.a) il riconoscimento delle zone vulnerabili e delle zone
sensibili, l identificazione delle relative misure volte alla prevenzione e alla riduzione
dell inquinamento. [2]
Tabella 1.2.a: Definizione dello stato ambientale per i corpi idrici superficiali.
ELEVATO
Non si rilevano alterazioni di qualit degli elemen ti chimico-fisici ed idromorfologici per quel
dato tipo di corpo idrico in dipendenza degli impatti antropici, o sono minime rispetto ai valori
normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni indisturbate. La qualit biologica sar
caratterizzata da una composizione ed un abbondanza di specie corrispondente totalmente o
quasi alle condizioni normalmente associate allo stesso ecotipo.
La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, Ł paragonabile alle concentrazioni di
fondo rilevabili nei corpi idrici non influenzati da alcuna pressione antropica.
BUONO
I valori degli elementi della qualit biologica per quel tipo di corpo idrico mostrano bassi
livelli di alterazione derivanti dall attivit uman a e si discostano solo leggermente da quelli
normalmente associati alla stesso ecotipo in condizioni non disturbate.
La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, Ł in concentrazioni da non
comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunit biologiche associate al corpo idrico
di riferimento.
SUFFICIENTE I valori degli elementi della qualit biologica per quel tipo di corpo idrico si discostano
moderatamente da quelli di norma associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. I
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valori mostrano segni di alterazione derivanti dall attivit umana e sono sensibilmente piø
disturbati che nella condizione di buono stato .
La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, Ł in concentrazioni da non
comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunit biologiche associate al corpo idrico
di riferimento.
SCADENTE
Si rilevano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualit biologica del tipo di
corpo idrico superficiale, e le comunit biologiche interessate si discostano sostanzialmente da
quelle di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato.
La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, Ł in concentrazioni da comportare
effetti a medio e lungo termine sulle comunit biol ogiche associate al corpo idrico di
riferimento.
PESSIMO
I valori degli elementi di qualit biologica del ti po di corpo idrico superficiale presentano
alterazioni gravi e mancano ampie porzioni delle comunit biologiche di norma associate al
tipo di corpo idrico superficiale inalterato.
La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, Ł in concentrazioni da comportare
gravi effetti a breve e lungo termine sulle comunit biologiche associate al corpo idrico di
riferimento.
Nel seguente contesto si inserisce il progetto IMCA (Integrated Monitoring of Coastal
Areas) al quale il gruppo di Telerilevamento del Dipartimento di Fisica dell universit di
Bari sta partecipando. Il progetto IMCA persegue l obiettivo di sviluppare un sistema
che consenta di offrire un servizio per il monitoraggio delle aree costiere mediante la
produzione periodica di mappe tematiche e la distribuzione continua su rete delle
informazioni ottenute [3]. Per incrementare l efficienza e la completezza del controllo di
un ecosistema cos complesso e importante come quello delle fasce costiere, il sistema di
monitoraggio sar realizzato attraverso il confronto e l integrazione di dati satellitari,
dati di verit a terra e modellistica numerica. Per realizzare l obiettivo ed integrare le
diverse tecnologie occorre accordare e combinare insieme varie componenti. Da un lato
la modellistica matematica opportunamente calibrata su una serie di parametri ricavati
da misure a terra integrate con misurazioni remote, dall altro l implementazione di
algoritmi di estrazione di parametri ambientali da dati satellitari, impostati a loro volta
sugli stessi risultati dei modelli matematici.
Il progetto realizza un sistema di monitoraggio di tre diverse aree campione e si propone
come obiettivi il monitoraggio:
- della qualit delle acque e del paesaggio costiero;
- dell erosione costiera e della circolazione delle correnti;
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Parte del progetto IMCA intende sviluppare procedure di analisi delle immagini
telerilevate finalizzate al ritrovamento dei principali parametri chimico-fisici-biologici
rappresentativi della qualit delle acque costiere e ricavabili da satellite (clorofilla-a,
sedimenti sospesi, sostanza gialla, temperatura). Il recupero dei suddetti parametri Ł
ottenuto sia con procedure locali di estrazione (algoritmi empirici), sia con procedure piø
specifiche di modellizzazione (algoritmi semianalitici di inversione). Gli algoritmi
empirici si basano su regressioni basate su dati di verit a mare; quelli semianalitici,
partono da una modellizzazione della radiazione emergente dalla superficie del mare
implementando metodi matematici di minimizzazione di una adeguata funzione di costo.
In IMCA, particolare rilievo Ł dato all integrazione di misure effettuate con la
strumentazione operante in situ e tecniche di rilevamento in remoto. Per la indagine si
utilizzano metodi chimicofisici e di biomonitoraggio al fine di valutare non solo le
concentrazioni degli inquinanti ma anche il loro impatto sulle aree costiere. Il
monitoraggio in situ prevede due linee di azione, di cui una condotta con boe
oceanografiche ed una l altra tramite un profilatore che permette la misura di profili
lungo la colonna d’acqua di una serie di grandezze fisiche (concentrazione di clorofilla,
coefficiente di scattering ed altre misure radiometriche).
I parametri che ciascuna boa prelever in continuo sono:
- ventosit e temperatura dell aria (stazione meteo rologica montata sulla boa);
- correntometria;
- temperatura;
- salinit ;
- clorofilla;
- ossigeno.
Per il monitoraggio mediante campagne sono stati scelti tre siti campione in cui
l indagine Ł effettuata. Le tre localit selezionate per le loro peculiari caratteristiche
sono: Taranto, Isole Tremiti e Margherita di Savoia (figura 1.2.b). La prima zona
costiera Ł caratterizzata da uno stato di degrado notevole tanto da essere considerata
un area a rischio di inquinamento ambientale. La seconda area marina comprende, nel
suo interno, una Riserva Marina caratterizzata da acque di estrema limpidezza e da
praterie di Posidonia oceanica2. La terza area Ł caratterizzata da una situazione
2 La posidonia (Posidonia oceanica) è una pianta che vive al disotto della superficie del mare,
preferibilmente su fondali di sabbia o fango e, a differenza delle alghe, è suddivisa in radici, fusto,
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intermedia rispetto alle precedenti due e riguarda una fascia costiera in cui sono presenti
intense attivit turistiche, prevalentemente di tip o balneare.
Figura 1.2.b I siti campione del progetto IMCA
In IMCA sono previsti campionamenti quindicinali in un totale di 25 stazioni nei tre siti
selezionati, per ciascuna stazione vengono effettuate misure di grandezze fisiche,
chimiche e radiometriche, in particolare sono analizzati i seguenti parametri:
- temperatura [ C];
- salinit [ ];
- ossigeno [ppm e %];
- trasparenza [m];
- clorofilla [mg/l];
foglie, fiori e ovviamente frutti. Le praterie sono uno sbarramento naturale che contrasta la forza
del mare e l’erosione costiera e rappresentano l’anello di congiunzione tra i sistemi ecologici
marini e quelli terrestri. Una delle cause che può alterare l’equilibrio di questo importante
ecosistema è la diminuzione della trasparenza dell’acqua per motivi legati all’aumento dei
sedimenti in sospensione. Oltre che per la notevole quantità e diversità di organismi animali e
vegetali che la popolano, la sua importanza deriva anche dalla sua elevata produttività che
rifornisce il mare di ossigeno e nutrimento, con un ruolo ecologico paragonabile a quello delle
grandi foreste tropicali.
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- presenza di idrocarburi [µg/l];
- sali d azoto (ammoniaca, nitriti, nitrati) [mg/l];
- sali di fosforo (fosforo totale, ortofosfati) [mg/l];
Le analisi ed il prelevamento di campioni d acqua di mare interessano prevalentemente i
primi strati di acqua corrispondenti a quelli leggibili dallo spazio.
Elemento fondamentale di tutto il progetto sono i dati provenienti da sensori satellitari
che sono di vario tipo in funzione dell’applicazione che li utilizza. I sensori passivi nel
VIS/IR a media risoluzione spaziale ma dall’alta risoluzione temporale, quali MODIS o
MERIS, sono stati utilizzati per lo studio della qualit delle acque usufruendo dei dati
raccolti in mare.
La presente tesi, che si inserisce all interno di tale progetto, si prefigge come obiettivi la
calibrazione di misure di concentrazione di clorofilla effettuate dal fluorimetro presente
sul profilatore e la validazione dei modelli ottici applicati ai dati telerilevati.
1.3 Il telerilevamento: vantaggi e parametri biofisici
rilevabili
Gli ecosistemi costieri dipendono fortemente dall uso del suolo lungo le coste e nei
bacini idrografici ad essi afferenti, dagli apporti fluviali e dai vari processi aventi luogo
in mare. Lo studio ed il controllo di tali ecosistemi richiedono strumenti adeguati che
consentano di operare nelle scale spazio-temporali tipiche dei processi sotto
osservazione. Il telerilevamento offre la possibilit di ottenere una visione sinottica su
ampie aree, che non Ł possibile conseguire con i metodi tradizionali. Il telerilevamento Ł
l osservazione, fatta senza contatto diretto, delle propriet di un oggetto attraverso i
segnali elettromagnetici o acustici che esso produce in conseguenza della sua forma e
del suo stato fisico, chimico, termodinamico.
L osservazione della Terra, da una piattaforma orbitante nello spazio, pu avvenire solo
mediante rivelazione della radiazione elettromagnetica emergente dall oggetto nel
campo di vista dello strumento. Questo moderno sistema di indagine permette di:
- superare il concetto puntuale di campionamento a vantaggio di una descrizione spaziale
completa;
- valorizzare la misura puntuale in situ per estenderne il significato nello spazio
circostante;
- accedere a serie temporali di misure spazialmente distribuite;
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- comprendere, da una determinata distanza, quale siano la natura, lo stato delle superfici
investigate e l andamento di alcuni fenomeni non esclusivamente superficiali.
I settori applicativi piø importanti nei quali possono essere applicate le tecniche del
telerilevamento sono [4]:
- il controllo e la tutela dell ambiente (tramite la rilevazione di specifiche grandezze
prima e dopo gli eventi. in caso di inondazioni, frane, terremoti, eruzioni, erosioni del
suolo e delle coste, desertificazione, inquinamento del suolo e delle acqua, bonifica del
territorio;
- la gestione di risorse rinnovabili (come agricoltura, foreste, risorse ittiche) e risorse non
rinnovabili (come minerali, idrocarburi, geotermia).
Un ambito in cui il telerilevamento occupa un posto di primo piano riguarda lo studio
dell ocean colour . La misura del colore del mare (cioŁ lo spettro di luce visibile
emergente dalla superficie marina) Ł uno dei piø importanti strumenti per estrarre
informazioni sui processi biologici, geochimici e fisici che avvengono nell ambiente
costiero e marino [5]. Infatti molti aspetti di tali processi possono essere investigati
rilevando il colore del mare, anche se bisogna tenere presente che questo parametro Ł
relativo al solo strato superficiale, variabile all incirca tra 0 e 100 metri a seconda del
tipo di acqua. Tale strato Ł piø profondo, se le acque sono limpide, invece Ł piø
superficiale se le acque sono torbide, ricche di particolato e di sostanze disciolte e
sospese, perchŁ la luce non riesce a penetrare a fondo.
La terminologia ocean color, universalmente accettata e condivisa dalla comunit
scientifica internazionale dell Osservazione della Terra, indica la stima delle
concentrazioni delle sostanze presenti nelle acque marine e lacustri a partire dalle
propriet ottiche apparenti delle sostanze stesse, attraverso l utilizzo di dati telerilevati
da sensori ottici multispettrali e/o iperspettrali a media-elevata risoluzione geometrica.
La determinazione del fitoplancton nell acqua marina, quantificata con la concentrazione
di clorofilla a o con il coefficiente di assorbimento dei pigmenti materiali (aph), Ł il
maggiore obiettivo dell optical remote sensing.
Nell ambito dell ambiente marino la Marine Environment Unit del JRC (Joint Research
Centre) della Commissione Europea ha definito in ambiente costiero le tre applicazioni
principali del telerilevamento:
• Stima della variazione della concentrazione di solidi sospesi;
• Stima della concentrazione di clorofilla a ;
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• Stima della temperatura superficiale del mare.
In Tabella 1.3.a sono riportati i principali parametri relativi al monitoraggio delle acque
costiere stimabili tramite dati remoti e l accuratezza raggiungibile con i sistemi attuali.
Parametro Metodo misura
convenzionale
Unit di
misura Accuratezza
Temperatura Termometria C 1%
Torbidit Disco secchi; turbidimetro m 10%
Colore Colorimetria.
mg/L
scala pt
20%
Clorofilla a HPLC; spettrofotometria µg/L 10%
Sedimenti sospesi Filtraggio mg/L 25%
Sostanza gialla Filtraggio mg/L 5%
Tabella 1.3.a: Principali parametri relativi al monitoraggio delle acque costiere in funzione della
normativa vigente, stimabili tramite dati remoti con l accuratezza raggiungibile con i sistemi attuali.
Mentre per il monitoraggio degli effetti dell’erosione delle coste e delle modificazioni
del paesaggio costiero ad opera degli interventi di urbanizzazione, l’utilizzo del mezzo
satellitare Ł affermato e diffuso, per quanto riguarda l analisi della qualit delle acque
della fascia costiera il suo uso non Ł cos sviluppato sebbene le applicazioni ed il loro
utilizzo abituale sia in aumento. La grandezza, la cui misura da satellite oggi offre la
maggior affidabilit Ł senza dubbio la temperatura superficiale del mare. Attualmente
precisioni di circa mezzo grado sono ottenibili facilmente. Il problema principale su cui
si dibatte in questo caso, Ł relativo allo spessore dello strato di acqua di cui
effettivamente si misura la temperatura con il sensore su satellite. A causa dell’elevato
coefficiente di assorbimento dell’acqua nell’infrarosso termico, solo gli strati piø
superficiali di pochi millimetri contribuiscono alla radiazione elettromagnetica misurata
dal sensore remoto. Questo comporta che non in tutte le condizioni del mare, una misura
della temperatura di uno strato cos sottile sia indicativo del corpo d’acqua.
In definitiva, sebbene in alcune applicazioni il ruolo del telerilevamento Ł ormai
insostituibile, esso costituisce comunque un ausilio importante dei metodi piø
tradizionali di rilevamento della qualit di un amb iente costiero, ma non pu sostituirsi
completamente ad essi.
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1.4 Telerilevamento ottico passivo dell ocean color
1.4.1 Percorso e varie interazioni della luce per raggiungere il
sensore
Un sistema passivo nell ottico o nell infrarosso pe r il telerilevamento dell acqua utilizza
un sensore con uno stretto campo visivo, capace di rilevare l intensit della radiazione
elettromagnetica che raggiunge il sensore. Questo avviene registrando l energia radiante
in diverse bande spettrali centrate in lunghezze d onda opportune. Nel telerilevamento
passivo dell ocean color il sole Ł la fonte primaria della radiazione che Ł misurata dal
sensore. I fotoni emessi dal sole possono seguire, per , differenti percorsi prima di
raggiungere il sensore (figura 1.4.a).
figura 1.4.a. Percorso della luce per raggiungere il sensore
La radiazione che raggiunge il satellite Ł costituita da tre contributi:
a) la luce che, attraversando l atmosfera, Ł scatterata dalle particelle atmosferiche.Sono
possibili scattering multipli e a volte la luce che raggiunge il sensore Ł riflessa dalla
superficie del mare dopo lo scattering atmosferico;
b) la luce che Ł riflessa dalla superficie del mare;
c) la radianza ascendente dalla superficie marina dopo il back-scattering nell acqua.
Una delle componenti del segnale misurato dal sensore Ł quella dovuta alla radiazione
incidente sulla superficie marina che viene riflessa specularmente da quest’ultima nella
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direzione del sensore satellitare. Se la superficie del mare fosse perfettamente piatta,
l immagine rilevata da un sensore, che si trova nella direzione della riflessione
speculare, sarebbe approssimativamente quella di un disco solare (fig. 1.4.b (a)). Nella
realt la superficie marina Ł una superficie rugosa con rugosit che varia nello spazio e
nel tempo a causa del vento e delle correnti. Questo trasforma l immagine del sole
riflessa da un disco in una striscia (fig. 1.4.b (b)). L effetto principale della rugosit della
superficie Ł, quindi, quello di allargare l intervallo angolare entro il quale un osservatore
vede la riflessione speculare del sole (questo effetto Ł chiamato sunglint).
a) superficie marina quasi piatta b) superficie marina mossa
Figura 1.4.b: Esempio di riflessione speculare del sole nel caso di mare quasi completamente
piatto(a) e superficie mossa(b).
Se consideriamo un elemento di superficie marina, questo rifletter la radiazione solare
verso il sensore remoto se la sua pendenza e orientazione nello spazio sar tale da
soddisfare le condizioni imposte dalle leggi dell’ottica geometrica. Utilizzando il
concetto di raggio, proprio dell’ottica geometrica, tali condizioni sono (a) l’appartenenza
ad uno stesso piano della retta normale all’elemento di superficie marina e le direzioni tra
il sole, il sensore e l’elemento di superficie marina, e (b) l uguaglianza degli angoli tra la
normale alla superficie e le direzioni superficie-sole e superficie-sensore. Tali condizioni
possono essere soddisfatte per brevi istanti di tempo che si susseguono con un ordine
apparentemente casuale dipendente dallo stato ondoso della superficie marina.
PoichØ la radianza ascendente dalla superficie marina Ł l unico contributo da cui Ł
possibile ricavare informazioni sulla massa d acqua, si cerca di eliminare il contributo b)
costruendo dei sensori capaci di orientare opportunamente il rivelatore. Non si Ł, invece,