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tratti da riviste specializzate e, non da ultimo, dalle opere dei diretti interessati, in questo caso di
George Gurdjieff e i suoi discepoli e dei teorici sufi come al-Hallaj, al-Ghazzali, Ibn Arabī e Jalal
al-Din Rûmî.
Il legame con l’Oriente inizia alla fine degli anni Sessanta e da allora questo interesse ha continuato
ad essere il punto di riferimento costante nella vita del musicista e costituirà il filo conduttore
dell’elaborato. I capitoli sono stati suddivisi per tentare una visione d’insieme che, anche se non ap-
profondita nei dettagli, può far comprendere lo sviluppo di questi interessi. Le parti sono tre: la pri-
ma riguarda l’artista Franco Battiato ed è stata pensata guardando dapprima ad una breve biografia
e cronologia delle opere, poi attraverso un lavoro di comparazione e analisi sono stati affiancati ai
periodi di maturazione spirituale i testi di alcune delle canzoni più rappresentative. In questa opera-
zione mi sono accorto di come l’assegnazione di tappe nella ricerca spirituale ed esoterica
dell’autore siano concomitanti con le trasformazioni dello stile sia musicale che testuale.
Il lavoro è stato condotto seguendo due questioni in particolare che riguardano l’artista: quella della
ricerca e quella del viaggio dove la prima lo vede coinvolto sia sul piano artistico che personale,
dall’interno del proprio percorso verso l’esterno, e la seconda lo interessa su una dimensione pura-
mente metafisica, come fonte di esperienza per poter capire, evolvere e paragonare .Del resto ricer-
ca e viaggio sono due idee complementari: l’una si muove grazie all’altra e viceversa; i due concetti
non si possono separare e proprio Battiato ha assunto la conoscenza per poterli abbracciare e far
convivere assieme, tendendo la mano sempre ad una evoluzione dello spirito, di stampo gurdjieffia-
no, la cui forma musicale e semantica è solo un mezzo per raggiungere quello che egli chiama il
“miglioramento”.
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1. Franco Battiato: un percorso artistico e spirituale
1.1 La carriera discografica
Franco Battiato ripercorre nella sua carriera i linguaggi più disparati, con strategie compositive e
comunicative diverse sia a livello semantico che artistico ma in un’unità espressiva di fondo. Ecco
in estrema sintesi l’idea dell’artista sul ruolo comunicativo della propria musica:
In poche parole si può dire che trasformo le esperienze personali o il modo di intendere il
mondo, una filosofia di vita, […] trasformo questo pensiero in musica, in comunicazione.
[…] Ho sempre fatto questo, se mi entusiasma un autore sufi se non scrivo in una canzone
qualcosa de suo pensiero lo metto in un testo di presentazione insomma passa attraverso il
mio mezzo che è la musica.
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Ciò che fa da filo conduttore a tutti i lavori di Battiato, da quelli avanguardistici degli anni Settanta
fino ai giorni nostri, è una ricerca costante della bellezza, dell’armonia, della scorrevolezza del lin-
guaggio. L’approccio al problema della comunicazione artistica e musicale, come vedremo più a-
vanti, è stato dunque continuamente dominato da una forte tensione etica e spirituale.
E sarà proprio il percorso di rinascita spirituale, come la definisce lo stesso autore, a tracciare la
scansione cronologica di questo lavoro, che segna inevitabilmente senza soluzione di continuità an-
che uno sviluppo nei temi e nelle forme. La suddivisione cronologica della carriera di Franco Bat-
tiato vede molte opinioni contrastanti a seconda del criterio che si voglia adoperare, tematico o stili-
stico, piuttosto che storico-biografico. Senza proporre una taglio nuovo all’argomento già attenta-
mente analizzato finora da illustri musicologi e giornalisti specializzati, offro una versione persona-
le che tenga in considerazione soprattutto la crescita culturale dell’artista.
La prima trasformazione avviene con il passaggio da Jonia, il paese natio in provincia di Catania, a
Milano. Sono gli anni degli esordi nel panorama della la canzone italiana. Il secondo periodo, quello
sperimentale, segna, con l’album Fetus (Bla Bla, 1971), l’inizio della metamorfosi spirituale che lo
porterà all’alba degli anni Ottanta a ritornare alla forma canzone ma con una diversa consapevolez-
za che fa tesoro dell’esperienza progressive. L’altra grande trasformazione avviene con l’opera Ge-
nesi (Ricordi, 1987) e la successiva trilogia segnata dagli album Fisiognomica, 1988 – Come un
cammello in una grondaia, 1991 – Caffè de la paix, 1993, dove l’artista raggiunge una maturità spi-
rituale che gli permette di concentrare la propria attenzione su tematiche specifiche e di formulare
un proprio linguaggio musicale. Il percorso termina con l’album Il vuoto (Universal, 2007) che vede
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Cfr. SAPIENZA, DAVIDE, Franco Battiato. Mondi vicinissimi, dal mensile «Busadero», ottobre 1993.
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collaborare a fianco di Battiato il filosofo Manlio Sgalambro. Il sodalizio inizia nel 1995 in Come
un cammello in una grondaia (EMI), album che segna l’inizio di un nuovo periodo per l’artista
1.1.1 Il primo viaggio dalla Sicilia a Milano e le esperienze musicali (1965-1970)
Nato il 23 marzo 1945 in un paese della Sicilia orientale in provincia di Catania, Francesco Battiato,
si trasferisce a Milano all’età di diciannove anni. Qui fa le sue prime esperienze discografiche e ini-
zia ad esibirsi nei cabaret milanesi in particolare al Cab 64. Successivamente approda alle sale da
ballo dove lavora con la cantante Ombretta Colli e Giorgio Gaber il quale sarà il suo primo produt-
tore nel 45 giri La Torre/Le Reazioni (Saar, 1966), un album che si allinea con i testi caratterizzati
dall’elemento del disimpegno dei cosiddetti “urlatori” rappresentati da cantanti come Edoardo Vi-
nello o Mina.
Nel 1967 Battiato con il secondo album Triste come me / Il mondo va così (Jolly) tenta la canzone
esistenzialista, riflessiva cercando di emergere tra quei cantanti che, come i Nomadi o Caterina Ca-
selli o Celentano, scelgono di farsi portatori, attraverso la canzone, dei messaggi di protesta sociale
provenienti da artisti come Bob Dylan. Sempre nello stesso anno è ancora grazie a Gaber che Bat-
tiato fa il suo esordio in tv nell’ultima puntata del programma Diamoci del tu e sarà in questa occa-
sione che cambierà il nome d’arte da Francesco a Franco.
A queste prime apparizioni nel mondo dell’entertainment si aggiungono altre uscite discografiche: i
singoli È l’amore / Fumo si sigaretta (1968), Bella ragazza / Occhi d’or e Sembrava una serata
come tante / Gente, entrambi del 1969 per la casa discografica Phonogram/Philips.
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Di lì a poco la crisi, di carattere esistenziale, spirituale, che lo porta ad avvertire un rifiuto netto ver-
so il genere di produzione melodica che aveva perseguito sino a quel momento.
Non ne potevo già più delle canzonette da Disco per l’estate e anche se un mio pezzo, È l’amore,
aveva avuto una certa fortuna… non mi interessava più stare ad aspettare i risultati di un possibi-
le piazzamento al Disco per l’estate. E così ho maturato l’idea di fare musica elettronica… se-
guono gli anni della ricerca che andò avanti fino al 1978. Poi venne l’epoca delle canzoni.
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Un testo di quegli anni, precisamente del 1974 , No U turn da Clic (Bla Bla/Ricordi), può mettere in
luce meglio di tutte le biografie il punto d’inizio di questa ricerca:
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Cfr. LOVATO, VANNA, Franco Battiato. 1965-2007. L’interminabile cammino del Musikante, Roma, Editori Riuniti,
2007, p. 17-19.
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Cfr. PULCINI, FRANCO, Franco Battiato. Tecnica mista su tappeto. Conversazioni autobiografiche con Franco Pulcini,
Torino, EDT, 1992, p. 8-12.
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“Per conoscere/
me e le mie verità/
io ho combattuto/
fantasmi di angosce/
con perdite di io./
Per distruggere/
vecchie realtà/
ho galleggiato/
su mari di irrazionalità./
Ho dormito per non morire/
buttando i miei miti di carta/
su cieli di schizofrenia.”
Scopre così per necessità l’Oriente alla fine degli anni Sessanta avvicinandosi alla filosofia e alle
pratiche indiane – legge Sri Aurobindo e Paramahansa Yogananda, due filosofi e mistici indiani, cui
il secondo è noto per aver integrato le due grandi tradizioni religiose-spirituali del mondo, quella o-
rientale e quella occidentale – alla corrente mistica dell’Islam, il sufismo e alle pratiche di medita-
zione. Sul piano del linguaggio artistico-musicale questa trasformazione si traduce in un allontana-
mento dal mondo della musica leggera ed in un avvicinamento a quello dell’elettronica.
1.1.2 Il periodo sperimentale (1971-1978)
La pubblicazione del primo album Fetus (Bla Bla, 1971-1972), avvia il periodo progressive
dell’artista e la collaborazione con la casa discografica Bla Bla di Pino Massara, in seguito assorbita
dalla Ricordi. L’album contiene una sintesi di elementi stilistico/formali che contraddistingueranno
i successivi lavori dell’artista, compresi quelli del periodo pop. Emerge innanzitutto l’uso del colla-
ge nel montaggio dei suoni: a fianco del VCS3, usato più a scopo “terapeutico” che non per la ricer-
ca sonora in sè, c’è spazio anche per strumenti acustici quali il violino, presente anche nella succes-
siva svolta pop e la chitarra, ad esempio in Fenomenologia dove si sperimenta anche una forma mu-
sicale insolita, nuova nel panorama della canzone, composta da più sezioni distinte e accostate at-
traverso una sorta di collage: cinque momenti musicali di cui due ben definiti nella struttura della
strofa – A e C – e gli altri da contorno fanno da ponte. I testi sono pervasi da una terminologia spe-
cifica con un linguaggio prettamente scientifico che lo porta a costruire rime improbabili.
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Cfr. LOVATO, Franco Battiato, cit., pp. 20-25.
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Ha in questo album il suo esordio anche la tipica sonorità alla Battiato: la tecnica di allungare certe
vocali di fine parola o di scivolare sulle doppie consonanti vibranti, che ritroveremo lungo tutta la
sua carriera, una sequenza di accordi in successione diatonica accompagna una
La chiusura alla forma-canzone avviene a seguito del secondo LP, Pollution – che in inglese sta per
“inquinamento” – del 1972, un vero e proprio lavoro di progressive rock d’avanguardia. L’album è
caratterizzato da collage musicali e dall’uso persistente, coerente con i temi a sfondo biologico e
fantascientifico che vengono trattati, del VCS3 e dell’elettronica. I testi veicolano un invito
all’uomo ad una maggiore responsabilizzazione e a una riscoperta di sé, Ti sei mai chiesto quale
funzione hai è il titolo di un brano dove Battiato porta avanti una sensibilità, che pervade tutto
l’album, per le problematiche ecologiste denunciando radicalmente i danni del progresso sulla natu-
ra. Nello stesso anno conosce il compositore tedesco Karlheinz Stockhausen che sarà determinante
per la sua formazione musicale.
Nel 1973 esce Sulle corde di Aries nel quale convergono un’elettronica sofisticata e una particolare
forma di musica acustica che si rifà alla tradizione araba, mantenendo sempre fede al suo principio
di continuità tra pop/rock e musica colta. Sequenze e frequenze apre la tracklist, un brano in cui Bat-
tiato cura l’esposizione dei fiati sulle linee del soprano muovendosi al di fuori del sistema tonale. Il
tema è basato su un accordo di settima di dominante, recante gli stessi elementi melodici che intro-
ducono E ti vengo a cercare (in Fisiognomica, EMI, 1988). In Aries, invece, sono interessanti gli
ostinati ritmici, ottenuti dall’utilizzo pulsante delle linee melodiche iniziali. Il terzo brano
dell’album, Aria di rivoluzione, esprime la volontà di distinguere i piani sonori. Battiato, infatti,
conosce uno dei punti deboli delle composizioni elettroacustiche degli anni Settanta, ossia la man-
canza di diversificazione dei piani di ascolto che genera spesso muri sonori piatti. Da Oriente ad
Occidente, il quarto e ultimo brano dell’album, è composto di vari ambienti sonori, legati fra loro
dal filo conduttore testuale e quello musicale delle percussioni. I fiati, in primo piano rispetto
all’elettronica, ci portano progressivamente in un ambiente sonoro che richiama prima le melodie
delle danze rinascimentali poi quelle balcaniche e sul finire riconducono al tema originario, suppor-
tato da un bordone elettronico.
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L’ultimo lavoro della sua prima discografia sperimentale è Click (Bla Bla, 1974) totalmente dedica-
to all’opera del compositore Stockhausen. I brani sono quasi tutti strumentali, composti di movi-
menti elettronici e collage rumoristico-sonori in stile John Cage. In seguito passa dalla piccola eti-
chetta Bla Bla alla Ricordi; l’ultimo album del sodalizio con la casa discografica che lo ha accom-
pagnato lungo la prima fase del periodo di ricerca sperimentale è M.lle le Gladiator (Bla Bla, 1975).
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Cfr. VERZOLETTO, MARINA, Franco Battiato. La ricerca dell’Oriente tra classico e leggero, in «Letture», marzo
2000, nr. 565, Periodici S. Paolo.