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ABSTRACT
L'immigrazione di minori soli o, per meglio dire, non accompagnati dai genitori o da
altri adulti per loro legalmente responsabili, non è un fenomeno nuovo in Italia, ma solo
recentemente esso ha raggiunto una dimensione tale da richiedere un'attenzione maggiore,
sia dell'opinione pubblica che dell'autorità statale.
Il presente lavoro intende tracciare le linee generali di tale fenomeno mettendolo in
relazione sia con la questione immigrazione nel suo complesso, sia con il delicato ambito
della tutela dei minori.
I dati attualmente disponibili indicano che gli approcci posti in essere fino ad oggi non
hanno sufficientemente tenuto conto delle caratteristiche specifice di questi nuovi soggetti.
Basti notare il dato relativo alle fughe dai centri d'accoglienza
1
, o la percentuale di minori
non identificati sul totale dei minori registrati dal Comitato Minori Stranieri
2
.
Questi giovani migranti hanno bisogno di interventi specifici e mirati. Essi infatti
arrivando in Italia o in un altro paese di destinazione, varcano una doppia frontiera: non
solo quella geografica, come immigrati in un ordine statale che li esclude, ma anche quella
evolutiva ed anagrafica, come minori che si affacciano nel mondo degli adulti.
1 Vedi Paragrafo 3.1.1.
2 Vedi Paragrafo 1.4.
6
INTRODUZIONE
La questione immigrazione è quanto mai attuale al momento. Le pressioni sulle
frontiere statali si fanno sempre più forti e sebbene i controlli vengano inaspriti, queste
rimangono porose al transito illegale degli immigrati irregolari.
La ragione di ciò è evidente. Come è stato osservato da Zygmunt Bauman
3
infatti, gli
abitanti di un mondo globalizzato come il nostro si dividono in due grandi categorie:
“turisti” e “vagabondi”.
I turisti si muovono perchè trovano che il mondo alla loro portata (globale) è
irresistibilmente attraente, i vagabondi si muovono perchè trovano che il mondo alla loro
portata (locale) è inospitale, fino ai limiti della sopportazione. I turisti viaggiano perchè lo
vogliono; i vagabondi perchè non hanno altra scelta sopportabile
4
.
Per questa ragione i flussi d'immigrazione non potranno essere arrestati e sarà necessario
elaborare strategie efficienti d'integrazione perchè ogni intervento di altro tipo sarà inutile o
persino controproducente.
In un momento storico nel quale la figura dell'immigrato cambia e si evolve, ho provato a
riflettere su quale sia il segmento più debole di questo flusso di irregolari arrivando alla
conclusione che i minori, insieme alle donne, sono di certo i più vulnerabili. Ho osservato
inoltre che quando allarmanti titoli giornalistici annunciano l'ennesimo sbarco di clandestini,
la presenza di minori non accompagnati fra i passeggeri viene di solito appena accennata: il
fatto che dei ragazzi o ragazze di 16/17 anni avessero fatto un viaggio di migliaia di
chilometri attraverso il deserto ed il mare in condizioni disumane, non sembra degno di
nota.
Il presente lavoro, lungi dall'essere esaustivo sull'argomento, ha l'esplicita intenzione di
richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica, dell'autorità statale e dei diversi osservatori
del fenomeno immigrazione su questi nuovi soggetti dei movimenti migratori che registrano
presenze in aumento: nel novembre del 2009 i minori stranieri non accompagnati presenti
sul territorio italiano erano 7.988
5
ed il dato indica un trend in continua crescita.
La scelta di dedicare questo lavoro a moderni Remì
6
deriva inoltre dalla consapevolezza del
fatto che il fenomeno migratorio minorile, sebbene venga ancora interpretato come
un'emergenza nell'emergenza, debba iniziare ad essere visto come un'importante risorsa
sociale. Ogni fenomeno migratorio porta alla definizione di nuovi equilibri sociali e tale
processo può essere più o meno problematico. Ma quando parliamo di minori il rispetto del
loro superiore interesse
7
coincide inevitabilmente con l'interesse della società intera. Questi
3 Zygmunt Bauman (Poznam, 19 novembre 1925), sociologo e filosofo britannico di origini ebraico polacche, è
professore emerito di Sociologia nelle Università di Leeds e di Varsavia.
4 Z. Bauman, “Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone”, Edizioni Laterza, 1999, p. 103.
5 “Minori stranieri- Save the Children: forte impatto della legge sulla sicurezza, in vigore da sei mesi, su quelli non
accompagnati”, febbraio 2010 in www.meltingpot.org.
6 “Accompagnando Remì” è il nome del progetto d'accoglienza del Comune di Caltagirone, vedi Paragrafo 3.2.
7 Art. 3, Convenzione Internazionale dei Diritti del Fanciullo, 1989, New York
7
giovani migranti, se sottratti alla clandestinità e all'illegalità, possono essere considerati un
risorsa. Al contrario, se le politiche che li riguardano non riescono ad includerli nel sistema,
essi andranno facilmente ad incrementare le fila dell'illegalità, con grave danno per la
comunità nella quale cercano d'inserirsi.
Dopo aver tracciato le caratteristiche generali del fenomeno in relazione ad un contesto
globale, europeo e nazionale (Capitolo I), mi concentrerò sull'aspetto normativo
evidenziando carenze ed anacronismi (Capitolo II). Nel terzo capitolo affronterò
l'argomento dal punto di vista delle autonomie locali, le quali, essendo in prima linea nella
gestione del fenomeno, funzionano da cartina tornasole delle sue continue evoluzioni.
É doveroso ringraziare tutti coloro i quali hanno contribuito in vario modo alla realizzazione
di questo lavoro: la Dott.ssa Giuseppina Calvaruso, docente di Sociologia del Sistema Globale
presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, la Dott.ssa Maria Teresa Consoli, docente di
Politica Sociale e di Sociologia del Diritto presso la Facoltà di Scienze Politiche di Catania, il Dott.
Claudio Saita, docente presso la Facoltà di Scienze Politiche nonchè Direttore dell'unità
organizzativa del Comune di Catania per i rapporti con le Associazioni del terzo e quarto settore e le
ONG per la Cooperazione Decentrata, la Dott.ssa Rosaria Giuffrè, Vice Prefetto, Direttore Area
Immigrazione, la Dottssa Anna Maria Russo, Direttrice dell'Educandado Regina Elena di Catania,
Dott.ssa Angela Pascarella, Comunità di Sant'Egidio, Bader Belrhazi, mediatore culturale presso il
Centro di Accoglienza di Lampedusa.
8
CAPITOLO I
Il fenomeno dei separated children in Europa ed in Italia
1.1. Il fenomeno migratorio nell'epoca della globalizzazione
Molto è stato scritto e detto sui processi di globalizzazione. Assistiamo infatti da
tempo ad una globalizzazione economica, ma anche finanziaria, culturale e politica. É ormai
quasi un luogo comune riconoscere che i confini sono sempre più permeabili alla
circolazione di capitali, merci, mode, idee.
Ma è altrettanto evidente come essi tendano a chiudersi nei confronti della mobilità delle
persone. Almeno quando questa prende la direzione Sud-Nord nella geografia di un mondo
drammaticamente squilibrato. Eppure le migrazioni sono lì a testimoniare la relativa
porosità dei confini nazionali, malgrado gli sforzi di chiusura, e suggeriscono la continua
trasgressione delle regole che vorrebbero riservare la libertà di muoversi soltanto agli
abitanti delle zone ricche del pianeta
8
. Nonostante un crescente apparato di controlli
limitazioni e barriere, i migranti a livelli mondiale si aggirano, secondo gli ultimi dati forniti
dall'Organizzazione Internazionale per le Immigrazioni
9
, intorno ai 200 milioni. Sotto lo
strato dei grandi processi globalizzanti guidati da attori importanti, che vanno dalle
organizzazioni economiche internazionali alle imprese multinazionali, dai grandi operatori
finanziari ai governi dei paesi sviluppati, stanno dunque prendendo forma fenomeni
ufficialmente inattesi e indesiderati e tuttavia in crescita, che la recente letteratura ha
definito “globalizzazione dal basso”
10
: la globalizzazione delle persone comuni, delle
famiglie e dei sempre più numerosi giovani che reagiscono ad una localizzazione imposta,
incosciamente ma spesso anche cosciamente percepita, cercando altrove un futuro migliore.
Ma i migranti non si limitano a cercare rifugio nel mondo ricco. Arrivano anche perchè sono
indirettamente richiesti dalle economie sviluppate per colmare i vuoti dei sistemi
occupazionali
11
.I mercati del lavoro, dunque assorbono gli immigrati più facilmente dei
sistemi politici.
Zygmunt Bauman
12
, acuto analista della società postmoderna, traccia lo schizzo di una
nuova stratificazione sociale basata sulle categorie di “spazio” e “tempo”. Nel noto saggio
“Dentro la globalizzazione: le conseguenze sulle persone” (1999) osserva come il fenomeno
8 Ambrosini M., “Un'altra globalizzazione. La sfida delle migrazioni transnazionali.”, il Mulino, 2008, p. 7.
9 Fondata nel 1951, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) è la principale organizzazione
intergovernativa in ambito migratorio e l'Italia è uno dei paesi fondatori. Attualmente gli Stati Membri sono 127 e
quelli Osservatori sono 17, a cui si aggiungono 76 membri tra Organizzazioni Intergovernative e non Governative.
L'OIM ha una struttura flessibile e ha oltre 440 uffici dislocati in più di 100 paesi. Pur senza far parte del sistema
della Nazioni Unite, dal 1992 l'OIM mantiene lo status di osservatore nell'Assemblea Generale e collabora
strettamente con le Agenzie specializzate delle Nazioni Unite. Il Quartier generale dell'OIM è a Ginevra.
10 M.Ambrosini, “Un'altra globalizzazione. La sfida delle migrazioni transnazionali.”, il Mulino, 2008, p. 8.
11 Ibidem. L'autore si riferisce in questo caso ai lavori delle cinque “P”: precari, pesanti, pericolosi, poco pagati e
penalizzanti socialmente.
12 Zygmunt Bauman (Poznam, 19 novembre 1925), sociologo e filosofo britannico di origini ebraico polacche, è
professore emerito di Sociologia nelle Università di Leeds e di Varsavia.
9
della globalizzazione tocca la vita e il destino di miliardi di persone che lo subiscono però in
maniera passiva:
Quelli “in alto” sono convinti di viaggiare attraverso la vita di loro volontà e di scegliere le
varie destinazioni in base alle soddisfazioni che offrono. Quelli “in basso” spesso vengono buttati
fuori da dove vorrebbero stare
13
Nel 1975 sono state 2 milioni le persone costrette ad emigrare e assistite dall'Alta
Commissione delle Nazioni Unite per i Rifugiati
14
. Secondo il rapporto annuale presentato
recentemente dall'organizzazione, le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni,
alla fine del 2008 sono 42 milioni, dei quali 16 milioni di rifugiati e richiedenti asilo e 26
milioni di sfollati all'interno del proprio paese. Continuando a citare Bauman:
Per gli abitanti del primo mondo - il mondo extraterritoriale, sempre più cosmopolita, degli
uomini di affari globali, dei manager della cultura globale, degli accademici globali – i confini
statali sono aperti, e sono smantellati per le merci, i capitali e la finanza. Per gli abitanti del secondo
mondo i muri rappresentati dai controlli all'immigrazione, dalle leggi sulla residenza, dalle “strade
pulite” e dalla “nessuna tolleranza” dell'ordine pubblico, si fanno più spessi. […]
I primi viaggiano quando vogliono, dal viaggio traggono piacere […]
I secondi viaggiano da clandestini, spesso illegalmente. Accade ancora che paghino per l'affollata
stiva di barche puzzolenti e rabberciate più di quanto gli altri non paghino per il lusso dorato della
“classe affari”. Ciononostante, li si guarda con disprezzo e, se la fortuna non li assiste, vengono
arrestati e immediatamente deportati al primo arrivo
15
.
Negli ultimi due decenni i processi di globalizzazione hanno influenzato e accelerato i
movimenti umani e di conseguenza hanno dato anche un'importante spinta ai flussi
migratori che coinvolgono l'intero pianeta. Circa il 60% dei migranti è registrato in paesi
economicamente sviluppati, ma la migrazione tra paesi in via di sviluppo contina ad essere
un fenomeno consistente: l'Asia ospita circa 49 milioni di migranti, l'Africa 16 milioni e
l'America Latina e i Caraibi circa 6 milioni
16
.
1.2. Minori migranti
Nel panorama internazionale i minori migranti sono i nuovi protagonisti dei processi
migratori. Negli ultimi dieci anni la presenza dei minori soli, senza famiglia, negli
spostamenti umani è divenuto un fattore comune delle migrazioni a livello mondiale. Essi
13 Z. Bauman, “Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone”, Edizioni Laterza, 1999, p. 97.
14 L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (United Nations High Commissioner for Refugees) è
l'agenzia delle Nazioni Unite specializzata nella gestione dei rifugiati, fornisce loro una protezione internazionale e
assistenza materiale. È stata fondata il 14 dicembre 1950 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, iniziando ad
operare dal 1° gennaio del 1951.
15 Ibidem, pp.99-100.
16 The Global Commission on International Migration, “Migration in an interconnected world: new directions for
action. Report of the Global Commissio on International Migration”, october 2005, in www.gcim.org.
10
provengono da Cina, Sri Lanka, Kosovo, Romania, Turchia, Angola, dalla Repubblica del
Congo, dalla Sierra Leone, Costa d'Avorio, Etiopia, Somalia, Algeria, Marocco, etc.
Incoraggiati o inviati verso l'Europa dai loro genitori per avere una migliore istruzione, una
sicurezza economica, oppure fuggiti da una vita segnata da povertà, miseria e abusi e partiti
contro la volontà dei loro genitori. Venuti da soli o con amici della loro età, arrivati a piedi,
in camion, barca o aereo, e spesso introdotti in Europa grazie ai trafficanti calandestini.
Molti non parlano la lingua del paese dove si trovano, non conoscono i loro diritti e non
sanno a chi rivolgersi per chiedere aiuto
17
.
Il loro numero è drammaticamente aumentato ed in molti paesi di destinazione, fra i quali
l'Italia, costituiscono un segmento importante della popolazione alla ricerca di protezione e
asilo. In particolare, secondo l'ultimo rapporto dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite
per i Rifugiati
18
, nel 2008 più di 16.300 richieste di asilo sono state presentate da
unaccompained and separated children
19
in 68 paesi; circa il 4% del totale delle richieste
presentate ed il valore più alto dal 2006, da quando cioè l'UNHCR ha iniziato a raccogliere
questo tipo di informazioni. Nel 2007 (11.300 richieste in 58 paesi) e nel 2006 (9.900
richieste in 64 paesi) i valori registrati erano significativamente più bassi. Alla fine del 2008
le informazioni riguardanti l'età dei rifugiati e dei richiedenti asilo erano disponibili per 14,3
milioni di persone, circa il 42% del totale. I dati mostrano che bambini e ragazzi sotto i 18
anni rappresentano il 44% dei richiedenti asilo e rifugiati. In tutti i gruppi d'età ragazzi e
ragazze sono omogeneamente distribuiti (vedi Tabella 1).
Tabella 1. Sesso ed età dei rifugiati/richiedenti asilo e degli IDPs
20
secondo L'Alto Commissariato delle
Nazioni Unite per i Rifugiati alla fine del 2008
Categoria
Female
Male
0--4 5--11 12--17 18--59 60+ 0--4 5--11 12--17 18--59 60+
Rifugiati/R
ichiedenti
asilo
5% 9% 7% 24% 2% 5% 10% 8% 27% 2%
IDPs 5% 9% 7% 26% 3% 5% 10% 7% 26% 3%
Fonte: UNHCR, “2008 Global Trends: Refugees, Asylum-seekers, Returnees, Internally Displaced and
Stateless Persons”, 16 giugno 2009, in www.unhcr.org.
Risulta però purtroppo difficile recuperare un quadro nitido e completo sulle
questioni inerenti i minori stranieri non accompagnati perchè, come denuncia l'UNHCR
esistono significative differenze sia nelle modalità di registrazione come nelle pratiche delle
17 I. Lamb, “Interviews of children in France, Spain, Britain and Morocco”, in Council of Europe, Regional
Conference on “Migration of unaccompained minors: acting in the best interest of the child”, Malaga-Spain, 27-28
ottobre 2005, p. 201.
18 UNHCR, “2008 Global Trends: Refugees, Asylum-seekers, Returnees, Internally Displaced and Stateless Persons”,
16 giugno 2009, in www.unhcr.org.
19 Vedi paragrafo 1.3.1
20 Internal Displaced Persons (traduzione: profughi interni ai confini nazionali), www.unhcr.org.