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ABSTRACT:
Ogni giorno sentiamo notizie di bambini che vengono usati, dagli adulti, come
bersaglio principale di maltrattamenti, sevizie, abusi assurdi ed impensabili. Ma il
ribrezzo e l’incredulità si avverte maggiormente quando lo scenario in cui avviene la
violenza sui minori si configura nella propria casa, all’interno del nucleo familiare e
sono i genitori stessi a commetterla. Così che da luogo sicuro, dove dovrebbe regnare
l’amore e la massima protezione, per il bambino abusato, la sua stessa casa diventa il
luogo principale in cui regnerà il terrore e la sua tortura, e sono i genitori stessi a
perpetrare la violenza verso i loro figli così che da creatori, ne diventeranno i carnefici.
Tutte le famiglie possono sembrare normali, ma ci sono aspetti che dall’esterno è
impossibile vedere, poiché ricoperti dall’invisibilità.
Significante è la frase di Henri Laborit in cui afferma che: “ ci sono prigioni con
barriere, ma ce ne sono di più raffinate da cui è difficile fuggire, perché non si ha la
consapevolezza di esserne prigionieri”. Con questa frase si descrive esattamente
l’ambiente familiare che diventa “ la prigione” per i bambini da cui spesso non sanno
come uscirne, ma molto peggio nessuno verrà mai a sapere quello che avviene al suo
interno rendendo, in questo senso, la violenza “invisibile” e questi bambini altrettanto.
La scelta di questo tema per la stesura della mia tesi di laurea nasce dal mio desiderio di
protezione e di aiuto verso tutti i bambini, creature così indifese, bisognose di cure e di
amore ma che sono in grado di donare serenità e gioia a chi se ne prende cura. Tutti gli
esseri umani posseggono il diritto inviolabile alla vita, all’integrità fisica e morale e alla
libertà, diritti che, a mio avviso, dovrebbero essere garantiti a maggior ragione ai minori
che non sono capaci di difendersi dalla violenza e quindi possono essere usati
facilmente con l’uso della soggiogazione.
L’elaborato si compone di tre capitoli: nel primo capitolo inizio con la
descrizione della personalità dell’uomo, della sua struttura e delle varie teorie
susseguitesi nel darne una chiara definizione, soffermandomi soprattutto su quella che è
la personalità dei minori, spiegando la teoria dell’attaccamento da cui ne deriva il
rapporto con i genitori e la loro importanza nello sviluppo del minore, ed infine la
descrizione delle personalità psicopatiche. La personalità rappresenta la chiave d’inizio
per la spiegazione di tutte le problematiche e le conseguenze date dalla violenza e
descritte nel secondo capitolo. Quest’ultimo, iniziando con una breve spiegazione su
cosa si intende per violenza invisibile, presenta una descrizione su tutte le tipologie di
violenza perpetrabili sui minori, sia psicologiche che sessuali, per poi proseguire con le
conseguenze, le forme di resistenza all’abuso, il suo ciclo e il ruolo che assume l’altro
genitore, quello non abusante. Infine concludo la tesi con la difficile rilevazione di
questi abusi così sottesi e come essi possono essere rilevati grazie agli indicatori
dell’abuso, alla testimonianza del minore o la denuncia da parte dei soggetti che si
occupano di minori, ma ancora il ruolo fondamentale della scuola in questo.
Importantissimo poi, visto che sarà la mia professione, è il ruolo dell’assistente sociale
nei casi di violenza sui minori, considerando che i servizi sociali sono i principali
referenti dei minori e si occupano della loro protezione e tutela. Verranno infine
individuati i possibili interventi sui minori abusati in riferimento anche alla legislazione.
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CAPITOLO I
La personalità umana
Per comprendere al meglio l’argomento trattato in questo elaborato, è utile
partire innanzi tutto dall’uomo e dalla sua personalità. Non è facile spiegare la
personalità dell’uomo, in quanto studi, ricerche e indagini svolte sull’uomo per capirne
la sua struttura e come esso sia formato, hanno, da sempre, cercato di dare risposte
sicure e chiarimenti, ma grazie alla contrapposizione di versioni e pensieri differenti
susseguitesi a seconda delle diverse correnti di pensiero e alle diverse concezioni che
ogni teoria e scienza possiede, questo non è possibile. Si può quindi affermare che non è
possibile dare una definizione sicura della personalità.
Il mistero della personalità umana è stato esplorato fin dai tempi più antichi,
prima ancora di divenire oggetto di studio della psicologia moderna; gli interrogativi
circa il comportamento umano,la sua formazione e la sua prevedibilità sono dunque
antichissimi e lo studio della mente, in quanto scienza, cerca di darne risposta
elaborando modelli e rintracciando regolarità.
A conclusione delle possibili risposte alla domanda su cosa sia la personalità, se
ne deduce che non esiste una definizione condivisa in egual modo da tutti, ma il termine
personalità viene usato in modo così ampio da poter dire che, studiare la personalità,
per alcuni significherebbe individuare i meccanismi che interessano l’inconscio,
secondo altri, invece, significa osservare e individuare quali comportamenti e condizioni
l’hanno prodotto
1
. Il chè, ci fa chiaramente capire come concezioni totalmente differenti
si contrappongono, tali da far concepire la psicologia della personalità come un
<<complicato intrico di idee slegate e incoerenti tra loro>>
2
.
Carl G. Jung definisce la personalità così:
<< La personalità intesa come una complicata realizzazione della totalità della
nostra natura è un ideale irraggiungibile. Il fatto di essere irraggiungibile però non è
mai un obiezione valida per un ideale, perché gli ideali non sono altro che guide e mai
mete.>>
3
I.1 La struttura della personalità umana
Poniamo l’attenzione adesso su alcune categorie rilevanti per gli studi della
personalità e per la sua definizione, costruendone così, man mano, uno studio
approfondito per capirne la sua struttura.
Secondo Mcrae e Costa, la maggior parte delle teorie sulla personalità si
occupa, seppur in maniera differente, di cinque classi principali che appartengono alla
sfera della personalità:
Tendenze di base
Caratteristiche adattive
Concetto di sé
1
L.D. Blas. “Che cos’è la personalità”, Roma,Carocci editore, 2007
2
L.D.Blas “ Che cos’è la personalità”, pag. 7
3
G. Invernizzi, C. Bressi, “Manuale di psichiatria e psicologia clinica”, Milano, IV edizione pag.401
6
Condizioni ambientali
Biografia
Le tendenze di base sono quelle variabili cui si ascrive un’origine biologica; tra
queste sono presenti le abilità intellettive, i bisogni fisiologici e i tratti. Qualità che
l’uomo possiede per natura.
Per caratteristiche adattive si intendono, invece, quelle variabili che derivano
dall’interazione individuo-ambiente e fanno riferimento a quello che il soggetto è in
grado di fare, come atteggiamenti, valori religiosi, sociali e politici, obiettivi personali,
ruoli sociali.
Il concetto di sé riguarda la percezione che si ha di se stessi, ciò che si pensa e il
valore che si attribuisce a se stessi. È la costruzione della propria identità.
Con condizioni ambientali si fa riferimento a quelle variabili che influenzano
l’individuo e che provengono dall’esterno, dalle persone a cui si fa riferimento come
genitori, educatori,coetanei e soprattutto all’ambiente in cui il soggetto vive e agisce.
Questi ultimi hanno un ruolo centrale.
4
Un ruolo importante ricopre anche la biografia, intesa come un insieme di
eventi ed esperienze accaduti alla persona, che aiutano la costruzione del proprio vissuto
e del proprio sé interiore.
5
Da questa descrizione è possibile associare la personalità alla figura geometrica
di un poliedro: il cosiddetto<<poliedro della personalità>>
6
, in quanto l’uomo è un
essere razionale, ed è rappresentato da un insieme di “facce”, a sua volta la faccia
rappresenta un aspetto della personalità, quindi si può correttamente affermare che la
personalità vista in questo modo non sarebbe altro che un insieme di aspetti quindi di
conoscenze,di vissuti, esperienze, competenze linguistiche, cognitive, valori,
atteggiamenti e capacità che ognuno di noi possiede e che raffigurano il nostro modo di
essere, di esprimerci e di operare.
Tutte caratteristiche che rendono ogni persona unica e irripetibile. Ecco, la
personalità è proprio questo, la rappresentazione del proprio aspetto interiore.
7
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la personalità come
<<una modalità strutturata di pensiero, sentimento e comportamento che caratterizza il
tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto e che risulta da fattori costituzionali,
dallo sviluppo e dall’esperienza sociale. Sono modi costanti di percepire, rapportarsi e
pensare nei confronti dell’ambiente e di se stessi, che si manifestano in un ampio
spettro di contesti sociali e personali>>.
8
Nella comprensione del termine è utile, a questo punto, mettere in atto una
distinzione e differenziare i termini di personalità, temperamento e carattere. Termini
che, a mio avviso, tendono a contrapporsi concettualmente per indicare la stessa cosa.
4
A tal proposito e utile ricordare la citazione di Marcel Proust, “la personalità sociale è una
creazione del pensiero altrui.”
5
L.D. Blas. “Che cos’è la personalità”,Roma, Carocci editore, 2007
6
N. Malizia, “Profili antropo- criminologici e medico legali dei fenomeni di abuso sui minori” pag. 5
7
N. Malizia, “Profili antropo- criminologici e medico legali dei fenomeni di abuso sui minori”, Torino,
G.Giappichelli editore.
8
G.invernizzi, C. Bressi, “Manuale di psichiatria e psicologia clinica”, Milano, V edizione pag.401
7
Per Temperamento si può definire il substrato biologico del funzionamento
psichico, per esempio la disposizione alle attività o a specifiche emozioni, che connota
gli aspetti più stabili e presenti fin dalla nascita.
Mentre il Carattere è inteso come una dimensione più circoscritta rispetto alla
personalità. Rappresenta il funzionamento abituale dell’individuo che integra le
richieste interne e quelle esterne.
La Personalità origina dal latino persona, termine che indicava la maschera usata
dagli attori durante le loro scene teatrali. Il teatro antico contemplava un certo numero
di maschere che simboleggiavano il passaggio da una fase di vita ad un'altra più matura.
Inizialmente, quindi, la personalità significava quello che l’attore rappresentava sulla
scena, ma piano piano ha mutato il suo significato per indicare quello che è presente
dietro la maschera. Così dalla finta rappresentazione siamo passati a toccare l’aspetto
più profondo dell’esistenza dell’individuo.
Le definizioni di personalità da parte dei diversi autori sono molteplici. Il più
antico precursore dello studio della personalità fu Ippocrate, egli sostenne che gli
individui possono essere suddivisi in quattro tipi personologici in base ai quattro umori
del corpo: il sangue, la bile,l’altro bile e la linfa; da cui si avranno i quattro tipi di
personalità in base alla prevalenza di umore sugli altri: melanconico, collerico,
flemmatico, sanguigno. Cicerone definì la personalità come <<l'aspetto e la dignità di
un essere umano>>.
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Gordon Allport, sviluppando i suoi studi sul concetto di personalità, affermò che
le definizioni su tale concetto erano talmente tante che sembrava essere una categoria
astratta. La sua definizione di personalità: “ è il modello che ciascuna persona, da essere
pensante, sviluppa come modalità di interazione con i tratti di cui e dotato, i contesti
sociali con cui viene a contatto e le esperienze della sua vita”. Il valore della personalità
viene definito così dal tipo di reazione, positiva o negativa, e dalla risposta collettiva
che riesce a suscitare. Contemporaneamente egli definì anche una visione biofisica
definita da caratteristiche appartenenti al soggetto che potevano essere descritte e
misurate. Alcune teorie ne vedono una funzione integrativa della personalità, altre sulla
funzione adattiva che traduce lo stile di ogni individuo di adeguarsi all’ambiente.
Altri autori hanno definito la personalità come l’insieme coerente e complesso di
aspetti che definiscono l’individuo come essere unico singolare, irripetibile e che
rappresenta l’autentica assenza del nostro essere. Un concetto che spesso si confonde
con quello di personalità e quello di identità, che viene a crearsi secondo un processo
graduale durante le varie fasi di sviluppo psicoevolutivo.
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Pervin osserva che il dibattito si basa su cinque principali temi, che vengono
affrontati in maniera diversa: il primo tema è quello della questione natura/ambiente che
vede come l’ereditarietà e l’apprendimento influenzano molto il comportamento e
contraddistinguono la persona. Una seconda questione riguarda la persona legata alla
situazione in cui si trova e il determinato comportamento che assume, nient’altro quindi
che vedere se una persona si comporta in un determinato modo perché prende questa
decisione in modo autonomo, oppure perché dettata da condizionamenti situazionali. Il
terzo tema è la stabilità delle caratteristiche che contraddistinguono una persona e fino a
9
Peter Hofstatter, “Psicologia", Milano, ediz. Feltrinelli, 1964
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G.invernizzi, C. Bressi, “Manuale di psichiatria e psicologia clinica”,Milano, V edizione