2. Motivazione e scelta dell’ argomento
Il sistema televisivo in digitale terrestre, modificherà notevolmente il nostro
modo di rapportarci ad esso. Ci ritroveremo come in un grande magazzino, dove
possiamo prendere ciò che vogliamo per poi pagare alla cassa. Allora ho pensato:
perché non mettere sugli scaffali anche dei prodotti destinati all’evangelizzazione o
comunque dei contenuti confezionati da professionisti destinati ad elevare la persona
umana e migliorarne la comunicazione? Da qui nasce la mia curiosità, valutare le
possibilità del nuovo sistema, e la prospettiva, per una azione culturale.
3. Un problema attuale: Chiesa e televisione in Italia.
La pastorale odierna della Chiesa italiana in merito alla comunicazione sociale
tenta di creare le condizioni per un uso consapevole della televisione. La formazione
rientra tra gli obiettivi. Un approccio critico aiuta ad avere una maggiore
consapevolezza degli effetti del mezzo, ma ciò non basta. La televisione è ormai entrata
nelle nostre case, è diventata parte integrante della nostra quoditianità, e sarebbe
moralistico – come spesso accade – predicare la sua eliminazione. Francesco Casetti,
dal Congresso mondiale delle tv cattoliche, lancia una sfida e provocazione: “È
opportuno chiedersi se le istituzioni ecclesiastiche debbano essere presenti in prima
persona nel panorama mediale, e in particolare nel panorama televisivo.”
1
Il problema si pone con una molteplicità di sfaccettature: come il medium
televisivo influisce sulla cultura, sulla percezione dei valori e scelte etiche. Come la
1
CASETTI,F., Il sistema televisivo nell’evoluzione dei media, (in), Osservatorio Comunicazione &
Cultura, Ed . Fondazione Comunicazione e Cultura, Roma, 2007, p. 10
6
Chiesa italiana è presente e assente nel mondo televisivo, come gestisce le proprie
risorse di tv diocesane.
4. Percorso dello svolgimento
Capitolo I. - Affronto il concetto di Mediamorfosi. Per meglio comprenderne il
significato ho ripercorso la storia del sistema televisivo italiano dal 1954 ad oggi, e nel
contempo ho tentato di capire quale significato dare al termine media di fronte
all’evoluzione digitale.
Capitolo II. - Analizzo la migrazione del segnale televisivo dall’analogico al
digitale terrestre con un approccio sociologico. Ciò che comporta il cambiamento e gli
sviluppi sociale connessi al passaggio del nuovo sistema mediale.
Capitolo III. - Definisco il concetto di cultura, in rapporto con la comunicazione
sociale, in particolare con il medium televisione in digitale terrestre, e nell’ottica di una
evangelizzazione della cultura nel contesto del cammino della Chiesa Italiana.
Capitolo IV. - Questo capitolo vuole essere la presentazione per l’elaborazione
di un proposta pratica da far rientrare nel Progetto Culturale della CEI. La svolta
tecnologica offrirà alle Diocesi italiane una opportunità, quella di divenire fornitrice di
contenuti per le emittenti televisive locali.
Capitolo V. – Questo capitolo è la bozza di un progetto che analizza in dettaglio
come attivare una Agenzia per la fornitura di contenuti per una emittenza locale in
tecnologia digitale terrestre.
7
Capitolo I
Storia della Televisione in Italia
1.1. Mediamorfosi
Negli ultimi due decenni abbiamo assistito ad una vera e propria digitalizzazione
della nostra vita. Siamo, infatti, passati da un sistema basato sull’analogico ad uno con
caratteristiche digitali. Gran parte degli aspetti della vita umana è stato trasformato in
bit, cioè nei più piccoli elementi fondamentali dell’informazione: una sequenza
numerica binaria formata da una serie di 1 e 0.
Ogni sorta di apparecchio si sta digitalizzando: supporti musicali, macchine
fotografiche, telecamera, e naturalmente computer, cinema e televisione. Oggi, anche se
evidentemente il mondo reale rimane analogico, siamo nell’era del digitale. Termine
che ha ormai perso la sua connotazione tecnica per acquisire un significato più vasto,
con un richiamo sia alla disciplina sociologica e antropologica. Si tratta di una vera e
propria rivoluzione dei sistemi.
Quando si parla di digitale si pensa a un mondo di alta tecnologia, un mondo
prodotto dal lavoro di esperti informatici spesso giovanissimi, le cui regole di
funzionamento e processi restano cosa misteriosa. Un mondo precluso alla
comprensione dei più. La retorica del digitale tende a relegare la maggior parte di noi
nel ruolo di consumatori, magari entusiasti, ma fondamentalmente incompetenti.
Se l’epoca del digitale fosse solo una moda, la separazione fra i pochi iniziati e i
molti consumatori incompetenti potrebbe in fondo non preoccuparci. La realtà tuttavia
8
è ben diversa: quella prodotta dalle tecnologie del digitale, dai nuovi media, dagli
sviluppi dell’informatica e telematica, non è una moda passeggera ma una vero e
proprio sovvertimento che produce una divisione (digital divide)
2
tra gli attori sociali.
“A cavallo del nuovo secolo esso è considerato una delle principali sfide alle quali le
società devono fare fronte, non solo nei paesi più arretrati ma anche in quelli più
sviluppati”
3
. Una rivoluzione che porta con sé conseguenze culturali, politiche,
economiche di immenso rilievo. Ciò avviene perché il cambiamento tecnologico non
comporta soltanto l’introduzione di prodotti nuovi, ma viene anche incorporato un
cambiamento nel processo di produzione, di diffusione e di fruizione.
Il processo che si è innescato è una vera mediamorfosi che poggia su più pilastri.
Roger Fidler, da questa definizione:
“Mediamorfosi non è tanto una teoria quanto un percorso
evolutivo delle tecnologie dei mezzi di comunicazione, ovvero il
processo di trasformazione mediale frutto di una complessa
interazione di bisogni percepiti, pressioni competitive e
politiche, e innovazioni sociali e tecnologiche.”
4
In altre parole, guardando alla comunicazione come a un sistema complesso, si
può vedere come la nascita di una nuova tecnologia o di un nuovo medium non avvenga
mai spontaneamente o indipendentemente, ma emerge sempre da altre tecnologie o
media all’interno di contesti socioculturali che possono a loro volta accelerarne o
2
Il divario digitale indica una forma di disuguaglianza che riguarda l’accesso alle nuove tecnologie di
comunicazione.
3
SARTORI, L., Il divario digitale, Internet e le nuove disuguaglianze sociali, Ed. Il Mulino, Bologna,
2006, p. 7
4
FIDLER, R., , Mediamorfosi. Comprendere i nuovi media, Editore Guerini e Associati, 2000, p. XII
9
rallentarne l’evoluzione. Questo concetto aiuta a svincolarci dalla tentazione di vedere
l’innovazione tecnologica come sviluppo sequenziale e indipendente e a riporre invece
l’attenzione a una coesistenza di vari fattori che favoriscono la trasformazione
tecnologica e culturale. I principi della mediamorfosi, applicati da Fidler avvengono non
solo ai domini del documento (stampa) e alla comunicazione interpersonale, ma anche
al dominio dei broadcast.
A partire dai primi anni Sessanta si è assistito a una vera esplosione di
applicazioni che hanno, più o meno silenziosamente, permeato i nostri ambienti
cambiando impercettibilmente molte abitudini personali e sociali. Questa incredibile
espansione di nuove tecnologie è dovuta alla convergenza di due campi fino allora
indipendenti: quello delle comunicazioni e quello dell’informatica. È proprio grazie a
questa congiunzione che le già fiorenti applicazioni tecnologiche si moltiplicano a ritmo
quotidiano. Questa inaspettata fioritura di applicazioni ha sviluppato un senso di
accelerazione storica che ha dato come risultato una compresenza di euforia e disagio,
che spesso sono sfociate a livello di opinione pubblica in un duplice schieramento: gli
integrati e gli apocalittici.
5
Con varie sfumature intermedie questo duplice polo persiste
anche oggi di fronte al continuo mutamento culturale e tecnologico.
Se ci fermiamo ad analizzare i caratteri della società contemporanea, non
possiamo fare a meno di prendere atto che le dinamiche del cambiamento, l’evoluzione
e quindi la trasformazione sono tutti elementi profondamente legati ad un unico fattore:
l’avvento delle nuove tecnologie. La comunicazione si è arricchita di nuovi codici e,
soprattutto, di mezzi di veicolazione del messaggio che superano ogni barriera di spazio
e di tempo. Un buon punto di partenza per affrontare l’argomento – oggetto di questo
capitolo – consiste nell’interrogarsi sulla possibile definizione di media.
5
ECO, U., Integrati e apocalittici, Milano, Bompiani, 1964.
10
1.2. Definizione di media
I timori vissuti tra l’Ottocento e il Novecento quando i mass media fecero la loro
comparsa si stanno riproponendo con una nuova veste.
L’universo comunicativo attuale, ha cambiato (e sta cambiando) in tutto le
abitudini di consumo (si pensi alle differenze esistenti fra stampa, radio, televisione,
cinema...), l’interazione poteva risultare difficile, se non del tutto impossibile. Con il
digitale, questa situazione cambia radicalmente. Informazioni di tipo diverso vengono
gestite dallo stesso mezzo attraverso lo stesso linguaggio, quello digitale. Il termine
deriva da digit (in inglese «cifra», unità numerica, che deriva a sua volta da latino
digitus, dito che serve per numerare) e caratterizza il modo di procedere dei moderni
computer. Tutte le informazioni, di qualsiasi provenienza siano, sono tradotte in codice
binario.
6
Questo nuovo sviluppo influenza profondamente la civiltà. “Una nuova
tecnologia non aggiunge e non sottrae nulla: cambia tutto.”
7
Un primo livello di
complessità nella definizione dell’oggetto-media è costituito proprio dai codici
utilizzati, che possono essere differenti.
De Sola Pool (1917 – 1984)
8
, già prima della sua scomparsa, aveva individuato
cinque aspetti della comunicazione elettronica:
6
Nella storia delle tecnologie digitali hanno giocato un ruolo essenziale gli studi di Claude Shannon,
iniziatore della teoria dell'informazione, che tra gli anni Trenta e Quaranta mise in relazione l’attività dei
circuiti elettrici (chiuso/aperto).
7
BALDINI, M., Storia della comunicazione, Ed. Newton & Compton editori s.r.l., 2003, p. 88
8
Studioso di scienza politica e di comunicazione, ha a lungo insegnato al MASSACHUSETTS
INSTITUTE OF TECHNOLOGY. Al momento della sua scomparsa avvenuta nel 1984, aveva
11
1. La distanza non costituisce più una barriera alla
comunicazione, di conseguenza l’organizzazione dell’attività
umana subisce profondi cambiamenti.
2. Testo parlato, testo scritto e immagini sono rappresentati e
trasmessi con lo stesso tipo di impulsi elettici, un comune
flusso digitale. La separazione tra le varie forme sta
diminuendo.
3. In questa società dell’informazione, gran parte del lavoro e
del tempo libero ha a che fare con la comunicazione.
4. Elaborazione e comunicazione si stanno unificando, il che
significa che comunicare e ragionare non sono più attività
separate. I messaggi trasformati in cifre binarie, oltre ad
essere trasmessi in maniera elettronica possono essere
manipolati e trasformati da dispositivi logici.
5. La rivoluzione dei mass media viene invertita: anziché
diffondere messaggi identici a milioni di persone, la
tecnologia elettronica permette di adattare i messaggi alle
specifiche esigenze del singolo.
Le illazioni della mediamorfosi in atto sono quelle fin qui descritte. Le
conseguenze sia linguistiche, tecniche, sociologiche e antropologiche, nel bene e nel
male influiranno su numerosi aspetti della vita. Viviamo in un’epoca dove tutto ci
appare accelerato, il motivo sostiene Paul Saffo, “non dipende dal fatto che le singole
tecnologie stiano procedendo a un ritmo più veloce o che gli eventi si stiano verificando
ultimato la stesura del suo ultimo libro, in cui esprimeva con grande lungimiranza le conseguenze
politiche e sociali della rivoluzione tecnologica.
12