affrontare se vuole adottare al meglio un processo di category management; prima il
discorso è stato affrontato per le aziende commerciali, successivamente per quelle
industriali.
Quindi dopo aver analizzato il micromarketing e il category management
singolarmente, è iniziata l’analisi del rapporto tra i due, di cosa li accomuna e di
cosa li differenzia; successivamente si è cercato di capire se in futuro sarà possibile
attuare un lavoro congiunto. In particolare, nel terzo capitolo si è svolta l’analisi del
rapporto tra micromarketing e category management in tutti i suoi aspetti; si è partiti
dalla segmentazione riscontrando che tra i due essa risulta molto più simile di
quanto potrebbe apparire ad un primo sguardo; si è passati poi alle leve di retailing
mix dove non è stato possibile un vero e proprio raffronto, ma piuttosto si è
sottolineato quali leve vengono utilizzate in un caso e quali nell’altro, in particolare
si è cercato di capire come mai nel caso del category management vengono
utilizzate determinate leve e perché nel micromarketing ne vengono utilizzate delle
altre. Nell’ultimo paragrafo di questo capitolo si analizza, invece, il controverso
rapporto tra industria e distribuzione, come questo influenza i due strumenti e si
noterà come si rivela estremamente necessaria una collaborazione se le aziende
vogliono mettere in atto il micromarketing o/e il category management.
Nel quarto ed ultimo capitolo si prova a guardare al futuro: si parte dall’
analisi dell’utilizzo delle nuove tecnologie, in particolare internet, prima nel caso del
category management poi del micromarketing, notando come queste non solo sono
necessarie, ma indispensabili per uno sviluppo dei due strumenti. Nel secondo
paragrafo si cerca di capire quale potrebbe essere lo sviluppo futuro del
micromarketing e del category management, cercando infine di comprendere come
potrebbe risultare un lavoro congiunto dei due, quali vantaggi apporterebbe alle
aziende, ma anche quali sarebbero gli ostacoli e i limiti da superare per poter
implementare tale processo.
4
CAPITOLO 1
IL MICROMARKETING
In questo primo capitolo si è analizzato il micromarketing partendo dalla sua
definizione fino ad arrivare a quelle che, allo stato attuale, sono le barriere che
limitano lo sviluppo del marketing diretto nelle aziende commerciali.
Nel primo paragrafo si è data una definizione di micromarketing. Tornando
indietro nel tempo, si sono analizzate le differenti definizioni, per cercare di capire
come si è giunti a quella odierna. Successivamente si sono passati in rassegna gli
accostamenti più comuni che frequentemente vengono fatti con il micromarketing,
cercando di spiegare le differenze che in realtà sussistono tra i diversi termini, e
provando a chiarire ulteriormente il concetto di micromarketing.
Nel secondo paragrafo si è svolto un excursus storico del micromarketing,
partendo dagli anni ’20 e ’30, in cui erano le società che vendevano per
corrispondenza ad attuare le prime azioni di marketing diretto; fino ad arrivare ad
oggi dove, grazie alla tecnologia e in particolare ad internet, il micromarketing è
diventato uno strumento che, se ben utilizzato, può risultare molto proficuo per un
numero crescente di aziende.
Nel terzo paragrafo si è cercato di analizzare come il micromarketing venga
utilizzato dalle aziende commerciali, in particolare si è parlato dello strumento che
più di tutti sta alla base delle politiche di marketing diretto che un’insegna può
sviluppare: il programma fedeltà.
Nel quarto paragrafo si è scesi nel dettaglio, analizzando quali sono i
principali strumenti di micromarketing che vengono utilizzati come mezzo di
comunicazione con il cliente. Si è parlato, quindi, di direct mail, di call center, di
SMS, di internet ed e-mail, di chioschi elettronici e di marketing alle casse.
5
Nel quinto ed ultimo paragrafo si sono analizzati i limiti e le barriere che
un’azienda commerciale, che intende intraprendere la via del micromarketing, può
incontrare sul suo cammino.
6
1.1 COS’È IL MICROMARKETING: CONCETTO E LOGICA DEL
MICROMARKETING
Si definisce micromarketing “l’orientamento dell’impresa a riconoscere,
misurare e sfruttare le diversità dei clienti indirizzando le azioni di marketing verso
specifici segmenti target, con finalità di acquisition, retention ed extention”
1
. Si
ricorda che per acquisition si intende la conquista di nuovi clienti, per retention il
mantenimento dei medesimi nel tempo, mentre con l’espressione extention si indica
l’aumento delle quantità/varietà acquistate dal cliente presso l’azienda nel tempo.
Si è parlato per la prima volta di micromarketing nel 1993, quando fu definito come
“una segmentazione spinta del mercato finale per raggiungere piccoli target di
clienti, grazie al supporto dell’information tecnology”
2
. In seguito si è iniziato a
parlare di micromarketing anche per le imprese commerciali, che lo realizzano
“differenziando le variabili del retail mix - in particolare assortimento e prezzi – dei
punti vendita di uno stesso formato, in funzione delle caratteristiche della domanda e
dell’offerta locale”
3
. Come si intuisce dalle definizioni fin qui proposte, il
micromarketing è un insieme di logiche e strumenti che, attraverso il rapporto
continuativo con i clienti, mirano ad ottenere informazioni utili per raggiungere gli
obiettivi dell’impresa, sia che siano di tipo generale come conservare i clienti,
svilupparli o acquisirne di nuovi, o di tipo più specifico come supportare le vendite
di una specifica categoria di prodotti, o ad uno specifico segmento di clienti.
L’importanza della segmentazione, della differenziazione e della relazione con il
cliente fa sì che spesso il termine micromarketing venga confuso con altri, che
hanno delle caratteristiche in comune, ma che in realtà si riferiscono ad altri
concetti. Tra gli accostamenti più comuni
4
si possono riscontrare, ad esempio, quello
1
Fonte: Ziliani C., Lugli G., 2004, pag. 1
2
Fonte: Ziliani C., Lugli G., 2004, pag. 2
3
Fonte: Ziliani C., 1999, pag. 2
4
Fonte: Ziliani C., Lugli G., 2004
7
tra micromarketing e relationship marketing. Il relationship marketing, o marketing
relazionale, è un filosofia di marketing che ha come obiettivo primario il
coinvolgimento del cliente oltre che la fedeltà dello stesso. Attraverso questa
filosofia si cerca di instaurare una relazione di fiducia con il cliente. Senza dubbio il
micromarketing può avere quest’obiettivo, ma sicuramente non è l’unico. C’è da
tener presente, inoltre, che nel settore grocery la possibilità di coinvolgere il cliente
è limitata dalla natura stessa del processo di acquisto di tali beni, che risulta banale e
ripetitiva. Altro accostamento comune è quello che viene fatto assimilando il
micromarketing ai programmi fedeltà. Infatti, per avere sempre maggiori
informazioni sul cliente quasi la totalità delle le imprese utilizzano i programmi
fedeltà, in particolare le raccolte punti basate sull’uso delle carta fedeltà e/o di
pagamento. Intuitivamente si deduce che tali promozioni sono sicuramente utili per
aiutare e perfezionare l’attività di micromarketing, ma di sicuro non sono sinonimo
della stessa. Spesso, inoltre, è facile confondere il micromarketing con il marketing
one-to-one. Con il termine marketing one-to-one, si indica la propensione di
un’azienda ad instaurare relazioni durature con ogni singolo cliente. È per questo
che le imprese orientate a questo tipo di marketing cercano di realizzare una
personalizzazione del prodotto, oltre che a ricercare una comunicazione diretta ed
interattiva con il cliente, ad esempio attraverso l’utilizzo di internet. In effetti se si
estende la personalizzazione del prodotto fino a comprendere anche elementi come
la presenza di promozioni, di informazioni aggiuntive e servizi ad hoc, i due concetti
risultano molto simili. Ma la differenza tra i due concetti risiede nell’estrema ricerca
della relazione con il cliente del marketing one-to-one; in realtà molto più adatta ai
settori dei beni problematici. Altri confondono il micromarketing con il database
marketing. Il database marketing è “l’uso di database per raccogliere e analizzare
dati e informazioni sui clienti, anche provenienti da fonti diverse, con le quali creare
8
strategie e tattiche di marketing”
5
. Il micromarketing, che per sua natura si basa su
un database clienti, è certamente una forma di database marketing.
Altro accostamento che spesso viene fatto è quello tra micromarketing e direct
marketing. Il direct marketing, o marketing diretto, viene attuato attraverso tre
attività: l’analisi delle informazioni sui singoli clienti, la definizione di strategie e la
loro implementazione per ottenere una risposta diretta dai clienti stessi; tutte queste
tre attività hanno lo scopo di acquisire e conservare clienti. Inteso in questo modo, il
marketing diretto risulta molto simile al micromarketing. Nella realtà, però, spesso
accade che l’espressione direct marketing è usata per indicare semplicemente l’invio
di comunicazione pubblicitaria al consumatore, indistinta e massificata. L’attività di
micromarketing è molto più ampia in quanto comprende l’analisi di un database e la
conseguente segmentazione, che permette una comunicazione più mirata e
personalizzata. Ulteriore accostamento che spesso si verifica è quello tra
micromarketing e marketing interattivo. Per marketing interattivo s’intende qualsiasi
attività di comunicazione che possiede alcune caratteristiche, tra cui la capacità di
rivolgersi al singolo individuo, quella di memorizzare la risposta data dal singolo e
la capacità di incorporare tale risposta nelle comunicazioni/interazioni successive.
È facile intuire che per attuare tale tipo di comunicazione è necessario possedere un
database clienti, si può affermare che il marketing interattivo è uno strumento per
realizzare attività di micromarketing. Infine, si riscontra spesso l’assimilazione del
micromarketing al customer relationship management (CRM). Negli ultimi anni
sono apparse numerose definizioni di Customer Relationship Management
6
:
• per alcuni il CRM è un altro modo per dire marketing relazionale,
infatti è ritenuto un mezzo per identificare, acquisire e conservare la
fedeltà dei clienti;
5
Fonte: Ziliani C., Lugli G., 2004, pag. 3
6
Fonte: Ziliani C., Lugli G., 2004
9
• per altri il CRM è un insieme di strumenti per rendere più semplici le
attività di contatto con i clienti stessi. Se però quest’attività non è
supportata dall’analisi, dalla segmentazione e dalla differenziazione
della comunicazione ai i singoli clienti, viene sono migliorata
l’efficienza di marketing, ma rimane comunque un approccio molto
massificato;
• altri vedono il CRM come un insieme di strumenti per l’integrazione
dei dati e delle informazioni che collegano l’impresa al consumatore
finale. Con il diffondersi dei nuovi media digitali aumenta
notevolmente la quantità di informazioni che viene generata dal
rapporto impresa-cliente, per questo risulta molto importante
l’integrazione, l’armonizzazione e il coordinamento di tali
informazioni. Questa è la ragione del successo del CRM, in quanto
avere a disposizioni un profilo per ogni singolo cliente, continuamente
aggiornato, permette di ottenere una maggiore soddisfazione del
cliente stesso e di conseguenza un aumento della sua fedeltà,
permettendo, inoltre, una maggiore personalizzazione del servizio. Il
concetto di base del micromarketing comprende la raccolta delle
informazioni sul cliente, tramite diversi mezzi di comunicazione, e la
loro integrazione; è intuibile, quindi, come per questo genere di
attività risultano molto utili le tecnologie di CRM.
Tutti i concetti sopra elencati hanno molti punti in comune, per questo sono
facilmente confondibili e spesso vengono utilizzati come sinonimi. Quello che di
base hanno in comune queste diverse forme di marketing si comprende andando
indietro nel tempo per analizzare come nasce e si sviluppa il micromarketing,
operazione che viene svolta nel paragrafo seguente.
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