8
struttura aziendale all’ambiente (di quest’ultimo aspetto faremo solo
un breve cenno).
Un altro obiettivo, è stato quello di dimostrare che il
micromarketing è un orientamento strategico con il quale l’azienda
commerciale risponde alla varietà/variabilità del mercato, costruendo
un vantaggio competitivo duraturo. Nel fare questo si è sottolineato
come, la finalità prima dell’orientamento di micromarketing è la
soddisfazione del consumatore che si traduce in fedeltà cognitiva
all’offerta aziendale e che la realizzazione delle finalità di
micromarketing procede per gradi successivi e costruisce il suo
vantaggio sul fronte delle risorse immateriali di fiducia e di
competenza dell’impresa.
Il micromarketing fa leva sul patrimonio di informazioni
dell’azienda per rispondere in modo puntuale ai due aspetti della
complessità ambientale: l’eterogeneità della clientela e delle aree di
mercato.
L’orientamento di micromarketing si declina in due attività
operative: i programmi fedeltà e il micromerchandising, o gestione
dell’assortimento. In questo lavoro verrà ampliato il tema dei
programmi fedeltà, condizione necessaria ma non sufficiente, di un
orientamento di micromarketing.
Guardando al mercato con una visione globale si avrà un quadro
che varia molto da Paese a Paese, dove la Gran Bretagna rappresenta
il caso di evoluzione maggiore dei programmi fedeltà tanto da trovarsi
in una situazione di quasi saturazione del mercato. Da questo quadro
emerge però che le pratiche di fidelizzazione sono molto simili e si
basano su due criteri: il grado di segmentazione della clientela e la
modalità di differenziazione delle condizioni.
9
Più spinta è la segmentazione, più vicina è l’azienda
commerciale alla realizzazione di un rapporto personalizzato con la
clientela, e più puntuale può essere la manovra delle leve del retail
mix per perseguire i propri obiettivi particolari. Più orientato
all’educazione del cliente nel tempo è il criterio di differenziazione,
maggiore è la possibilità di migliorare la qualità totale della quota di
mercato.
L’ultimo obiettivo, che si è voluto raggiungere, è stato quello di
dimostrare come le aziende possano raggiungere le loro strategie sia
nel mercato fisico, attraverso le carte fedeltà, sia in quello virtuale,
attraverso la rete Internet.
Il lavoro è composto di una parte teorica (i primi tre capitoli) ed è
concluso da un caso pratico, il caso Nordiconad, per cercare di dare
uno sguardo alla realtà e vedere come un’azienda tra le più importanti
nel settore distributivo italiano sviluppa sul campo i concetti descritti
nella trattazione.
Il lavoro è diviso in quattro capitoli: nel primo si vuol dare al
lettore un’idea dell’evoluzione del rapporto tra l’impresa e il cliente
evidenziando, come nel corso del tempo, quest’ultimo abbia acquisito
sempre una maggior importanza finendo per divenire oggi il centro
delle decisioni aziendali. Per questo motivo, uno degli aspetti che sarà
curato con più attenzione riguarda la fidelizzazione del cliente e più in
particolare, il passaggio dalla customer satisfaction alla customer
loyalty. In questo passaggio si indicherà il percorso evolutivo che
l’impresa dovrà svolgere al fine di portare i clienti migliori allo stadio
più alto di fedeltà, la loyalty, che comprende sia l’aspetto
comportamentale che cognitivo.
10
Nel secondo capitolo introdurremo il concetto di
micromarketing, spiegandone finalità natura e logiche, cercando di
capire attraverso quali strumenti le imprese si propongono di
fidelizzare il cliente.
In questo contesto, analizzeremo gli interrogativi che sorgono
sviluppando una politica di micromarketing, soffermandoci soprattutto
su segmentazione e tecnologia; daremo inoltre un’ampia descrizione
degli strumenti che permettono all’azienda di seguire questo
orientamento tra i quali spiccano le fidelity card.
Queste ultime saranno ampiamente analizzate e ci condurranno
all’interno del terzo capitolo dove saranno trattati i programmi fedeltà.
Questi programmi verranno ampiamente analizzati sia nel
mercato fisico che in quello virtuale attraverso lo studio delle strutture
e delle leve che permettono al distributore di incentivare i
comportamenti di acquisition e di retention.
Vedremo come viene segmentata la clientela, come vengono
differenziate le condizioni in base al cluster di appartenenza, i vari tipi
di benefici e sconti che i retailers hanno sperimentato per cercare di
differenziarsi dalla concorrenza. Tutto questo lavoro sarà
accompagnato dalla citazione di esempi pratici dei retailers più
importanti nel mercato (i dati provengono dall’Osservatorio Loyalty
Cards dell’Università di Parma che dal 1997 raccoglie dati e
informazioni sui programmi fedeltà nel mondo, monitorando inoltre
con continuità l’attività di 50 imprese europee ed americane della
distribuzione grocery e non).
11
Infine, nel quarto capitolo, verrà presentato il caso di Nordiconad
che si svilupperà secondo il sentiero percorso durante il terzo capitolo;
dopo la presentazione della struttura dell’azienda verranno analizzati
gli sviluppi del micromarketing nel mercato fisico, a partire dal 1997
anno di implementazione del programma fedeltà attraverso
l’emissione di Carta Insieme, e nel mercato virtuale dove l’azienda è
presente con il sito www.cartainsieme.it.
12
CAPITOLO I
L’evoluzione del rapporto impresa-cliente: dalla
soddisfazione del cliente ai processi di
fidelizzazione
1. Origine del tema della soddisfazione del cliente e primi
approcci
Il tema della soddisfazione del cliente è stato, ed è tuttora,
oggetto di grande interesse da parte dell’impresa e degli studiosi dei
fenomeni legati ad essa. L’idea del soddisfacimento dei bisogni e
desideri del consumatore, e quindi la sovranità dello stesso come
condizione necessaria al successo dell’impresa appare già negli anni
’50 determinando una rivoluzione nell’ambito del marketing
management. I primi studiosi ad aver introdotto tale concetto sono
stati Drucker
1
e Levitt
2
affermando la centralità della soddisfazione
della clientela nell’orientamento strategico dell’impresa.
Se la soddisfazione del cliente non si può considerare un
fenomeno recente va anche detto che le imprese hanno cominciato a
valutarla in modo sistematico, ed a sviluppare modelli gestionali solo
a partire dagli anni ’80. In realtà, l’approccio adottato dalle imprese si
1
Drucker P., in The pratice of management, 1954.
2
Levitt T., “Marketing myopia “ in Harward business review, n.38-3, 1960.
13
è incentrato sull’aspetto della qualità totale, che è un concetto ben
distinto da quello di soddisfazione.
E’ opportuno ricordare che la soddisfazione del consumatore ha
un’applicazione che va oltre gli aspetti imprenditoriali. Verso la fine
degli anni ’60 sotto la spinta esercitata dalle associazioni dei
consumatori negli Stati Uniti vennero effettuati studi con lo scopo di
analizzare la performance dei mercati nel soddisfare bisogni e desideri
dei consumatori come aiuto alle decisioni che il governo federale
avrebbe preso in materia di regolamentazione del settore del consumo.
In ordine alle implicazioni di carattere politico, economico e sociale è
significativo il caso della Svezia che per prima ha istituito un
indicatore su scala nazionale della soddisfazione del cliente in base a
dati ricavati annualmente tramite indagini sui clienti delle più
importanti aziende industriali e di servizi.
Parlando degli aspetti prettamente manageriali per comprendere
quali sono i fattori all’origine dell’approccio alla soddisfazione del
cliente va anzitutto considerato come l’impresa si rapportava con il
mercato e quali cambiamenti sono intervenuti nel tempo.
L’approccio storicamente adottato dalle imprese alla produzione
e al mercato è stato quello della produzione di massa costruito, sulla
base di tre assunti fondamentali: a) prevedibilità e controllabilità
dell’ambiente; b) necessità di ricondurre varietà e variabilità delle
esigenze della domanda entro i limiti di tolleranza dei processi
produttivi; c) considerazione del consumatore quale variabile esterna
all’impresa, passiva e condizionabile attraverso un massiccio flusso di
comunicazioni unidirezionali pubblicitarie e promozionali.
14
In molti mercati si sono avuti cambiamenti che hanno portato
alla nascita di un nuovo approccio al mercato, questi possono essere
suddivisi in tre macrocategorie come vedremo in seguito.
L’analisi della customer satisfaction costituisce un momento
conoscitivo di importanza centrale ai fini dell’acquisizione e del
consolidamento di vantaggi competitivi difendibili nel lungo periodo.
Il confronto concorrenziale si esercita, infatti, sul terreno delle
preferenze della domanda che, con le proprie scelte, sancisce il
successo o l’insuccesso delle politiche di marketing attuate dalle
imprese; la posizione che ciascun offerente può occupare nel mercato
si rivela dunque tanto più solida quanto più ampi e solidi sono i motivi
di preferenza indotti nei consumatori attraverso la differenziazione
globale dell’offerta, che si traduce in prezzi più favorevoli o in
prodotti più aderenti alle configurazioni individuali di gusti.
Al di là di tali configurazioni di carattere generale, la rilevanza
della customer satisfaction risulta chiaramente attestata, e per certi
aspetti, accresciuta da alcune tendenze evolutive del rapporto
domanda-offerta in atto nelle economie avanzate (Figura 1.1 pagina
seguente) sulle quali soffermeremo brevemente la nostra attenzione
nei prossimi paragrafi.
15
Figura 1.1 - Le tendenze che enfatizzano la criticità della customer
satisfaction.
Fonte: Valdani E., Busacca B., Costabile M., in ”La soddisfazione del
cliente. Un’indagine empirica sulle imprese italiane”., Milano, 1994,
p. 3
Criticità della customer
satisfaction
Progressivo incremento
della pressione
concorrenziale
Dinamica evolutiva
della domanda
Integrazione di grappoli di
bisogni
Crescente rilevanza
delle risorse
immateriali
16
2. Evoluzione nella domanda e nel comportamento dei
consumatori finali
Il venire meno degli assunti su cui si basava il modello della
produzione di massa ha comportato una crescente articolazione della
società e il nascere di una nuova figura di consumatore, svincolato dal
soddisfacimento di bisogni elementari e standardizzati, caratterizzato
da dinamiche sempre più complesse in virtù di aspettative crescenti in
termini di rapporto qualità prezzo.
Nel contempo, il sostanziale incremento della complessità
ambientale ha ridotto il ruolo giocato da fattori sociologici di carattere
generale nella formazione delle preferenze individuali, accrescendo il
valore attribuito dalla domanda alla varietà-variabilità dell’offerta,
nonché all’appagamento di esigenze immateriali ed espressive.
Tutto ciò si traduce nella coesistenza di modelli comportamentali
eterogenei, che restringono drasticamente le opportunità connesse
all’adozione di approcci indifferenziati alla domanda, evidenziando
l’obsolescenza delle chiavi di lettura socio-demografiche
tradizionalmente utilizzate per interpretare la struttura e le tendenze di
sviluppo dei mercati.
L’innalzamento della qualità ricercata si accompagna ad una
maggiore competenza nel valutare le alternative di acquisto, frutto di
una crescente disponibilità di informazioni, conseguenza del processo
di diffusione ed integrazione della tecnologia applicata al mondo delle
telecomunicazioni. I consumatori oggi possono, anche grazie ad
internet, acquistare tutti i giorni, 24 ore su 24, assicurandosi il meglio
17
alle condizioni migliori mediante comparazioni attente e consapevoli
condotte a costi contenuti.
Il consumo viene sempre più ad assumere una componente
individualistica e personalizzata, infatti, il consumatore ricerca nei
prodotti la capacità di soluzione dei problemi ed attribuisce quindi
valore non all’oggetto in sé quanto ai risultati della sua utilizzazione.
In quest’ottica, ai fini del raggiungimento della desiderata
posizione concorrenziale risulta impossibile prescindere dall’analisi
continuativa della soddisfazione dei consumatori, alla luce dei trend
culturali emergenti nella società nonché della costante evoluzione dei
sistemi di segni utilizzati dagli individui per significare le proprie
scelte di consumo. Né va dimenticato che la crescente complessità
delle esigenze della domanda si riflette in un progressivo incremento
della complessità dell’offerta, riconducibile sia all’innalzamento del
contenuto tecnologico dei mix produttivi sia all’espansione della loro
varietà e variabilità. L’effetto congiunto dell’aumento della
complessità nel rapporto domanda-offerta si riassume nella
formazione di grappoli di bisogni interconnessi, ovvero nella tendenza
della clientela a rivolgersi ad un unico fornitore per la soddisfazione di
un insieme integrato di esigenze
3
. Tendenza ricollegabile non solo alla
crescente complessità dei prodotti, ma anche alla sempre maggior
rilevanza che le componenti immateriali dell’offerta e gli aspetti
relazionali e fiduciari assumono nei rapporti di scambio.
3
Un’analisi degli influssi che l’evoluzione della domanda è suscettibile di esercitare sul piano
analitico e metodologico nell’ambito del processo di formulazione delle condotte concorrenziali è
contenuta in Fiocca R., “Evoluzione dei consumi e politiche di marketing”, Milano, 1990; in
Busacca B., “Analisi del consumatore, territorio competitivo, definizione dell’offerta” Economia
& Management, vol.10, 1989, pp. 64-76 e “L’analisi del consumatore, sviluppi concettuali e
implicazioni di marketing”, Milano, 1990.
18
Tale incremento della complessità ha portato da un lato il cliente
ad acquisire una maggiore indipendenza nei confronti dell’impresa ma
dall’altro fa sì che il cliente stesso rappresenti una grande opportunità
per l’impresa in un’ottica basata non più sulla singola transazione ma
bensì sulla costruzione di una relazione duratura nel tempo. Questo
amplia le opportunità per l’impresa in termini di estensione del suo
mercato a campi di attività complementari se non addirittura diversi da
quelli tradizionali ma determina un notevole incremento nei rischi
connessi alla disattesa delle aspettative palesate dalla domanda. Per
l’impresa diviene fondamentale creare rapporti di partnership con i
clienti, ossia dedicare risorse all’osservazione e all’ascolto del cliente
in modo da internalizzarlo nell’impresa e quindi essere in grado di
generare concetti di prodotto che anticipano i bisogni e i desideri
futuri del cliente.
Questi cambiamenti investono, in particolare, la funzione di
marketing che viene ad assumere una crescente dimensione strategica
nella personalizzazione dell’offerta, dal mercato di massa si passa così
a mercati altamente segmentati, nei quali si attua un dinamico
adattamento, fondato su una creativa politica di differenziazione, dalla
produzione al consumo, dal marketing di nicchia si passa al marketing
personalizzato, che si basa sullo sviluppo del rapporto diretto con il
cliente e più in generale nell’ottica relazionale.
19
3. L’aumento della pressione concorrenziale
Lo sviluppo internazionale delle imprese dovuto in gran parte
all’effetto dei processi di globalizzazione dei mercati è l’elemento che
meglio spiega l’ampliamento e l’intensificazione della situazione
competitiva, determinando nuove politiche da parte delle imprese e
più in particolare l’instaurarsi di un orientamento incentrato non solo
sul cliente ma, più in profondità, sulla stabilità della relazione come
elemento centrale del vantaggio competitivo dell’impresa. Questo
orientamento può e deve essere costantemente migliorato, per
conseguire un vantaggio strategico difendibile nel tempo e misurato
sia in termini assoluti, rispetto ad uno standard di eccellenza, sia in
termini relativi, rispetto ad uno o più concorrenti di riferimento.
Questa fase si caratterizza per l’affermazione di un nuovo
modello di impresa basato su una complessa configurazione delle sue
attività internazionali e sul coordinamento ed integrazione delle sue
competenze e risorse, disperse nel pianeta.
E’ senza dubbio una nuova impresa dotata di efficienza globale
di scala, ma nello stesso tempo sensibile alle specificità della domanda
locale, a cui cerca di adattare l’offerta dei suoi prodotti e servizi.
Un’impresa che si distingue dai modelli gestionali precedenti per la
sua predisposizione organizzativa, altamente flessibile, capace di
assicurare una risposta differenziata al coordinamento e
all’integrazione delle sue risorse internazionali.
I due elementi che meglio illustrano l’allargamento della
concorrenza sono: a) l’emergere di nuovi modelli produttivi basati
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sulle forti innovazioni tecnologiche che si sono avute negli ultimi
decenni b) i costanti processi di liberalizzazione dei mercati e di
apertura del commercio mondiale (si pensi a tal proposito al recente
ingresso della Cina nell’organizzazione mondiale del commercio con i
suoi due miliardi e passa di potenziali consumatori).
Per quanto riguarda il primo punto, le barriere di tipo
tecnologico, il carattere di forte orizzontalità delle nuove tecnologie,
suscettibili di applicazione in un insieme molto ampio di contesti
produttivi, da luogo a fenomeni di interdipendenza e rivalità
trasversale tra business che un tempo non erano in concorrenza tra
loro, indebolendo con ciò i tradizionali confini settoriali definiti in
funzione di rigidi criteri merceologici.
L’altro elemento, come abbiamo detto, è il venire meno di
monopoli nazionali difesi da barriere all’entrata di tipo normativo, e
più in generale il processo di liberalizzazione dei mercati. Si può
pensare al caso del nostro paese con riferimento a settori come quelli
delle telecomunicazioni prima e dell’energia dopo, che hanno
conosciuto a partire dagli anni ’80, processi di privatizzazione e
liberalizzazione dei relativi mercati. Ciò ha determinato un
allargamento della situazione competitiva con l’ingresso, tra l’altro, di
nuovi operatori di nazionalità non italiana.
Più in generale possiamo affermare che l’impatto a livello
aggregato dei fenomeni sinteticamente descritti si estrinseca in una
crescente rilevanza delle politiche di differenziazione dell’offerta,
rendendo sempre più critica, sotto il profilo concorrenziale, la capacità
di soddisfare le attese del consumatore.