2
E' necessario, dunque, partire da un’indagine, diretta a conoscere non solo i
traguardi realizzati, ma anche i tentativi non riusciti, cercando di capire
perché ciò sia avvenuto, in quale ambito e per quali cause.
Il campo di ricerca si riferisce all'attività del Tribunale per i
Diritti del Malato , in particolare nelle regioni Sicilia e Calabria.
Per poter conoscere l’attività del TDM, ho ritenuto fondamentale ricercare il
materiale necessario, non solo nella rassegna stampa, ma anche nell’archivio
delle denunce, che costituiscono, in un certo senso, se non il nucleo,
sicuramente un elemento rilevante del lavoro del Tribunale stesso, proprio
per effettuare anche uno studio statistico dei casi affrontati e di quelli risolti.
Ma, relativamente alla documentazione tenuta nella sede nazionale del
3
Movimento Federativo Democratico - TDM, l’ufficio non appare ben
organizzato. Non ho potuto accedere all’archivio delle denunce, perché, mi
è stato detto, pare sia andato disperso durante uno dei traslochi effettuati da
una sede all’altra del Tribunale. Ho quindi cercato di aggirare l’ostacolo,
chiedendo direttamente ai responsabili del SAIG (Servizio di assistenza e
informazione giuridica)
1
i dati dell' archivio delle denunce presentate dal
TDM. Anche in questo caso, l' esito è stato negativo: nonostante le ripetute
richieste, fatte via telefono, oltre che di persona, quando mi sono recata,
varie volte, alla sede di Roma, ho avuto diverse promesse, qualche spiegazione,
ma nessuna risposta.
1
Dal 22 gennaio 1999, il SAIG ha assunto la denominazione di “Coordinamento Giustizia per i diritti”,
nell’ambito della decisione della Direzione nazionale del Movimento federativo Democratico, di adottare - a
titolo sperimentale - la nuova denominazione “Cittadinanza attiva”. La nuova denominazione del Saig non ne
cambia, comunque, il tipo di attività.
4
La rassegna stampa del Mfd-Tdm è curata in maniera assidua
e completa solo da pochi anni a oggi e, comunque, rifarsi solo su quanto
riportato dalla stampa, dà inevitabilmente una visione limitata e parziale
dell’impegno del Tribunale: non tutto, infatti, è riportato dai giornali. Nella
valutazione complessiva dell'azione del Tribunale per i diritti del malato,
non sarà dunque la “quantità” di notizie raccolte sulla sua attività, il metro di
giudizio, ma la sua incidenza sul piano sociale e politico.
Storicamente, il Tribunale per i Diritti del Malato è stato
istituito, nel 1980, dall'art.5 dello Statuto del Movimento Federativo
Democratico, che testualmente recita: "Il Tribunale per i diritti del malato è
promosso dal Movimento federativo democratico e coordinato al livello
nazionale da un organo nominato dal segretario politico nazionale. Al
5
livello di base il Tribunale può costituire sezioni dotate di autonomia
giuridica”.
2
Dunque per conoscere gli obiettivi del TDM è necessario
ricollegarsi alla struttura del Movimento Federativo, alla sua storia e alle sue
finalità. Non soltanto perché il MFD è, anagraficamente, precedente al
Tribunale del Malato, ma perché parlare di questo senza dire dell’altro, non
avrebbe molto senso. Il Tribunale per i diritti del Malato, infatti, è parte attiva
del MFD, e questo agisce tramite il TDM, che è espressione pratica della
filosofia e dell’ideologia del Movimento federativo, e ne traduce in concreti
interventi le teorie e le impostazioni.
2
Statuto del Movimento federativo Democratico, Parte Prima, art.5.
6
Spesso le attività si sovrappongono come fossero un unico
organismo: il MFD si esprime, per quello che concerne la sanità in senso
lato, attraverso il Tribunale.
Per definire con precisione il percorso storico, ma anche la
matrice politica e ideologica del Movimento Federativo Democratico, ho
intervistato Giancarlo Quaranta, uno degli ideatori del MFD, del quale è
stato anche presidente fino al 1990, per conoscere, direttamente dalle sue
parole, le ragioni e i percorsi del Tribunale per i diritti del malato.
Quanto raccontato da Quaranta sulla storia, le basi ideologiche, la struttura
del Mfd e, quindi, del Tribunale, dà alcuni spunti fondamentali per capire
quanto peso abbia avuto, e quanto seguiti ad averne, il Movimento stesso
nella vita sociale del Paese, nel rapporto con le istituzioni e con la gente.
7
MFD: ideologia, cultura e nascita di un movimento
Le radici del Tribunale, e prima ancora del MFD, hanno come punto di
origine il gruppo cattolico “Febbraio ‘74”. Il nome nasce dal fatto che
questo movimento ha preso parte ad un Convegno sui mali di Roma,
organizzato nel mese di febbraio del 1974.
Dopo qualche anno “Febbraio ‘74” entrò in crisi, perché era legato alla
cultura dei cattolici democratici: “…si proponeva di sfidare la DC sui terreni
della laicità”.
3
3
Giancarlo Quaranta, “Sesto potere”, Liguori -1989, p.68/69.
8
Aveva anche come obiettivo di tradurre in termini laici molti termini della
teologia della liberazione, però arrivò ad una specie di crisi di vitalità.
Nello stesso tempo ebbe l’incarico di fare una ricerca sulla realtà giovanile
cattolica in Italia. Da questa indagine Quaranta ha tratto il libro
“L’associazione invisibile”.
4
Terminata questa ricerca, dunque, nel periodo tra il 1977 e il
1978, “Febbraio ‘74” si disperse. Una parte del gruppo darà vita al CERFE,
il Centro di ricerca e documentazione “Febbraio ‘74”, con cui il Tribunale
avrà un costante rapporto di collaborazione, e del quale è attualmente
presidente Giancarlo Quaranta.
Gli altri componenti fondarono il Movimento federativo
4
G. Quaranta, “L’associazione invisibile”, Sansoni, 1982.
9
democratico, tra l’ottobre del 1977 e i primi del 1978, con il primo Comitato
nazionale. Volevano fare politica sulla base della loro cultura cattolica, ma
“…rifiutando ogni forma di integralismo…”
5
Per questo, nel Movimento,
confluirono cattolici e laici insieme.
L’idea base sulla quale, da questo momento in poi, si costruirà
tutta l’attività del Mfd, è quella della democrazia diretta, di una politica dei
cittadini, che parte dal basso, perché “…i cittadini non tornano a casa tra
un’elezione e l’altra…”
6
Giancarlo Quaranta spiega, infatti, che “… la
democrazia diretta non era solo un nome, ma una strategia che avrebbe
permesso di lì a qualche anno, di dare l’avvio ad una aggregazione di
massa…”
7
5
G. Quaranta, “Sesto potere”, op.cit., p.15.
6
Da un’intervista di Anna Tarquini a Giovanni Moro su “L’Unità”, 14/12/96, p.8.
7
Giancarlo Quaranta, “Sesto potere”, op. cit., p.56.
10
Si partiva quindi da un concetto tutto sommato molto
semplice, che nessuno mette in discussione, ma che, nel quotidiano,
difficilmente è praticato o reso praticabile.
Il MFD intende portare il diritto nelle aree di base, dove il
cittadino è abbandonato, laddove i meccanismi della sofferenza sono
prodotti a loro volta da meccanismi del mercato o del diritto pubblico,
promuovendo una partecipazione diretta. Dunque, non semplice opposizione
per l’opposizione, la protesta per la protesta, ma partecipazione attiva.
Questo tipo di politica, viene definito dallo stesso Quaranta
come “politica del congresso”, proprio perché è nata in occasione del primo
congresso del MFD, e consiste nel considerare che le società contemporanee
non sono governabili solo dall’alto, e, naturalmente, è impossibile
11
governarle solo dal basso. Queste società sono dotate di un doppio polo, e
l’unità o la collaborazione tra due poli rende possibile la governance.
Il concetto di governance, è oggi una teoria molto diffusa, soprattutto nella
letteratura anglosassone, in particolare in quella americana, e viene
considerata come un’idea fondamentale nella politica del Movimento
federativo. Lo stesso Quaranta spiega che “…la governance è partnership
tra rappresentanza politica e governo di base… è mettere insieme in una
partnership le realtà di base con le rappresentanze politiche…”
8
Nel Rapporto della Commission on Global Governance
9
,
presentato alle Nazioni Unite nel 1989 e pubblicato sul sito Internet della
stessa CGG, viene spiegato che la “…governance è la somma dei numerosi
8
Dall’intervista, da me realizzata, a Giancarlo Quaranta, presso la sede del CERFE, il 21/7/98.
9
La Commission on Global Governance è una commissione di 28 leader politici di ogni parte del mondo, ed è
stata costituita dalle Nazioni Unite nel 1992.
12
metodi con i quali singoli e istituzioni, pubbliche e private, gestiscono i loro
problemi comuni. E’ un processo continuo attraverso cui… interessi
differenti possono essere composti insieme…”
10
Inizialmente la governance riguardava soltanto i rapporti
intergovernativi, ma in tempi più recenti coinvolge anche le cosiddette
organizzazioni non governative (ONG), i movimenti di cittadini, le aziende
multinazionali, i mezzi d’informazione e il mercato finanziario
internazionale. L’interesse crescente della gente verso problemi comuni alla
popolazione mondiale, quali i diritti umani, la difesa dell’ambiente, il
disarmo, sottolinea la CGG nel suo Rapporto, ha fatto sì che oggi un gran
numero di nuovi soggetti, sempre più attivi nel portare avanti numerosi
10
Il sito della Commission on Global Governance è www.cgg.ch/contents/htm.
13
obiettivi politici, economici, sociali, contribuisca considerevolmente alla
governance. E’ lo stesso Giovanni Moro ad affermare che “…le funzioni di
governo dei grandi problemi che sono di fronte al pianeta e ai singoli paesi
possono essere svolte soltanto grazie al coinvolgimento responsabile di
soggetti tra i quali ci sono anche quelli dell’attivismo civico...”
11
E il Movimento Federativo Democratico è, senza dubbio, un
soggetto dell’attivismo civico, e, per entrare nello specifico, una onlus
12
, e,
in quanto tale, capace di “…rappresentare esigenze sociali…”
13
Più avanti approfondiremo se si tratti o meno di una organizzazione non
governativa.
11
Giovanni Moro, “Manuale di cittadinanza attiva”, Carocci, 1998, p.32.
12
Le onlus, organizzazioni non lucrative di utilità sociale, sono state create dal dl 460/97.
13
G.Moro, op.cit., p.33.
14
Il MFD si pone come interlocutore e come trait d’union tra i
movimenti, il volontariato, le organizzazioni di cittadini, e tutte le forze
sociali presenti nel Paese, nella costante affermazione del principio del
pluralismo. Viene spiegato così il termine “federativo”, indicando con
questo non semplicemente un insieme di gruppi, ma “…un Movimento che
intende dare un’ interpretazione nuova e incisiva al concetto di democrazia
diretta… …motivo dominante della presenza di gruppi di base nella società
civile…”
14
E sul piano politico, il termine "federativo" “…mette in evidenza
che il Movimento nasce nella prospettiva del potere popolare, esercitato,
mediante la prassi di gruppi che si uniscono, solo a condizione di
mantenere la propria identità culturale e sociale…”
15
14
Dagli atti del Congresso Nazionale del MFD, 12/14 giugno 1998, “Vent’anni di cittadinanza attiva”, p.11.
15
Ibidem.