In particolare, nel capitolo 1, vengono esaminate le caratteristiche fondamentali
delle serie territoriali e analizzate le principali tipologie di rappresentazione delle stesse.
Il successivo capitolo si propone di rispondere alla domanda “Cos’è un sistema
informativo geografico?”, e di delineare brevemente l’evoluzione storica di tali sistemi.
I capitoli 3 e 4 invece, vanno a definire i tipi di dati utilizzabili all’interno dei
suddetti sistemi informativi, evidenziando poi le possibili elaborazioni dei dati che
consentono di produrre informazioni.
Continuando, nel capitolo 5 vengono elencati alcuni dei possibili campi di
applicazione dei GIS, ricordando che l’elenco proposto è tutt’altro che esaustivo data
l’enorme flessibilità che caratterizza tali sistemi.
Nella parte finale dello studio, capitolo 6, viene descritto il funzionamento di un
software c.d. visore (SPSS Maps™) che sfrutta solamente alcune delle funzionalità
proprie dei GIS quali la sovrapposizione di strati, la modifica della scala, alcune
operazioni di trasformazione delle mappe e dei dati, e la creazione di mappe tematiche.
Nell’ultimo capitolo si andrà ad utilizzare tale software per l’analisi
dell’immigrazione nella provincia di Verona attraverso l’elaborazione di cartogrammi
che consentono di cogliere in maniera più intuitiva i legami di tale fenomeno con il
territorio oggetto di studio.
Finalità di questo lavoro è quindi quella di cogliere le principali opportunità
offerte dai sistemi informativi geografici nella rappresentazione grafica delle serie
territoriali.
2
Capitolo 1
Nozioni introduttive
1.1 La dimensione spaziale della realtà economica
Ogni giorno ciascuno di noi compie una serie di azioni che hanno un riflesso
economico. Ad esempio entra in un bar e consuma un caffè, acquista un giornale
all’edicola, accompagna il figlio a scuola, raggiunge con la propria autovettura o
con un mezzo pubblico il posto di lavoro od il luogo di fruizione di un servizio
scolastico, preleva del contante dalla banca, entra in un cinema ecc
1
. Le azioni sopra
riportate possono essere analizzate prescindendo dal luogo dove esse avvengono,
ovvero considerando esplicitamente la loro connotazione territoriale.
Le scienze sociali, economiche ed ambientali hanno riconosciuto da tempo
l’importanza dello spazio geografico nell’analisi dei dati e nello sviluppo della teoria
(per un esempio dell’importanza dell’informazione territoriale si veda il paragrafo 3 di
questo capitolo). Tuttavia, fino ad un periodo relativamente recente, l’applicazione dei
metodi statistici è stata limitata ad un numero ristretto di tecniche di statistica,
situazione che ha avuto un’inversione di tendenza negli anni '70 sebbene testi accessibili
ed autorevoli per i non specialisti siano stati lenti ad apparire.
Lo studio della localizzazione ed interazione spaziale a livello micro-economico
incontra però una serie di ostacoli di tipo pratico, soprattutto se si vuole passare dalla
realtà economica ad una sua misura statistica. Questa situazione, comune a tutti gli studi
economici, ha creato una spaccatura tra la formalizzazione di leggi comportamentali a
livello micro da un lato, e la difficoltà pratica di testare statisticamente tali teorie, se non
ad un livello aggregato, dall’altro. Inoltre, osservando il comportamento economico del
singolo individuo, risulta molto difficile stabilire leggi di comportamento di carattere
generale.
1
Alvaro G., Contabilità nazionale e statistica economica. Seconda edizione. Bari, 1995.
Capitolo 1
Tutti questi motivi hanno portato la Statistica Economica ad osservare non solo i
comportamenti dei singoli operatori economici ma a studiare in forma aggregata i loro
comportamenti spaziali all’interno di unità territoriali, di norma definite da criteri
amministrativi (ad esempio comuni, province, regioni). La distribuzione degli
accadimenti economici all’interno delle nuove delimitazioni geografiche prestabilite si
pongono ad un livello intermedio fra i grandi aggregati macro-economici di massima
sintesi e uno studio di tipo micro-economico. Ci riferiremo a tale livello intermedio
come al livello meso dell’economia o approccio meso-economico.
Particolare importanza deve essere inoltre data alla tipologia dei dati che ci si
trova ad analizzare. I dati statistici che riguardano un qualsiasi fenomeno che si
manifesta su un territorio si distinguono tra loro a seconda della natura delle tre unità di
rilevazione che possono essere impiegate: i punti, le linee, le aree (o poligoni). Esempi
di dati che vengono rilevati mediante punti potrebbero essere le precipitazioni rilevate
nelle stazioni metereologiche dislocate su un determinato territorio. Le linee invece,
vengono impiegate ad esempio quando facciamo riferimento al viaggio di alcuni turisti
che devono seguire una determinata linea di trasporto. Infine le aree, possono essere
utilizzate ad esempio quando vogliamo rappresentare i dati relativi alla popolazione di
una regione.
Tuttavia, nonostante l’interesse che rivestono i dati puntuali e dei flussi, la
statistica economica si è focalizzata principalmente sul terzo tipo di dati costituito da
elementi areali o regionali i quali formano la base degli studi territoriali ad un livello
meso-economico. Da tenere in considerazione è che la maggior parte degli studi
empirici in campo geografico, economico e statistico utilizza informazioni raccolte in
occasione dei censimenti della popolazione e dell’industria, e queste informazioni sono
solitamente fornite in forma aggregata secondo unità geografiche amministrative quali
comuni, province e regioni.
1.2 Le serie territoriali e la loro rappresentazione
In generale, i dati statistici si possono presentare in forma enumerativa, tabellare
o grafica a seconda che essi siano disponibili mediante una successione di informazioni
sulle singole unità statistiche, su più casi o secondo una rappresentazione grafica legata
ai dati.
4
Nozioni introduttive
Oggetto di questo lavoro è la rappresentazione dei dati legati al territorio, definiti
in statistica serie territoriali o spaziali. In particolare queste esprimono la distribuzione
di un fenomeno in rapporto al territorio: ogni dato quantitativo ma anche qualitativo in
esse contenute è georeferenziato, volendo intendere con tale termine che ogni elemento
statistico raccolto è collegato ad una specifica area geografica del territorio. La
peculiarità delle serie territoriali sta proprio nel fatto che i dati non vengono tutti
aggregati ad una prima analisi, ma restano suddivisi e legati alle diverse zone
geografiche su cui è stata effettuata la ricerca, ne consegue perciò che quanto più
elevato è il livello di disaggregazione spaziale considerato, tanto più saranno
significativi i risultati dell’analisi. Questi tipi di dati sono oggi molto importanti per
esempio nelle analisi dei sistemi economici, ecologici e sociali, non solo al fine di una
loro valutazione ma anche per effettuare delle previsioni.
Capito il significato delle serie territoriali e di come i dati in esse contenute siano
legati al territorio, strumento fondamentale per la loro rappresentazione è
indiscutibilmente la mappa geografica dello spazio a cui si riferiscono i valori registrati.
La visualizzazione dei risultati tramite la grafica è un momento importante di ogni
analisi statistica, infatti il cervello umano possiede, tramite il senso della vista, una
velocissima, efficiente e duratura capacità di immagazzinare e confrontare informazioni
generando persino memoria permanente di queste ultime.
Tra le numerose rappresentazioni spaziali di dati si debbono distinguere due categorie
assai diverse: una che rappresenta la distribuzione spaziale qualitativa di fatti e feno-
meni oggetto di studio, considerati solo per la loro esistenza e i loro caratteri, l’altra
raffigurante la distribuzione quantitativa, che considera anche la loro importanza
assoluta o relativa.
1.2.1 Mappe categoriali
Le carte tematiche a carattere qualitativo (o più brevemente categoriali) derivano
da quelle generali mediante sovrapposizione di colori, linee o tratteggi diversi su
superfici di varia estensione. Tali sono le carte fitogeografiche, rappresentanti la
distribuzione della vegetazione, quelle etniche e culturali ecc.. Come esempio di carte
tematiche qualitative valga la cartina della distribuzione delle religioni nel mondo
(fig.1) rappresentate con diverse colorazioni. Il procedimento é semplice ma occorre
5
Capitolo 1
fare particolare attenzione nella rappresentazione dei territori dove due o più caratteri si
mescolano: essa può essere ottenuta mediante dentellature alterne che risultano
diversamente colorate, oppure mescolando due o più segni diversi o infine usando sia
colori che segnature particolari.
Le mappe categoriali, oltre a indicare la localizzazione dei fenomeni, mostrano
intuitivamente il grado di dispersione o di concentrazione dei fenomeni nello spazio, ne
evidenziano le relazioni e li rendono comparabili visivamente.
Figura 1 - Esempio di mappa categoriale (religioni nel mondo)
1.2.2 Le mappe tematiche quantitative
Le carte tematiche a carattere quantitativo sono quelle che su una base
cartografica a varia scala portano sovrastampati tratteggi, segni e colori per indicare non
solo la qualità ma anche l’ordine di importanza e di grandezza (quantità, intensità,
capacità ecc.) di fatti e fenomeni tenendo conto della loro esatta posizione geografica.
Allorché i segni o simboli a base statistica vengano collocati in posizione geografica
generica (per esempio sul centroide
2
della figura), non si parla più di una carta tematica,
ma di un cartogramma. Tale rappresentazione focalizza l’attenzione sulla distribuzione,
piuttosto che sulla localizzazione precisa dei singoli fenomeni, e sacrifica la precisione
dell’informazione a favore della generalizzazione; anche se dati individuali, relativi a
2
Il centroide (o baricentro) di una figura X n-dimensionale in uno spazio euclideo n-dimensionale è
l’intersezione di tutti gli iperpiani che dividono X in due parti di misura identica. In modo informale,
possiamo dire che è la “media” di tutti i punti di X.
6
Nozioni introduttive
persone fisiche, a eventi o a luoghi identificati puntualmente sono rappresentabili con
mappe tematiche, le applicazioni più frequenti delle mappe tematiche hanno come
contenuto dati aggregati.
Il comune scopo delle diverse tecniche di rappresentazione è quello di
concentrare l’attenzione sulla distribuzione di una variabile e facilitare 1’analisi
comparativa, l’individuazione di omogeneità o della concentrazione di un fenomeno sul
territorio.
Le mappe tematiche si possono classificare, a seconda della natura del dato
utilizzato, della tecnica di visualizzazione e del modello di mappa, in quattro tipi:
1. coroplete,
2. a densità di punti,
3. scalari,
4. a isolinee.
1.2.2.1 Coroplete
Tra le mappe tematiche quantitative di uso più frequente ritroviamo le cc.dd.
coroplete, che visualizzano la distribuzione di un attributo nello spazio in forma
classificata, con l’uso di scale cromatiche o di altri artifici visuali. Il termine coropleta
fu coniato dal geografo statunitense J.K. Wright
3
nel 1938, sebbene già nel 1826 questo
tipo di mappa era stato introdotto dal barone francese C. Dupin
4
, e conobbe una
notevole diffusione nei decenni successivi per rappresentare le statistiche sociali, allora
chiamate “statistiche morali”. I valori rappresentati con questo tipo di mappa sono
indicatori che misurano l’intensità di un fenomeno, come lo status sociale, il reddito
familiare, la densità abitativa, la quantità di servizi associati alle unità geografiche di
osservazione.
Le coroplete sono costruite attraverso un processo di classificazione di una
variabile quantitativa, trasformazione che ha lo scopo di semplificare e generalizzare la
3
Wright J.K., “Problems in Population Mapping”, in Notes on Statistical Mapping, with Reference to the
Mapping of Population Phenomena., AGS and Population Association of America, New York, 1938, pp.
1-18.
4
Compare per la prima volta nel lavoro di C. Dupin intitolato De la France obscure et de la France
éclairée, Paris, 1824.
7
Capitolo 1
distribuzione territoriale per facilitarne la comprensione. Il raggruppamento dei dati in
classi è un passaggio cruciale di questa tecnica di visualizzazione dei dati territoriali: se
il numero di classi incide sulla leggibilità della mappa, la scelta del metodo di
classificazione può portare a rappresentazioni della distribuzione dei fenomeni
parecchio divergenti, che riflettono il criterio guida sottostante alla classificazione
stessa.
Figura 2 - Esempio di carta tematica a mosaico
Per comprendere l’importanza di tale problema, può risultare utile esaminare una
serie di mappe sviluppate partendo da uno stessa serie di dati ma utilizzando differenti
quantità di categorie (numerosità di range) o differenti metodi di classificazione.
Figura 3 - Comparazione di tre mappe che usano differenti numeri di categorie
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