Introduzione
E’ noto che i flussi turistici di un territorio a livello comunale e con cadenza mensile, vengono rilevati
soltanto parzialmente attraverso le statistiche ufficiali: “Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi”
(ISTAT); “Indagine campionaria sul turismo internazionale dell’Italia” (Banca d’Italia); “Viaggi e
vacanze” (ISTAT). Sfuggono parzialmente alla rilevazione gli escursionisti, i turisti che pernottano a
casa di parenti o amici, che hanno una seconda casa di proprietà dove trascorrono le vacanze e che
affittano camere o appartamenti non iscritti ad un particolare registro, presente presso le camere di
commercio, denominato R.E.A. E’ ritenuto utile, per le amministrazioni comunali, conoscere il
dettaglio sui flussi turistici, con cadenza almeno mensile, per la programmazione territoriale di breve
periodo. Lo scopo della seguente tesi è stimare per il comune di Verona negli anni 2011-2014, la
componente del turismo cosiddetto “sommerso statistico”, costituito dal numero di presenze turistiche
e di escursionisti non rilevato dalle statistiche ufficiali, attraverso l’utilizzo di variabili proxy.
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1. La definizione di turismo ai fini delle rilevazioni statistiche ufficiali
1.1. La definizione di turismo nelle raccomandazioni UNWTO
Esiste un’ingente quantità di definizioni di turismo, che riflettono un’impostazione psicologica,
sociologica o economica. Una tassonomia delle definizioni non sarebbe nell’interesse di questo lavoro
che pone evidentemente l’attenzione su una definizione operativa di turismo ai fini delle rilevazioni
statistiche, a questo proposito molte definizioni sono state storicamente proposte e adottate dagli
uffici nazionali di statistica. La definizione operativa di turismo, quella su cui si basano al giorno
d’oggi i lavori di rilevazione dei vari uffici di statistica a livello mondiale fu elaborata nel 1993
dall’Organizzazione mondiale del turismo (UNWTO) con lo scopo di eliminare la confusione
definitoria, costruire una terminologia di riferimento e fornire criteri di misurazione del fenomeno.
Le raccomandazioni emerse sono state recepite dalla Commissione statistica delle Nazioni Unite
(UNSTAT), poi pubblicate con il titolo “Recommendations on Tourism Statistics” da parte
dell’UNWTO e dell’UNSTAT nel 1994, oggi contenute in una revisione del 2008 dal titolo
“International Recommendations for Tourism Statistics” e si rivolgono agli uffici e alle
amministrazioni nazionali, che si occupano di rilevazioni statistiche sul turismo.
Il documento presenta una serie di concetti utili alla costruzione di una definizione di turismo:
Viaggio (travel), l’attività dei viaggiatori.
Viaggiatore (traveller), chiunque si muova tra due località geografiche diverse per qualsiasi
motivo e per qualsiasi durata.
Viaggio domestico (domestic travel), il viaggio effettuato dai residenti di un paese all’interno
dello stesso.
Viaggio in entrata (inbound travel), nella prospettiva di un residente del paese, il viaggio
effettuato all’interno del paese dai non residenti dello stesso.
Viaggio in uscita (outbound travel), nella prospettiva di un residente del paese, il viaggio
effettuato dai residenti del paese verso il resto del mondo.
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Viaggiatori domestici (domestic traveller), viaggiatori in entrata (inbound traveller) e
viaggiatori in uscita (outbound traveller) rispettivamente chi effettua un viaggio domestico,
in entrata e in uscita.
Viaggio del tipo Trip, il viaggio di una persona dal momento dell’uscita dal luogo di residenza
abituale (usual residence) fino al suo ritorno nello stesso (il viaggio può comprendere la visita
a differenti località).
Destinazione principale di un viaggio Trip (main destination), il luogo visitato che risulti
centrale nella decisione di intraprendere questo tipo di viaggio, se non può essere identificato
dal visitatore stesso, esso è identificabile come il luogo dove egli/ella ha trascorso la maggior
parte del tempo, e se ancora il visitatore non fosse in grado di indicare tale luogo, esso sarà
identificato con quello più lontano dalla residenza abituale del visitatore.
Visitatore (visitor), un viaggiatore che effettua un viaggio del tipo Trip verso una destinazione
principale, al di fuori del proprio ambiente abituale (usual environment), per meno di un anno,
per qualsiasi motivazione principale (affari, divertimento e altri motivi) diversa dall’essere
impiegato presso un’entità che ha residenza nel luogo, destinazione del viaggio.
Turismo del tipo Trip (tourism trip), i viaggi del tipo Trip intrapresi dai visitatori.
Visitatore domestico (domestic visitor), visitatore in entrata (inbound visitor) e visitatore in
uscita (outbound visitor) rispettivamente chi, nella prospettiva di un residente del paese,
effettua un viaggio del tipo Trip:
o All’interno del paese di residenza
o Nel paese di residenza provenendo da un paese diverso
o Uscendo dal paese di residenza
Turismo domestico (domestic tourism), turismo in entrata (inbound tourism) e turismo in
uscita (outbound tourism) rispettivamente i viaggi effettuati dai visitatori domestici, in entrata
e in uscita.
Turista (tourist , overnight visitor), un visitatore che effettua almeno un pernottamento nella
località visitata (overnight stay).
Escursionista (same-day visitor, excursionist) un visitatore che non effettua nessun
pernottamento nella località visitata perché conclude la visita nell’arco delle 24 ore.
Le raccomandazioni non forniscono direttamente la definizione di turismo, tuttavia dalla
combinazione di alcuni concetti presenti nelle stesse, in particolare quello di viaggio del tipo Trip, di
visitatori e di turismo del tipo Trip, è possibile arrivare ad una definizione:
“Il turismo è l’attività di soggetti, chiamati visitatori, che escono dal proprio ambiente abituale per
recarsi in una destinazione, per un periodo non superiore ad un anno consecutivo, per qualsiasi
motivazione diversa dall’esercizio di un’attività remunerata alle dipendenze di un soggetto residente
nel luogo visitato”
Il turismo per definizione coincide quindi con l’attività complessiva di visitatori che pernottano
(turisti) e visitatori che non pernottano nel luogo di visita (escursionisti).
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1.1.1. L’ambiente abituale
La definizione di turismo richiede, per una corretta traduzione operativa, alcuni chiarimenti di ordine
semantico, con riferimento al concetto di ambiente abituale.
La definizione di ambiente abituale viene data per la prima volta dall’UNWTO nel 1994 e poi
revisionata nel 2008 portando alla seguente:
“L’ambiente abituale è luogo in cui la persona stanzia usualmente, definito come l’area geografica
all’interno della quale il soggetto svolge la sua vita consuetudinaria”
Successivamente è stato approvato dal parlamento europeo e dal consiglio, nel 6 Luglio 2011, il
regolamento 692/2011, che riporta anche le definizioni che concernono le statistiche europee sul
turismo, nel quale l’ambiente abituale viene così definito:
“Lo spazio geografico, seppure non necessariamente contiguo, nel quale una persona conduce la sua
normale vita quotidiana, determinato sulla base dei seguenti criteri: l’attraversamento di frontiere
amministrative o la distanza dal luogo di residenza abituale, la durata della visita, la frequenza della
visita, lo scopo della visita.”
Le raccomandazioni dell’UNWTO indicherebbero l’ambiente abituale come l’area che include il
luogo di residenza della famiglia a cui appartiene il soggetto, il suo luogo di lavoro, di studio e
qualsiasi altro luogo che frequenterebbe con regolarità e frequenza.
Il concetto di ambiente abituale è stato introdotto con l’intento di escludere dal concetto di turismo
quei viaggiatori che si spostano regolarmente al di fuori del proprio luogo di residenza per motivi di
lavoro, studio, per visitare parenti e amici (quando è implicita una routine) e per altri motivi che
implicano spostamenti regolari e frequenti.
Le dimensioni che sicuramente servono a delimitare il concetto di ambiente abituale sono:
La frequenza degli spostamenti, quando i luoghi vengono visitati con ripetitività, anche se
gli stessi sono situati a notevole distanza dal luogo in cui si ha la residenza.
La distanza tra il luogo di residenza e il luogo raggiunto, quando una località è situata in
prossimità del luogo di residenza, anche se viene visitata raramente.
L’ISTAT, recependo i dettami del regolamento 692/2011, stabilisce che i viaggi e le escursioni
abituali, quelli effettuati settimanalmente nella stessa località, diversa dal luogo in cui si vive, sono
comunque assimilabili all’ambiente abituale e non rientrano nei flussi turistici, infatti nel focus
“Viaggi e Vacanze” dell’Indagine sulle spese delle famiglie questi sono considerati nella voce “viaggi
abituali”.
Sono altresì escluse dalla definizione di turista le persone che si spostano giornalmente o
settimanalmente per lavoro, per studio o per motivi personali, che configurano delle attività di routine.
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1.2. La misura dei flussi turistici
E’ evidente che le statistiche sul turismo si debbano occupare di intercettare il movimento dei turisti.
Questo spostamento viene intercettato sia per quanto riguarda l’origine, generalmente coincidente
con il luogo di residenza del turista, che per quanto riguarda la destinazione, cioè normalmente il
luogo dove avviene la visita, meta del viaggio.
Il momento fondamentale ai fini della rilevazione risulta essere l’arrivo nella destinazione, in
quanto i momenti precedenti, la partenza e il transito, sono rilevati nel momento dell’arrivo nella
destinazione per soddisfare un’esigenza classificatoria. Le statistiche utilizzate ufficialmente per
descrivere il movimento dei turisti sono:
1. L’arrivo ARR, individua un turista che si presenta in una struttura ricettiva per passarvi una o
più notti e nel contempo consentire la registrazione della sua presenza. Il numero degli arrivi
è stato spesso interpretato come il numero dei turisti che sono presenti in una destinazione in
un certo periodo; questo non è necessariamente vero in quanto un turista potrebbe tornare due
volte nello stesso albergo generando la registrazione di due arrivi nello stesso periodo.
2. La presenza PRE, individua ciascuna notte passata dal turista nel luogo di visita ed è un
indicatore utilizzato per misurare un periodo di 24 ore trascorso dal turista nella destinazione,
infatti per definizione il turista vi trascorre almeno un periodo di 24 ore, cioè produce almeno
una presenza, mentre un’escursionista, non permanendo per un periodo analogo, non dà luogo
alla rilevazione di alcuna presenza nella destinazione.
3. La permanenza media PM, è un indicatore che serve a misurare il periodo di durata del viaggio
in termini di presenze per ogni turista, si tratta di una media delle presenze per turista (il dato
va preso con cautela considerando la non perfetta corrispondenza tra arrivi e numero di turisti
nella destinazione in un certo periodo).
PM =
PRE
ARR
⁄
Volendo esemplificare la costruzione dell’indicatore PM, immaginiamo che in una destinazione ci
siano 5 turisti che trascorrono, in un mese, rispettivamente:
Turista A: 5 notti
Turista B: 3 notti
Turista C: 6 notti
Turista D: 4 notti
Turista E: 2 notti
L’indicatore PM, per il mese, si ottiene dividendo le presenze (notti) per gli arrivi (numero di turisti).
PM =
5+3+6+4+2
5
= 4
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