8
tornando alla definizione data in precedenza, un sistema che indichi quanto un
appartamento che si sta acquistando soddisfi le esigenze dell’acquirente. Ed è
proprio in questo contesto che si inserisce il seguente lavoro.
L’oggetto della Tesi è forzatamente limitato, data la vastità e complessità delle
grandezze in gioco, ad un campo di applicazione abbastanza ristretto. Più
precisamente l’analisi effettuata sarà applicabile con completezza ad
appartamenti di recente edificazione (dal dopoguerra in poi) inseriti in un
contesto condominiale.
Come si vedrà in seguito, l’intero metodo si basa sull’assegnazione di valori
sintetici di qualità, che valutano i requisiti di diverse unità immobiliari. Ridurre e
circoscrivere il campo di applicazione ha facilitato l’individuazione e la
standardizzazione dei suddetti valori.
Ciò non toglie che lo studio svolto non possa essere integrato, modificato o
completato al fine di adattarlo a oggetti e contesti differenti o alle varie esigenze
delle realtà locali in cui esso deve essere applicato.
Inoltre col passare del tempo molti, fra parametri e variabili, potrebbero perdere
il carattere di attualità necessario per una valutazione qualitativa corretta, quindi
potrebbe risultare necessario periodicamente effettuare aggiornamenti o
integrazioni del metodo.
9
PARTE PRIMA
10
1. LA QUALITÀ
1.1. DEFINIZIONE DELLA QUALITÀ
La gestione della qualità è prima di tutto un problema di conoscenza:
conoscere la qualità, saperla definire, identificarne le cause e il valore,
costituisce la premessa per una politica di gestione della qualità.
La qualità di un prodotto è definita dalle sue caratteristiche, e inoltre acquista
valore in rapporto alle esigenze che il prodotto può soddisfare. In questo
contesto assume centralità il ruolo delle persone, sia in quanto utenti, che
operatori di processi.
Il termine qualità ha il significato di modalità soggettiva di percezione di un
oggetto o di un fenomeno; il passaggio da soggettività della percezione a
conoscenza intersoggettiva è attuato in ogni disciplina scientifica e tecnologica
precisando i contenuti che rendono operativa questa categoria del sapere nello
specifico ambito disciplinare
i
.
Allorché viene stabilita una relazione logica fra la percezione qualitativa e alcuni
parametri, la qualità è misurata, classificata, ordinata e descritta, o esplicitata
come criterio di giudizio, come termine di valutazione, come fattore di decisione.
I parametri della qualità possono essere variabili espresse numericamente,
misurate con appropriate unità di misura e scale, ma possono anche essere
attributi, caratteri che analiticamente descrivono la qualità dell’oggetto senza
ricorso ad un’espressione quantitativa, sia perché questa modalità di
espressione non è possibile, sia perché non è ritenuta utile. Il nesso logico fra la
percezione qualitativa e i suoi parametri può essere stabilito con un algoritmo,
11
con un procedimento di stima, con un metodo di graduazione per confronto
ecc…
La misura della qualità si esprime attraverso parametri che restituiscono le
caratteristiche connotanti un oggetto o un fenomeno. Il termine caratteristica
ha un’accezione molto ampia, secondo la varietà e complessità delle qualità
descritte: le caratteristiche chimiche, fisiche e tecnologiche connotano la qualità
di un materiale; il livello di pressione sonora e le componenti in frequenza di un
rumore connotano la qualità della sensazione sonora; le azioni eseguite e le
sequenze temporali connotano una performance ecc…
Tuttavia il riferimento al concetto di caratteristica nell’accezione che il termine
qualità assume nei diversi campi della conoscenza non ne esaurisce il
significato. Nel linguaggio comune al concetto di qualità è associata anche
l’idea di valore.
Questa duplice accezione:
- qualità come caratteristica;
- qualità come valore;
è oggi presente nel significato che il termine ha assunto nella disciplina della
qualità, sviluppatasi in ambito industriale per il controllo di prodotti e processi in
rapporto al sistema delle norme industriali e oggi ampliatasi a più campi
economici e sociali, per assumere una portata culturale nel quadro delle
riflessioni sulla finalità dello sviluppo tecnologico e produttivo, prima che sulle
potenzialità dei mezzi e delle risorse.
Fino agli anni cinquanta in ambito industriale si è privilegiata l’associazione al
concetto di qualità del concetto di caratteristica:
12
- la qualità è conformità alle specifiche (norme di caratteristica) al tempo
zero;
- la qualità è conformità alle specifiche nel ciclo di vita utile di un prodotto
(affidabilità).
Nel primo caso ci si preoccupa della qualità del prodotto, nel secondo caso alla
preoccupazione per la qualità della produzione si aggiunge quella della
affidabilità, con la necessità di pianificare il ciclo di vita utile del prodotto.
Successivamente al termine qualità è stato dato il significato di soddisfacimento
e idoneità a soddisfare un bisogno:
- qualità come soddisfazione del cliente;
- qualità come idoneità all'uso;
- qualità come soddisfazione di esigenze implicite o esplicite.
Le due accezioni: conformità di caratteristiche e valore d'uso, sono comunque
convergenti; la qualità intesa come norma industriale di prodotto è orientata
dalle attese del mercato.
La definizione di qualità che fu data in ambito normativo già nel 1985 con la
norma ISO 8402, allora allo stato di proposta evidenzia la necessità di questa
convergenza:
"Qualità: insieme delle caratteristiche di una entità che conferiscono ad essa la
capacità di soddisfare esigenze espresse ed implicite."
La qualità non è più riferita solamente al prodotto e alla produzione, investe
tutto il ciclo di vita del prodotto o servizio e l'impatto di questo sull'ambiente:
"Le esigenze possono comprendere aspetti quali ad esempio: prestazioni,
facilità di utilizzazione, fidatezza (disponibilità, affidabilità, manutenibilità),
sicurezza, ambiente, aspetti economici ed estetici......
13
L'ottenimento di una qualità soddisfacente coinvolge tutte le fasi del cerchio
della qualità nel suo complesso."
Il riferimento alle esigenze è l'approccio innovativo nella disciplina della qualità.
Nel riferimento esigenziale il sistema di caratteristiche che parametrizzano la
qualità assume un significato relativo, il valore della qualità di un prodotto o
servizio sta nella misura del suo essere percepito come risolutivo di una
esigenza.
II sistema qualità è costituito da "struttura organizzativa, procedure, processi e
risorse necessari ad attuare la gestione per la qualità" (ISO 8402-1994). Tale
struttura è necessariamente soggetta ad evoluzione (sistema dinamico di
qualità) perché la qualità, al di là di specifiche condizioni normate, si pone come
obiettivo di miglioramento continuo, motivato dalla consapevolezza che "ogni
processo può essere messo in atto più efficientemente e più efficacemente con
minore spreco e consumo di risorse" (ISO 9004-4-1993) e che ogni aumento di
efficienza e di efficacia va a vantaggio non solo del cliente, della organizzazione
e dei suoi membri, ma della società in generale.
1.2. CULTURA DELLA QUALITÀ
La gestione della qualità non si basa più solo sui fattori tecnici della produzione
di un bene o di un servizio. Assumono grande importanza anche i fattori
ambientali, la flessibilità richiesta al sistema, l'idea di innovazione, che inducono
a riconoscere un ruolo centrale alle persone a tutti i livelli di responsabilità, per
recuperare le conoscenze, la capacità inventiva che l'organizzazione
tradizionale del lavoro industriale poteva aver dimenticato. La cultura della
14
qualità propone in primo luogo un rapporto diverso fra persone e
organizzazione. La risorsa umana, nell'approccio della gestione totale della
qualità, è prima di tutto soggetto di apprendimento e pertanto capace di
ricercare la qualità. La qualità non è responsabilità solo di chi la controlla, ma
soprattutto di chi la realizza, e questo attraverso la capacità di una
organizzazione di promuovere un processo iterativo di miglioramento che si
struttura secondo la logica del Plan-Do-Check-Act (pianifica-valida-verifica e
standardizza o ricomincia). II miglioramento della qualità dei prodotti e dei
processi passa attraverso la crescita delle persone che utilizzano e producono i
prodotti
ii
.
1.3. EVOLUZIONE DELLE POLITICHE DI QUALITÀ
All'evoluzione del concetto di qualità corrispondono diverse politiche e
metodologie per la qualità. Le prime metodologie, quelle che vanno sotto la
dizione di controllo della qualità, si rifanno ad una definizione di qualità come
conformità alle specifiche nel rispetto delle tolleranze. Comportano metodi di
definizione e verifica sul prodotto finale o su prodotti intermedi lungo il ciclo di
produzione. Le tecniche specifiche riguardano, fra le altre, il rilievo e la
organizzazione sistematica dei dati sulle difettosità, le prove e le misurazioni, i
piani di controllo qualità dei nuovi prodotti.
L'attenzione per la fase della concezione del prodotto si afferma con l'ampliarsi
del concetto di qualità a quello di affidabilità: solo nella fase della concezione è
infatti possibile verificare l'affidabilità dei prodotti, in vista di assicurare la qualità
del funzionamento durante la vita utile.
15
Le tecniche impiegate in tal senso riguardano: l'impostazione metodologica ed
applicativa della normalizzazione e della omologazione della componentistica,
con la definizione delle caratteristiche, dei parametri di prodotto e di processo;
la pianificazione degli esperimenti e le simulazioni su modelli; le analisi di
funzionamento con le metodologie affidabilistiche per la progettazione della
manutenibilità, della disponibilità e della sicurezza.
NOTE
i
M.C.Torricelli, “Qualità e gestione del progetto edilizio nella costruzione”, Alinea Editrice, 1992.
ii
M.C.Torricelli ,op.cit.
16
2. PERCHÉ UN INDICE DI QUALITÀ DELLE ABITAZIONI
2.1. LA SITUAZIONE ATTUALE
Oggi il problema delle abitazioni deriva in larghissima misura, dall'esigenza
degli utenti di migliorare la propria condizione residenziale. In termini di politica
edilizia questa esigenza porta a favorire il recupero qualitativo di estese sezioni
del patrimonio edilizio esistente e di realizzare nuove costruzioni di
soddisfacente livello per incrementare il numero delle abitazioni disponibili e per
sostituire quelle che non è possibile od opportuno recuperare.
Tuttavia l'obiettivo di realizzare l'adeguamento qualitativo del patrimonio
residenziale deve fare i conti con la rapida evoluzione delle caratteristiche
tecnologiche dei prodotti edilizi e del tipo di esigenza materiale e culturale che
essi devono soddisfare. Questa evoluzione rapida, se da un lato ha messo in
crisi le tradizionali soluzioni tipologiche e tecnologiche dell'abitazione, dall'altro
impedisce alle innovazioni di essere consolidate da una sufficiente pratica
consuetudinaria.
Dunque si pone oggi il problema di individuare procedure di verifica ed
abilitazione che non facciano riferimento, almeno in misura determinante, alla
validazione della tradizione.
Il problema d'altra parte è stato posto da tempo in altri paesi industrialmente
maturi e ad esso la collettività, attraverso l'impegno di istituzioni pubbliche e
private, ha creato strumenti di verifica sistematica delle soluzioni innovative:
laboratori tecnologici o tipologici, ricerche e sperimentazioni.
17
L'uso continuato di questi strumenti ha consentito di raccogliere risultati che
sono stati tradotti essenzialmente in interventi di tipo “normativo”, o
“manualistico” e in procedure e criteri di verifica e valutazione di progetti e
realizzazioni residenziali.
Cioè procedure e criteri acquisiti dalle istituzioni e dagli operatori del settore
capaci di misurare la qualità offerta in relazione alle risorse impiegate. Tra i
sistemi di questo tipo citiamo il W.B.S. in Svizzera, il procedimento utilizzato per
la sistemazione di Bermalmont in Belgio, il Oualitel utilizzato in Francia.
Anche in ltalia sono stati studiati diversi strumenti di valutazione: citiamo tra gli
altri il metodo di disadattamento messo a punto da un gruppo dell' Università di
Torino per le cooperative lombarde. poi utilizzato e sviluppato in altre sedi tra le
quali le ricerche per la normativa Tecnica Regionale, della Emilia Romagna.
Oppure ancora il metodo predisposto da un gruppo fiorentino per il consorzio
degli IACP della Toscana, il metodo messo a punto per il Comitato per l’Edilizia
Residenziale dalla società Sviluppo Tecnica - So.ge.ne. Questi strumenti che
spesso sono assai raffinati sotto il profilo scientifico, presentano tuttavia il
problema di avere un ambito sperimentale troppo limitato nel tempo e nello
spazio per consentire la sufficiente accumulazione di esperienza e quindi
quell'indispensabile raffinamento che può dare solo una concreta e prolungata
utilizzazione. Questa deve necessariamente essere anche istituzionalizzata, nel
senso che questi strumenti per essere efficaci devono rappresentare
l'espressione di una volontà , in termini di politica edilizia, di un ente pubblico
normatore e/o di un accordo liberalmente sottoscritto da operatori diversi
i
.
18
Proprio sotto questo profilo, nell'ambito europeo sono stati messi a punto dei
metodi di valutazione (si veda in tal senso il capitolo 4), tra cui quello che
riveste maggiore rilevanza è il citato metodo Qualitel.
Gli aspetti di maggiore interesse sono che il metodo è proprietà dello Stato
francese, la sua applicazione è affidata ad un ente appositamente costituito,
l'Association Qualitel, nella quale sono rappresentate le organizzazioni e gli
utenti, le imprese, i professionisti.
Attraverso una convenzione Io Stato ha abilitato l'Association ad attribuire
giudizi di qualità attraverso l'applicazione del metodo. AI momento attuale circa
centocinquantamila abitazioni sono state sottoposte a tale giudizio.
2.2. LA DOMANDA DI QUALITÀ
Uno degli ultimi rapporti CENSIS sulla situazione sociale ed economica del
Paese si è spinto oltre l'esame delle due figure classiche del mercato
immobiliare: quella del proprietario e quella dell'inquilino. Esso ha anche
considerato le motivazioni inerenti la “mobilità” delle famiglie italiane, al fine di
poterle classificare.
Ne risulta che la maggior parte di coloro che hanno cambiato casa (sia
proprietari che inquilini) non sono stati spinti da bisogni “primari” (sfratto,
estrema necessità, ecc.): ma semplicemente dal desiderio di migliorare la
propria condizione abitativa.
Ed ancora, dato importantissimo, risulta che la medesima esigenza di
“miglioramento abitativo” indurrà nei prossimi anni al cambiamento di casa gli
attuali proprietari, in significativa percentuale.
19
Dalle considerazioni sopra riportate e dall’esperienza professionale di chiunque
operi nel settore, traspare senza ombra di dubbio come la potenziale utenza
edilizia “in movimento” dimostri di avere chiare idee in proposito e precise
preferenze.
Queste ultime vanno dal taglio dimensionale dell'alloggio, al prezzo, agli
standards architettonici, ambientali, alle caratteristiche intrinseche ed
estrinseche, fino alla ubicazione ed alla dimensione media del fabbricato.
Tutto questo, in definitiva, ci dimostra che il “consumatore” che nei prossimi
anni ha in previsione la modifica della propria situazione abitativa è un individuo
molto più attento ed esigente che nel passato, non solo al livello di “organismo
abitativo”, ma anche a quello di “organismo urbanistico”.
E’ dimostrato dunque che esiste oggi ed è stata individuata, una precisa
domanda-casa di tipo eminentemente qualitativo.
2.3. L’UTILITÀ DELLA RICERCA SCIENTIFICA
Oggi ogni decisione non può sfuggire ad una rigorosa verifica del rapporto
costi-benefici e quindi alla ricerca delle soluzioni tecnico-organizzative e
produttive a maggior grado di efficienza e, quindi, a maggior “resa" in termini di
quantità e di capacità prestazionale del prodotto. Alla luce di queste
considerazioni acquista particolare significato l'impegno delle imprese di
costruzione nel campo dell'innovazione. Impegno che tende ad una serie di
obiettivi: il miglioramento dei processi produttivi secondo una logica industriale;
l'arricchimento del patrimonio tecnologico; il costante affinamento degli aspetti
gestionali, organizzativi e finanziari dell'azienda.
20
AI cambiamento dell'impresa verso formule più avanzate e razionalizzate deve
corrispondere un analogo processo innovativo nel mondo esterno all'impresa.
Deve, cioè, cambiare anche tutto quel complesso di operatori che determinano
il quadro entro il quale l'impresa deve muoversi e che intervengono nelle varie
fasi del processo produttivo; cioè le istituzioni politiche e amministrative, le
committenze pubbliche e private, i produttori e fornitori di servizi e beni
intermedi
ii
.
2.4. UTILITÀ E PROSPETTIVE DI UN INDICE DI QUALITÀ NELLA REALTÀ
EDILIZIA ITALIANA
Il rapporto costo-qualità è in questi ultimi anni il tema centrale della ricerca nel
settore dell'economia edilizia. Se negli anni sessanta si faceva riferimento
specialmente alla qualità del processo edilizio (e quindi alla possibilità di
realizzare un manufatto attraverso nuove tecniche di industrializzazione
edilizia), oggi è alla qualità del prodotto edilizio che si rivolge l'attenzione
della ricerca. In questa seconda accezione assume proprio un significato
particolare il controllo di qualità in edilizia a salvaguardia dell'utente.
E appena il caso di osservare che le stesse Norme UNI 8289 del settembre
1981 classificano le esigenze degli utenti, al fine di definire il quadro di
riferimento di quelle esigenze della utenza finale che - opportunamente
trasposte - identificano le prestazioni degli alloggi. Sicurezza, benessere,
fruibilità, aspetto, gestione, integrabilità, salvaguardia dell'ambiente,
costituiscono le classi di esigenze la cui individuazione passa attraverso l'analisi
dei bisogni da soddisfare, confrontati con i fattori di tipo ambientale, culturale ed
21
economico.
La qualità nel settore delle costruzioni nel passato era garantita dalle cosiddette
regole d'arte. Queste consistevano in codici di pratica ormai consolidati dalla
esperienza, in base ai quali l'esecuzione delle opere avveniva secondo modelli
di già collaudati.
Tuttavia a seguito della ricerca e della sperimentazione che hanno
accompagnato l'industrializzazione edilizia della nostra epoca, le cosiddette
regole d'arte, sono d'un tratto divenute obsolete, lasciando libero il terreno ad
un'anarchia normativa in buona parte responsabile dell'attuale scadimento del
livello di qualità in edilizia, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche dal
punto di vista del risultato architettonico.
Di qui la necessità, proprio a causa della rapida evoluzione tecnologica, di
approntare una normativa di natura esigenziale e non strettamente tecnologica.
Così facendo, attraverso le prescrizioni normative, verrebbe imposto il
soddisfacimento delle esigenze espresse dalla utenza, imponendo ai singoli
componenti dell'edificio precisi requisiti di tipo prestazionale, pur lasciando
sempre al progettista un'ampia libertà nella scelta tecnologica.
Si tratta cioè di garantire la qualità dell'edificio attraverso un'analisi funzionale
dei suoi elementi e componenti, sul modello di un sistema, il cui livello di qualità
globale non dipende dalla semplice sommatoria dei singoli livelli di qualità dei
diversi subsistemi (strutture, chiusure esterne, partizioni interne, impianti,
attrezzature esterne), secondo la classificazione UNI 8290. Esso consiste
invece in un risultato più complesso di diversi fattori, alcuni oggettivamente
valutabili, altri meno, che concorrono a formare il fenomeno "architettura".