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INTRODUZIONE
“My generation is a product of The Simpsons – heavily influenced not
by a political voice spoken in overbearing tones but by the idea that it is
important to speak openly about important issues in order to both
discover and cure society‟s ills. My personal take on The Simpsons is
that it is a cultural phenomenon unmatched by anything my generation
has ever experienced. It is certainly possible to ignore the influence of
The Simpsons, but it is more difficult to deny the very existence of this
influence”
1
Ho scelto questa frase tratta da un libro americano riguardante il
“mondo secondo i Simpson” perché rispecchia il mio pensiero nei
confronti di questa serie televisiva. Inoltre penso sia in grado di chiarire il
perché The Simpsons sia in onda da ormai più di 20 anni e sia diventata
nel corso del tempo talmente importante da vedersi assegnare un numero
infinito di premi e da diventare spesso anche un argomento di
conversazione (a me ad esempio capita spessissimo di parlare di un
aspetto della vita quotidiana ricollegandomi a un certo episodio della serie
in cui lo stesso viene descritto).
La frase che ho riportato spiega in poche parole che i Simpson sono
stati per la generazione dell‟autore (essendo nato negli anni ‟80, mi
ricollego anche io a questa generazione, anche se ho iniziato a seguirli
dagli anni ‟90) importanti a capire che per riuscire a scoprire e curare i
mali della società bisogna problematizzarli, magari anche riderci sopra, e
discuterne apertamente.
I Simpson, insomma, sono stati un fenomeno culturale senza
precedenti: pensiamo alle serie venute dopo i Simpson (Family Guy,
American Dad e South Park su tutti) e al debito che tutte queste serie
1
Keslowit,z S. (2006), The world according to the Simpsons: what our favourite family says about life, love and the
pursuit of the perfect donut, Sourcebooks, Naperville-Illinois, pag. 27.
5
hanno nei confronti dei Simpson, essendone copie più irriverenti e
volgari. Senza i Simpson, nessuna di queste serie sarebbe mai esistita.
L‟ultima frase della citazione afferma che si può certamente
ignorare l‟influenza dei Simpson, ma non si può negare l‟esistenza di
quest‟ultima. I Simpson sono ormai un “cartone” storico: per molti di noi
rappresentano sicuramente una parte della vita quotidiana.
L‟obiettivo di questa tesi, concepita nell‟ambito dei Rapporti
Interculturali dell‟America anglofona, è di analizzare alcuni episodi della
serie concentrandomi in modo particolare sui principali aspetti legati
all‟interculturalità e all‟utilizzazione degli stereotipi. La mia analisi si
soffermerà sulla paura del diverso, sul sistema dei valori, sulla tradizione,
sulla religione e sulle problematiche legate all‟identità razziale e
nazionale.
Nel primo capitolo ho analizzato la serie, dalle sue origini ai nostri
giorni: partendo dalla sua nascita, proseguendo con i successi ottenuti nel
corso degli anni e passando infine alla descrizione dei personaggi
principali, cioè la famiglia Simpson. Ho successivamente fatto una
panoramica sulla città “protagonista” della serie, Springfield, descrivendo
inoltre i luoghi più famosi e conosciuti al suo interno. Inoltre ho fatto una
prima breve panoramica sui cittadini e sul loro ruolo nella società,
soffermandomi su quelli maggiormente utili alla mia analisi. Ho infine
dedicato un capitolo alle varie religioni praticate all‟interno della città.
Nel secondo capitolo sono partito dalla definizione di stereotipo e di
pregiudizio in senso generale per poi passare alla descrizione di tutti i
caratteri stereotipati, sia all‟interno sia fuori di Springfield.
Nel terzo e ultimo capitolo ho analizzato tre episodi: “The Italian
Bob”
2
, “Mypods and Boomsticks”
3
e “Homer the Heretic”
4
. Ho
comparato i primi due episodi in quanto entrambi descrivono degli
2
Season 17, Episode HABF02, The iItalian Bob, original US airdate December 11, 2005.
3
Season 20, Episode KABF20, Mypods and Boomsticks, original US airdate November 30, 2008.
4
Season 4, Episode 9F01, Homer the heretic, original US airdate October 8, 1992.
6
stereotipi comuni su due popoli diversi (il primo l‟Italia, il secondo i
musulmani in generale), mentre il terzo riguarda la religione e il rapporto
di Homer con essa. Per la descrizione di queste puntate, ho utilizzato sia il
sito ufficiale dei Simpson
5
sia The Simpsons: a complete guide to our
favorite family dello stesso Matt Groening (il creatore della serie).
La difficoltà è stata quella di selezionare gli episodi, dato che avrei
potuto analizzare un gran numero di puntate riguardanti sia gli stereotipi
sia la religione.
Nello svolgimento della tesi ho inoltre paragonato alcune
rappresentazioni di vari aspetti della vita quotidiana descritte nella serie
con il quadro attuale italiano, trovando sempre delle analogie molto
interessanti.
A livello di fonti, molte informazioni sono state attinte da Internet,
ma gli approfondimenti sono dovuti a testi che ho consultato sia in Italia
sia a New York dove ho trascorso tre mesi effettuando ricerche nella
Biblioteca Pubblica di Manhattan.
5
http://www.thesimpsons.com
7
CAPITOLO 1
IL MONDO DEI SIMPSON
1.1 Nascita e sviluppo della serie
“The brilliance of The Simpsons is due to its ability to maintain a fun
tone, while exploring some of the most important and complex
political, social, and philosophical issues in contemporary society”
“The Simpsons is one of the most influential shows in pop-culture
history”
6
L‟anno era il 1987, quando il produttore James L. Brooks chiese al
creativo disegnatore 33enne Matt Groening di proporgli una serie di corti
animati della durata di 20-25 minuti circa da poter presentare al “The
Tracey Ullman Show” (uno dei primi programmi in onda sull‟allora infante
Fox Network). Groening pensò dapprima di presentare una serie di fumetti
di sua creazione, chiamata Life in Hell, un fumetto settimanale con
protagonisti una coppia di amanti gay (cfr. Appendici, Figura 1) e dei
conigli antropomorfi (cfr. Appendici, Figura 2)
7
.
Tramite questi personaggi, Groening analizzava molteplici aspetti
della vita quotidiana, quali l‟amore, il sesso, il lavoro e la morte. Queste
strisce erano piene di espressioni di alienazione, autocommiserazione, ansia
e paura della inevitabile fine di ogni cosa.
Groening pensò che la sua striscia a fumetti sarebbe diventata di
proprietà della Fox e in questo modo si sarebbe del tutto azzerata la sua
libertà creativa. Decise quindi di proporre al produttore una serie di corti su
6
Keslowitz, S. (2006), The World According to The Simpsons: What our Favourite Family Says about Life, Love and the
Pursuit of the Perfect Donut, Sourcebooks, Naperville-Illinois, pag. 10-11.
7
Turner, C. 2004), Planet Simpson : how a cartoon masterpiece documented an era and defined a generation, Ebury
Press, London, pag. 16-17.
8
una famiglia del tutto atipica, con un padre zoticone e burbero (Homer),
una madre petulante e tormentata (Marge) e tre figli impertinenti (Bart,
Lisa e Maggie).
La serie era del tutto al di fuori delle classiche sitcom americane, in
cui l‟idea centrale era quella di una famiglia in armonia che risolveva i
problemi quotidiani a tavola o con discussioni pacate e moderate tra
genitori e figli. Brooks fu molto interessato, e comprò i diritti per la nuova
serie.
Nell‟Aprile 1987 l‟America conobbe quindi per la prima volta i
Simpson al “The Tracey Ullman Show” (cfr. Appendici, Figura 3). Il
primo spezzone durava 1 minuto e 45 secondi e mostrava i seguenti aspetti:
1) Bart prima di andare a dormire fa una domanda filosofica al padre
sulla materia, Homer ovviamente fraintende e risponde in tutt‟altro
modo:
2) Marge spaventa a morte Lisa dicendole di stare attenta all‟Uomo
Nero;
3) Marge spaventa anche Maggie, cantandole una macabra ninna
nanna;
4) i figli Simpson, ancora scossi, si infilano nel letto dei loro genitori.
Dall‟immagine si può facilmente osservare come questi primi
disegni fossero primitivi, rudimentali e colorati in modo molto sommario.
Sono decisamente distanti anni luce dai Simpson che conosciamo oggi.
Il primo screening ebbe successo, così i produttori decisero di
realizzare il primo episodio di circa 15 minuti dal titolo “Simpsons
Roasting on an Open Fire”
8
(tradotto in Italia come “Un Natale da Cani”).
8
Season 1, Episode 7G08, Simpsons roasting on an open fire, original US airdate December 17, 1989.
9
Prima di andare a descrivere il primo episodio dei Simpson, vorrei
approfittarne per analizzare brevemente tre elementi che accomunano tutti
gli episodi della serie: la sigla tv, la scena (sempre all‟interno della sigla) in
cui vediamo Bart scrivere ripetutamente per punizione una frase alla
lavagna e la gag del divano.
La sigla è composta di vari momenti: si apre con il titolo che
compare tra le nubi che successivamente si aprono e ci mostrano una
panoramica della cittadina di Springfield. La breve panoramica si conclude
all‟interno di un‟aula della scuola elementare di Springfield, dove appunto
vediamo Bart intento a scrivere una frase alla lavagna per poi, al suono
della campanella, uscire dalla scuola in Skateboard dirigendosi verso casa.
Vengono poi introdotti tutti gli altri membri della famiglia
Simpson: vediamo Homer uscire dalla centrale nucleare al suono della
sirena (dietro di lui vengono introdotti il sig. Burns e il suo fido assistente,
Waylon Smithers), non accorgendosi di una barra di plutonio di color verde
fluorescente che va a finire dietro la sua schiena. Inizialmente Homer non
se ne accorge e se la porta dietro fino in macchina, dove la prende e la getta
con noncuranza dal finestrino.
Vediamo poi Marge mentre fa spesa al supermercato con la piccola
Maggie: dopo che la bimba viene passata sul lettore di codici a barre della
cassa (appare il prezzo 847,63 $, che nel 1989 era il costo medio annuo per
il mantenimento di un neonato negli Stati Uniti) e messa nella busta della
spesa insieme alle altre merci, Marge prende le buste e si avvia verso la sua
macchina.
Intanto vediamo Lisa nell‟aula di musica insieme al suo maestro e
agli altri studenti: dopo essere partita con un assolo, viene mandata fuori
dall‟aula e così lei, continuando a suonare, si avvia verso casa.
Nella sequenza successiva vediamo Bart passare davanti a una
fermata dell‟autobus: dopo essere salito sul marciapiede, lo vediamo
10
passare davanti ad alcuni cittadini di Springfield (tra cui Apu
Nahasapeemapetilon, Moe Szyslak, Barney Gumble e il commissario
Clancy Wiggum). Inoltre vediamo la barra di plutonio lanciata dal
finestrino da suo padre che finisce casualmente nella tasca di Bart.
Dopo aver passato un incrocio, vediamo arrivare la macchina di
Marge con lei alla guida e Maggie nel posto del passeggero con il
seggiolino. Maggie ha un volante giocattolo e imita la madre mentre guida,
e a un certo punto entrambe suonano il clacson.
La parte finale della sigla vede tutti i componenti della famiglia
Simpson ritornare verso casa: Lisa torna in bicicletta, Bart ripone lo
skateboard in garage ed entra in casa mentre Homer, dopo aver
parcheggiato la macchina davanti al parcheggio di casa, viene inseguito fin
dentro casa da Marge che sta rientrando. Scappa così dentro fin dentro il
salotto, e a breve viene raggiunto da tutti gli altri Simpson. La famiglia si
siede davanti al televisore e accende la tv (dove compaiono i nomi del team
creativo e del regista dei Simpson).
La particolarità delle gag della lavagna e del divano è che queste
differiscono a ogni episodio: nella prima Bart scrive una frase diversa a
ogni episodio (cfr. Appendici, Figura 4), mentre nella seconda ogni volta i
Simpson si siedono sul divano accompagnati da una scenetta diversa.
Esempi di frasi scritte alla lavagna da Bart sono “I will not xerox
my butt” (“non mi fotocopierò le chiappe”), “I will not bribe Principal
Skinner” (“non corromperò il preside Skinner”) e “ Underwear should be
worn on the inside” (“la biancheria va messa sotto non sopra”). Ci sono
comunque frasi di tutti i generi, sia frivole sia maggiormente satiriche.
Riguardo alla gag del divano invece, alcuni esempi delle variazioni
che abbiamo nei vari episodi possono essere Homer che si siede sul divano
sopra il cane di famiglia, Santa’s Little Helper, oppure in un altro vediamo
i personaggi Simpson che vengono fritti, messi sul divano e poi salati. La
11
gag del divano più significativa è pero a mio parere quella in cui ci viene
mostrata la “teoria dell‟evoluzione” di Homer: partendo da una singola
cellula, Homer evolve in lucertola, poi in un insetto, poi in un ratto,
successivamente in un uomo preistorico e, percorrendo le varie ere, diventa
alla fine l‟Homer che tutti conoscono. Si siede poi sul divano, e alla
domanda di Marge “What took you so long?” (“perché ci hai messo così
tanto?”). Homer risponde con un‟espressione affaticata
9
.
Ritornando al primo episodio dei Simpson, è una rivisitazione
parodica di classici come “Miracle on the 34th street” o “Christmas Carol”
di Charles Dickens. Homer, non avendo ricevuto la tredicesima dal sig.
Burns (direttore della centrale nucleare di Springfield e suo datore di
lavoro), non sa come procurarsi i soldi per i regali di Natale. I risparmi
familiari sono infatti stati del tutto prosciugati per rimuovere il tatuaggio
che suo figlio Bart si era fatto di nascosto. Homer cerca di raccogliere
qualche dollaro extra facendosi assumere per le feste come Babbo Natale,
ma quello che guadagna non è per niente sufficiente per poter passare un
Natale dignitoso. Quando è ormai sicuro di dover passare un Natale triste
con i suoi cari, viene invitato dal suo amico ubriacone Barney (cfr.
Appendici, Figura 5) all‟ippodromo, dove perde una scommessa ma
guadagna un levriero chiamato appunto Santa’s Little Helper (Piccolo
Aiutante di Babbo Natale, cfr. Appendici, Figura 6). Insieme a Bart riporta
il cane a casa, salvando così il Natale. La prima puntata si conclude con la
famiglia Simpson riunita che canta classiche canzoni natalizie e si congeda
dal pubblico augurando buone feste.
L‟episodio amplia enormemente l‟universo Simpsoniano: fanno la
loro prima apparizione molti dei personaggi che diventeranno poi
protagonisti nelle serie successive, tra cui il barista preferito di Homer,
Moe (cfr. Appendici, Figura 7), il migliore amico di Bart, Milhouse (cfr.
9
Season 18, Episode JABF06, Homerazzi, original US airdate March 25, 2007.
12
Appendici, Figura 8), il multimiliardario e crudele proprietario della
centrale nucleare di Springfield, Montgomery Burns (cfr. Appendici,
Figura 9), il vicino rompiscatole e bigotto, Ned Flanders (cfr. Appendici,
Figura 10) e le odiate cognate di Homer, Patty e Selma Bouvier (accanite
tabagiste) (cfr. Appendici, Figura 11).
La puntata ebbe un grande successo e fu nominata agli Emmy
Awards in 2 differenti categorie: “Outstanding animated program”
(“miglior programma animato”) e “Outstanding editing for a miniseries or
special” (“miglior montaggio”)
10
. I premi andarono poi ad altri contendenti,
ma le nomination contribuirono a far conoscere il fenomeno Simpsoniano a
un pubblico sempre più vasto.
La Fox chiese 13 episodi della durata di 30 minuti circa ognuno e
spostò l‟orario di messa in onda dello show per metterlo in competizione
con The Cosby Show (noto in Italia come I Robinson).
I due show non potevano essere maggiormente antitetici: la
famiglia dei Cosby è composta da sette membri e la serie verte quasi
interamente sui contrasti e sui problemi adolescenziali dei cinque figli, che
vengono sempre affrontati e risolti facendo uso del buon senso e della
razionalità. I buoni sentimenti e i valori tradizionali familiari sono il perno
su cui questa sit-comedy si appoggia.
La famiglia Cosby rappresenta “a we, which is both the product of
and the catalytic agent for socialization. This feeling of “we” allows for the
transmission of attitudes and sentiments”
11
. Inoltre, come afferma Weil
nello stesso libro, la famiglia può essere considerata come “a social system
in itself and a segment of the larger society whose norms, values, and
demands it teaches to the individual”
12
.
10
http://en.wikipedia.org/wiki/Simpsons_Roasting_on_an_Open_Fire
11
Weil, M. W. (1971), Marriage, Family and Society: Toward a Sociology of Marriage and The Family, The Interstate
Printers & Publishers, Illinois, pag. 7.
12
Weil, M. W. (1971), Marriage, Family and Society: Toward a Sociology of Marriage and The Family, The Interstate
Printers & Publishers, Illinois, pag. 3.