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INTRODUZIONE
Prima di presentare nell’introduzione i vari temi che tratterò all’interno della mia tesi, devo
fare una premessa: io amo il calcio. Cominciai a tirare calci ad un pallone all’età di tre anni e
da quel giorno non smisi più. Ho avuto l’opportunità di giocare a calcio a buoni livelli, provando
la soddisfazione di giocare contro le squadre giovanili dei grandi club lombardi come Milan,
Inter e Atalanta. Ho giocato per due anni nel Lumezzane Calcio, squadra professionistica della
provincia bresciana, quando ero in un periodo delicato della mia vita come può essere
l’adolescenza. Posso assicurarvi che giocare contro la propria squadra del cuore e chiamare
avversari sul campo dei pari età con la divisa rossonera è una gioia che porterò dietro per
sempre. La mia carriera calcistica è rimasta poi in un ambito provinciale, iniziando con due
anni tra un campionato di Promozione e uno di Eccellenza, dove ho potuto imparare come
funzioni il mondo del calcio semi dilettantistico
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e che interessi ci siano in questo mondo. Ho
continuato a giocare poi in una squadra di Seconda Categoria, l’Atletiko Bagnolo dove gioco
tutt’ora e dove gioco ormai da sei anni. Questa è stata la mia esperienza da calciatore, per ora,
nel mondo del calcio provinciale, ma ho avuto anche alcune esperienze come allenatore nella
squadra dell’Oratorio dove risiedo, a Flero in provincia di Brescia, con la squadra di adolescenti
del paese. Penso che questa breve descrizione delle mie esperienze calcistiche possa aiutare il
lettore a comprendere maggiormente il mio punto di vista e il mio stato d’animo verso questo
gioco.
Durante quest’estate abbiamo assistito a due importanti tornei calcistici internazionali: gli
europei in Francia e la Coppa America disputata negli USA. Due eventi che hanno raccolto
l’attenzione dei media di tutto il mondo e che per due mesi hanno trattenuto milioni e milioni
di appassionati e non.
Un’esperienza lavorativa in una scuola dell’infanzia mi ha dato l’opportunità di osservare
come il calcio sia un elemento preponderante nel gioco e nei discorsi dei bambini maschi.
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I campionati di calcio sono suddivisi e organizzati in 9 livelli, i primi 3 sono inquadrati nell'area del
professionismo, mentre i restanti 6 sono a carattere dilettantistico.
In ordine sono: Serie A, Serie B, Lega Pro, Serie D, Eccellenza, Promozione, Prima Categoria, Seconda Categoria
e Terza Categoria.
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Questi elementi hanno fatto scaturire in me una curiosità verso l’immagine che i media
danno del calcio, ma soprattutto di come i bambini ricevano e rielaborino questi messaggi.
L’argomento di questa tesi si concentrerà dunque sull’immagine educativa che i media
danno del mondo del calcio; partendo dalla relazione che intercorre tra educazione e sport, verrà
analizzato questo dualismo, arrivando ad elencare aspetti positivi e negativi della disciplina
sportiva, soffermandomi anche sui problemi moderni dello sport. Partendo dalle origini
dell’attività sportiva, mi tratterrò sulla visione di questo fenomeno per la cultura ellenica e che
idea ne aveva questo popolo così profondamente acculturato.
In seguito analizzerò più nello specifico il gioco del calcio, cercando di spiegare quali sono
i valori che esso trasmette e in che modo e come questo sport può essere utile nello sviluppo
psicofisico del bambino. Vedremo come il calcio sia caratterizzato dalle tre “s” (spettacolo,
sogni, soldi), ma verrà sottolineata l’importanza dell’allenatore, il cui compito è quello di
mettere in atto nella gestione della squadra e dei giocatori le tre “r”: rispetto, regole,
responsabilità.
La parte centrale della tesi sarà dedicata al rapporto tra i media e il calcio, analizzando i
numeri e le statistiche che riguardano questo sport, citando anche il giro di affari non
indifferente che muove il mondo del pallone. Vedremo poi un approfondimento che riguarda i
diritti televisivi in Italia per comprendere al meglio il giro economico di questo sport.
Successivamente analizzerò la figura educativa principale della scuola calcio, che quindi
unisce insegnamenti di natura sportiva e no: l’allenatore. Egli è colui che ha un ruolo
fondamentale nella formazione dell’uomo, avendo le capacità e la responsabilità di mettere in
condizione i giovani calciatori di vivere bene, con gioia e passione, il loro tempo dei giochi.
Nella parte finale della tesi tratterò una tipologia comunicativa specifica: la cinematografia
e i cartoni animati. Andremo a vedere come questo mezzo di comunicazione si è avvicinato al
mondo calcistico e quale messaggio educativo ha passato nel tempo.
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CAPITOLO 1- Il mondo dello sport e l’educazione, elementi complementari
Lo storico olandese Johan Huizinga
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sostiene che il gioco sia più antico della cultura, in
quanto presuppone la convivenza umana. Fin dalle epoche più antiche, all’attività fisica è stato
attribuito un valore importante sia per la collettività sia per il singolo, cosa che ha contribuito
in ogni parte del Mondo al diffondersi di attività motorie, dove corpo e movimento giocano un
ruolo fondamentale.
L’educazione fisica nell’antico Egitto e la pratica di sport quali “il canottaggio, la corsa, la
lotta, i giochi con la palla e la caccia”
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, lo yoga in India e il kung fu in Cina sono la
dimostrazione di questo semplice fatto: da sempre l’uomo ha praticato sport.
Ma è con la cultura ellenica che l’attività fisica diventa sempre più strumento educativo. Per
i greci, l’educazione si realizzava attraverso un processo di formazione in cui la presenza della
cultura e dell’esercizio fisico era fondamentale. L’elemento chiave di questo percorso era un
volgersi verso un ideale, il porsi un obbiettivo e costruire la propria persona per conseguirlo.
Molte delle caratteristiche della pedagogia greca hanno influenzato in maniera determinante il
pensiero occidentale a cui siamo giunti oggi, e molti dei termini sportivi che utilizziamo ancora
oggi sono di origine greca. È quindi importante capire come la cultura ellenica abbia influenzato
aspetti del presente inerenti questi due ambiti.
Per rendere chiari questi concetti è interessante descrivere la tradizione assegnata al corpo e,
di conseguenza, all’educazione fisica e allo sport nelle due città greche più importanti: Atene e
Sparta. Vi è poi anche l’importantissima tradizione dei giochi olimpici, che deve il proprio
nome alla città greca di Olimpia e di cui approfondiremo la rinascita in seguito.
Le differenze tra le due città sono prima di tutto giuridiche e civili: la polis spartana è di tipo
oligarchico, quella ateniese ha connotati democratici. Lo stile di vita spartano sposta l’eroismo
e il coraggio dall’eroe al servizio della patria, in una dedizione totale, cambiando dunque la
visione omerica dell’eroe. Nella polis spartana i cittadini liberi si dedicano alle armi e alla
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J. Huizinga, Homo ludens, Einaudi, Torino, 2002, p.3.
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A. G.A. Naccari, Pedagogia della corporeità. Educazione, attività motoria e tempo libero, Morlacchi Editore,
Perugia, 2003, p. 9.
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preparazione bellica, i Perieci costituiscono il ceto contadino dedito all’agricoltura mentre gli
Iloti sono servi privi di ogni diritto. Ad Atene esistevano tre classi sociali: gli Eupatridi, nobili
e proprietari terrieri che detenevano ogni potere; i Geomeri, piccoli proprietari e lavoratori della
terra; i Demiurghi, artigiani e operai.
È di fondamentale importanza, però, notare come lo sport ricoprisse per i bambini una
posizione differente nelle due città. A Sparta i bambini nati gracili o deformi venivano lasciati
morire. Già a sette anni gli infanti erano affidati allo stato che iniziava il processo che li avrebbe
resi sudditi eroici ed obbedienti, la loro educazione era prevalentemente fisica per abituarsi alle
attività militari; venivano addestrati a sopportare le fatiche e ogni genere di disagi avendo come
obiettivo la formazione di un perfetto combattente. L’individuo è totalmente asservito allo stato,
l’educazione non è sviluppo della personalità nella direzione della libera scelta ed i giovani
spartani crescono sviluppando corpi muscolosi ed allenati, perfette macchine da guerra. Anche
l’educazione femminile ha come obiettivo la perfetta continuità della patria. Così come la donna
fascista nell’Italia del ventennio, la finalità della donna spartana è di essere una madre feconda
di figli vigorosi. L’attività fisica prevale sull’educazione intellettuale.
Totalmente diversa la situazione ad Atene dove la gestione della polis è basata sulla legge
scritta e sul diritto, dove si è più liberi di esprimere la propria individualità sia in campo politico
che economico e dove alla violenza si sostituisce la giustizia. Ad Atene l’aretè, termine che
possiamo tradurre con abilità della persona, si incentra sul rispetto e sul dovere civico.
L’educazione del corpo è parte fondamentale dello sviluppo del bambino, ma in maniera diversa
alla visione spartana: essa prepara il ragazzo alle regole, è valorizzata soprattutto in senso
morale dove il fine non è più solo la vittoria. L’educazione fisica aiuta il bambino al rispetto
delle regole del gioco, a dominare gli impulsi e padroneggiare e a canalizzare le forze.
Di fondamentale importanza per capire quanto lo sport abbia una valenza basilare per i Greci
sono le Olimpiadi. Olimpo è il monte più alto della Grecia, era considerato il santuario di Zeus
ed il suo recinto era chiamato Olimpia. Nel 776 a.C. vengono fondati i giochi olimpici che
hanno un carattere sacro di celebrazione religiosa in onore del dio. Le Olimpiadi hanno una
grossa funzione culturale e vi affluiscono genti di ogni parte della Grecia. Questi eventi sportivi
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erano di così notevole importanza che durante lo svolgimento vigeva la famosa tregua olimpica,
per permettere a tutti di godere della manifestazione. La preparazione degli atleti a questi eventi
sportivi avveniva nel ginnasio e nella palestra che diventeranno nel tempo centri di educazione
dei giovani greci, dove l’educazione fisica si associa a quella intellettuale.
I Giochi olimpici persero gradualmente importanza con l'aumentare del potere di Roma in
Grecia. Nel 393 d.C. l'imperatore romano Teodosio I li vietò, ponendo fine a una storia durata
più di 1000 anni.
Alle fine del 1800, grazie alla tenacia e all’impegno di un barone francese, Pierre de
Coubertin, i Giochi olimpici vennero ripristinati. Per il barone, ispirato da visite ai college
inglesi, l’attività fisica ricopre tre ruoli fondamentali nella pedagogia:
-il ruolo fisico: dare equilibrio al corpo, fortificare i muscoli, calmare i sensi.
-il ruolo morale: mettere nella vita del giovane un interesse immediato, offrire uno scopo ai suoi
sforzi, insegnargli la relazione causa effetto e la responsabilità individuale.
-il ruolo sociale: preparare la gioventù al funzionamento dell’apparato sociale.
Secondo il barone de Coubertin le Olimpiadi sono un’opportunità per il recupero dei più
elevati valori di formazione della persona e degli ideali di pace e di fraternità tra i popoli.
Questi accenni storici permettono di comprendere meglio come lo sport abbia ricoperto un
ruolo fondamentale non solo nella cultura e nella vita dell’uomo, ma anche nella formazione e
nell’educazione delle giovani generazioni.
Ma come può lo sport essere una risorsa per l’educazione al giorno d’oggi? Quali sono le
caratteristiche che lo rendono uno strumento educativo efficace?
Secondo l’autore del contributo “Sport, turismo e mass-media: le risorse dell’educazione
informale”
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, Enver Bardulla, la caratteristica che fa sì che lo sport sia uno strumento educativo
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AA.VV, Educare nella società complessa. Problemi Esperienze Prospettive, Editrice La Scuola, Brescia, 1991,
pp. 183-213.