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CAPITOLO SECONDO
2.1 La costruzione di significato
“Quali sono i meccanismi tramite i quali riempiamo di significato gli
stimoli sconnessi che colpiscono i nostri sensi, magari riconducendoli
a schemi percettivi già collaudati? Come selezioniamo gli stimoli
pertinenti, ritagliandoli dal continuum dell’esperienza, e come
avviene il passaggio da un “qualcosa” di materiale e percepibile (gli
stimoli stessi) a un qualcos’altro” di immateriale e non percepibile (i
significati che attribuiamo a tali stimoli)? [..] come vengono registrate
e organizzate nella memoria e come vengono trasmesse da un
individuo all’altro?”.
61
2.1.1. Contestualizzazione delle informazioni
Cercheremo di dare delle risposte iniziando dalle parole di Giuseppe
Vitiello: “La proprietà che più chiaramente distingue l'intelligenza
biologica da quella delle macchine di cui oggi disponiamo è la
contestualizzazione delle informazioni da parte del cervello nella
costruzione di conoscenza e significati.”
62
61
Valentina Pisanty, Alessandro Zijno, Semiotica, McGraw-Hill, Milano 2009,
Introduzione X.
62
Giuseppe Vitiello, Sapere, comprendere, sentire e viceversa: il ciclo azione-percezione
nella dinamica dissipativa del cervello, inserto di ISL-Igiene e Sicurezza del lavoro
n.2/2012
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E ancora: “Ogni imput dall'esterno non porta con sè un “significato”
nè questo risiede nell'osservatore (il cervello che riceve l'imput).
Il significato “nasce” dalla collocazione che l'imput riceve dal cervello
nell'ambito (nel “paesaggio”) delle esperienze passate ed acquisite.
In questa operazione di formazione di “significati” consiste la
“conoscenza” [..] il flusso di informazioni scambiato nella relazione
con il mondo diventa conoscenza. Ne nasce una prospettiva, o visione
del mondo e da questa derivano le aspettative che orientano nella
ricerca intenzionale di situazioni esperienziali soddisfacenti [..]
L'intenzionalità delle nostre azioni ha quindi il suo fondamento nel
processo con cui il cervello costruisce significato e conoscenza sotto
lo stimolo delle percezioni”
63
Ugualmente Ciofalo pur appartenendo a discipline decisamente
diverse conferma: “Conoscere non significa registrare
meccanicamente le informazioni che ci provengono dall’esterno, ma
vuol dire riorganizzarle, rielaborarle, rappresentarle e
interpretarle”.
64
2.2 La percezione
La percezione è la funzione attraverso la quale l’Uomo ottiene
informazioni dall’ambiente che lo circonda, tramite gli organi di senso
ad essa preposti. Possiamo definire la percezione dello stimolo, nella
63
G. Vitiello “Percezione, esperienza e dinamica cerebrale” Pubblicato in ISL-
Igiene e sicurezza del lavoro Anno XIV, n.5 Maggio 2010 pp. 287-292.
64
Ciofalo, Homo communicans, cit.
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63
accezione di stimolo-comunicazione-informazione, e la seguente
costruzione di significato, come l'interazione del cervello con
l'ambiente esterno per quanto riguarda i legami col mondo, e interno,
in quanto costruzione di significato, che emerge da un processo di
astrazione o esemplificazione necessaria per la costruzione
dell'attrattore (memoria), nonchè nel bilanciamento dei flussi, in
entrata ed in uscita, e di generalizzazione o creazione di categorie al
fine di istituire correlazioni nel “paesaggio” degli attrattori
(memoria) , evidenziati come conoscenze pregresse.
In presenza di una bio-fisiologia omeostatica, una percezione corretta
avviene:
1. Attraverso una interazione cervello ambiente bilanciata dove i
flussi in entrata ed in uscita rappresentano una immagine
speculare invertita nel tempo: il doppio
65
65
“Nel formalismo della teoria dei campi quantistici, lo studio di sistemi aperti
(dissipativi) richiede che si consideri, oltre al sistema cui siamo interessati, anche
l’ambiente in cui esso è immerso (Celeghini et al 1992). [..]. Dal punto di vista del
bilanciamento dei flussi, l’ambiente è rappresentabile come una copia esatta del
sistema, dal momento che esso riceve ogni flusso (energetico) proveniente dal
sistema, e questo, a sua volta, riceve ogni flusso proveniente dall’ambiente e
questi flussi in ingresso e in uscita devono comunque bilanciarsi. [..], l’uno è
formalmente descrivibile come l’immagine dell’altro ottenuta invertendo “in”
con “out” nei flussi, o, che è lo stesso, il segno relativo del tempo: l’uno è
l’immagine “invertita nel tempo” (nello specchio del tempo) dell’altro. [..] la
coppia “cervello-ambiente” è trattata formalmente come “cervello e suo Doppio”.
G. Vitiello, Percezione, esperienza e dinamica cerebrale, ISL, Igiene e sicurezza
del lavoro anno XIV, n5, 2010, p.4.
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2. In relazione ad una conoscenza pregressa - presente negli
attrattori di memoria
3. Attraverso una interazione tra attrattori (memoria) finalizzata
alla costruzione ed alla elaborazione coerente di significato
66
4. In presenza di uno stimolo specifico che permetta una
costruzione di significato coerente.
5. Avendo presente l’effetto di influenze culturali e sociali nonché
delle conseguenti difese della mente, finalizzate all'evitamento
di dolore, quando la costruzione di significato diventa
incoerente alla corretta percezione dello stimolo e pertanto alla
azione ad esso conseguente.
67
66
“Nel modello dissipativo quantistico, gli “stati di memoria” sono stati di
minima energia [..] Poiché, gli stati di minima energia sono quelli verso cui il
sistema inevitabilmente tende, passando da stati eccitati a stati fondamentali,
questi possono essere pensati come stati verso i quali il sistema “è attratto”, cioè
come “attrattori”. [..] Possiamo quindi concludere che il cervello “vive” (evolve)
percorrendo traiettorie nel paesaggio degli attrattori. L’evento percettivo induce
il cervello ad esplorare il paesaggio degli attrattori attraverso traiettorie, da
attrattore ad attrattore, eventualmente soffermandosi in ciascuno di essi, mai
restandovi intrappolato (fissazioni), alla ricerca di una corrispondenza o del
riconoscimento delle similitudini tra l’esperienza presente e una esperienza
passata di cui uno degli attrattori è la memoria, [..] In tal modo si costruisce la
conoscenza e attraverso di essa una ridisegnata visione del mondo e delle
strategie per raggiungere “la massima presa sul mondo”, L'essere-nel-mondo”, G.
Vitiello, idem p.8.
67
Questo libro è stato scritto sullo sfondo della psicologia di oggi, con le sue
confusioni, le sue distorsioni, le sue nuove semplificazioni. Il titolo intende
sottolineare il suo tema principale: la natura e il modellamento culturale della
costruzione di significato, e il suo ruolo centrale del significato nell’azione
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65
Possiamo definire disturbo della percezione una costruzione di
significato incoerente allo
stimolo ricevuto, tanto a
livello qualitativo che
quantitativo. Possiamo
riconoscere che il disturbo
della percezione, rappresenti uno sbilanciamento dei flussi tra
cervello e ambiente, dato dalla diversità tra flusso in entrata (stimolo)
e flusso in uscita (percezione/costruzione di significato/azione), che
non rappresenta più il doppio (immagine speculare), a causa di una
alterazione nella costruzione di significato.
2.3 Sbilanciamento cervello-ambiente
Diversi autori contemporanei, hanno evidenziato alcuni processi, che,
non permettendo una corretta costruzione di significato nei confronti
di stimoli reali, obbligano la moltitudine alla accettazione di “verità”
altrimenti inaccettabili. In l’Io minimo, C. Lasch scrive:
“trasformando eventi orribili in immagini, isolando queste immagini
dal contesto, riordinandole in nuove combinazioni e traducendo le
risposte dello spettatore nel gergo blando della neutralità scientifica,
la tecnologia della comunicazione moderna controlla la gente
rendendole facile accettare l’inaccettabile”.
68
umana. Jerome Bruner, La ricerca del significato, Bollati Boringhieri, Torino 2017,
p.15.
68
C. Lasch, L’io minimo, G. Feltrinelli Editore, Milano 2004, p.97.
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Similmente F. Comelli, in I disturbi psichici della globalizzazione,
riconosce l’informazione come induttrice di conformismi percettivi
che non permettono di discriminare uno stimolo tra fiction e realtà.
69
Serge Latouche, economista, in “Come si esce dalla società dei
consumi”, spiega in maniera semplice ma esaustiva come la
moltitudine venga inglobata all’interno del consumismo attraverso
stimoli precostituiti, volti ad indirizzarne le scelte, che vengono
percepiti invece come azioni favorenti una libera decisione.
70
Non dobbiamo inoltre trascurare che negli ultimi millenni le società
fondate sul dominio, hanno imposto all’essere umano, strutturato
invece sulla collaborazione, leggi, norme, istituzioni ed interazioni
artificiali, ed arbitrarie, che l’hanno obbligato, di fronte a stimoli
incoerenti alla sua stessa natura, alla formazione di una serie di
adattamenti-tamponamenti alla sofferenza psichica, noti come sistemi
69
Il secondo è quello dello scenario fantascientifico del controllo totale delle
informazioni come induttori di conformismi percettivi, capaci di far apparire
scontate delle situazioni che implicano un rischio per la collettività dando luogo
a una sorta di “video” perenne, con aumento di privazioni esperienziali e
incremento delle solitudini. Di conseguenza si nota anche una difficoltà nel
discriminare fra fiction e realtà”. F. Comelli, I disturbi psichici della
globalizzazione, Franco Angeli s.r.l., Milano 2015, p.16.
70
I tre pilastri del sistema consumistico: La pubblicità che crea instancabilmente
il desiderio di consumare. Il credito che fornisce i mezzi per consumare anche a
chi non ha denaro (grazie al sovraindebitamento). L'obsolescenza programmata,
che assicura il rinnovamento obbligato della domanda. Serge Latouche, Come si
esce dalla società dei consumi, Bollati Borlinghieri, Torino 2010, p. 42.
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difensivi della mente che
contribuiscono al formarsi di
una costruzione di significato e
di conseguenza una risposta,
incoerenti allo stimolo stesso.
71
I nuovi modelli interpretativi si articolano sulla osservazione di
sistemi dissipativi e complessi riconoscendo la comunicazione visivo-
sensoriale uno stimolo, e, alla luce delle nuove conoscenze nei
confronti del funzionamento del cervello, la costruzione di significato
sarà visibile dalla coerenza e libertà di azione conseguente.
È necessario, che lo stimolo sia specifico per poter essere percepito
correttamente dal corpo biologico, permettendogli di attivarsi a
livello coerente nei suoi confronti.
Osserviamo alcuni parametri che possono influire sulla
percezione/costruzione di significato, pur non rappresentando uno
stimolo aspecifico, ma dipendenti dal mondo di conoscenze proprio
degli individui, che G. Vitiello ha descritto come domini troppo o
poco estesi.
72
71
I meccanismi difensivi della mente, da: Barry Guze “Handbook di psichiatria”
a cura Prof. Paolo Pancheri, Mediserve, Milano-Roma-Napoli 1994.
72
Nello studio della dinamica che regola i processi cerebrali bisogna
necessariamente considerare l’attività di un gran numero di neuroni. L’attività
funzionale del cervello non è infatti strettamente dipendente dall’attività del
singolo neurone, dalla stabilità e dal numero delle specifiche connessioni che lo
May a Misleading communication affect the Immune system?
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2.3.1 Domini troppo o poco estesi
In relazione ai “Domini correlati poco estesi” osservato nello
sbilanciamento di flussi tra cervello e ambiente possiamo osservare
che: “una tale situazione si può verificare, ad esempio, quando lo
stimolo o segnale esterno non è abbastanza forte da indurre una
eccitazione collettiva in un gran numero di neuroni. Questo può
accadere quando “i legami” con il mondo esterno sono pochi e/o
deboli, confinati all'interno di un “piccolo mondo” relazionale.
Il modello prevede allora che sia possibile passare con grande facilità
da uno “stato di memoria” ad un altro “stato di memoria” [..] ne
risulta una tipica situazione di “confusione” [..] il soggetto con tale
basso livello di relazione (di coinvolgimento) con il mondo esterno,
viene facilmente “distratto” da un certo oggetto o situazione da altri
sopraggiungenti stimoli o segnali, senza che, sebbene deboli, egli sia
in grado di “filtrarli” ma sentendosi anzi sopraffatto dal loro numero
e dal loro rapido succedersi.
Una situazione simile viene a crearsi anche nel caso opposto, cioè
quando gli stimoli dall'esterno sono molto forti e in rapida
successione, sempre tuttavia confinati in un orizzonte limitato.
legano ad altri neuroni, ma dal comportamento di domini o regioni della
corteccia cerebrale che interessano grandi numeri di neuroni tra di essi correlati.
G. Vitiello, Dissipazione e coerenza nella dinamica cerebrale, Pubblicato in
Strutture di Mondo –Il pensiero sistemico come specchio di una realtà complessa
a cura di Lucia Urbani Ulivi, Il Mulino, Bologna 2010, pp. 105-126