tema del commercio nei centri storici e, successivamente,
gli argomenti del marketing urbano. Abbiamo cercato di
evidenziare la necessità di superare alcune ancora diffuse
concezioni troppo legate alla sola dimensione economica
dell’impresa con l’acquisizione di una visione più ampia e
complessa dei problemi commerciali. L’accelerazione dello
sviluppo della grande distribuzione extraurbana e le
profonde trasformazioni che stanno ridisegnando l’aspetto
complessivo del commercio, determinano infatti la
necessità nelle imprese del centro storico di attuare
strategie competitive che trasformino le minacce del
mercato in opportunità per il proprio sviluppo.
Il primo capitolo contiene considerazioni sulle
politiche di marketing urbano nella loro connessione con
le problematiche della pianificazione urbanistica. Ci è
sembrato interessante approfondire non tanto il rapporto
che il centro storico ha con la sua area esterna quanto le
frequenti difficoltà che le attività commerciali incontrano
nell’ambito dei “Piani Regolatori Generali”.
Il secondo ed il terzo capitolo affrontano, con un
procedimento che definiremo “centripeto”, le sfide e gli
obiettivi delle strutture commerciali extraurbane e le
nuove strategie competitive e di sviluppo adottate dai
centri commerciali cittadini. Si tratta di una analisi del
contesto ambientale in grado di consentire al Marketing
urbano l’assunzione del ruolo di strumento per
un’organicità di interventi. L’illustrazione, nel terzo
capitolo, di due casi di studio sul commercio nei centri
cittadini di Germania e Gran Bretagna permette un utile
confronto con alcune specifiche esperienze dell’estero.
Il quarto capitolo è quello destinato alla
presentazione della metodologia da utilizzare per
raggiungere l’obiettivo della valorizzazione del commercio
nei centri storici. Si fa cenno frequente a esempi pratici
operativi per un’indagine riguardante l’offerta
commerciale presente nell’area interessata, il
posizionamento di mercato di questa offerta,
l’atteggiamento dei clienti dei negozi del centro storico ed
il confronto delle percezioni dei commercianti e dei
consumatori. La metodologia proposta mette in relazione
la vitalizzazione funzionale dei centri storici con il
fenomeno commerciale tenendo conto dei fattori più
importanti che interagiscono in tale rapporto. I risultati
dell’analisi potranno consentire il reperimento di dati utili
a fornire un giudizio sulla possibile valorizzazione
dell’offerta commerciale e sui progetti di intervento.
Viene quindi condotto, nel quinto capitolo, un
sintetico esame di alcune componenti extra commerciali
del marketing urbano aventi la finalità di creare nella città
luoghi di incontro e di identificazione che contribuiscano a
manifestare tale specifica vocazione del centro storico.
Luoghi di incontro poiché i percorsi commerciali e
turistici, se ben supportati da strutture ricettive,
contribuiscono a sviluppare aspetti di socializzazione, ma
anche luoghi di identificazione essendo possibile
integrare, ad esempio in una singola struttura urbana, gli
aspetti fondamentali della vita cittadina. Il centro urbano,
in tale evenienza, può assumere un ruolo determinante
nelle attività di interesse collettivo.
Nel sesto capitolo sono considerate le norme
legislative disciplinanti le strutture del commercio e la
regolamentazione dell’attività dei negozi. Vengono
particolarmente approfonditi la funzione della rete dei
negozi collocati nell’area centrale della città e il sistema
legislativo che regolamenta e definisce il comparto della
vendita al dettaglio.
Nel settimo capitolo, infine, vengono presentate
alcune proposte per la valorizzazione commerciale dei
centri storici. L’idea guida per lo sviluppo di tali strategie
è che il prodotto offerto ai consumatori non deve essere
costituito solo dalle caratteristiche singole dei negozi, ma
anche da elementi costitutivi della zona nel suo complesso
e dai servizi accessori che essa può offrire.
La complessità che caratterizza la presenza delle
attività collettive e le interconnessioni tra vitalità della
funzione commerciale e potenzialità di uso del centro
cittadino per altre funzioni, ad esempio quelle legate al
tempo libero, ci hanno indotto, da ultimo, a richiamare
l’attenzione su alcune figure responsabili di iniziative di
“non business marketing”. Tali figure, operando
soprattutto sul piano dell’offerta di servizi, si stanno
attualmente imponendo all’attenzione delle Pubbliche
Amministrazioni, quali “registi” indispensabili per il
rafforzamento del ruolo multifunzionale del centro storico.
CAPITOLO I
IL MARKETING URBANO E LA
PIANIFICAZIONE URBANISTICA
1.1 Il marketing urbano: generalità.
L’attuale fase dell’utilizzo della città, così come si
presenta nella maggioranza dei casi italiani, contiene tutte
le contraddizioni di uno sviluppo confuso e disorganico.
Inoltre, troppo frequentemente non è stata tenuta in debito
conto, da parte delle amministrazioni interessate,
l’articolazione dei fenomeni urbanistici e sociali che
interagiscono all’interno di un centro storico cittadino.
Nelle città si è prodotto un modello d’uso fondato
prevalentemente sulla centralizzazione ove pochi enti, con
ampi poteri decisionali, hanno redatto numerosi progetti di
trasformazione urbana che nella maggior parte dei casi si
sono rivelati del tutto fallimentari. Si è trascurata, inoltre,
la considerazione che gli elementi del paesaggio urbano
traggono vitalità dalle funzioni private e collettive del
centro e nello stesso tempo le attrezzature socio-collettive
insediate modellano le loro relazioni con i cittadini
seguendo varie forme di sfruttamento dello spazio urbano.
Queste esperienze devono insegnare quanto dannoso
sia puntare tutto su un meccanismo di pianificazione
slegato dal consenso, dalla programmazione e dalla reale
fattibilità degli interventi. Inoltre, ogni azione intrapresa
non deve essere diretta da un approccio specialistico
privilegiando la dimensione urbanistica oppure quella
economica, o sociologica, o ambientale, ma deve possedere
una visione di interdisciplinarietà che scaturisca cioè da
apporti disciplinari diversi.
Poiché non esiste un modello da proporre per tutti le
circostanze e tutte le convenienze, il Marketing Urbano
può assumere il ruolo di strumento per un’organicità di
interventi utili allo sviluppo di strategie di rivitalizzazione
del cuore antico della città e più in particolare di
valorizzazione delle attività commerciali nei centri storici.
Il Marketing Urbano, in prima approssimazione, può
essere definito un nuovo metodo di elaborazione delle
strategie di promozione delle attività legate alla
distribuzione commerciale e di servizio localizzate nella
medesima zona della città. Il suo obiettivo è la
valorizzazione e riqualificazione, sotto l’aspetto
commerciale e sociale, delle aree urbane, facendo rientrare
nel progetto di valorizzazione tutti quei fattori che
interagiscono nel rapporto tra il fenomeno commerciale e
la rivitalizzazione del centro storico.
Il suo significato è, peraltro, assai più ampio: non si
esaurisce in un limitativo studio delle azioni di marketing
delle singole unità commerciali, ma si estende ad un più
vasto scenario ove l’azione individuale è integrata dalle
esigenze di valorizzazione dell’ambiente urbano inteso
come agglomerato sociale.
Le politiche finora attuate in Italia per affrontare
problematiche così complesse e collegate sono risultate
spesso slegate e prive di un disegno complessivo che tenga
conto della molteplicità di funzioni nel centro storico. Il
Marketing Urbano può risultare un valido contributo
metodologico e di esperienza per tutti coloro che, per
responsabilità o competenza, risultano coinvolti in progetti
di valorizzazione commerciale dei centri storici e
dell’ambiente urbano come spazio di vita.
L’idea guida per lo sviluppo di strategie di
rivalutazione del cuore antico della città non può ignorare
che le azioni da intraprendere devono riguardare alcuni
essenziali aspetti dell’area urbana: l’attrattività,
l’accessibilità, l’animazione e la qualità ambientale.
2
In generale l’“attrattività” di un centro storico può
essere definita come la capacità di esercitare un richiamo
sul più ampio numero di persone. Dal punto di vista
strettamente commerciale, l’attrattività è data dalla
idoneità di un punto di vendita o di un insieme di punti di
vendita a richiamare il maggior numero di clienti ed
indurli all’acquisto. È evidente che tale capacità non
dipende solo dalle caratteristiche dei negozi, ma anche da
elementi esterni all’impresa. Essa coinvolge l’intero
contesto dell’ambiente urbano che costituisce, a tutti gli
effetti, un sistema di comunicazioni sociali.
Per “accessibilità” di un’area urbana si intende la
facilità con cui può essere raggiunta dall’esterno. È certo
2
ISCOM E.R. “Marketing Urbano”, 1994.
che l’assetto della viabilità e la regolamentazione del
traffico, così come il piano parcheggi e la rete dei servizi
pubblici, incidono fortemente sull’accessibilità al centro e
sulla capacità di attrazione dell’offerta commerciale anche
se l’incremento della accessibilità non deve essere
considerato di per sé, condizione sufficiente per rafforzare
la capacità di attrazione del centro urbano.
L’“animazione” indica al tempo stesso due fenomeni:
da un lato significa densità, affollamento, movimento di
persone; dall’altro esprime l’idea di vivacità e colore nelle
relazioni sociali. Se le imprese commerciali localizzate in
una zona, per esempio nel centro storico, intraprendono
fattive strategie unitarie a livello di immagine e di servizio
offerto, il passaggio di potenziali clienti potrà aumentare e
di conseguenza potranno migliorare anche i risultati
economici delle singole aziende. Nel contempo l’attività
degli acquisti costituisce, a tutti gli effetti, un’occasione
di incontro, di comunicazione e di relazione sociale.
La “qualità ambientale” è data, infine, dall’insieme
dei fattori propri dell’ambiente urbano che concorrono a
rendere un luogo pienamente vivibile ed a suscitare
un’esperienza di benessere in coloro che lo frequentano e
lo vivono.
Questi quattro requisiti non debbono essere
considerati, in modo semplicistico, caratteristiche naturali
di un’area o di un centro storico, ma debbono costituire gli
obiettivi di fondo di un progetto di riqualificazione
urbana.
La relazione tra essi non è semplice, ma complessa.
Si tratta, pertanto, di realizzare di volta in volta, la
migliore composizione di questi obiettivi, sfida nella quale
sono coinvolti, ciascuno per le proprie competenze e
ambiti di azione, L’Ente locale e l’Amministrazione
Pubblica da un lato (si pensi al piano del traffico, ai
progetti di pedonalizzazione, ai piani commerciali, alla
garanzia delle condizioni di sicurezza personale, ecc.) e
dall’altro gli operatori economici e commerciali, chiamati
a riqualificare la loro offerta e a mettere in campo quelle
iniziative che elevino l’attrattività della zona.
1.2 Le specificità del marketing urbano.
Gli elementi caratterizzanti la nozione di marketing
urbano possono essere utilmente definiti facendo ricorso
alle componenti classiche del marketing aziendale.
Come quest’ultimo costituisce un aspetto della
strategia globale dell’impresa, così il marketing urbano
dovrebbe essere in grado, alla stregua della pianificazione
spaziale, di rappresentare una delle linee guida delle
amministrazioni locali; in questa chiave, le procedure
tipiche del marketing aziendale, quali l’indagine di
mercato, l’analisi del comportamento del target e della
concorrenza, l’elaborazione di un piano di marketing,
l’organizzazione di campagne promozionali, nonché
l’attuazione di verifiche periodiche dell’efficacia delle
strategie attuate, dovrebbero caratterizzare anche il
marketing delle amministrazioni urbane, ansiose di
capitalizzarne gli effetti positivi ma, sotto questo profilo,
ancora debolmente attrezzate per la nuova “dimensione
imprenditoriale” che aspirano ad avere.
Per le autorità locali, evidentemente, la difficoltà
principale risiede nel tenere sempre presenti, oltre alle
preoccupazioni di ordine finanziario, anche gli
irrinunciabili valori d’ordine morale e politico che
dovrebbero connotare, nello specifico, l’azione dei
pubblici poteri; infatti, gli obiettivi di tale azione non
possono differire da quelli delle controparti private
soltanto perché devono essere privilegiati obiettivi di
natura generale, come l’occupazione, la qualità abitativa
ed ambientale, l’efficienza dei servizi, ecc.
Le specificità del marketing urbano possono essere
pertanto sintetizzate come segue:
3
1) “rispetto al prodotto”: la città è notoriamente un
prodotto rigido, privo di flessibilità, lento a
modificarsi nel tempo; l’ambiente edificato, le
infrastrutture ed anche gli apparati normativi tesi a
regolare le trasformazioni urbane costituiscono una
massa inerziale che rallenta i processi di
adeguamento alle nuove domande sociali ed
economiche; il prodotto città può inoltre, e nella
maggior parte dei casi è la norma, essere scisso nelle
diverse componenti in cui risulta fruibile nei vari
segmenti del mercato urbano (assegnazioni d’uso,
negozi, residenze, stabilimenti industriali,
attrezzature portuali, etc.), essere insomma ridotto ai
beni ed ai servizi, di produzione/erogazione pubblica
o privata, che animano lo scambio economico locale;
2) “rispetto alla distribuzione”: il prodotto urbano è per
sua natura immobile nello spazio; l’offerta urbana
resta rigidamente vincolata ai luoghi della
produzione; spazio della produzione e spazio del
mercato in questo caso coincidono;
3) “rispetto al prezzo”: la formazione dei prezzi dei
prodotti urbani è tutt’affatto diversa da quella dei
normali beni di consumo; i prezzi dei servizi
pubblici municipali, ad esempio, possono di volta in
volta fondarsi sui costi d’esercizio, su motivi di
opportunità politica o, più realisticamente, sulla
necessità di rigenerare le finanze locali. La
formazione dei prezzi investe in chiave più generale
i meccanismi di funzionamento del mercato
immobiliare locale, l’offerta cioè di terreni ed edifici
(talora anche di proprietà pubblica) e la domanda
rappresentata da imprese, categorie professionali e
famiglie. I potenziali clienti tendono ad avere
preferenze contrastanti nei confronti dell’offerta
edilizia ed ambientale, e ne valutano in modo
diverso qualità e prezzo;
4) “rispetto alla promozione”: il marketing urbano non
può essere ridotto ai soli aspetti promozionali, anche
se la costruzione di un’immagine attraente per i
potenziali utenti della città costituisce parte
integrante dei programmi di rilancio delle economie
urbane; ma se è sicuramente vero che la buona fama
di una città o di una regione si riverbera
positivamente sull’imprenditoria locale e sulla sua
popolazione, è altrettanto sicuro che un’immagine
dorata, ma smentita da una realtà sgradevolmente
diversa, si riflette immediatamente sul contesto
locale con conseguenze disastrose.
3
Salone C. “Il marketing urbano come alternativa ai modelli deregolativi
dagli anni ‘80”, 1992.
Nel quadro delle funzioni promozionali riveste una
certa importanza la capacità delle burocrazie locali
di assumere un orientamento più sensibile alle
ragioni della clientela ed al prestigio dell’organismo
d’appartenenza, l’assunzione cioè di qualcosa di
simile ad una “identità di gruppo”.