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rilevanti, tra cui va sicuramente ricordato il fenomeno dell’urbanizzazione che, è di
per sé un generatore del desiderio di andare in vacanza.
Il turismo di massa, attraverso una standardizzazione dei servizi, crea un’offerta
sempre più omogenea: il turismo diventa un bene di consumo alla portata di tutti i
ceti sociali e quindi i servizi dedicati ai turisti si ampliano e si diversificano.
L’epoca del turismo di massa coincide con la creazione di una gamma sempre
più ampia di servizi, visto che il turismo di èlite non è scomparso ma è soltanto
diventato meno importante.
Man mano che il turismo di massa va ad occupare gli spazi prima riservati a
quello di èlite, l’aristocrazia internazionale si sposta alla ricerca di nuove mete,
contribuendo alla diffusione del turismo in tutti i continenti.
Ecco che arriviamo all’epoca del turismo globale, quella che stiamo vivendo, in
essa non ci sono più luoghi da scoprire, poiché ogni stazione è stata raggiunta non
solo dal turismo di èlite, ma anche dal turismo di massa; oggi è il modo in cui si
visita e si vive una determinata località a fare la differenza tra i vari ceti sociali.
Il turismo, nell’epoca attuale, è una vera e propria industria, che aumenta il suo
fatturato in modo esponenziale.
All’interno di un fenomeno così esteso e importante, si fa fatica a pensare che
alcune aree non riescano ad individuarne ed a sfruttarne le potenzialità.
Ecco perché, partendo proprio dalla definizione di “industria turistica”, ci
proponiamo di analizzare i suoi prodotti, le sue potenzialità ed i possibili mercati di
sbocco, in un’area, quella della Comunità Montana Lagonegrese, probabilmente più
sfortunata e sconosciuta di altre, ma che al suo interno racchiude potenzialità a cui
non si può restare indifferenti.
Il territorio della Comunità Montana Lagonegrese è geograficamente
rappresentato da un cuneo che si insinua sul Tirreno, stretto tra Campania e Calabria.
Un’estensione territoriale vasta e povera di infrastrutture è un’arma a doppio
taglio per l’area sud Ovest della Basilicata: da una parte è un tesoro inestimabile,
dall’altra una realtà complessa e difficile da coordinare e gestire.
Cercheremo di analizzare questa realtà geografica, inquadrando le attività
economiche prevalenti, studiando l’evoluzione dei flussi turistici nel corso della
storia; tutto ciò al fine di spiegare perché il turista non è invogliato a muoversi per
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raggiungere questa area, non si ferma, o ancora l’attraversa e non gli si offrono
stimoli e motivazioni per farlo.
Eppure parliamo di una realtà territoriale che racchiude al suo interno tesori
naturali inestimabili, mari, monti, terme da vivere e valorizzare.
Si tratta di un’area talmente ricca, dal punto di vista delle potenzialità turistiche,
che può essere valida ed attiva durante tutto l’anno, e che può superare il fenomeno
della stagionalità spesso legata all’industria turistica.
Proporreremo un modo nuovo di vivere e vedere l’industria turistica dell’area:
dopo aver capito quali sono i punti di forza cercheremo di valorizzarli al meglio
coordinandoli tra loro; tutto ciò allo scopo di vedere in maniera sistemica ed unitaria
questa risorsa all’interno dell’area stessa.
L’incremento nella domanda di turismo favorisce la crescita economica, sociale e
culturale di un’area, ma può comportare, in alcuni casi, problemi ambientali anche
gravi e di natura estremamente differenziata: sviluppo ad alta intensità di
infrastrutture, inquinamento atmosferico, idrico ed acustico, pressione eccessiva sulle
risorse ambientali nel momento della loro fruizione, il tutto in zone di particolare
valore e vulnerabilità.
Infatti, il turismo, a detta di Lozato-Giotart, come di molti altri esperti, provoca
impatti meno distruttori sugli ambienti naturali di quelli apportati dall’industria o
dall’agricoltura stessa, tuttavia necessita di opportuni controlli, in quanto, più
dell’industria, è pervasivo, meno vincolato e più fluido, quindi non lascia
incontaminato nessuno spazio, nemmeno il più lontano dai paesi ricchi, i cui
privilegiati abitanti non vengono frenati da nessuna barriera, temporale, economica o
tecnica, per andare alla ricerca di quello che i francesi chiamano “depaysement” e
che da sempre la nostra cultura chiama “paradiso perduto”: è un eden, che viene
ricercato nei limiti di frontiere che si spostano sempre più avanti, che non si arrestano
nemmeno di fronte a spazi mai abitati dall’uomo.
Il turismo non è stato il solo responsabile dei problemi umani, anche se un carico
troppo forte di turisti, poco rispettosi dell’ambiente ricettivo, può essere all’origine
delle culture rese fragili da una debole densità demografica e da un forte ritardo
economico.
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La protezione ambientale e la salvaguardia culturale e sociale dell’autenticità dei
luoghi diviene un dovere improrogabile delle amministrazioni e degli operatori
economici, per il mantenimento di quelle caratteristiche che costituiscono le
insostituibili risorse di base dell’attrazione turistica.
Perché lo spazio è il bene comune di tutti gli uomini, e merita, la vigilanza che
rispetta comunque la libertà dei cittadini.
L’urgenza di una pianificazione, sia a livello territoriale, sia di affluenza, si fa più
pressante per la crescita di questo comparto, superiore ormai a quella delle altre
attività economiche, per porsi perciò anche a salvaguardia delle possibilità di impiego
che esso offre, corrispondenti alla somma degli impieghi delle più importanti branche
dell’industria.
Ciò impone misure di controllo nei riguardi di quel turismo che si svolge in
libertà.
La soluzione non può che dipendere dall’integrazione: del turismo con le altre
attività economiche e dei viaggiatori con le comunità locali.
Applicheremo all’area la definizione di “marketing del turismo”, la cui gestione
non può ignorare le caratteristiche primarie che distinguono il prodotto turistico da
altri prodotti.
Il turismo, come servizio specializzato, dà origine a numerose, importanti
considerazioni che devono essere pienamente comprese affinchè un’impresa o una
organizzazione massimizzi la sua potenzialità ed abbia successo.
La gestione del turismo non può essere separata dalla gestione del servizio e
della qualità: la necessità di intraprendere i compiti di ricerca, analisi e formulazione
del prodotto, raccomandazione di politiche dei prezzi, promozione e distribuzione
hanno un’importanza preminente per chi è coinvolto nella gestione del marketing del
turismo.
Cercheremo di comprendere l’importanza delle caratteristiche del prodotto
servizio e delle implicazioni di queste caratteristiche distintive per l’approccio che
un’organizzazione, nel nostro caso la Comunità Montana, potrebbe adottare per il suo
sforzo di marketing.
Ci renderemo conto di come l’acquisto dei prodotti turistici è associato alla
necessità di gestione delle qualità e di riduzione del rischio atteso.
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Comprenderemo l’importanza della gestione della qualità nell’industria turistica e i
metodi che si possono impiegare per stabilire un approccio integrato.
Al fine di rendere la nostra analisi quanto più scientifica ed obiettiva,
illustreremo anche le principali critiche rivolte al marketing del turismo e i problemi
dell’impiego appropriato nel turismo delle tecniche di marketing.
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CAPITOLO PRIMO
1. Il territorio
Nel corso degli anni, sono stati individuati sempre più dal legislatore i principi
che permettono alle Comunità Montane ed agli enti locali di potersi dotare di nuovi
strumenti di Governo.
La recente legislazione in materia di riordino funzionale degli enti locali, ha
attribuito alle Comunità Montane un ruolo nuovo e strategico rispetto al passato.
Le Comunità Montane, come recita l’articolo 27 del Decreto Legislativo del 18
Agosto 2000 n. 267, “…sono unioni di comuni, …per la valorizzazione delle zone
montane per l’esercizio di funzioni proprie, funzioni conferite e per l’esercizio
associato delle funzioni comunali.
L’articolo 28, comma 3 “…individuano gli strumenti idonei a perseguire gli
obiettivi dello sviluppo socioeconomico”.
Sono, quindi, artefici e protagoniste della crescita del proprio territorio, secondo
il principio di sussidiarietà.
La comunità Montana Lagonegrese è un ente territoriale sovracomunale, istituito
solo da qualche decennio.
Il territorio della Comunità Montana Lagonegrese è geograficamente
rappresentato da un cuneo che si insinua sul Tirreno, stretto tra Campania e Calabria.
Confina a nord con la Campania e a sud con la Calabria, e si affaccia sul Golfo di
Policastro ad est.
Si può raggiungere tramite l’autostrada A3, la S.S 585 Fondovalle del Noce e la
S.S 104 Sinnica.
Al suo interno racchiude dodici Comuni:
Lagonegro: con i suoi 6228 abitanti è il primo paese della Comunità Montana
del Lagonegrese che si incontra percorrendo l’autostrada A3 Salerno-Reggio
Calabria.
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La maggioranza della popolazione risiede nel centro urbano, che è posto tra le
montagne che raggiungono le massime quote nelle vette del Sirino (monte Papa 2005
mt s.l.m).
Si narra che nel vecchio cimitero al Castello riposino i resti mortali di Monna
Lisa del Giocondo, che concluse qui la sua vita nell’ autunno del 1506, colpita da un
grave male mentre era di ritorno dalla Calabria, così come riferisce il celebre scrittore
russo Dimitrij Sergeevic Merezkovskij nel suo libro “La resurrezione degli dei”,
ovvero “Leonardo Da Vinci”.
Rivello: il paese ha una struttura urbanistica particolare ad impianto medioevale,
ricca di viuzze, stradine, scalinate che si inerpicano sui colli su cui si snoda l’abitato
e si allargano fino nella suggestiva Piazza Umberto I che, con la sua balconata,
domina il panorama della valle del Noce.
I 4005 rivellesi si trovano a coabitare con un patrimonio artistico e culturale
molto vasto: il convento di Sant’Antonio del 1200, dei Minori Osservanti; molte
chiese dalle quali si evince chiaramente lo sviluppo della storia religiosa divisa tra
rito greco e latino; l’aspetto urbanistico di città feudale; le recenti scoperte
archeologiche che fanno di Rivello la città monumentale della Valle del Noce, ruolo
che la stessa Sovrintendenza ai Beni Archeologici della Basilicata ha voluto ampliare
volendo qui la Mostra Archeologica del Lagonegrese, che raccoglie i reperti
dell’epoca romana e preromana fino al V e VI secolo a.C.,rinvenuti in vari scavi
archeologici effettuati nell’area.
Trecchina: occupa una posizione strategica, poiché, dai ruderi dell’antico
castello si riesce a dominare tutta l’area.
Arte, natura, cultura offrono ai suoi 2504 abitanti ed a tutti i visitatori un paese
ricco, per tutte le stagioni: in inverno per chi ama sciare, data la vicinanza con il
Sirino, in primavera per assistere in silenzio al risveglio di una natura qui
incontaminata, in estate per godere della vicinissima costa di Maratea, in autunno per
gustare le gustose castagne dei suoi boschi.
Maratea: con il suo territorio, che dalle cime montuose declina a picco sul mare,
con una costa spigolosa e mai monotona in cui si celano le piccole ed irraggiungibili
spiagge, è la stupenda terrazza lucana sul Golfo di Policastro.
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I 5290 abitanti di Maratea si trovano ad offrire attrattive naturali e testimonianze
architettoniche ed artistiche di ieri e di oggi.
Oltre al centro urbano, la peculiarità di Maratea è quella di avere dei piccoli
centri satellite che hanno caratteristiche urbane ed ambientali degne di nota:
Acuqafredda con la sua ottocentesca Villa Nitti, e la sua grotta dei Pipistrelli,
Fiumicello con la sua bella Piazza del Gesù; il Porto con le sue suggestive case e con
la chiesa della Madonna del Porto Salvo.
Da Maratea, percorrendo la statale provinciale che con una serie di tornanti si
inerpica sul Monte Biagio, si giunge all’omonima basilica e poco distante da questa
si erge il “Cristo bianco delle rocce”, una statua alta 12 metri, e con apertura delle
braccia di 19 metri, opera dello scultore fiorentino Bruno Innocenti.
Maratea è definita la “perla del Tirreno”, vanta una tradizione turistica di tutto
rispetto; è impossibile non restare abbagliati dal suo mare e dal suo panorama fatto di
scogli, insenature piccole spiagge e grotte seminascoste e - come cornice a questo
quadro di rara bellezza naturale - i boschi.
Nemoli: con i suoi 1608 abitanti è il paese più piccolo della Valle del Noce.
Al suo interno trova posto il suggestivo Lago Sirino, che con le sue sorgenti del
Sambuco dà acqua a molti paesi della valle.
La vita economica del centro gravita attorno ad esso, infatti nel corso degli anni,
il lago è stato sempre più valorizzato con la costruzione di strade, alberghi e servizi.
Lauria: con i suoi 14001 abitanti è il centro più popoloso e grande della valle del
Noce.
Il suo abitato è diviso in due rioni.
Ricca di storia, di tradizioni culturali, abitata dal grande ammiraglio della flotta
d’Aragona, Rugiero di Lauria, uomo che con la sua vita, cambiò il destino dell’Italia
meridionale, favorendo l’avvento degli spagnoli.
Ricca di arte con la chiesa di San Nicola del 1522; il seicentesco convento dei
Cappuccini, dove si conserva una tela del Seicento.
Vicina al mare ed al monte Sirino, possiede anche l’impianto di risalita in località
Conserva.
Castelluccio superiore: l’abitato di 1098 persone è inserito all’interno del Parco
Nazionale del Pollino.
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Le strade sono strette ed inerpicate alla costa; lungo di esse si è sviluppato
l’interessante patrimonio artistico locale: le antiche porte murarie, il ponte del
diavolo, la fontana nella Piazza Principale.
Castelluccio Inferiore: con i suoi 2552 abitanti è un territorio ricco di tesori
archeologici e naturali, ai quali è dovuto l’inserimento all’interno del Parco
Nazionale del Pollino.
Ultimamente numerosi scavi hanno fatto rinvenire preziosi reperti di età classica
e romana.
D’interesse, il tracciato dimesso della ferrovia Calabro Lucana con opere
ingegneristiche di rilievo.
Rotonda: collocato in una posizione strategica a metà tra i due mari, Tirreno e
Ionio, offre un panorama suggestivo, con un patrimonio boschivo notevole fra cui
annoveriamo anche il Pino Loricato, che le ha permesso di entrare nel Parco
Nazionale del Pollino e di divenire la sede dell’Ente Parco.
Troviamo qui il museo naturalistico del Pollino, che raccoglie reperti geologici e
fossili.
I 4005 abitanti vedono un centro storico arroccato su uno sperone roccioso,
dotato di un sistema di viuzze e scalinate che superano i dislivelli orografici
allargandosi in suggestivi slarghi e rappresentano un tentativo di raccordo tra
l’abitato e l’andamento del terreno, e che sono sede di molteplici funzioni della vita
quotidiana.
Latronico: offre molte opportunità turistiche a cominciare dalle emergenze di
tipo archeologico.
Ricco di sorgenti, tra cui quelle termali della Calda, proprio attorno a queste ha
costruito la sua fortuna.
Infatti, queste terme, frequentate già dal 1800, oggi si avvalgono di un moderno
complesso termale con un centro terapeutico che sfrutta tre sorgenti d’acqua minerale
che sgorgano a 750 metri con una temperatura di 23° alla fonte.
Ha 5508 abitanti, è una cittadina ricca di arte e tradizione.
Episcopia: con i suoi 1744 abitanti è posta tra il Sirino ed il Pollino, è situata
sulla sponda sinistra del fiume Sinni.
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Ricca di fonti d’acqua e di torrenti atti in passato a produrre energia per tanti
opifici, ha un patrimonio artistico molto ricco; in particolare ricordiamo il Monastero
di Santa Maria del Piano risalente al 1200, inserito anche fra i primi cinquanta
monumenti nazionali da salvare.
Castelsaraceno: qui troviamo il Monte Alpi (1893m) un maestoso massiccio
calcareo dolomitico, dall’insolita forma a lippe e dalle pareti a parapendio, coperto
nei luoghi più impervi dai pini loricati, mentre alberi di tasso, faggi e cerri
nascondono gli ultimi lupi e cinghiali.
Tra i boschi di Favino e Cuccaro i 1955 abitanti e tutti i visitatori possono
raccogliere fragoline, funghi o semplicemente perdersi in una natura incontaminata.
18
2. Il contesto socio – economico dell’area
La struttura sociale della Comunità Montana del Lagonegrese si sta
caratterizzando in modo diverso rispetto agli ultimi decenni.
Il tasso di crescita naturale è molto basso, mentre aumenta l’indice di vecchiaia;
sono soprattutto le donne a vivere più a lungo.
Il processo di invecchiamento si accompagna a trasformazioni della
composizione familiare: la dimensione dei nuclei familiari si va riducendo ed ha
raggiunto un numero medio pari a 2,7 componenti per famiglia.
Complessivamente il numero delle famiglie è aumentato ma, nell’ultimo
decennio ha subito un forte rallentamento.
Le nascite si sono notevolmente ridotte; mentre cresce la presenza di stranieri.
L’elemento che crea le maggiori variazioni nella struttura demografica è,
sicuramente, l’emigrazione che, tra il 1991 ed il 2001 ha determinato significativi
cambiamenti.
2.1 Demografia
Secondo i dati ISTAT relativi all’anno 2001, il numero di residenti della
Comunità Montana del Lagonegrese è di 48393, di cui 24749 donne pari al 51%, e
23644 uomini, pari al 49%.
Bisogna notare che l’ammontare della popolazione, reso pubblico dall’ISTAT,
differisce dal dato fornito dai Comuni di circa 270 unità.
Per alcuni indicatori ci si è riferiti ai dati ISTAT, in quanto non tutti i Comuni
sono in grado di fornire i loro dati; per altri si è tenuto conto dei dati tecnici
comunali.
Dalla comparazione dei dati degli ultimi tre decenni si evince che la popolazione
residente nella Comunità Montana del Lagonegrese è passata da 49411 nel 1981 a
49547 nel 1991, fino a subire un decremento e ad arrivare a 48124 nel 2001
1
.
1
Fonte uffici tecnici comunali 2002
19
Tab. 1 - Popolazione residente nei Comuni del Lagonegrese negli anni 1981, 1991, 2001.
Comune 1981 1991 2001
Castelluccio Inferiore 2643 2619 2306
Castelluccio Superiore 1248 1134 995
Castelsaraceno 2110 2020 1729
Episcopia 1771 1730 1635
Lagonegro 6297 6260 6140
Latronico 5766 5499 5271
Lauria 13447 13752 13805
Maratea 5090 5161 5282
Nemoli 1548 1601 1600
Rivello 3020 3153 3010
Rotonda 3906 4011 3887
Trecchina 2565 2507 2464
Fonte: Uffici tecnici comunali, 2002.
Tab 2 - Variazione percentuale della popolazione nei Comuni del Lagonegrese (1991-2001).
Comune 1991-2001
Castelluccio Inferiore -12%
Castelluccio Superiore -12,20%
Castelsaraceno -14,40%
Episcopia -5,50%
Lagonegro -2%
Latronico -4%
Lauria 0,40%
Maratea 0,40%
Nemoli 0%
Rivello -4,50%
Rotonda -3,10%
Trecchina -1,70%
Fonte: Uffici tecnici comunali, 2002.
20
L’indicatore “Variazione percentuale della popolazione” ha lo scopo di misurare
la variazione demografica e ci permette di ottenere una misura comparabile della
consistenza dell’incremento o decremento in rapporto alla popolazione iniziale di un
determinato periodo.
Dalla rielaborazione dei dati si registra, tra il 1981 ed il 1991, una leggera
crescita della popolazione pari allo 0,3%.
Di tendenza opposta la variazione verificatasi negli ultimi dieci anni: il
decremento, infatti, dal 1991 al 2001 è stato pari a –2,8%.
Risulta evidente il cambiamento avvenuto nei paesi della Comunità Montana,
soprattutto negli ultimi dieci anni.
Il Comune che, in questo periodo ha visto maggiormente decrescere la sua
popolazione è Castelsaraceno che, rispetto al 1991, registra un dato fortemente
negativo: -14%.
Nemoli non ha modificato per niente la consistenza demografica; Castelluccio
Inferiore e Castelluccio Superiore hanno subito una perdita pari a –12% circa; il
decremento di Comuni quali Episcopia, Latronico e Rivello si attesta tra –4% e –5%;
infine Lagonegro e Trecchina registrano una perdita pari a –2%.
Complessivamente nel periodo considerato, l’intera Comunità Montana ha
dovuto riscontrare un decremento medio annuo di circa 142 unità.
La variazione della popolazione si può considerare come il risultato di due
processi distinti: la crescita naturale, vale a dire il risultato del saldo tra nascite e
decessi, e la dinamica migratoria, ovvero le iscrizioni e cancellazioni per
trasferimento che si registrano presso l’anagrafe dei Comuni.
Il tasso di natalità è passato dal 12,3‰ del 1981 all'11,4 del 1991,subendo quindi
un decremento dello 0,9‰; un decremento del 3,2‰ si è avuto nel decennio 1991-
2001, in cui lo stesso è passato dall'11,4‰ all'8,2‰
2
.
Nel 1981, nella Comunità Montana del Lagonegrese si registrava un tasso di
natalità di poco superiore a 12 bambini ogni 1000 abitanti.
Questo tasso, nel 1991 è leggermente sceso fino a registrare circa 11 nascite su
1000 abitanti.
2
Fonte Uffici Tecnici Comunali 2002
21
Nel 2001 si registra un tasso poco più alto dell’8 per mille.
Se diamo uno sguardo ai singoli Comuni nel corso del tempo, ci accorgiamo che
la situazione non è omogenea: nel 2001 Rivello ha fatto registrare il tasso di natalità
più basso (4,6 per mille) e Rotonda il tasso più alto (11,8 per mille); nel 1991 erano
Castelluccio Inferiore e Castelsaraceno i due paesi agli antipodi, il primo con il tasso
di natalità più basso (6,9 per mille), il secondo con quello più alto (15,8 per mille);
ancora più indietro nel tempo, nell'anno 1981, Castelluccio Superiore stabiliva il
limite massimo (18,1 per mille).
Di alcuni paesi siamo riusciti a trovare i dati del 1961, grazie ai quali risulta
ancora più evidente il declino delle nascite.
Ad esempio, Castelsaraceno, dove nel 1961 nascevano circa 27 bambini su 100
abitanti, nel 2001 ne nascono appena 6.
Lo stesso Lauria che, insieme a Maratea, può vantare tra tutti i paesi della
Comunità Montana un lieve incremento della popolazione, è passato dalle 26 nascite
su mille abitanti del 1961 ad un tasso dell’8,6 per mille, poco più di un terzo.
Quindi, nonostante le differenze numeriche nella consistenza demografica, il
fenomeno della scarsa natalità interessa tutti i paesi della Comunità Montana, benchè
in misura diversa.
Si evidenzia che il tasso di natalità del Mezzogiorno d’Italia, per l’anno 2000, è
uguale a 10,3 ogni mille abitanti.
Il tasso regionale di natalità della Basilicata equivale a 10,2 per mille; mentre
quello relativo alla ASL n°3, nella quale ricadono i Comuni della Comunità Montana
insieme ad altri, è pari a 9,3 per mille.
Nel decennio 1991-2001 registriamo 5145 decessi; il saldo naturale (differenza
tra nascite e decessi) è pari a 224, pari allo 0,4%.
Si tratta di un tasso di segno positivo, ma che risente fortemente della piccola
differenza tra nascite e decessi.
Ciò significa che, in rapporto alla popolazione del 1991, le nascite e i decessi
avvenuti in questi dieci anni hanno apportato una variazione pari solo allo 0,4%.
La tendenza alla diminuzione del saldo naturale ha contribuito al decremento
complessivo della popolazione.
22
Rispetto al tasso di mortalità, notiamo che nel 1981 era uguale a 9 su mille; nel
1991, invece il quoziente sale a 10 su mille, per poi scendere, nel 2001 a 9,6 per
mille.
Anche in questo caso evidenziamo che nell’anno 2001 il tasso di mortalità più
alto (13,9 per mille) appartiene a Castelsaraceno che, peraltro, deteneva questo
primato già nel 1991.
Riferendoci al 2001 il tasso più basso appartiene a Castelluccio Inferiore ( 6,5 per
mille) e nel 1991, a Lagonegro (7,7 per mille).
Rispetto al 1981, invece, spetta ad Episcopia il tasso di mortalità più basso (7,9
per mille) ed a Rotonda quello più alto (10,5 per mille).
Nonostante l’andamento altalenante, il tasso di mortalità, rispetto a quello di
natalità, ha subito meno variazioni.
Resta il fatto che, nell’Italia Meridionale, l’ISTAT ha registrato, nel 2000, un
tasso di mortalità pari a 8,5 per mille.
Secondo i dati resi pubblici dalla Regione Basilicata, il tasso di mortalità
regionale è uguale a 9 per mille e quello relativo alla ASL n°3 è uguale a 10 per
mille.
La variazione della popolazione risente non solo di quella naturale (nascite e
decessi), ma anche di quella migratoria (iscrizioni e cancellazioni); quindi sebbene vi
sia stata una crescita naturale leggerissima, gli effetti dell’emigrazione in questi
ultimi anni hanno inciso fortemente.
Il saldo migratorio residenti, negli ultimi dieci anni, risulta pari a -1437 con un
decremento della mobilità residenziale del -2,9%
Nel decennio 1991- 2001, presso l’anagrafe di tutti i Comuni facenti parte della
Comunità Montana del Lagonegrese, sono state iscritte 6055 persone.
Le cancellazioni, invece sono state 7492.
Il saldo migratorio, perciò risulta di segno negativo; Il numero di individui che
hanno lasciato la Comunità Montana del Lagonegrese supera, di 1437 unità, il
numero di quelli che hanno scelto questo territorio come propria residenza.
Il saldo delle iscrizioni e delle cancellazioni, rapportato alla popolazione iniziale
del periodo iniziale del periodo che stiamo considerando, vale a dire la popolazione