7
Durante il mio stage, passeggiando per la gipsoteca di Possagno, mi soffermavo
sempre a guardare quella lacrima che cadeva dal bel viso della triste Maddalena. Non
immaginavo che quella fosse l’opera con cui Canova si era fatto conoscere al Salon di
Parigi (nel 1808) e tantomeno sapevo nulla di specifico su questa santa (se non limitarmi a
credere, come tutti, che fosse stata prostituta); tuttavia ne ero comunque incantata perchØ, a
differenza di una qualsiasi altra avvenente Venere, la sua delicata e toccante bellezza
sapeva accompagnarsi elegantemente ad un altrettanto elevato e sofferto sentimento
contemplativo.
Questa tesi è un umile tentativo di plasmare un profilo di questo complesso personaggio
evangelico, di Maria Maddalena appunto, partendo dagli anni di Cristo per poi viaggiare
attraverso la storia nei secoli: toccando i primi delicati anni del cattolicesimo, le
controverse problematiche religiose, le leggendarie credenze medievali, per terminare, in
ultimo, con il Concilio Vaticano II del secolo scorso, che resettò anni di caotica
confusione. Tralasciando le piø recenti e discutibili teorie riguardo la Maddalena, tutto
questo intricato percorso appare dovuto e necessario per comprendere la trasfigurazione
della santa attraverso gusti, epoche e credenze che ne hanno contaminato anche, nel
frattempo, l’espressione artistica ed il valore estetico.
Per fare piø chiarezza ho deciso di suddividere, quindi, la mia indagine in tre differenti
aree: le prime due legate strettamente alle fonti (ufficiali e non), alla letteratura agiografica
e all’espandersi del mito e una terza, e ultima parte, dedicata all’iconografia magdalenica
all’interno, principalmente, dell’arte moderna.
Nel primo capitolo quindi ho tentato primariamente di riassumere e focalizzare santa Maria
Maddalena a grandi linee, per poi addentrarmi nei vangeli canonici dove approfondire ed
analizzare ogni passo in cui la donna viene menzionata, annettendo ad ogni episodio alcuni
veloci spunti iconografici. Una volta identificato il dubbio riguardo la triplicità, o la
singolarità, di Maria, ho cercato di chiarire le origini del problema gregoriano e la
probabile soluzione finale, sempre certo nei limiti del possibile, in quanto, riguardo storie
tanto contaminate e distanti nel tempo, non ci potranno mai essere, probabilmente, risposte
totalmente esaustive.
Se il primo capitolo, prendendo in atto solamente le limitate fonti certe, vuole essere una
sorta di fotografia obiettiva della santa, il secondo s’inoltra invece in interessanti scritti non
ufficiali (vangeli apocrifi e gnostici), proponendo una visione inedita della Maddalena che,
soprattutto in ambito gnostico, riveste un ruolo di molto superiore ad altri apostoli: viene
infatti esaltata ai massimi livelli, diventando esempio di Sapienza Divina.
8
I successivi due paragrafi prendono in considerazione le svariate leggende che gravitarono
attorno l’espandersi della devozione magdalenica, soprattutto durante il Medioevo, quasi
tutte diligentemente racchiuse nella duecentesca Legenda Aurea del domenicano Jacopo da
Varagine. Il culto, risalente in Occidente intorno al X secolo, dilagò, in gran parte, grazie
anche alla furbizia di frati e principi che, con il fine di accrescere il flusso di pellegrini nei
loro centri, e di conseguenza alzare gli introiti economici, erano disposti ad ingannare i
devoti, giurando di possedere sacre reliquie, che in realtà non erano le originali.
L’analisi del personaggio attraverso le fonti e la letteratura medievale, affrontato in questi
due primi capitoli, è necessario a costruire le basi per comprendere la formazione, nei
secoli, dell’impianto iconografico riguardante la santa. L’ultimo capitolo infatti si
concentra ad individuare i dominanti attributi identificativi della Maddalena (come ad
esempio la giara del balsamo e la chioma fluente) e a catalogare alcuni tra gli svariati temi
iconografici possibili (come penitente, mirrofora o allegoria della vanità), mutabili a
seconda della cultura del tempo. Da qui l’idea di sviluppare una sorta di iter temporale
all’interno della storia dell’arte moderna, mantenendo distanziate, per quanto possibile, le
varianti iconografiche e proponendo una visione, sempre diversa, dell’apostola attraverso
gli occhi di grandi maestri dell’arte (come Donatello, Tiziano, Caravaggio, Canova e molti
altri), ognuno dei quali la idealizzò in modo diverso.
9
CAPITOLO I
ANALISI DEL PERSONAGGIO
ATTRAVERSO LE FONTI UFFICIALI
11
1.1 Ambiguità interpretativa su Maria Maddalena
Maria Maddalena non è solamente una delle figure piø affascinanti e complesse
della religione cristiana, ma è anche il nome di una “grande donna” ricordato da piø di due
millenni da una società che nel passato facilitava di glorificare solo nomi di “grandi
uomini”.
Venerata santa dalla Chiesa Cattolica, è un personaggio difficile, ambiguo, vestito di
leggende e di mito. Ancora oggi, anzi forse soprattutto oggi, partendo dal Concilio
Vaticano II e passando per l’attualissima e contestabile letteratura contemporanea, si sono
messi in dubbio molti aspetti della devota, e sono davvero in pochi ad avere le idee chiare
in riguardo. Queste sono senza dubbio ipotesi molto avvincenti, anche se assolutamente
non nuove o credibili, che hanno riportato in luce interesse verso la santa alimentando
anche quella confusione che da sempre ruota intorno a questa figura: «Per risolvere il
problema […] occorre un metodo d’interpretazione scientifico: si deve fare tabula rasa di
ogni commento e limitarsi ai soli dati dei Vangeli, determinare il genere letterario di ogni
episodio in cui appaiono, e quindi stabilire ciò che dipende dallo stile letterario e ciò che
riflette veramente l’avvenimento storico»
1
.
La sua dedizione a Gesø è completa, assoluta sotto ogni punto di vista: oltre che
spiritualmente infatti, secondo il vangelo di Luca, la Santa assisteva il Maestro anche
materialmente, con i suoi beni. Esistevano appunto alcune donne che si prendevano
pienamente cura della comunità itinerante di Gesø per profonda ammirazione o
riconoscenza (si pensi ad esempio che, secondo Luca, Maddalena stessa fu liberata da sette
demoni
2
). Proprio grazie a questo aiuto pratico e finanziario Gesø riuscì ad occuparsi a
tempo pieno della sua missione di fede viaggiando e predicando tra la gente. Tra le seguaci
donne
3
, nelle fonti, lei è sempre chiaramente citata per prima: secondo Ricci ciò dimostra
che la santa «è un punto di riferimento, una guida forse, per le altre»
4
.
Maria Maddalena proveniva da Magdala, una cittadina commerciale della Galilea, tra
Tiberiade e Cafàrnao, situata sulle rive di un lago famosa per la commercializzazione del
pesce sia fresco che conservato sotto sale, quindi probabilmente baciata da un certo
1
Cit. P. GRIACI, vol. VIII, 1967, p. 1079.
2
Lc. 8, 1-3 «In quel tempo, Gesø se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona
novella del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da
infermità: Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore
di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.»
3
Mc. 15, 40-41 «Tra di loro vi erano anche Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo il minore e di Jose, e
Salome, che lo seguivano e lo servivano da quando egli era in Galilea.»
4
A. BUTLER, 2001, p. 713.
12
benessere economico e sociale
5
. Onorata dai padri della Chiesa del titolo di apostola degli
apostoli
6
e innamorata apostola è una delle piø devote e fedeli discepole di Gesø, una delle
poche donne ad assistere alla crocifissione e, cosa piø importante, la prima effettiva
testimone oculare dell’avvenuta resurrezione. Vince infatti da sempre «un grande e
reverenziale amore per una Santa il cui fascino ha ispirato nei secoli l’arte iconografica e
ha suscitato un interesse diverso, sempre autentico, all’interno della tradizione
ecclesiologica»
7
.
Maria è menzionata nei vangeli canonici di Marco, Giovanni, Matteo e Luca e in quello
gnostico di Filippo
8
. Sembra sia esistito addirittura un vangelo apocrifo della stessa,
sopravvissuto però solo in due frammenti greci del III sec, comprato da un egittologo
tedesco al Cairo nel 1896
9
. La santa però non è espressamente citata da altre attendibili
fonti esterne: le notizie su di lei sono dunque molto poche e sproporzionate di fronte al
ruolo che Gesø scelse di assegnarle.
Al di fuori di Filippo che la definiva “simbolo di saggezza divina” e la cita nei suoi scritti
per ben sessantasette volte, le donne non erano molto considerate: tanti infatti furono i testi
che purtroppo liberamente trattavano dell’inferiorità del sesso debole nella Chiesa
Cattolica. C’è da aggiungere poi che il mondo delle sante femminili non fu mai posto al
pari di quello dei santi maschili e che comunque, in genere nei testi ecclesiologici,
all’anima ambigua e peccaminosa della Maddalena si prediligevano sempre sante martiri o
vergini come Santa Rita da Cascia
10
.
L’immagine di Maria Maddalena è da sempre strettamente comunque connessa alla sfera
femminile: la sua festa liturgica, celebrata il 22 Luglio, è infatti sentita in particolar modo
dalle donne sedotte, penitenti e pentite, dai bambini con difficoltà di deambulazione, dai
parrucchieri, giardinieri e fabbricanti di profumi e ciprie, di cui la Santa è patrona
11
. ¨
ricordata anche la terza domenica dopo la Pasqua, ossia nella Domenica delle sante
Mirrofore, un altro dei suoi tanti titoli è quindi “mirrofora” (ovvero portatrice degli
unguenti profumati al sepolcro di Cristo
12
).
5
G. M. CARBONE, 2006, p. 15.
6
P. E. DAUZAT, 2006, p. 38.
7
G. CORDERO, 2005, p.14.
8
Vangelo di Filippo è uno scritto gnostico in lingua copta, non menzionato dai padri della Chiesa, perduto
con l’estinguersi dello gnosticismo.
9
M. BIZZARRI, F. SCURRIA, 2004, p. 108.
10
G. CORDERO, 2005, p. 28.
11
V. SCHAUBER, H. M. SCHINDLER, 1997, p. 371.
12
Cfr. G. CORDERO, 2005, p. 101.
13
Il suo culto, esteso precocemente in oriente, si diffuse nella chiesa occidentale in età piø
tarda, ovvero a partire dall’anno Mille, dove si sviluppò prevalentemente all’interno della
comunità dell’ordine dei frati domenicani. Questo culto esplose in definitivo un secolo piø
tardi quando a Vezelay i monaci si proclamarono detentori del corpo della santa
13
, giunto
dalla Provenza, dove, secondo una leggenda, si era trasferita insieme ai fratelli Lazzaro e
Marta con fini evangelizzatori. Grazie a queste reliquie apocrife il pellegrinaggio al
santuario si sviluppò decisamente nell’arco di tutta l’età medievale: Vezelay infatti, a nord
di Digione, era un crocevia strategico per i pellegrini diretti a Compostela
14
.
1.2 La questione delle tre Maddalene
Nonostante l’interesse che suscita questo personaggio, soprattutto in questi ultimi
anni, sembra tuttavia difficile ricostruire una storia ben precisa della santa. La sua sagoma
infatti risulta offuscata da secoli di sbagliate interpretazioni, per una probabile
sottovalutazione del tema da parte degli studiosi della Chiesa e per una confusione
inevitabile nell’interpretare le antiche fonti storiche, ovvero i testi evangelici: «L’identità
di s. M. M., così come si rappresenta generalmente, è costituita da elementi complessi che
si trovano sparsi qua e là nel Vangelo»
In questi, infatti, si incontrano svariate connessioni tra alcune donne della storia di Cristo
che curiosamente hanno tutte il nome “Maria” (di certo un nome molto diffuso al tempo
ma anche probabilmente spesso usato per denominare le donne genericamente): Maria
madre di Cristo (coincidenza però relativamente problematica dal momento che la Vergine
è un personaggio primario nella storia del Nuovo Testamento, sempre molto chiaro e poco
confondibile), Maria di Betània (sorella di Lazzaro e Marta), Maria di Magdala (originaria
di un villaggio lungo la riva occidentale del lago Genazareth in Palestina) e per ultima la
peccatrice senza nome, con il quale spesso si semplifica di identificare la santa. Ecco
quindi che l’immagine della Maddalena si sdoppia, anzi si triplica davanti a noi tanto da
sbigottirci con il suo enigma che potremo definire “uno e trino”.
15
Il primo a mettere in discussione la vera identità della santa fu il francese Jacques Lefèvre
d'Étaples, filosofo e umanista del XVI secolo meglio noto come Faber Stapulensis,
cattolico ma sostenitore di alcune idee protestanti «Il suo libro intitolato De tribus et unica
13
P. PIERRARD, 2003, p. 153.
14
V. SCHAUBER, H. M. SCHINDLER, 1997, p. 372.
15
G. CORDERO, 2005, p. 22.
14
Magdalena, fu condannato dalla Sorbona, quasi contenesse eresia»
16
. Dopo di lui molti
teologi, come ad esempio Jean Durand, si sono scontrati riguardo la controversia delle “tre
Marie” sviluppando parecchie tesi, senza però mai arrivare ad un accordo definitivo: come
Lefèvre anche «Bossuet pensava a tre Maddalene e sembra in effetti che la Maddalena
santificata dalla Chiesa sia un’amalgama di tre personalità distinte che la leggenda ha fuso
in una sola»
17
. I critici quindi si suddividono sostenendo partiti opposti, piø precisamente
«distinguono tre donne Faber Stabulensis, M. J. Lagrange, U. Holzmeister, G.
Sickenberger, Innitzer, Marchal, F. Prat, Dorado e altri. Ne distinguono due: A. Calmet, F.
S. Patrizi, G. Belser, L. Nurillo, G. Knabenbauer, pur divergendo tra loro
sull’identificazione delle due figure, chi identificandola con la peccatrice anonima di Luca
chi con Maria di Betània. Tra i recenti che sostengono ancora l’unità delle tre Marie vanno
citati Didon, le Camus, Fouard, F. Kaulen, Lesetre, A. Lemonnyer, Sineon, G.
Mezzacasa»
18
.
Analizzando le varie fonti, una o trina che la si voglia considerare, la presenza della santa
viene menzionata solo in determinati e poco numerosi passi dei vangeli canonici: ricordata
da Luca tra le donne fedeli a Gesø
19
, ungerà i piedi del Cristo nella cena a casa di Simone il
fariseo
20
, quindi ricomparirà nell’episodio del rimprovero di Marta
21
, nella resurrezione del
fratello Lazzaro
22
, nella vicenda dell’adultera
23
e in finale negli ultimi istanti della vita del
Cristo, ovvero durante la crocifissione
24
e presso il sepolcro
25
dove sarà testimone della
resurrezione
26
. Ognuno di questi episodi verrà a determinare nell’ambito dell’arte un
preciso quadro iconografico che gli artisti riproporranno nel tempo.
Nei prossimi paragrafi cercheremo di conoscere meglio ed analizzare le fonti evangeliche
che la riguardano per delineare un quadro piø approfondito del personaggio (o dei
personaggi) e per individuare gli eventuali errori interpretativi, che hanno cavalcato i
secoli, influenzando la storia dell’arte e trascinandosi fino ai nostri tempi piø recenti.
16
M. MINGHETTI, 2007, p.5.
17
L. REAU, 1955, p. 846.
18
G. CORDERO, 2005, pp. 23-24, nota 12.
19
Lc. 8, 2.
20
Mc. 14, 3-9; Lc. 7, 36-50; Mt. 26, 6-13.
21
Lc. 10, 38-42; Gv. 11, 17-27.
22
Gv. 11, 1-44.
23
Gv. 8, 1-11.
24
Mt. 17, 56-61; Mc. 15, 40-47.
25
Mt. 28, 1-9; Mc. 16, 1-9; Lc. 24, 10.
26
Gv. 20, 11-18.