INTRODUZIONE
La presente ricerca si propone di indagare il rapporto tra l'opera di Marcel
Mariën e il pensiero surrealista belga espresso negli scritti teorici e nelle opere
di Paul Nougé e di René Magritte. Mariën, nato ad Anversa nel 1920,
appartiene alla generazione successiva rispetto ai due suoi colleghi surrealisti
1
;
si trova così per questioni anagrafiche a procedere nella sua attività artistica per
quasi trent'anni dopo la loro scomparsa. L'obiettivo che si pone questa tesi è
quello di individuare gli elementi che permettono di considerare Mariën un
artista surrealista durante tutto l'arco di questa sua attività.
È difficile trattare di surrealismo in lingua francese senza fare riferimento al
movimento di André Breton nato a Parigi nel 1924 e con cui a volte il
surrealismo viene identificato in generale. In Belgio inoltre la situazione è
complicata dalla vicinanza geografica e dalla condivisione della lingua,
questioni che storicamente hanno generato una relazione problematica con la
Francia nel campo dell'arte e della letteratura
2
. Il surrealismo non fa eccezione
e proprio gli elementi che lo distinguono dal suo omologo parigino ne
costituiscono l'originalità. Come ricorda Mariën: «il s'agit d'affinités
spirituelles et non d'appartenance ethniques ou régionales, qui n'ont de valeur
que pour l'état civil»
3
. Ciò non esclude però che delle differenze sussistano, «et
même des différences fondamentales, entre les points de vue de certaines
surréalistes ayant vécu en France ou y étant nés, et ceux d'autres surréalistes
que le hasard a fait naitre en Belgique»
4
.
Il confronto tra questi due movimenti esposto nella prima parte della tesi ha
interesse nell'ambito della presente ricerca proprio in quanto l'ipotesi della
permanenza del surrealismo in Belgio si riferisce al pensiero e alle opere del
gruppo formatosi a Bruxelles nel 1924 e che si distingue nettamente sia dal
1 Paul Nougé (1895-1967), René Magritte (1898-1967).
2 Cfr. B. DENIS, J.M. KLINKENBERG, La littérature belge: précis d'histoire sociale,
Bruxelles, Labor, 2005, pp.
3 M. MARIËN, L'activité surréaliste en Belgique (1924-1950), Bruxelles, Lebeer Hossmann,
1979, p. 11.
4 M. Mariën, Rétrospective & nouveautés, 1937-1967, exposition du 18 avril au 5 mai 1967,
Bruxelles, Galerie Defacqz, 1967, p. 68.
3
surrealismo di Breton sia dal surrealismo in Hainaut
5
. Tali divergenze saranno
individuate e infine ricondotte alla discordanza fondamentale riguardo
l'automatismo psichico. Dal rifiuto dell'automatismo deriva infatti una
riflessione discorde a proposito dell'oggetto che porterà alla teorizzazione in
Belgio de l'objet bouleversant in opposizione a l'objet trouvé di Breton mentre
nel campo della scrittura l'identificazione dell'azione come tratto caratteristico
dell'esprit
6
esclude qualsiasi tipo di passività nella pratica artistica e di
conseguenza la fiducia nella scrittura automatica, portando gli artisti belgi a
rivolgere la loro attenzione alla materialità del linguaggio, alle sue possibilità
combinatorie e alla dissociazione e ri-associazione di immagine e parola.
Pour Nougé, pour Magritte, jamais il n'a été question de concevoir autrement
l'activité poétique que sous l'angle de la préméditation, c'est à dire de l'invention
d'un objet (poème ou image peinte) susceptible de toucher, de bouleverser le
lecteur, le spectateur. Une telle démarche, il va sans dire, exclut le hasard en tant
que facteur primordial. Elle réclame une attention soutenue, la méditation
prolongée, des précautions, des ratures, des reprises, une hésitation, une prudence
infinies
7
.
Se un'identificazione basata sull'automatismo psichico sarebbe riduttiva, la
volontà di includere questi due movimenti sotto l'unica etichetta di surrealismo
deriva innanzitutto dalla loro comune adesione all'impresa rivoluzionaria di
trasformazione del reale, un compito ambizioso che gli artisti perseguono
attraverso i mezzi che hanno a disposizione: la pittura, la scrittura, la
fotografia. Con parole diverse gli scritti di Nougé, di Magritte e di Breton
individuano tutti il compito dell'arte nella rivelazione del mistero dell'uomo,
nella scoperta (o nella creazione) della surrealtà; un altrove che si erge contro
la realtà falsa e utilitaristica della società borghese e che sconvolge le abitudini
5 Rupture, fondato il 29 marzo 1934 a La Louvière, è il primo gruppo surrealista in Vallonia;
le preoccupazioni politiche sono al centro della sua attività e le affinità con il movimento
di Breton nel quale il gruppo vallone si riconosce sono molte, tra le quali la pratica
dell'automatismo.
6 Scrive Paul Nougé: «[…] nous ne renoncerons pas à ce que nous tenons pour essentiel à
l'esprit: un certain pouvoir d'action délibérée», P. NOUGÉ, La conférence de Charleroi, in
Histoire de ne pas rire, Bruxelles, Les Lèvres Nues, 1956, p. 208.
7 Marcel Mariën, Rétrospective & nouveautés, cit., pp. 69, 70.
4
cognitive legate all'arte tradizionale. Questo elemento di coesione tra il
surrealismo francese e il gruppo di Bruxelles è anche ciò che anima l'intera
attività artistica di Mariën.
Nella seconda parte la sua opera è analizzata appunto alla luce delle
specificità del surrealismo belga e in particolare in rapporto all'influenza di
Paul Nougé e di René Magritte. La sperimentazione di Mariën è rivolta alla
scrittura (prosa, poesia, aforismi), all'illustrazione, alla fotografia, al cinema,
alla produzione di collages e di oggetti; la sua fedeltà al surrealismo - attitude
de l'esprit
8
- è espressa attraverso l'attività artistica e la condotta morale e si
situa oltre la contingenza storica del movimento costituendo la permanenza del
surrealismo in Belgio. Nella parte conclusiva della ricerca saranno individuati
gli elementi che giustificano l'ipotesi di tale permanenza e che si manifestano
in una costante espressione della stessa attitude surrealista nelle opere di
Mariën dagli anni '30 fino alla sua morte nel 1993.
8 P. NOUGÉ, Récapitulation, in Histoire…, cit., p. 141.
5
PARTE I
Surrealismi a confronto
I.1. Il surrealismo in Francia e in Belgio
Il surrealismo si costituisce in Europa come movimento letterario, ma fin da
subito coinvolge altri mezzi espressivi e denota una propensione alla riflessione
filosofica che lo caratterizza rispetto alle altre avanguardie artistiche del
Novecento. Nato alla fine della Prima Guerra mondiale, è coinvolto e
impegnato nella messa in discussione dei valori morali, politici ed estetici della
società del tempo. I surrealisti stessi parlano di una vera e propria
«trasformazione del mondo»
9
, che prende alcune direzioni principali: la poesia,
le arti figurative, la speculazione filosofica e l'applicazione del surrealismo
all'azione; azione che non investe unicamente la sfera politica, ma riguarda più
in generale, la condotta di vita, «les rapports aux lieux et au temps, aux êtres, à
soi-même»
10
. Questo doppio carattere, intellettuale e artistico, è fondamentale e
include un duplice movimento: la critica alla società, alla cultura e all'arte
borghesi e l'intento di rivelare una dimensione altra, in opposizione
all'occultamento sistematico della realtà profonda dell'essere umano operata nel
quotidiano. L'arte diviene uno strumento di liberazione, attraverso cui i livelli
di coscienza repressi possono emergere e creare senso.
A Parigi André Breton è a capo di un gruppo di artisti, tra i quali Louis
Aragon, Paul Éluard e Philippe Soupault, che dal 1919, data della fondazione
della rivista «Littérature» e della redazione di Les Champs magnétiques
11
,
propone in alternativa allo scandalo e alla rivolta di Dada, una ricerca metodica
del surreale
12
.
9 A. BRETON, Position politique du surréalisme (1935), in A. BRETON, Oeuvres complètes II,
Paris, Gallimard, 1988, pp. 417, 418.
10 M. MURAT, Le surréalisme, Paris, Le livre de poche, coll. «Références», 2013, p. 39.
11 A. BRETON, P. SOUPAULT, Les Champs magnétiques, Paris, Au Sans Pareil, 1920.
12 Y . DUPLESSIS, Le surréalisme, Paris, Presse universitaires de France, coll. «Que sais-je?»,
2002, p. 13.
6
Negli anni successivi
les activités se recentrent autour de l'inconscient. Breton écrit à Freud, publie des
récits de rêves. Duchamp […] invente le personnage de Rrose Sélavy qui sera la
muse de l'automatisme, et signe de son nom des jeux de mots dont Desnos endormi
reproduira le modèle
13
.
È però nel 1924 che il surrealismo prende voce pubblicamente, con l'edizione
del Premier Manifeste, la nascita della rivista «Révolution surréaliste» e la
fondazione del Bureau de recherches surréalistes in rue de Grenelle 15, a
Parigi, che si presenta come un luogo di sperimentazione artistica e di
esplorazione dell'inconscio. Nel Manifeste Breton definisce il surrealismo
come automatisme psychique
14
, propone il modello della scrittura automatica
riconoscendo a Les champs magnétiques il valore di opera di fondazione ma
soprattutto, colloca l'impresa surrealista in una riflessione antropologica e
morale che accusa la tradizione occidentale di aver separato l'uomo dalla sua
dimensione totale, escludendone la parte del sogno
15
.
A Bruxelles i primi incontri tra Camille Goemans, Marcel Lecomte, Paul
Nougé, René Magritte e E.L.T. Mesens risalgono all'estate del 1924 e si
caratterizzano per una propensione alla rivolta intellettuale che si sviluppa
contemporaneamente a quella di Parigi. Magritte pone in luce il legame con il
movimento di Breton in questa prima fase:
nous fîmes la connaissance des surréalistes qui manifestaient avec violence leur
dégoût pour la société bourgeoise. Leur revendications révolutionnaires, étant les
nôtres, nous nous mîmes avec eux au service de la révolution
16
.
Dopo una temporanea scissione, che vede da una parte Magritte e Mesens,
fondatori della rivista «Période» in contrapposizione a Goemans, Lecomte e
Nougé che, dopo avere boicottato il progetto, danno vita a «Correspondance», i
13 M. MURAT, Op. cit., p. 28.
14 A. BRETON, Manifestes du surréalisme, Paris, Gallimard, 1972, p. 37.
15 M. MURAT, Op. cit., pp. 32, 33.
16 R. MAGRITTE, La ligne de vie I, in Écrits complets, Paris, Flammarion, 1979, p. 107.
7
diversi componenti si riuniranno nuovamente dando vita definitivamente al
gruppo surrealista di Bruxelles nel 1926. Marcel Mariën racconta così le prime
vicende della nascita dell'avanguardia surrealista:
c'est en 1924 que quelques hommes, cinq au total et qui vont constituer d'abord
deux groupes (si l'on peut s'exprimer ainsi) avant de se rejoindre vraiment, vont
s'imposer sur la scène face à une tradition vermoulue et à une avant-garde qui ne
vaut guère mieux.. ce seront Camille Goemans, Marcel Lecomte et Paul Nougé,
d'une part, René Magritte et E.L.T. Mesens, de l'autre
17
.
La tradizione “tarlata” a cui si riferisce Mariën è la stessa a cui si oppongono
anche i surrealisti francesi: la tradizione letteraria e artistica che si accontenta
di rappresentare il mondo senza trasformarlo, o quella delle avanguardie che
non spingono la loro azione oltre la ricerca formale. Il pensiero surrealista è in
rivolta nei confronti della società culturale ma anche politica e finanziaria a cui
i surrealisti stessi appartengono: quella borghese e capitalistica, e ne denuncia
l'oppressione che esercita sugli individui, la concezione elitaria dell'arte e
quella del culto dell'artista. «La pensée surréaliste est révolutionnaire sur tous
les plans, et s'oppose nécessairement à la conception bourgeoise de l'art»
18
,
scrive Magritte in un testo
19
del 1938, che denuncia parallelamente la mediocre
realtà in cui ci troviamo a vivere, «façonnée par par des siècles d'idolâtrie pour
l'argent, les races, les patries, les dieux»
20
. Il valore dell'arte, è svincolato da
ogni presunta superiorità dell'artista, ed è individuato dal surrealismo nel suo
potere di rivelazione liberatrice
21
. La stessa definizione di surrealismo che
fornisce Breton nel primo manifesto include tematiche che esulano dalla teoria
artistica:
SURRÉALISME, n. m. Automatisme psychique pur par lequel on se propose
d'exprimer, soit verbalement, soit par écrit, soit de toute autre manière, le
17 M. MARIËN, L'activité surréaliste en Belgique..., cit., p. 48.
18 R. MAGRITTE, La ligne de vie I, in Écrits complets, cit., p. 108.
19 R. MAGRITTE, La ligne de vie I, testo della conferenza tenuta da Magritte il 20 novembre
1938 al Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa.
20 R. MAGRITTE, La ligne de vie I, in Écrits complets, cit., p. 103.
21 Cfr. R. MAGRITTE, L'art burgeois, in Écrits complets, cit., p. 133.
8
fonctionnement réel de la pensée. Dictée de la pensée, en l'absence de tout contrôle
exercé par la raison, en dehors de toute préoccupation esthétique ou morale.
ENCYCL. Philos. Le surréalisme repose sur la croyance à la réalité supérieure de
certaines formes d'association négligées jusqu'à lui, à la toute-puissance du rêve, au
jeu désintéressé de la pensée. Il tend à ruiner définitivement tous les autres
mécanismes psychiques et à se substituer à eux dans la résolution des principaux
problèmes de la vie
22
.
Chiaramente una definizione di questa portata non autorizza a ridurre il
surrealismo a una scuola letteraria:
il se manifeste au contraire comme entreprise de connaissance, dont sont fixés la
méthode (l'automatisme psychique pur), le but lointain (l'expression du
«fonctionnement réel de la pensée») et les postulats philosophiques: privilège
reconnu à "certaines formes d'association", au rêve, au déploiement d'une pensée
déliée de tout souci pragmatique
23
.
I surrealisti esplorano concetti innovativi quali il sogno, la casualità,
l'inconscio, il desiderio, l'irrazionale e il mistero, per giungere a una
concezione del mondo alternativa alla quella conservatrice, opponendosi ai
tabù e ai dogmi imposti dalla religione, dalla politica di partito e dalle
consuetudini morali della società di inizio secolo.
Se la realtà individuale e sociale della civiltà borghese-capitalistica si fonda in
modo ideologico, tra l'altro, sul sistematico occultamento delle proprie dimensioni
profonde che ne spiegano non secondariamente il reale meccanismo, per lasciare
spazio soltanto alla dimensione della superficie conscia e razionalistica, allora ogni
autentica critica di tale civiltà non può non fare emergere una prospettiva teorica in
cui […] assume un rilievo primario una dimensione altra “non-razionale” e rimossa
costituita dall'inconscio, dal sogno, dalla fantasia, dall'immaginazione
24
.
22 A. BRETON, Manifestes du surréalisme, cit., pp. 37, 38.
23 G . DUROZOI, B. LECHERBONNIER, Le surréalisme: théories, thèmes, techniques, Paris,
Larousse, 1972, p. 81.
24 A. DE PAZ, Dada, surrealismo e dintorni, Bologna, Clueb, 1983, p. 40.
9