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Incontro con l’autore
Manuel Rivas nato nel 1957 a La Coruña, è la figura più importante, anche a
livello internazionale, della letteratura galiziana. Fin da molto giovane, ha
iniziato a lavorare come giornalista, ancor prima di terminare gli studi per il
conseguimento della laurea in Scienze dell'Informazione, presso l'Università
Complutense di Madrid. Dopo la laurea, viene subito assunto come
vicedirettore presso la redazione galiziana di Diario 16, e in seguito come
responsabile della rubrica culturale di El Globo. Il suo lavoro di giornalista lo
vede impegnato come collaboratore in diversi quotidiani, tra i quali El País e
Ideal. Ha collaborato con diversi giornali, radio e televisioni. Attualmente
scrive su El País ed è socio della stazione radiofonica comunitaria Cuac FM.
La sua carriera letteraria inizia con la poesia, con la pubblicazione nel 1979
della raccolta di poesie Libro do Entroido, in seguito scrive brani letterari,
saggi di letteratura, romanzi ben noti, alcuni dei quali sono stati anche adattati
al cinema, con grande successo, come La lingua delle farfalle ed Il lapis del
falegname.
Rivas è un rivoluzionario della letteratura galiziana contemporanea per l’uso
del linguaggio, la sua autenticità, la tenerezza delle sue storie, la risonanza
profonda della sua poesia. Egli ha dichiarato di aver imparato l'arte del
racconto nei porti, e ha affermato che la gente comune lo ha sempre
affascinato. La maggior parte dei suoi romanzi è ambientata ai margini del
continente europeo, al di là delle grandi città e dei loro abitanti nevrotici. I
suoi personaggi sono lavoratori portuali, pescatori, agricoltori, tutti provenienti
dalla Galizia, una zona povera e polverosa della Spagna. Sono personaggi che
si ribellano alla fatalità, che lottano contro le avversità della vita e contro la
tristezza. La linea dominante della sua attività letteraria è rivolta al mondo
sentimentale dei suoi personaggi, legati al vissuto della loro infanzia, negli
ultimi anni della dittatura franchista.
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Momenti passati di felicità, pensieri fantastici incontrano il mondo attuale fatto
di aree industriali dismesse, di necessità economiche, di moderni mass media,
così nei suoi scritti si mescolano la vita e la lingua, la tradizione e il moderno.
Questo stile, corredato da un perfetto linguaggio, ha influenzato il romanzo di
"pensiero immaginifico" che si nutre di pause poste consapevolmente, di salti
nel tempo, di simboli; tutte tecniche che è possibile riscontrare nel romanzo
O lapis do carpinteiro (Il lapis del falegname) (1998). É difficile poter
individuare l’atteggiamento di Manuel Rivas perché la sua letteratura è molto
ambigua, molto frammentata, oscilla molto tra il suono della poesia della
Galizia e la tradizione del racconto orale, essa può essere posta tra il "realismo
magico" di Gabriel García Márquez e la teoria dell’omissione di Raymond
Carver.
L'attività letteraria di Rivas è vasta, inizia, di fatto, nel 1989 con Un millón de
vacas (Un milione di mucche), titolo tratto da una raccolta di García Lorca che
venne accolta con favore sia dal pubblico che dalla critica. Nel 1991 scrive il
suo primo racconto, Os comedores de patacas (I mangiatori di patate), titolo
che richiama un quadro di Van Gogh. Il testo viene scritto attraverso gli occhi
del protagonista, che esprime tutto quello che vede o che gli passa per la testa,
senza filtri.
Nel 1993 dà alle stampe il romanzo En salvaxe compaña (In selvaggia
compagnia), basato su un intreccio di vicende e scritto in uno stile che alterna
poeticità e sobrio realismo.
Nel 1995 esce la raccolta di racconti ¿Que me queres amor? (Che vuoi da me,
amore?) con la quale si segna il definitivo successo di Rivas, acclamato sia dal
pubblico che dalla critica, tanto da ricevere nel 1995 il Premio Torrente
Ballester e nel 1996 il Premio Nacional de Narrativa. Si tratta di un vero e
proprio mosaico di ambienti e personaggi che si occupano di sventura e di
gioia, tenerezza e violenza, amarezza e umorismo. Da uno dei racconti A
lingua das bolboretas è stato tratto un film La lingua delle Farfalle per la regia
di José Luis Cuerda, che racconta con grande delicatezza l'amicizia quasi
fraterna tra uno scolaro e il suo maestro anarchico, nel periodo appena prima
dello scoppio della guerra civile spagnola. E’ del 1998 O lapis do carpinteiro
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(Il lapis del falegname), tradotto in italiano per Feltrinelli. Il quale racconta le
strategie di sopravvivenza di un intellettuale in un carcere fascista durante la
guerra civile spagnola e sottolinea come le persone che sopravvivono alla
guerra portano sempre dei segni, siano essi delle ferite fisiche o psicologiche.
Manuel Rivas, in questo racconto, non risparmia nulla al lettore, dalle brutalità
e sofferenze del tempo ai momenti di grande umanità, ai piccoli gesti di
coraggio e bontà che, a volte, possono cambiare il corso della storia.
Del 1999 è Ela, maldita alma (Lei, maledetta anima), il racconto omonimo è
una variazione sul tema della Regenta di Clarín e offre storie rurali e marinare.
L’anno successivo Rivas pubblica il volume A man dos paíños (La mano dei
paíños) composto da elementi a sé stanti: un racconto lungo (che dà il titolo) e
un reportage giornalistico intitolato Os náufragos. I paíños sono dei
piccoli uccelli d’alto mare, neri con chiazze bianche, considerati una
compagnia per i marinai.
Del 2003 è Contos de Nadal, nel 2006 scrive Os libros arden mal (Los libros
arden mal) un romanzo sulla storia della cultura. Sempre del 2006 è Cuentos
de un invierno. Nel 2010 Todo es silencio, un romanzo sulla criminalità che
corrompe (a volte senza fortuna) l’umanità. Del 2011 Lo más extraño che
raccoglie tutti i suoi racconti e infine l’ultimo uscito è Las voces bajas del 2012
un romanzo d’amore e ironia. Quelle di Rivas sono micro storie che vogliono
dimostrare quanto sia grande e intricato il mondo e quanto le persone siano in
realtà un mistero tutto da scoprire. Quelle di Rivas sono storie scaraventate in
un mondo perduto tra le nuvole. Ma che contengono un brivido di concretezza,
affondano dolcemente inesorabili nei sentimenti, nelle incomprensioni e negli
stupori, mescolando ossessioni ultramoderne e dolori primordiali.
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Presentazione del libro
Nel 2002 Manuel Rivas pubblica As chamadas perdidas (Le chiamate
perdute), una raccolta di racconti, della quale ho deciso di eseguire la
traduzione, dalla lunghezza decrescente, i primi sono molto corposi, quelli del
mezzo più brevi e gli ultimi brevissimi. Nei primi racconti si riesce ad entrare
bene nel personaggio centrale e sentire chiara la sua voce, nei racconti
successivi la bravura dell’autore sta nel creare un quadro ben disegnato che ci
apre uno scorcio sul quotidiano. I racconti sono ambientati in Galizia. Il primo
racconto Nosotros dos narra la storia di un’amicizia fra due ragazzi molto
diversi fra loro; uno è un vincente, affascinante e l’altro è timido e perdente.
Un’amicizia che nasce dal furto di ciliegie quando erano dei ragazzini e che
continua nella visita ad un bordello, in una sala da ballo, nei viaggi in moto
verso La Coruña. El héroe mette in scena la vita di un esiliato politico che
viene ospitato da un ex legionario franchista. Il primo “Lanzarote” è
affascinante, colto e giovane; il secondo, “Caronte”, uomo comune. Lanzarote
sceglie l’amico per compiere un gesto eroico di protesta nei confronti del
dittatore Franco: ardere vivo durante una festa in una piazza di La Coruña. Tra
i due Lucía, moglie di Caronte, che amoreggia apertamente con Lanzarote; ma
il giorno prescelto piove a dirotto e Caronte rinuncia al folle piano mentre
Lanzarote lascia la città abbandonando Lucía nella disperazione. El escape
racconta la storia di due impiegati del municipio di La Coruña, di diverso
rango, che si innamorano di un dipinto di nudo. Un giorno Silvari, il più alto di
grado, riceve l’ordine di far sparire quel quadro per l’imminente visita del
vescovo. Così insieme all’amico lo ricoprono con uno strato di fiori, che però
una folata di vento fa crollare mostrando il capolavoro, che viene apprezzato
dal prelato. La duración del golpe narra le reazioni di un gruppo di marinai
galiziani appena sbarcati a New York alla notizia del tentato colpo di stato del
23 febbraio 1981, conosciuto in Spagna con il nome di 23-F. Nei bar del porto
della città americana rinascono i ricordi che li riportano sulla nave, che il
protagonista paragonandosi ad Ulisse identifica come la sua Itaca. El amor de
las sombras ha per protagonista un uomo con il suo cane in cerca di baccalà
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per la vigilia di Natale, nella bottega ritrova Lorena, suo vecchio amore, in lui
si risvegliano vecchi sentimenti tanto da decidere di preparare un millefoglie di
baccalà e di andare sotto il balcone di lei proprio per la vigilia di Natale, suona
ma al citofono non risponde nessuno, nel frattempo una forte pioggia lo porta
ad accettare l’invito ad entrare di una vicina di Lorena, e a cenare con la donna
e il figlioletto. A mezzanotte il marito della donna, un elettricista di turno alla
centrale, provocherà un blackout, il suo modo per stare insieme alla famiglia.
Proprio mentre è tutto buio appare Lorena al balcone.
I personaggi degli altri racconti sono molti tra cui; un marinaio che grazie ad
una coppia di inseparabili capisce di amare davvero la moglie, il benzinaio di
una strada solitaria, la sfortuna di una donna che la spinge ad emigrare, una
ragazzina che si vergogna della passione del padre per i travestimenti di
carnevale, un agrimensore che non cura il suo frutteto, un fotografo che chiede
tristezza ad una famiglia in posa per un funerale.
Il registro utilizzato è vario, colloquiale nelle parti di discorso diretto, si eleva
maggiormente invece nelle riflessioni interiori dei personaggi e quando si
racconta la storia in terza persona. L’autore utilizza un linguaggio moderno,
ricco di modi di dire appartenenti sia alla cultura spagnola che a quella
galiziana, ma ritroviamo espressioni idiomatiche tipiche del portoghese. Sono
presenti anche delle scurrilità.
La costruzione della frase è per lo più semplice con un magistrale utilizzo della
punteggiatura che riesce a rendere perfettamente l’idea di ansia e frustrazione
che caratterizza alcuni personaggi. Nelle sezioni successive analizzerò nel
particolare, fornendo anche alcuni esempi, le caratteristiche e le peculiarità
riscontrate durante la traduzione del libro.