6
causa piuttosto il Diavolo, che abuserebbe delle debolezze dell’uomo per ingannarlo.
Sortilegi, malefici, talismani, filtri e fatture sono tipiche pratiche magiche che sfruttano,
per mezzo di formule e riti, le forze che animano la natura
4
.
Queste pratiche sono esistite in tutte le epoche e oggi neanche il progresso
scientifico è valso a mitigare il ricorso alla magia; “nella credenza della magia si può
trovare il potere di agire sugli eventi cambiando anche il corso della vita e ponendosi al
posto di Dio”
5
.
Il numero di libri che sono stati scritti negli ultimi tempi sulla magia è
straordinariamente grande. Inoltre imperversano in televisione esibizioni di maghi,
cartomanti, lettori di oroscopi, stregoni, esperti di esoterismo e tanti altri.
“I motivi di questo interesse sono da un lato, il grande appetito per il
paranormale che non può essere saziato solo con concetti filosofici; dall’altro lato, una
convulsa reazione contro il materialismo che considera la materia come l’unica realtà e
non ammette alcuna distinzione tra materia e spirito”
6
.
L’antropologa italiana Cecilia Gatto Trocchi spiega invece che l’interesse dei
giovani per l’astrologia, la magia, gli incantesimi e la stregoneria sembra costituire
“un’alternativa alla dispersione urbana, all’isolamento, alla neutralità affettiva, alla
confusione dei valori fondanti, alla crisi della famiglia e delle istituzioni”. Questo
fenomeno, che la studiosa indica come disagio sociale, di cui sono portatori ragazze e
ragazzi che vivono in città ricche e annoiate, ha determinato il proliferare di culti e
gruppi esoterici che “forniscono promesse di sapere iniziatici e di potere occulto ma
anche di benessere psicofisico, di efficienza mentale, di raggiungimento di stati di
beatitudine, felicità e armonia”
7
.
Tali fatti non sono preoccupanti: sono innocui se restano al di fuori del Codice
Penale e se forniscono ai credenti una illusione di felicità.
Ma è sbagliato cercare di trovare nella magia delle verità assolute ed è anche
improponibile tentare di fornire delle spiegazioni razionali o delle giustificazioni di tipo
oggettivo su di essa. Nella pratica, la magia trova una spiegazione esclusivamente in un
atteggiamento di tipo fideistico (ossia nella convinzione che le supreme verità
4
CLAUDIO MARCHIARO, Fatture, controfatture e pratiche magiche, Trento 1990, p. 5
5
ARMANDO PAVESE, Il libro nero della magia, cit., p. 7.
6
CLAUDIO MARCHIARO, Fatture, controfatture e pratiche magiche, cit. p. 5.
7
CECILIA GATTO TROCCHI, Sette sataniche e occultismo, cit., p. 11.
7
metafisiche si apprendono solo con la fede nella rivelazione divina) o nella
superstizione, che per l’occultista Eliphas Levi, nella sua Storia della Magia, è una
parola usata per indicare “le forme religiose che sopravvivono alle idee perdute, che
hanno ragione di essere in una verità che non si riconosce più come tale o che è stata
trasfigurata nel tempo”
8
; nella teoria, una spiegazione è possibile solo sul piano
esoterico-ermetico (ossia attraverso regole pratiche e morali e tecniche iniziatiche di
derivazione alchimistica destinate ad una ristretta cerchia di adepti).
E’ un dato di fatto che la magia sia la più antica via di approccio ai misteri della
natura a tal punto da essere stata praticata dai tempi in cui l’uomo si raccoglieva intorno
ai megaliti a Stonehenge o a Carnac
9
.
Oggi, a differenza dei tempi trascorsi, non ci meravigliamo più di fronte ad
episodi di ipnosi o di suggestione postipnotica e neanche di fronte a fenomeni di
premonizione ed elettromagnetismo. Il nostro atteggiamento è ora il segno di una
evoluzione culturale che alle origini era di adesione incondizionata alla magia
10
.
Non è possibile dare una definizione razionale della “magia”; essa vive in una
zona grigia, tra la consapevolezza e l’immaginario.
Secondo l’occultista Eliphas Levi, la magia sarebbe una sopravvivenza (cioè una
superstizione) e, al tempo stesso, la prova che le antiche credenze avrebbero avuto una
loro validità in un momento in cui non erano divenute superstizioni
11
.
Secondo l’antropologo James Frazer, la magia si sostanzia in un dominio su
forze impersonali, al contrario della religione che comporta la subordinazione a forze
sovrumane ma personali
12
.
“La scuola sociologica francese, invece, identifica la religione con un
atteggiamento comunitario di fronte al sacro e, di conseguenza, bolla la magia di
atteggiamento antisociale”
13
.
La magia viene descritta come il regno dell’ambiguità: morale ed immorale,
buona e cattiva. In questo contesto il mago viene descritto come colui che padroneggia
l’uso ed i poteri degli esseri, delle cose, delle idee; il mago è colui che nello stesso
8
ELIPHAS LEVI, Storia della magia (Histoire de la magie), Roma 1993
9
STELIO CALABRESI, Considerazioni sulla magia: la magia tra Iside e Zoroastro, 2005, articolo
apparso su Edicolaweb, portale di Internet.
10
STELIO CALABRESI, Considerazioni sulla magia: la magia tra Iside e Zoroastro, cit.
11
ELIPHAS LEVI, Storia della magia, cit.
12
JAMES FRAZER, Il ramo d’oro (1922), trad. it.di Nicoletta Rosati Bazzotto, Roma 1992.
13
STELIO CALABRESI, Considerazioni sulla magia: la magia tra Iside e Zoroastro, cit.
8
tempo esperimenta la scienza e la magia. Egli viene descritto come il “sapiente” la cui
conoscenza che resta sempre diversa da quella puramente scientifica, si estende al di là
del mondo spirituale.
Tutte queste e anche altre teorie sulla “magia” portano solo ad una unica ed
inevitabile conclusione: definire la magia è oggettivamente impossibile e il tentativo di
definirla può avere un senso solo in un ambito storico-descrittivo, cioè con riferimento
ai vari momenti storici, in relazione a “chi” la pratica, al “dove” viene praticata e
soprattutto al “perché”.
Fin dai tempi remoti si sono sviluppati due tipi di magia in netta antitesi tra loro
(o almeno due modi diversi di classificare la magia): la magia “bianca” e la magia
“nera”. La magia bianca veniva impiegata esclusivamente a fin di bene e in genere
veniva impiegata dagli stregoni delle tribù e dai gran sacerdoti. Si trattava di procurare
la guarigione di qualcuno, di propiziare i raccolti e la caccia e di proteggersi dalle
catastrofi naturali, nonché di scacciare gli spiriti maligni e i demoni. La magia nera era
invece impiegata a scopi malvagi e negativi, ossia sui nemici o sulle tribù rivali affinché
si abbattesse su di loro la sventura o la malattia. Gli attori qui ricoprivano ruoli malvagi
come quelli di stregoni e streghe.
Ma accanto a questa rappresentazione della magia “seria” e in un certo senso
impressionante e terrorizzante esiste una “sorella” più allegra, ovvero l’illusione indotta
per divertimento ed intrattenimento.
Quindi la magia ha anche un diverso aspetto: un aspetto che non tiene tanto
conto della magia come superstizione, come ricerca della verità nascosta, come scienza
dell’occulto; un aspetto che trasforma il suo significato in quello più spettacolare ed
artistico, ossia l’illusionismo, l’arte dell’illusione magica che viene praticata
“teatralmente” con lo scopo di impressionare migliaia di persone.
Questo tipo di arte sta attraversando un periodo di autentica popolarità, come
dimostrano i successi di film come “Harry Potter” e “Il Signore degli Anelli”. Ora
grazie al rapido sviluppo della tecnologia, possiamo trasferirci in mondi virtuali, nei
quali facciamo tante volte fatica a distinguere tra finzione e realtà di fronte a fenomeni
ritenuti impossibili, presentati in maniera artistica e spettacolare.
Ma l’arte dell’illusionismo è una forma di intrattenimento e rappresentazione,
una forma d’arte come la musica, la pittura o la scultura che non può venire in rilievo
9
dal punto di vista del diritto se non per quel che riguarda il diritto d’autore o l’uso del
particolare macchinario creato dal “mago-illusionista” per l’ esecuzione del proprio
numero spettacolare
14
.
Strettamente connessa alla magia è l’astrologia, della quale oggi abusiamo
indiscutibilmente, dalla ricerca del giorno ideale per operare determinate scelte
all’analisi del giorno e dell’anno in cui siamo nati. Le due scienze sembrano distanti,
due immagini diverse dell’uomo e del mondo; erano concepite come il prolungamento
l’una dell’altra, per cui la professione del mago e dell’astrologo erano esercitate sempre
dalla stessa persona. Ciò perché l’astrologia non aveva il compito di rivelare come le
cose sarebbero certamente andate, ma di prevedere quale sviluppo esse avrebbero avuto
secondo la logica naturale, in modo che l’uomo, avvertito di uno sfavorevole processo
in corso, potesse interromperlo o volgerlo a proprio favore.
Su queste premesse, le persecuzioni che si rivolsero contro i maghi colpirono
anche gli astrologi: l’astrologia venne condannata prima in nome della religione e poi,
in epoca moderna e contemporanea, in nome della libertà di scelta dell’uomo fino a
diventare una sorta di gioco o di intrattenimento sociale.
Partendo da questi concetti, cercheremo di ricostruire i profili giuridici delle
varie fattispecie, con particolare riguardo a quel settore della magia che confina con il
fenomeno religioso.
14
OLAF BENZINGER, Il grande libro dei maghi: da Merlino a Harry Potter, Roma 2005.
10
PARTE PRIMA
PROFILI STORICI E SOCIOLOGICI
11
CAPITOLO I
MAGIA E DIRITTO NELLA STORIA
12
I.1 CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
“Nel mondo primitivo sacro, magico, occulto e scienza avevano una unica
manifestazione, poiché all’inizio dominava il caos nel pensiero umano. Poi emersero
gradualmente le varie branche della conoscenza umana”
15
.
Per l’antropologo J. Frazer, la storia della magia passa attraverso tre fasi: la più
antica basata sul suono (si pensi alla “cantillazione”, ossia la celebrazione liturgica
cantata dei testi sacri del Medioevo), la seconda sulla parola (si pensi alla recitazione
rabbinica o islamica dei testi) e la terza, la più recente, sull’oggetto. In questa terza fase
si sviluppa il “libro magico” nel quale è contenuta “la parola” per eccellenza, quella che
conferirebbe il potere di compiere miracoli. Conoscere la parola equivale a possedere la
magia stessa, il che equivale a dire possedere i poteri propri della divinità. La parola è
perciò segreta, non rivelabile né altrimenti carpibile per il “non iniziato” e se è scritta, la
forma è quella dell’enigma comprensibile solo agli “iniziati” i quali possono così
parlare senza che altri possano intendere
16
.
Secondo Stelio Calabresi, la spiegazione di Frazer non convince per quel che
riguarda la storicità: secondo tale scrittore la magia della parola, ad esempio, non è
“recente” ma risale alla più lontana antichità tant’é che per alcuni sarebbero state
esigenze di magia ad innescare il processo di invenzione della scrittura.
Lo stesso, seguendo l’orientamento dell’antropologo tedesco Arnold van Gennep
(1873-1957), si contenta di notare che la “magia” è un fenomeno universale al pari della
“religione”; ma la magia se ne distingue rispetto all’ambito di operatività, nel senso che,
mentre la religione concerne attività teoretiche, la magia si occupa esclusivamente di
attività pratiche. Tuttavia entrambe utilizzano forze misteriose capaci di modificare
l’ordine delle forze naturali e sono, quindi, suscettibili di incidere sia sulla storia
individuale sia su quella collettiva. .
15
ARMANDO PAVESE, Il libro nero della magia,.cit., p. 12
16
JAMES FRAZER, Il ramo d’oro, cit..
13
I.2 LE ORIGINI
Nella maggior parte delle culture antiche, fino agli albori della civiltà, credenze
e pratiche magiche sarebbero esistite con caratteristiche simili nella sostanza e oggi si
troverebbero in relazione diretta con i diversi aspetti di ciò che definiamo senza ombra
di dubbio “magia” o anche “stregoneria”.
Alcune scene di pitture del paleolitico superiore trovate nelle caverne francesi
vennero interpretate come aventi finalità magiche e propiziatorie e con finalità
simboliche sul piano della magia astrale.
Incantesimi e sortilegi seguirono l’umanità da tempo immemorabile (assiri,
egizi, fenici e greci praticavano costantemente le arti magiche).
Il diritto romano prevedeva pene severissime per i crimini attuati con metodi
magici, facendo intendere che avvocati e giudici davano per scontato il potere della
“magia” anche se i reati perseguiti erano sacrifici umani attribuiti ai negromanti (ossia
coloro che evocano i morti e predicono il futuro) e le truffe di maghi e stregoni
17
.
Varie leggende ci furono tramandate sul modo in cui gli uomini appresero l’arte
della magia. Nel Libro di San Cipriano
18
, una tra le più importanti opere della magia,
fonte di scienza per i maghi, troviamo scritto, per esempio, che Enoche, patriarca
biblico vissuto prima del diluvio universale, raccontava che, ai primi albori della
creazione, oltre 200 angeli del cielo sarebbero discesi in terra per amare le donne, così
questi angeli presero per spose le figlie degli uomini, con esse convissero, si
congiunsero e insegnarono loro le scienze magiche, gli incantamenti, le virtù delle radici
e degli astri, e l’astrologia. Dio perdonò l’atto ribelle in merito alle loro virtù e
dell’amore fedelmente professatogli. Le donne fatte esperte delle scienze magiche
rivelarono agli uomini i segreti appresi dai loro sposi, in tal modo la magia si sparse in
tutti i punti della terra.
17
CECILIA GATTO TROCCHI, Il fascino indiscreto della magia, tratto dal libro Viaggio nella magia,
Bari 1993.
18
AA.VV., Il libro infernale(1989), Padova 1992. San Cipriano visse tra il 200 e il 258 d.C., fu Vescovo
di Cartagine e prima di convertirsi al Cristianesimo, cosa che avvenne nel 246 d.C., fu uno dei maghi più
famosi esistiti.
14
Il re d’Israele Salomone
19
, vissuto nel 961-925 a.C., spiegava nel libro “Il
segreto dei segreti”, a lui attribuito dalla tradizione esoterica, che la vera tradizione
della magia era un’altra: i nostri progenitori, Adamo ed Eva ebbero tre figli, Caino,
Abele e Set. Il primo rappresenta la forza brutale, il secondo la dolcezza e l’intelligenza.
Abele morì per mano di Caino, di conseguenza l’eredità di Abele passò al terzo figlio.
Set, che era giusto, offrì le ricchezze pervenutegli al Fattore Supremo; questi gli schiuse
le porte del Paradiso dal quale i suoi genitori erano stati cacciati per il peccato
commesso. Set entrando in Paradiso vide che gli alberi della scienza e quello della vita
si erano uniti formandone uno solo; questo fatto rappresentava l’accordo della religione
con la magia e l’alta cabala.
Cipriano sosteneva che Salomone fosse la chiave della magia post-diluviana ed
era convinto del fatto che la magia del sapiente re fosse “l’unica” vera e che la “vera”
magia non è altro che il principio della sapienza.
Da queste sue convinzioni fece discernere la distinzione tra magia nera,
esercitata dagli stregoni dotati dagli spiriti del male di particolari ed eccezionali facoltà
maligne (questa è esercitata dai veri maghi ossia i figli degli uomini, i discendenti di
Caino), e la magia rossa, quella rivelata da Set, trasmessa a Noè, propagata da Abramo,
insegnata da Giuseppe ai sacerdoti egizi, ordinata da Mosè e praticata da Salomone,
celata sotto i simboli dell’Antico Testamento, rivelata da Gesù a San Giovanni
20
.
Questo sarebbe, secondo la tradizione, il leggendario sviluppo della magia che
viene a toccare il settore religioso e a confondersi con esso.
19
Salomone fu re d’Israele e visse dal 961 al 925 a.C.. Figlio di Davide e di Betsabea, trasformò il regno
in uno Stato unitario e centralizzato. Eresse il tempio di Gerusalemme e fu un re pacifico; noto per la sua
grande sapienza, gli furono attribuiti libri biblici e apocrifi. Tra questi libri, viene ricordato Il segreto dei
segreti, opera trattata ne Il libro infernale, cit
20
AA.VV. Il libro infernale, cit., pp.43-44.