Abstract
L’elaborato di tesi verte sul tema del lutto, nello specifico viene analizzato il lutto
perinatale. Un lutto di cui non si parla, e di cui si evita di parlare a causa della poca
campagna di sensibilizzazione, spesso si fa finta di dimenticare perché è preferibile fare
silenzio che utilizzare frasi sbagliate che potrebbero ferire le coppie che hanno perduto
un bimbo.
É organizzato in tre capitoli nei quali non ci ci si limita solamente ad illustrare che cosa
s’intende per lutto perinatale, il quale presenta essere un evento doloroso e complesso
nella società odierna.
Si tratta di un lavoro critico sul lutto perinatale, che non si pone solo l’obiettivo di
fornire una spiegazione scientifica di tale avvenimento bensì tenta di ricostruire ed
indagare le emozioni e le conseguenze che il lutto di un figlio può determinare nei
genitori. Quello che si vuole illustrare, in questo elaborato, è di spostare lo sguardo e la
domanda verso un altro orizzonte, cioè quello di ricostruire, mediante gli studi condotti
dagli studiosi più accreditati, le emozioni che accompagnano i genitori nel corso
dell’elaborazione del lutto.
Partendo nel primo capitolo con un’analisi degli aspetti più salienti del lutto perinatale,
definendo i concetti a livello clinico.
Nel secondo capitolo vengono argomentate le esperienze, le emozioni vissute dalle
coppie, tramite manifestazioni fisiche e psicologiche; le eventuali terapie
farmacologiche, follow-up e psicoterapia.
Nel terzo capitolo l’argomentazione della tesi giunge a tracciare l’immagine di come i
genitori elaborano il lutto, grazie anche agli strumenti e supporti che la società mette a
disposizione per aiutarli. Analizza gli impatti sulle successive gravidanze e come
quest’ultima possa riattivare il lutto traumatico.
Lo scopo di questo elaborato è di dare al lettore un paio di occhiali che gli consentano di
osservare e comprendere gli stati d’animo dei genitori che si ritrovano a vivere l’evento
doloroso della morte di un figlio, al fine di sensibilizzare professionisti e non, affinché i
genitori attraverso l’aiuto di professionisti raggiungano uno stato di lutto consapevole
che possa ripristinare il loro livello di benessere psicologico.
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Introduzione
“E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno, come le rose”
(Fabrizio De Andrè, La canzone di Marinella)
Il lutto perinatale, una realtà tanto dolorosa quanto spesso misconosciuta, rappresenta
una delle esperienze più traumatiche che una famiglia possa affrontare. In questo
contesto, la morte di un bambino durante la gravidanza o poco dopo la nascita crea un
vortice di emozioni complesse, sfide psicologiche e domande senza risposta. Mentre la
gioia dell'anticipazione si trasforma in un fardello di dolore, il lutto perinatale si
manifesta come un capitolo oscuro e delicato nella vita di molte coppie. Il mio lavoro di
tesi si propone di esplorare le profondità emotive, le dinamiche psicologiche e le sfide
pratiche che accompagnano il lutto perinatale, ci immergeremo nelle complesse
sfaccettature di questa esperienza dolorosa. L'obiettivo è portare alla luce non solo il
peso del dolore, ma anche le potenziali vie di guarigione, il supporto necessario e le
questioni sociali che circondano questo tema spesso trascurato. Affrontare il lutto
perinatale richiede una comprensione profonda e una consapevolezza della complessità
di questa realtà. Solo attraverso un'esplorazione attenta e una riflessione consapevole
possiamo sperare di gettare luce su un argomento che, purtroppo, tocca molte vite in
silenzio. Questo elaborato si articola sviluppa in tre capitoli. In particolare, nel primo
capitolo ho delineato la morte perinatale. La morte perinatale (PD) è una complicanza
ostetrica pesante. L’individuazione della causa di morte è essenziale in quando aiuta a
comprendere perché e come si verifica ed è altresì un supporto essenziale per i genitori
che intendono comprendere il perché della morte del loro bambino, per individuare il
rischio di recidiva e per la gestione nella gravidanza successiva.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce con il termine morte prenatale la
perdita di un figlio che sopraggiunge tra la 28ª settimana di gestazione e i 7 giorni dopo
il parto.
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In seguito, ho illustrato come diversi studi evidenziano come il lutto possa influenzare
la salute mentale dei genitori i quali avendo sperimentato un lutto perinatale hanno un
rischio considerevolmente più alto di segnalare sintomi di ansia, depressione, disturbo
da stress post traumatico.
Nel secondo capitolo, ho incentrato il discorso sugli strumenti e interventi relazionali
per affrontare il momento del parto. Innanzitutto il primo intervento che può essere
effettuato è quello dell'assistenza prenatale, indipendentemente dalla diagnosi, poiché i
problemi della gravidanza possono essere individuati nel primo e nel secondo trimestre,
quindi restare vicini alla famiglia se si decide di interrompere la gravidanza oppure
proseguire una gravidanza con un feto affetto dalla patologia.
Le donne che hanno avuto un aborto spontaneo a causa di anomalie fetali corrono un
rischio maggiore di provare dolore.
Tuttavia l'uso di tranquillanti dopo la perdita di un figlio è indicato solo in caso di
disturbi mentali di natura psicologica o psichiatrica (trattamento con farmaci). In altri
casi, non è stato riscontrato alcun miglioramento dell’umore o del sonno.
Inoltre il contatto prolungato del personale infermieristico con i genitori si è rivelato un
intervento importante: oltre alla prima intervista avvenuta al momento dell'evento, è
stata effettuata un'altra intervista pochi giorni dopo, ritenuta utile perché i genitori
potrebbero essere sotto shock e quindi non comprendere veramente gli eventi accaduti.
Anche se più specialistico, un altro evento che può essere molto utile per i genitori è
sottoporsi a una psicoterapia flessibile e di breve durata, per potersi esprimere e trovare
il momento e il luogo giusto per piangere per il proprio figlio e chiarire i suoi
sentimenti.
Successivamente ho sottolineato le emozioni dei genitori dinnanzi al lutto. Difatti, per i
genitori, in questo momento, le emozioni sono così forti che cadono in uno stato di
shock, diventando così arrabbiati e congelati emotivamente. Uno dei meccanismi di
difesa citati è la rabbia: i genitori si sentono arrabbiati con sé stessi perché non riescono
a mantenere in vita i propri figli.
Nel terzo capitolo, ho dato spazio all’elaborazione del lutto. L’elaborazione del lutto è
costituito da molteplici sfaccettature, che non possono essere generalizzate ma devono
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essere considerate in maniera minuziosa e individuale. Tali sfaccettature si manifestano
sia a livello fisico che a livello mentale e spirituale.
Dunque l'elaborazione del lutto perinatale è di estrema valenza per evitare l'irritarsi di
situazioni psicologiche già complicate. Il tragitto verso l’elaborazione del lutto comincia
nel momento in cui si acquisisce consapevolezza della perdita.
Infine, ho descritto gli impatti sulle successive gravidanze in quanto la stragrande
maggioranza delle donne che vivono una perdita perinatale, cerca di concepire una
gravidanza successiva nell’arco di breve tempo. È infatti diffuso pensare che restare
gravide dopo tale evento renderà leggeri i ricordi dolorosi della perdita e porterà di
nuovo il sorriso sul loro volto. Quindi, la gravidanza dopo una perdita di questo tipo è
un evento psicologicamente stressante. Questa nuova esperienza costituisce il ripetersi
di un vissuto doloroso, in cui i genitori saranno costantemente messi alla prova dai
ricordi della gravidanza precedente.
Se è venuto meno il tempo necessario per elaborare il lutto, è possibile che avranno
ancora un momento di confusione e saranno emotivamente troppo fragili.
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CAPITOLO 1
LUTTO PERINATALE: DEFINIZIONE E CONCETTI
1.1 La morte perinatale
“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Cosí li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.”
(Cesare Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, 1981)
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La morte di un figlio è uno degli eventi più traumatici che un genitore o una famiglia
possa sperimentare nella propria vita. La morte perinatale (PD) è una complicanza
ostetrica devastante. La determinazione della causa della morte aiuta a capire perché e
come si verifica, ed è un aiuto indispensabile per i genitori che vogliono capire perché il
loro bambino è morto e per determinare il rischio di recidiva e la gestione nella
gravidanza successiva. Di conseguenza, una morte perinatale richiede un'adeguata
indagine diagnostica. Un primo passo importante nell'analisi della PD è quello di
identificare le circostanze del caso, compresi i dettagli rilevanti riguardanti la storia
materna, la storia ostetrica e la gravidanza attuale (le complicazioni sono valutate e
registrate). Nella fase successiva, l'esame placentare è suggerito in tutti i casi, insieme
alla valutazione citogenetica molecolare e all'autopsia fetale. Anche l'indagine per
l'emorragia fetale-materna è raccomandata come standard. Nei casi in cui i genitori non
acconsentono all'autopsia, approcci alternativi come l'esame post mortem minimamente
invasivo, la risonanza magnetica post mortem e le fotografie fetali sono buone
alternative. Dopo che tutte le indagini sono state eseguite, è importante combinare i
risultati della revisione clinica e le indagini insieme, per identificare la causa più
probabile della morte e consigliare i genitori in merito alla loro perdita. Lo scopo di
questo capitolo è quello di definire il concetto di morte perinatale, essendo un momento
delimitato, questo concetto viene utilizzato per far riferimento alla morte che avviene
prima della nascita, durante il periodo di gravidanza o dopo la nascita. L'Organizzazione
Mondiale della Sanità definisce con il termine morte prenatale la perdita di un figlio che
sopraggiunge tra la 28ª settimana di gestazione e i 7 giorni dopo il parto. Le morti che
avvengono durante la gestazione e prima del compimento della 28ª settimana di
gravidanza vengono classificate come morti prenatali. Il tasso di mortalità prenatale
(PMR, perinatal morbilità rate), secondo l'organizzazione mondiale della sanità mette
insieme i nati morti tardivi è la morte neonatale precoce ed include con il termine morte
perinatale anche la morte del bambino a 28 giorni dalla nascita. (Fig 1).
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La definizione di nato morto cambia in base alle legislazioni statali in base alla
legislazione italiana il lato morto e definito come feto partorito senza segni di vita dopo
le 25 + 5 settimane gestazionali. Nel Regno Unito da 24 settimane gestazionali, USA e
Canada a 22 settimane di gestazione. Le cause che portano alla mortalità perinatale
possono essere varie ma soprattutto di difficile previsione. (https://www.epicentro.iss.it/
itoss/EpidMortPerinatale).
Nel 2020 secondo i dati dell'organizzazione mondiale della sanità (OMS) si stima che
nel mondo 2,6 milioni di bambini muoiono in utero e il 98% nei paesi a basso sviluppo
economico. La maggior parte delle morti avviene per cause sconosciute. Il fenomeno è
più diffuso nei paesi a basso reddito, le cause principali di morte sono riconducibili a
complicazioni durante il travaglio del parto, infezione della madre in gravidanze come
HIV , malaria, le condizioni materne quali l'obesità ipertensione e anomalie congenite. In
Italia il tasso di mortalità in utero è pari a 2,4 per per 1000 nati, una diminuzione del
15,10% dall'anno 2000 (1507 casi) e nel 2019 (1070 casi). La stima italiana è messa
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