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immagini [ ] perci divenivano elementi costruttivi , fusi con i formanti musicali, generando una
sorta di comprensibilit emotiva. In questo modo (c ome nell armonia post wagneriana) la tonalit
veniva gi distrutta nella pratica, se non nella te oria. Questo fatto solo non avrebbe forse potuto
provocare un completo cambiamento nella tecnica compositiva. Per questo cambiamento si rese
necessario allorchØ si avvi contemporaneamente un processo che scatur nella [ ] emancipazione
della dissonanza [ ] Non ci si aspettava piø che St rauss risolvesse le sue dissonanze; non si era piø
turbati dalle armonie non funzionali di Debussy, o dagli altri aspri contrappunti dei compositori
successivi [ ] Uno stile basato su queste premesse (l emancipazione delle dissonanze piø marcate
da parte di Wagner, Strauss, Musorgskij, Debussy, Mahler, Puccini e Reger) tratta le dissonanze
come consonanze e fa a meno di un centro tonale. Anche la modulazione viene abolita, in quanto si
evita di stabilire una tonalit precisa [ ] .
Claude Achille Debussy (1862-1918) non accettava quei schemi in cui la ragione non lasciava piø
spazio alla semplice percezione. Nelle sue composizioni orchestrali o pianistiche c erano
componenti impressioniste, o per meglio dire pointillistes in netta somiglianza ai pittori
neoimpressionisti, con procedimenti modali, pentatonici, esatonici e con accordi efficacemente noti
a formare mutevoli raffigurazioni, componenti non tonali al limite del diatonicismo, aveva
introdotto l armonia non direzionale, l instabilit ritmica e il valore dei silenzi.
I futuristi avevano pensato e formulato teorie, fatto ricerche, ma soprattutto avevano dimostrato le
loro convinzioni partendo ovviamente dalla musica, passando per la pittura e finendo nei piø
svariati campi dell arte e della letteratura.
Francesco Balilla Pratella (1880-1955) aveva riassunto nel suo primo manifesto della musica del
1910 la situazione europea e quella piø precaria italiana: Essendo entrato cos , [ ] nell ambiente
musicale italiano, [ ], ho potuto giudicare [ ] il mediocrismo intellettuale, la bassezza mercantile
e il misoneismo che riducono la musica italiana ad una forma unica e quasi invariabile di
melodramma volgare, da cui risulta l assoluta inferiorit nostra di fronte all evoluzione futurista
della musica negli altri paesi. In Germania, dopo [ ] il genio sublime di Wagner, Riccardo Strauss
eleva il barocchismo della strumentazione fin quasi a forma vitale d arte [ ] con maniere
armoniche ed acustiche abili, complicate ed appariscenti, l aridit , il mercantilismo e la banalit
dell anima sua, nondimeno si sforza di combattere e di superare il passato con ingegno novatore. In
Francia, Claudio Debussy, [ ] nuota in un lago diaf ano e tranquillo di armonie tenui, delicate,
azzurre e costantemente trasparenti. [ ] Nondimeno, piø di ogni altro egli combatte
gagliardamente il passato e in molti punti lo supera. [ ] In Inghilterra, Edoardo Edgar, coll animo
di ampliare le forme sinfoniche classiche, tentando maniere di svolgimento tematico piø ricche e
multiformi variazioni di uno stesso soggetto, e cercando, non nella variet esuberante degli
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strumenti, ma nella variet delle loro combinazioni , effetti equilibrati e consoni alla nostra
complessa sensibilit , coopera alla distruzione del passato. In Russia, Modesto Mussorgski, [ ]
coll innestare l elemento nazionale primitivo nelle formule ereditarie da altri e col cercare verit
drammatica e libert armonica, abbandona e fa dimen ticare la tradizione. In Finlandia e nella
Svezia, [ ] si alimentano te tendenze novatrici, e le opere di Sibelius ne danno conferma.
E in Italia? [ ] In questi vivai della impotenza, m aestri e professori, illustri deficienze, perpetuano
il tradizionalismo e combattono ogni sforzo per allargare il campo musicale. I giovani ingegni
musicali che stagnano nei conservatori hanno fissi gli occhi sull affascinante miraggio dell opera
teatrale sotto la tutela dei grandi editori. La maggior parte la conduce a termine male e peggio, per
mancanza di basi ideali e tecniche. [ ] Essi d altr a parte confermano la tradizionale accusa di non
essere gl italiani nati per la sinfonia, dimostrandosi inetti anche in questo mobilissimo e vitale
genere di composizione. Gli editori pagano poeti perchØ sciupino tempo ed intelligenza a fabbricare
e ad ammannire [ ] quella fetida torta a cui si d il nome di libretto d opera e dopo aver
postulato i suoi dettami ed ora la reazione dei pa ssatisti mi si riversi pure addosso con tutte le sue
furie. Io serenamente rido e me ne infischio: sono acceso oltre il passato, e chiamo ad alta voce i
giovani musicisti intorno alla bandiera del futurismo, che, lanciato dal poeta Marinetti nel Figaro di
Parigi, ha conquistato, in breve volgere di tempo, i massimi centri intellettuali del mondo .
L intera serie degli Intonarumori di Luigi Russolo (1885-1947) era in grado di produrre e
modulare, in altezza e intensit , un rumore.
Ventitre anni fa, nel pieno boom degli strumenti elettronici, il giornalista Carlo Massarini (1952)
scrisse: [ ] Ne l arte dei rumori, il manifesto fu turista firmato da Luigi Russolo e datato 1916, c Ł
l intuizione che i rumori intorno a noi sono gi di per sØ, materia di possibile costruzione sonora.
Volutt acustica, strumenti per colpire i sensi e f ar vibrare il cervello. [ ] per Ł il segno che un
lungo percorso Ł stato fatto, e che anche il rumore quasi settant anni!- comincia ad avere una
tradizione alle spalle , concetto che possiamo ripr oporre o ribadire anche in un prossimo futuro.
Luigi Russolo Ł stato un futurista, o per meglio dire il futurista. La sua attivit artistica Ł
determinata da interessi che vanno dalla musica alla pittura, di nuovo alla musica, dalla musica alla
filosofia e all esoterismo, per poi terminare ancora con la pittura. Scriver di questo artista e
principalmente delle sue ricerche in ambito musicale, senza per dimenticare i periodi nei quali Ł
stato pittore. A parer mio, sembra giusto iniziare con la sua pittura e il movimento futurista in
questione, per poi sfociare nel suo manifesto musicale trattando le sue ricerche e l arte musicale di
quel periodo.
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Il Futurismo
All inizio del secolo scorso le riviste culturali La Critica di Benedetto Croce (1866-1952) e Il
Leonardo di Giovanni Papini (1881-1956) tentarono di spezzare nell ambito della cultura i confini
del provincialismo italiano con le idee che circolavano in Europa. Queste riviste, fondate nel 1903,
assieme a La Voce, sorta a Firenze nel 1908 sotto la direzione di Giuseppe Prezzoli (1882-1982), e
Lacerba di Giovanni Papini e Ardengo Soffici (1879-1964), fondata nel 1913 a Firenze, con le loro
volont di rinnovamento ma talvolta confuse nei lor o orientamenti, trattarono l economia, il
socialismo, la filosofia, la religione, la letteratura e l arte suscitando una certa reazione all ottu sit
della cultura. E in questo contesto di vita morale, spirituale, culturale e politica che nasce il
Futurismo.
Il dato di partenza del movimento Ł l ideale di vita e una particolare visione del mondo come
rinnovamento della sensibilit , specialmente nell i nteresse per la macchina e la vita moderna: Il
Futurismo si fonda sul completo rinnovamento della sensibilit umana avvenuto per effetto delle
grandi scoperte scientifiche. Coloro che usano oggi del telegrafo, del telefono e del grammofono,
del treno, della bicicletta, della motocicletta, dell’automobile, del transatlantico, del dirigibile,
dell’aeroplano, del cinematografo, del grande quotidiano (sintesi di una giornata del mondo) non
pensano che queste diverse forme di comunicazione, di trasporto e d’informazione esercitano sulla
loro psiche una decisiva influenza. Un uomo comune pu trasportarsi con una giornata di treno, da
una piccola citt morta dalle piazze deserte, dove il sole, la polvere e il vento si divertono in
silenzio, ad una grande capitale, irta di luci, di gesti e di grida [ ] L’abitante di un villaggio
alpestre pu palpitare d’angoscia ogni giorno, mediante un giornale [ ] . 1
Nel 1909 apparve in lingua francese nel quotidiano francese Le Figaro e in lingua italiana nella
rivista Poesia il Manifesto del Futurismo scritto e ideato da F. Tommaso Marinetti (1876-1944):
[ ] noi vogliamo cantare l amor del pericolo, l ab itudine all energia e alla temerariet ; il
coraggio, l audacia, la ribellione [ ]; noi vogliam o esaltare il movimento aggressivo, l insonnia
febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffi e il pugno; [ ] la bellezza della velocit .
Un automobile da corsa [ ] Ł piø bello della Vittoria di Samotracia; non v Ł piø bellezza, se non
nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo pu essere un capolavoro [ ]; noi
vogliamo glorificare la guerra, solo igiene del mondo, il militarismo, il patriottismo, il gesto
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distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muove e il disprezzo della donna; noi vogliamo
distruggere i musei, le biblioteche, le accademie di ogni specie, e combattere contro il moralismo, il
femminismo e contro ogni vilt opportunistica o uti litaria; noi canteremo le grandi folle agitate dal
lavoro, dal piacere o dalla sommossa [ ] E dall It alia che noi lanciamo pel mondo questo nostro
manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il Futurismo [ ] . 2
La Nike o Vittoria di Samotracia, rinvenuta nel 1863 senza testa nØ braccia, Ł senza dubbio una
delle opere piø importanti e sensazionali di tutta la produzione plastica ellenistica. La Nike
originariamente doveva essere collocata sulla prua di una nave che ella conduceva al successo: il
vento la colpiva in pieno, agitando le vesti e incollandole al corpo. Un automobile da corsa Ł piø
bello della Vittoria di Samotracia per i futuristi, significava un elevata espressio ne di dinamicit ,
piø dinamico e piø lanciato in avanti. Nel 1913 Umberto Boccioni (1882-1916) scolp Forme
uniche nella continuit dello spazio ed altre figure di camminatori: la figura in marcia, che Ł
simbolo dell uomo proteso al futuro, avanzava con passo trascinante, e, nel suo insieme, esprimeva
il movimento con una potente sensazione di energia. L anatomia accademica e tradizionale veniva
rinnegata in una struttura dove i muscoli e i tendini erano come gonfiati da un vento impetuoso.
L ideale meccanico sui linguaggi artistici, i continui rapporti tra arte e vita fanno dei futuristi vivaci
sostenitori della filosofia nicciana, in particolar modo dell opera Cos parl Zarathustra pubblicata
in quattro volumi tra il 1883 e il 1885. Per Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844-1900) l unica realt
che sembrava sussistere Ł la vita nel suo continuo rinnovamento con gli istinti che la dominano,
verso la dimensione del superuomo. E proprio in questi assunti che il futurismo traeva quella
costante del vitalismo cos cara a Filippo Tommaso Marinetti in cui associava il meccanico, il
casuale, l automatico e i futuristi in soluzioni vitali tra energia e materia.
Il manifesto del Futurismo ci offre un accettazione della vita anche nei suoi aspetti piø duri, violenti
e crudeli alle porte della guerra, quella del 1915-1918: guerra, sola igiene del mondo,
manifestazione egocentrica della distruzione per la distruzione, della rivoluzione per la rivoluzione,
della guerra per la guerra come necessario meccanismo. L ideale di Friedrich Nietzsche vedeva nel
continuo superamento dell uomo della negazione e della morte come rinascita, per elevarsi verso il
superuomo nel quale emergevano l eterno ritorno, la volont di potenza e lo spirito libero; e in Cos
parl Zarathustra affermava: gli uomini non sono uguali - e neppure devono diventarlo! Che
sarebbe il mio amore per il superuomo se io parlassi diversamente? Per mille ponti e sentieri devono
sospingersi verso il futuro, e tra loro deve essere posta sempre piø guerra e disuguaglianza: cos mi
fa parlare il mio grande amore! [ ] voi dite che la buona causa santifica perfino la guerra? Ed io vi
dico: la buona guerra santifica ogni causa . Questo spiega, assieme all amore per la nazione,
l infatuazione di F. Tommaso Marinetti per la guerra che in Uccidiamo il chiaro di luna del 1911
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affermava: [ ] la guerra? [ ] ebbene, s : essa Ł l a nostra unica speranza, la nostra ragione di
vivere, la nostra sola volont ! [ ] S , la guerra! Contro di voi, che morite troppo lentamente, e
contro tutti i morti che ingombrano le nostre strade! [ ] S , i nostri nervi esigono la guerra [ ] noi
preferiamo la morte violenta e la glorifichiamo come la sola che sia degna dell uomo, animale da
preda , uno stato d animo dunque, di quello che Ł s tato parte del vitalismo futurista. Esistono
diverse opinioni che associano il movimento a una semplice introduzione al fascismo. Benito
Mussolini (1883-1945), che conosceva F. Tommaso Marinetti fin dal 1915, approfitt delle idee
intellettuali e rivoluzionarie del futurismo e delle sue fedi di rinnovamento. Bisogna tener conto che
l arte ufficiale del fascismo e quella che meglio ne ha espresso la sua dialettica Ł stata la pittura e la
scultura del Novecento e quando il fascismo era al potere, il futurismo aveva gi espresso i suoi
principi fondamentali come avanguardia internazionale e dopo il 1920 in seguito al Ritorno
all ordine , il futurismo si limit alla sola area italiana.
Molti futuristi erano di stampo anarchico, anarchico-sindacalista, nazionalista e comunista e prima
della guerra erano molto popolari tra gli operai delle grandi industrie urbane. Durante le
manifestazioni dell arte futurista nei teatri capit che i lavoratori difendessero i futuristi contro i
giovani borghesi e aristocratici, che si picchiavano con i futuristi.
F. Tommaso Marinetti si era definitivamente incamminato verso il futuro, iniziando dalla poesia e
diretto alla vita sociale e politica, grazie a tre lavori, La conquete des Øtoiles (1902), Destruction
(1904) e La ville charnelle (1908) dove l automobile, la locomotiva e la citt trovavano largo
spazio. Il movimento socialista era dinamico, come dimostravano da un lato il successo degli
scioperi e dall altro il dialogo continuo tra il governo Giolitti e quella parte dei socialisti guidati da
Filippo Turati (1857-1932). Ma all interno del partito socialista (PSI) non c erano unit di intenti. I
dibattiti spesso violenti tra il riformista Filippo Turati e il rivoluzionario Arturo Labriola (1873-
1959) erano frequentissimi e nel 1904 F. Tommaso Marinetti prese degli spunti per una riflessione
politica in forma satirica scrivendo Il Re Baldoria, pubblicato in Francia nel 1905 e tradotto in
italiano nel 1910, nel quale la dialettica tra i due personaggi principali (Besciamella e Famone, alter
ego di Filippo Turati e Arturo Labriola) non portava altro che a un cupo pessimismo dovuto alla
constatazione dell’impossibilit di cambiare le sorti di un mondo condannato all’alternanza di vita e
morte. Il Re baldoria piacque soprattutto ad Arturo Labriola che pubblic un entusiastica
recensione sull Avanti!, il quotidiano del Partito Socialista Italiano (PSI) e rafforz i contatti sempre
piø frequenti di F. Tommaso Marinetti con la sinistra anche se, il suo patriottismo (dovuto alla sua
nativit egiziana e all interesse per la cultura fr ancese) e l’ammirazione per lo scrittore Umberto
Notari (1878-1950), campione nella denuncia della corruzione politica, lo allontanarono dall’area
del partito socialista. Nella rivista Lacerba, con tiratura di ventimila esemplari e molto diffusa tra i
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lavoratori, fu pubblicato il programma politico futurista del 15 ottobre 1913 e successivamente il
manifesto politico in vista delle elezioni del 26 ottobre 1913, le prime a suffragio universale
maschile: si invitavano i lettori a votare contro le liste clerico-liberali-moderate di Giovanni Giolitti
(1842-1928) e del cattolico Vincenzo Ottorino Gentiloni (1865-1916) e contro il programma
democratico-repubblicano-socialista. Nel 1918 F. Tommaso Marinetti fond il Partito Politico
Futurista, con lo scopo di tradurre nella lotta politica gli ideali del movimento futurista; nel proprio
programma parlava di "svaticanamento dell’Italia" e il passaggio dalla monarchia alla repubblica
(oltre alla distribuzione di terre ai combattenti, la lotta all’analfabetismo e il suffragio universale).
Tra i gesti piø eclatanti del movimento politico futurista vanno ricordati l’assedio a l’Avanti!,
condotto da un gruppo di arditi, futuristi e fascisti. Il 23 marzo 1919 F. Tommaso Marinetti
partecip con Benito Mussolini all’adunata di piazza San Sepolcro a Milano: fu in quel momento
che il Partito Politico Futurista conflu nei Fasci di combattimento. Tuttavia F. Tommaso Marinetti
tenne a ribadire l’originalit del futurismo rispetto al fascismo, e fu scontento della svolta
reazionaria impressa da Benito Mussolini dopo la sconfitta elettorale del novembre 1919 (dove i
due politici furono arrestati con l’accusa di detenzione illegale di armi da fuoco). In questo periodo
F. Tommaso Marinetti scrisse diversi manifesti politici, tra cui Al di l del Comunismo ; nel maggio
del 1920 F. Tommaso Marinetti intervenne al secondo congresso dei Fasci, insistendo sulla
necessit di "svaticanare l’Italia", abolire la Monarchia e "appoggiare gli scioperi giusti": ma ormai
i fascisti erano nella direzione opposta, e F. Tommaso Marinetti decise lentamente di staccarsi e
divergere dal fascismo.
Il 12 gennaio 1910 al Politeama Rossetti di Trieste ebbe luogo la prima serata futurista: [ ] Da
cinque o sei che dovevamo essere fui il solo, con Marinetti, ad avere tanto fegato, io e il giovane
Armando Mazza declamatore poderoso e gigantesco [ ] . 3
Fø un grande successo. Dopo quella serata ebbe luogo una riunione nella casa di F. Tommaso
Marinetti l 11 febbraio 1910. Scrisse cos Aldo Palazzeschi (1885-19749): [ ] a un certo punto
nel corridoio oscuro vedo passare [ ] uno dopo l al tro come ombre quattro uomini vestiti di nero,
la giacchetta chiusa al collo, quasi uniforme: pastori evangelici o i congiurati della Madame Angot?
[ ] i quattro uomini erano: Boccioni, Carr , Russol o e un altro, che non ricordo, perchØ si dilegu
subito dopo. [ ] comparve Marinetti calmo, come chi si sia scaricato di un gran peso: E nato il
futurismo anche in pittura , disse fisicamente sodd isfatto. Mi raccont l incontro del pomeriggio
durato sei ore e davanti ai miei occhi presero corpo le quattro figure nere viste sfilare come ombre
sui velluti del corridoio. Il prossimo 8 marzo, per la seconda serata al Politeama Chiarella di Torino,
coi poeti anche i pittori aprirono il fuoco la cui violenza, fin troppa nota, raggiunse strada facendo il
parossismo . 4
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Alla serata dell 8 marzo parteciparono oltre a F. Tommaso Marinetti e Aldo Palazzeschi, Umberto
Boccioni, Carlo Carr (1881-1966), Luigi Russolo, A roldo Bonzagni (1887-1918) e Romolo
Romani (1884-1916) con l esclusione di Gino Severini (1883-1966) che si trovava a Parigi. Piø
esplicitamente Carlo Carr scrisse ne La mia vita l incontro con F. Tommaso Marinetti, riportando
erroneamente di un anno addietro la data: [ ] Fu n el febbraio del 1909 che Boccioni, Russolo, ed
io ci incontrammo con Marinetti [ ] Introdotto in u n salotto lussuosamente adorno di ricchi tappeti
persiani, Marinetti ci accolse con molta effusione e cordialit . Dopo una lunga disamina della
situazione in cui versava l arte da noi, decidemmo di lanciare un manifesto ai giovani artisti italiani
per invitarli a scuotersi dal letargo che soffocava ogni piø legittima aspirazione. Il mattino seguente
Boccioni, Russolo ed io ci riunimmo in un caffØ [ ] e con molto entusiasmo abbozzammo uno
schema del nostro appello. [ ] ci lavorammo tutto i l giorno [ ] lo completammo in tutte le sue
parti e, fattolo firmare anche a Bonzagni e a Romani, passammo il testo alla tipografia. Diffuso in
molte migliaia di copie alcuni giorni dopo, qual grido di baldanzosa e aperta ribellione fece l effetto
di una violenta scarica elettrica . 5
La seconda dichiarazione dei pittori e piø esplicitamente il Manifesto tecnico della pittura vide luce
l 11 aprile 1910 sottoscritto da Giacomo Balla (1871-1958) assieme Umberto Boccioni, Carlo
Carr , Luigi Russolo e Gino Severini. Una risposta piø precisa nel campo della pittura alla
dichiarazione impulsiva e generica del primo manifesto: [ ] oggi invece, con questo secondo
manifesto, ci stacchiamo risolutamente da ogni considerazione relativa e assurgiamo alle piø alte
espressioni dell assoluto pittorico. [ ] Tutto si m uove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura
non Ł mai stabile davanti a noi ma appare e scompare incessantemente. Per la persistenza
dell immagine nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi,
come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Cos un cavallo in corsa non ha quattro gambe: ne ha
venti e i loro movimenti sono triangolari. Tutto in arte Ł convenzione, e le verit di ieri sono oggi,
pure menzogne. [ ] Lo spazio non esiste piø: una st rada bagnata dalla pioggia e illuminata da globi
elettrici s inabissa fino al centro della terra. [ ] PerchØ si deve continuare a creare senza tener
conto della nostra potenza visiva che pu dare risu ltati analoghi a quelli dei raggi X? [ ] La
costruzione dei quadri Ł stupidamente tradizionale. I pittori ci hanno sempre mostrato cose e
persone poste davanti a noi. Noi porremo lo spettatore nel centro del quadro. [ ] Noi vogliamo
rientrare nella vita. La scienza d oggi, negando il suo passato, risponde ai bisogni materiali del
nostro tempo; ugualmente l arte, negando il suo passato, deve rispondere ai bisogni intellettuali del
nostro tempo. [ ] Il dolore di un uomo Ł interessa nte, per noi, quanto quello di una lampada
elettrica, che soffre, e spasima, e grida con le piø strazianti espressioni di dolore. [ ] I vostri oc chi
abituati alla penombra si apriranno alle piø radiose visioni di luce. [ ] Il divisionismo [ ] non Ł
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nel nostro concetto un mezzo tecnico che si possa imparare ad applicare. Il divisionismo deve essere
un completarismo congenito. [ ] Noi proclamiamo: 1) che il completarismo congenito Ł una
necessit assoluta nella pittura, come il verso lib ero nella poesia e come la polifonia nella musica;
2) che il dinamismo universale deve essere reso come sensazione dinamica; 3) che
nell interpretazione della natura occorrono sincerit e verginit ; 4) che il moto e la luce distruggon o
la materialit dei corpi. Noi combattiamo: 1) contr o il platinume e la velatura dei falsi antichi; 2)
contro l arcaismo superficiale ed elementare a base di tinte piatte che riduce la pittura ad una
impotente sintesi infantile e grottesca; 3) contro il falso avvenirismo dei secessionisti e degli
indipendenti, nuovi accademici d ogni paese; 4) contro il nudo in pittura, altrettanto stucchevole ed
opprimente quanto l adulterio nella letteratura. Voi ci credete pazzi. Noi siamo invece i primitivi di
una nuova sensibilit completamente trasformata. [ ] . 6
Egli sosteneva che gli artisti possedevano abilit e capacit espressive nuove e rivoluzionarie tali d a
proporsi come un punto di riferimento da cui sarebbe partita un arte nazionale.
Il divisionismo italiano, con il suo spiritualismo naturalista di Giovanni Segantini (1858-1899), con
la sua forma espressiva simbolista di Gaetano Previati e con l impegno sociale di Giuseppe Pelizza
da Volpedo (1868-1907), con la frantumazione del colore e lo spezzamento della linea in simbiosi
alla nuova arte con i linguaggi della scienza, della meccanica, aperta ad ogni intuizione come
preludio di trasformazione furono i principali condizionamenti, attorno alle indicazioni tracciate dal
Manifesto futurista per elaborare opere pittoriche rivolte ad un pubblico la cui cultura non fosse
solo la semplice conoscenza del passato, ma aperto con le idee e le prospettive che la scienza
proponeva per il futuro.
Nel febbraio del 1912 si tenne presso la Galerie Bernheim-Jeune di Parigi la prima mostra collettiva
intitolata Les peintres futuristes italiens, organizzata da Carlo Carr che espose undici sue opere, tra
le quali, I funerali dell anarchico Galli (lo sciopero generale di Milano avvenuto nel 1904),
Sobbalzi del Fiacre, Le nuotatrici e Ritratto di Marinetti. Nel catalogo della mostra gli artisti
ribadirono le loro teorie scrivendo esplicitamente di simultaneit di stati d’animo: [ ]Dipingiamo
una persona al balcone, vista dall’interno, noi non limitiamo la scena a ci che il quadrato della
finestra permette di vedere; ma ci sforziamo di dare il complesso di sensazioni plastiche provate dal
pittore che sta al balcone: brulichio soleggiato della strada, doppia fila di case che si prolungano a
destra e a sinistra, balconi fioriti, [ ] Il che si gnifica simultaneit d’ambiente, e quindi dislocazione
e smembramento degli oggetti, sparpagliamento e fusione dei dettagli, liberati dalla logica comune
e indipendenti gli uni dagli altri. Per far vivere lo spettatore al centro del quadro, secondo
l’espressione del nostro manifesto, bisogna che il quadro sia la sintesi di quello che si ricorda e di
quello che si vede. Bisogna rendere l’invisibile che si agita e che vive al di l degli spessori, ci che
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abbiamo a destra, a sinistra e dietro di noi, e non il piccolo quadrato di vita artificialmente chiuso
come fra gli scenari d’un teatro [ ] . 7
Le opere di Luigi Russolo furono fra quelle che maggiormente richiamavano le teorie del manifesto
della pittura futurista. In quella occasione Luigi Russolo espose sei dipinti tra cui La rivolta (1911),
l opera di maggiore prestigio, che sviluppa l ideol ogia delle grandi folle agitate dalla sommossa
[ ] , scelta inoltre per la copertina del catalogo . Gli angoli acuti disegnati i cui vertici sembrano
scontrarsi con i confini della tela portano l energia della ribellione. Le figure dei manifestanti si
fondono per formare un unico corpo in un unica direzione che trae verso di sØ gli edifici e le strade.
Al deciso dinamismo si mescolano i colori primari, soprattutto il rosso, caratteristici nelle
produzioni dell artista. Le altre opere esposte furono: Chioma (I capelli di Tina) (1910), Treno in
corsa nella notte (1910), La musica (1911), Una, tre teste (1912) e Ricordi di una notte (1912). I
futuristi si proponevano in Francia come l alternativa al cubismo. Se l idea del movimento proposta
dai cubisti stava, nella scomposizione delle forme, in uno spostamento dell artista per osservare le
molteplici facce dell oggetto da raffigurare, per i futuristi (legati a tematiche fortemente simboliche,
ricordando ad esempio il simbolismo divisionista iniziato qualche anno prima) l oggetto si muoveva
nello spazio attraverso sequenze di immagini leggermente sovrapposte e sfasate. La forza del
movimento futurista, era legata soprattutto a un desiderio di mostrare la velocit e l imbattersi dell e
forze assieme agli stati d animo di chi percepisce. Rapporti molto discussi, quindi, tra i due
movimenti, contornati da forti polemiche tra gli artisti, critici e intellettuali dell epoca. Le idee
futuriste apparivano come risultati non equivalenti alle ricerche degli artisti francesi, decisamente al
di sotto delle aspettative dei critici e l ambiente di Parigi ricercava nuovi linguaggi pittorici,
originalit , nuove tecniche espressive. Molto spess o si aprivano discussioni e dibattiti mossi a
difendere le proprie idee tra un movimento e un altro favorendone le differenze. Scetticismo dunque
dagli artisti parigini che gi stavano creando le p rime opere cubiste.
Possiamo affermare senza peccare di presunzione ch e questa prima esposizione di pittura futurista
a Parigi Ł la piø importante mostra di pittura italiana che sia stata fino ad ora offerta al giudizio
dell Europa. [ ] Noi abbiamo preso il comando del m ovimento della pittura europea , elogiavano i
nostri artisti e, senza ombra di dubbio, Ł una degna nota di carattere puramente futurista.
La stampa non fu da meno quando la mostra venne trasferita a Londra, mostra incubo alla
Sackville Gallery nel Pall Mall Gazette, non solo sinceri, ma dotati di una prorompente
immaginazione nel giornale Konody, il nuovo terrore nel Daily Express e il rifiuto di una
recensione nel Morning Post.
[ ] una nazione di sicofanti e snob, schiavi di tr adizioni vecchie e tarlate, delle convenzioni
sociali e del Romanticismo fu la risposta schietta di F. T. Marinetti il quale misur la tournŁe, che
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tocc Berlino nella galleria Der Strum, Bruxelles alla Giroux, l Aja, Amsterdam, Amburgo,
Monaco, Vienna, Rotterdam e Chicago, con 350 articoli e 11.000 franchi di ricavato.
In Inghilterra, dove erano sorte ben due rivoluzioni industriali, in ambito artistico era difficile
irrompere nel moderato e nobile conservatorismo. In Spagna il futurismo non divenne mai un
movimento vero e proprio e in Germania si present come una continuazione del pensiero e
dell arte futurista italiana. In Giappone il movimento rimase piø sottile come una tendenza o una
moda, l idea di velocit e del movimento erano in c ontrasto con l indole pacata e riflessiva degli
orientali. La modernit e l industrializzazione per un paese come il Brasile, era ancora da inventare,
in una realt molto articolata tra etnie diverse e in collaborazione tra loro dove un rifiuto di una
classicit non poteva essere messo in discussione c ome in Italia. Infatti nella settimana dell arte
moderna, 11-18 febbraio 1922, la serata futurista tenuta da F. T. Marinetti a San Paolo provoc una
brutta reazione scioccante. Fu attraverso i futuristi, comunque, che l Italia si inser nel meccanismo
delle avanguardie internazionali, ma in ritardo rispetto ad altri paesi europei nei mutamenti sociali
di notevole importanza, nell espansione industriale, nella nascita di un proletariato urbano
riflettendosi non piø di tanto sulla creativit , qu anto nella promozione dell arte. Il lato debole della
difesa delle tendenze culturali Ł stato il motivo nel quale il futurismo ebbe riconoscimenti minori
rispetto alla sua potenziale innovazione culturale. Particolarmente importante Ł il movimento
futurista russo, sorto nel 1910, con idee estetiche vicine alla letteratura e alle arti visive del
futurismo italiano. I russi si distinguevano per il tentativo di fondere i fermenti innovativi con la
tradizione nazionale, in uno sforzo di recupero della memoria collettiva di un grande e composito
paese. La ricerca del nuovo e della modernit che n el movimento futurista italiano si incarn nel
culto della macchina, della tecnologia e della velocit , fu piuttosto convogliata in Russia verso un
auspicato rinnovamento della societ e della sua st ruttura profonda. L individualismo e il
superomismo che alimentavano il gruppo raccolto attorno a F. Tommaso Marinetti sfum nel
futurismo russo di fronte al prendere corpo di ideali rivoluzionari, dalle trasformazioni politico-
sociali in corso nel paese, che in ambito artistico furono tradotti nel progetto di portare l arte al
servizio del popolo. Nell ambito della riflessione estetica e dell elaborazione teorica, soprattutto per
la letteratura, la polemica tra il futurismo russo e quello italiano si accese nel gennaio 1914, data in
cui F. Tommaso Marinetti si rec in Russia. Gli esp onenti del futurismo russo accusarono gli
esperimenti linguistici di F. Tommaso Marinetti di essere superficiali e fini a se stessi, mentre
quest ultimo e i suoi sostenitori rinfacciarono ai russi di interessarsi in realt piø all’arcaismo delle
origini che all’avvenire, e di mantenere un impostazione simbolista-passatista attraverso la poetica
detta transmentalismo . In base a quest ultima, i futuristi russi ritenevano la poesia non
riconducibile a una semplice operazione di costruzione linguistica in base a norme convenzionali e
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a una definita progettualit comunicativa, consider ando le parole piuttosto come imprevedibili segni
generatori di sempre inediti orizzonti espressivi e chiavi interpretative della realt . La rottura
definitiva tra i due movimenti avvenne nel 1914, quando Vladimir Vladimirovič Majakovskij
(1893-1930) dichiar l estraneit del futurismo ita liano a quello russo, pur riconoscendo un certo
parallelismo letterario.
I futuristi non suscitarono un serio interesse della critica, per quanto si possano riconoscere l alta
qualit delle loro opere e un costante impegno nell a pittura. Il movimento rimase fondamentalmente
un espressione del nord d Italia, legato soprattutt o all espansione industriale e urbanistica delle
grandi citt , certamente piø ricco del sud, in cui F. Tommaso Marinetti tentava oltre
all internazionalizzazione del movimento, di eliminare per la cultura italiana l idea onnipresente di
Rinascimento.
Oltre ai manifesti elencati seguirono: manifesto dei musicisti futuristi (B. Pratella, 11 ottobre 1910);
manifesto tecnico della musica futurista (F. B. Pratella, 11 marzo 1911); la distruzione della
quadratura (F. B. Pratella, 18 luglio 1912); manifesto tecnico delle letteratura futurista (F. T.
Marinetti, 1912); manifesto tecnico della scultura futurista (U. Boccioni, 11 aprile 1912); la pittura
dei suoni, rumori e odori (C. Carr , 11 agosto 1913 ); le analogie plastiche del dinamismo (G.
Severini, settembre-ottobre 1913); manifesto del teatro di variet (F. Marinetti, 21 novembre 1913);
l arte dei rumori (L. Russolo, 11 marzo 1913); manifesto dell architettura futurista (A. Sant Elia, 10
agosto 1914); il teatro futurista sintetico (F. T. Marinetti, Settimelli, B. Corra, 11 gennaio-18
febbraio 1915); ricostruzione futurista dell universo (G. Balla F. Depero, 11 marzo 1915); la
nuova religione-morale della velocit (F. T. Marine tti, 11 maggio 1916); la cinematografia futurista
(F. T. Marinetti, B. Corra, A. Ginna, G: Balla, Remo Chiti, 11 settembre-15 novembre 1916);
manifesto del colore (G. Balla, 1918); la musica futurista manifesto futurista (F. Casavola, 11
dicembre 1924); la fotografia futurista (F. T. Marinetti, 16 aprile 1930) e molti altri.
Note:
1. L immaginazione senza fili , parole in libert , 11 maggio 1913, Filippo Tommas o Marinetti.
2. Fondazione e manifesto del Futurismo, 9 febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti.
3. Il corriere della sera, 4 giugno 1957, Aldo Palazzeschi.
4. F. Tommaso Marinetti, entusiasta dei versi liberi del poeta Aldo Palazzeschi nei suoi Poemi, lo invit a collaborare
alla rivista Poesia. Le testimonianze del poeta sono importanti anche se l interesse per il movimento del futurismo
non lo port mai a ricambiare pienamente l entusias mo che il gruppo nutriva nei suoi confronti. Alla vigilia della
prima guerra mondiale lo scrittore si dichiar neut ralista opponendosi all’intervento dell’Italia nel conflitto che
veniva invece propagato dal movimento futurista dei marinettiani. Tale situazione non potØ significarne che il
distacco.
5. La mia vita, autobiografia, Carlo Carr , 1943.
6. La pittura futurista - manifesto tecnico, 11 aprile 1910, Umberto Boccioni, Carlo Carr , Luigi Russolo, Giacomo
Balla, Gino Severini.
7. Catalogo della mostra futurista alla Galleria Bernheim-Jeune di Parigi, 1912.
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I futuristi a Parigi, 1912, da sinistra a destra: Luigi Russolo,
Carlo Carr , F. T. Marinetti, Umberto Boccioni, Gino Severini
Luigi Russolo - 1916
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Luigi Russolo
Luigi Carlo Filippo Russolo nacque il primo maggio 1885 a Portogruaro, in provincia di Venezia. Il
padre Domenico era direttore della Schola Cantorum di Latisana (Udine) e organista presso il
Duomo di Portogruaro. Nel 1901, terminati gli studi ginnasiali, Luigi Russolo raggiunse la famiglia
trasferitasi temporaneamente a Milano, dove Giovanni e Antonio, i fratelli maggiori, si diplomarono
al conservatorio Giuseppe Verdi rispettivamente in violino ed organo, pianoforte ed organo.
Frequentava i corsi serali all Accademia di belle arti di Brera, ma non si iscrisse regolarmente ai
corsi diurni. Scrisse Carlo Carr che a quell epoca all Accademia insegnava: L accademia di Brera
poco o nulla contribuiva all educazione artistica del giovane. Anzi essa gravava piuttosto sulle
spalle dello studente come un peso, anzichØ aiutarlo a salire. [ ] Rispetto ai corsi regolari
maggiore Ł l importanza della scuola serale di nudo, molto frequentata e sicuro rifugio per chi di
giorno per vivere svolge un altro lavoro . Infatti, Luigi Russolo, di giorno lavorava come
apprendista dal restauratore Crivelli al Castello Sforzesco, dove mise mano all Ultima cena di
Leonardo mentre la sera seguiva i corsi della scuola di nudo.
L esordio avvenne nel 1909, presso la Famiglia Artistica, un’associazione milanese di artisti che
organizzava mostre annuali, dove espose delle acqueforti in una collettiva dal titolo Bianco e nero.
Opere di natura simbolista, risultati di ricerche e di una ossessiva ammirazione per la pittura di
Gaetano Previati (1852-1920) e per quella di Romolo Romani. E in quest occasione che incontr
Umberto Boccioni, che assieme a F. Tommaso Marinetti e Antonio Sant Elia (1888-1916)
costituivano le menti piø acute del nascente futurismo. S incontravano abitudinariamente al caffØ
Sorini, dove non potevano mancare Giacomo Balla e Gino Severini, e i letterati Armando Mazza
(1884-1964), Luciano Folgore (1888-1966) e Paolo Buzzi (1874-1956).
Nel febbraio del 1910 il grido di ribellione rivolto ai giovani artisti d Italia, scritto dai Cinque pittori
per il manifesto futurista e lanciato l 8 marzo al Politeama di Torino, per esprimere le profonde
nausee, i [ ] fieri disprezzi, le [ ] allegre ribel lioni contro la volgarit , contro il mediocrismo,
contro il culto fanatico e snobistico dell antico, che soffocano l Arte nel nostro Paese . 8
Una seconda mostra alla Famiglia Artistica, dal 20 novembre al 10 dicembre del 1910, fece notare
uno stile di Luigi Russolo lontano dai canoni proposti dal simbolismo italiano, con tentativi di
pulitura e di riduzione degli elementi decorativi. I quadri avevano per tema le periferie della citt e i
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lampi composti con forti linee diagonali, con cromaticit della luce dall alto verso il basso e il
colore che giocava nel chiaroscuro. Opere esposte: Profumo (olio su tela, 65,5cm x 64,5 cm),
Chioma (olio su tela 71,5cm x 49cm, in certi cataloghi recenti appare con il titolo I capelli di Tina,
di questo soggetto esiste anche una acquaforte realizzata net 1909), Lampi (olio su tela 100cm x
101cm), Nietzsche (12,5cm x 13cm), Treno in corsa nella notte (opera dispersa).
In occasione della Prima esposizione d Arte libera nel salone Ricordi di Viale Vittoria 21,
organizzata dalla Casa del Lavoro di Milano, marzo 1911, l immagine sociale ed intellettuale
dell epoca venne riassunta durante la collettiva. Esposero i pittori firmatari del manifesto, Luigi
Russolo in particolar modo con Profumo, La rivolta (olio su tela 150cm x 230cm), La musica
(220cm x 180cm), Nietzsche, Treno in corsa nella notte, Uomo che muore (opera dispersa). Il
quadro La risata di Umberto Boccioni venne rovinato, Ardengo Soffici con dure parole stronc la
mostra, la stampa non risparmi violente critiche e i vociani fiorentini, non da meno dei rivali
milanesi, salirono a Milano per ricambiare l aggressione dei futuristi a Firenze. Gli intellettuali di
allora erano spesso ispirati dalla provocazione sia fisica che intellettuale, l animo focoso, violento e
rissoso faceva di Luigi Russolo un perfetto futurista.
Il 1912 fu l anno delle mostre in Europa, promosse da F. Tommaso Marinetti ma la Prima mostra
futurista italiana venne inaugurata a Roma, nel 1913 presso il ridotto del teatro Costanzi. Alla
collettiva oltre a Luigi Russolo, parteciparono Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carr e,
Gino Severini e Giovanni Papini, fondatori della rivista Lacerba (sorta il primo gennaio dello stesso
anno e chiusa il 22 maggio 1915). Umberto Boccioni tenne una conferenza, Giovanni Papini fece
un discorso contro Roma e contro il filosofo Benedetto Croce, logica causa di tumulti ma forse di
normale amministrazione. In seguito a questa esperienza una mostra personale di Umberto Boccioni
diede inaugurazione alla Galleria Permanente del Futurismo.
Nel febbraio 1914 ci fu una collettiva alla quale partecip anche Luigi Russolo con:
Case+luci+cielo (olio su tela 100cm x 100cm), Sintesi plastica dei movimenti simultanei di una
donna (olio su tela 65cm x 86cm), Volumi dinamici (olio su tela), Dinamismo di una automobile
(olio su tela 104cm x 140cm).
La collaborazione con la rivista Lacerba diede l opportunit all artista di pubblicare arti coli di
musica ed Ł proprio in questo ambito che in quegli anni elabor nuove proposte espressive:
riflessioni sulla musica senza melodia e la ricerca e costruzione delle macchine Intonarumori. Dopo
gli scritti di F. Balilla Pratella, Manifesto dei musicisti futuristi (ottobre 1910), Manifesto tecnico
della musica futurista (marzo 1911) e La distruzione della quadratura (luglio 1912), Luigi Russolo
scrisse e teorizz L arte dei rumori, manifesto futurista (marzo 1913).