Lost in Tv: forme narrative e produttive nel serial televisivo moderno
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allergici al mercato internazionale. In Italia, la fiction televisiva concentrata, sin dai
primi anni di vita, sugli sceneggiati e le mini-serie. La vera tradizione seriale sempre
stata, e rimane tuttora, americana. Non dimentichiamo inoltre che, al termine degli
anni ʻ70, quando la gestione via etere cominciava a propendere verso la causa
privata, e pi precisamente nellʼ84, con la nascita prima di Fininvest, poi diventata
Mediaset, venne a mancare il gi precario patto di pace con il cinema
2
. Lʼimmaginario
audiovisivo nostrano cominciava a sorridere pericolosamente allʼamerican way of life.
Film, telefilm, sop-opera, sit-com e molti altri prodotti gi confezionati sʻinsinuarono tra
le abitudini di consumo casalinghe. La prima battaglia fu combattuta proprio sul
campo del grande schermo. Il gruppo Berlusconi acquist nel 1979 pi di 300 titoli
dalla Titanus (gi allora ritiratasi dalla produzione), inaugurando la pioggia
dʼintrattenimento cinematografico nei salotti delle famiglie italiane, violando cos il
patto implicito di non belligeranza (Ibid., p. 152). Inevitabilmente la tendenza fu estesa
in breve allʼimmensa vetrina dʼoltreoceano, tramutando la programmazione televisiva
in un mercato aperto. La RAI, incapace di difendersi dallʼattacco, e impossibilitata a
guadagnare audience con i soli, e soprattutto costosi, prodotti interni, rinsald il
palinsesto con lʼacquisto, anchʼessa, delle pellicole made in USA, battagliando con i
mastini del privato per avvalersi di privilegi e diritti sui film migliori (Ibid., p. 152). Sono
quindi pi di ventʼanni che lo spettatore italiano, nellʼambito della fiction, contempla
lʼalternativa straniera durante le lunghe serate di fronte al piccolo schermo. Inoltre, non
va dimenticato che la Tv procede secondo la regola della fidelizzazione, tradotta
appunto nella forma della serialit
3
. Anche se fingessimo che il cinema italiano
contemporaneo sia vigoroso e attrattivo quanto la controparte americana, i film
rimarrebbero comunque un mero sfoggio di qualit , una dimostrazione di potenza e di
prestigio (Ibid., p. 163). Il canale che si accaparra un recente successo per
trasmetterlo in anteprima nazionale, battendo cos i concorrenti, mette senzʼaltro in
luce un lato vincente e di qualit della propria agenda. Il che, tuttavia, non significa
aver convinto il pubblico a sintonizzarsi nuovamente il giorno successivo. Il singolo
evento si esaurisce nel giro di poche ore, entrando a far parte del cimitero delle
2
Menduni E., 2004, “Tv Commerciale e Cinema. Gli anni 80”, in Zagarrio V., a cura di, Cine ma Tv. Film,
televisione, video nel nuovo millennio, Torino, Lindau, p. 150
3
Freccero C., 2004, “Il cinema che ha fatto la Tv”, in Zagarrio V., a cura di, Cine ma Tv. Film, televisione, video
nel nuovo millennio, Torino, Lindau, p. 163
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vecchie guide Tv. Ci che spinge lo spettatore a prostrarsi fedelmente, ogni giorno, di
fronte allo stesso canale, il prodotto seriale, pronto come sempre a distribuire la
giusta dose di morfina audiovisiva, verso la quale lʼascoltatore diventa dipendente
senza alcun indugio. In particolare, cʼ chi sostiene che Dallas rappresenti il vero
momento di nascita della Tv commerciale, la fase embrionale del processo di
educazione dello spettatore, con la quale avrebbe esordito in televisione il processo
appunto della fidelizzazione (Ibid., p. 164). Insomma, se lʼItalia poteva contare, un
tempo, di degne pellicole per il grande schermo, da sempre le manca invece il pane
quotidiano di cui si ciba lʼaudience della moderna televisione di massa: unʼingente
quantit di prodotti seriali.
Prima di procedere penso sia opportuno fare una distinzione di termini, che sar
rilevante per le trattazioni future. Vorrei quindi precisare il significato di serie e serial,
citando Gianpiero Gamaleri:
Ien Ang ha notato infatti che nel caso della serie ciascun episodio indipendente
dagli altri, e sviluppa una storia in s compiuta, collegata agli altri tramite la presenza
dello stesso eroe. Al contrario, gli episodi del serial non possono essere visti in ordine
casuale, perch il loro preciso concatenamento crea una nozione di continuit
temporale, continuit che insieme lineare e irreversibile
4
.
Ebbene, se la serie crea una forma dʼindipendenza interepisodica, il serial
costringe invece lo spettatore a considerare una macrostoria che funge da collante
narrativo, fondamentale ai fini della comprensione. Spero di non offendere nessuno
utilizzando talvolta, nelle pagine a seguire, il termine telefilm , ma i sinonimi
rappresentano un problema ormai appurato delle stesure di testi. A tale proposito
rimando a una riflessione di Aldo Grasso:
Telefilm una parola squisitamente italiana. I linguisti che si sono occupati per
primi delle parole derivate dal nuovo mezzo si mostravano preoccupati dal prefissoide
tele : Significava, a loro dire, non solo a distanza (come nel caso classico di
televisione) ma anche relativo alla televisione ; come tale era destinato a diventare il
primo elemento di una folla di nuove parole. E non nascondevano le loro perplessit :
invitavano, infatti, a evitare lʼimpiego esagerato di tele per le possibili confusioni; meglio
4
Gamaleri G., 2004, “La produzione seriale”, in Zagarrio V., a cura di, Cine ma Tv. Film, televisione, video nel
nuovo millennio, Torino, Lindau, p. 172
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far ricorso a un altro prefisso dai lombi opimi: <<video>>. Videofilm , per , nonostante le
raccomandazioni, non entrato nellʼuso. Cos ci teniamo ben stretto il pi familiare
<<telefilm>>
5
.
Detto questo, vorrei proseguire con un approfondimento sul tema del serial
contemporaneo, con particolare riferimento al rapporto che questo intrattiene con il
cinema.
5
Damerini L., Margaria F., 2001, Dizionario dei telefilm, Milano, Garzanti
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2. Televisione cinematografica
Vorrei citare da subito Freccero, che a proposito del serial moderno spiega che:
Il cinema una matrice di immaginario. La dimostrazione pi clamorosa che tutti
i serial pi importanti che oggi si affacciano sul mercato televisivo mondiale — I Soprano,
Lost, CSI, Nip/Tuck — sono di derivazione cinematografica, sono matrici di immaginario
che la grande Tv a pagamento americana ha saputo elaborare. Nip/Tuck un Melrose
alla Tarantino; Soprano riprende tematiche di Scorsese. Gli americani sono molto bravi e
sanno costruire intrecci meglio degli europei
6
.
Lʼibridazione linguistica (naturalmente stiamo parlando di linguaggio audiovisivo)
percepibile a livello profondo. Il montaggio, ad esempio, frutto di molteplici
contaminazioni: i serial sono montati come videoclip, organizzati sullʼazione, sulla
spettacolarit
7
. Il cinema si ciba invece di serialit e diviene esso stesso seriale
(Matrix, Il Signore degli Anelli, Saw, Star Wars vecchia e nuova trilogia). Certo che
la televisione generalista si ciba di ogni invenzione mediatica facendola sua,
traducendola secondo il proprio codice (Ibid., p. 165). Tuttavia, il cinema deve
numerosi successi ad adattamenti di prodotti televisivi. Ad esempio, Batman, nato sui
fumetti e poi trasferito in Tv, nonostante una lunga attesa (di circa trentʼanni), entrato
6
Freccero C., 2004, “Il cinema che ha fatto la Tv”, in Zagarrio V., a cura di, Cine ma Tv. Film, televisione, video
nel nuovo millennio, Torino, Lindau, p. 164
7
Freccero C., 2004, “Il cinema che ha fatto la Tv”, in Zagarrio V., a cura di, Cine ma Tv. Film, televisione, video
nel nuovo millennio, Torino, Lindau, p. 165
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pi volte a far parte del grande schermo
8
. Lo stesso vale per La famiglia Addams,
Miami Vice, Starsky e Hutch e recentemente X-files, Twin Peaks, Sex and the city (tra
breve anche Lost). Raramente, invece, stato il cinema a essere esportato
nellʼambito televisivo (a titolo dʼesempio si ricordi Alfred Hitchcock presenta, che firm
in realt solo 20 episodi dei 361 totali) (Ibid., p. 171). Il punto che da sempre esiste
un rapporto diretto tra i due mondi produttivi. Se spesso sono in competizione, ancor
pi frequentemente si allineano e vivono per osmosi
9
. La televisione, fin dalla sua
nascita, trasmette i film prodotti dallʼindustria cinematografica, mentre questʼultima
impara, quando necessario, ad assorbire dalla prima. Con il tempo, il cinema si visto
costretto a traslocare sempre pi spesso nel confortevole loculo casalingo, e cos ha
adattato i propri contenuti per renderli pi compatibili con la nuova piattaforma di
diffusione. Come ci ricorda Franco La Polla, sembra che i film contemporanei si
pieghino alle esigenze estetiche del piccolo schermo al punto da sviluppare un taglio
di sceneggiatura adatto alle interruzioni pubblicitarie
10
. Oggi il cinema non potrebbe
sopravvivere senza la televisione, la quale, in breve tempo, ha affinato le proprie
capacit , comprendendo la potenza crescente e la posizione di supremazia nei
confronti del fratello maggiore. Non stupisce affatto che alcuni mecenati dellʼindustria
audiovisiva, come Rupert Murdoch della Fox, possiedano attualmente compagnie
impegnate tanto nella filiera cinematografica, quanto in quella televisiva. Il progressivo
fenomeno di globalizzazione culturale e dei consumi tende ad appiattire le qualit
inedite dei canali comunicativi, e a unificare ambiti che un tempo sarebbero stati
indipendenti. A questo aggiungo il fattore tecnologico, impossibile da ignorare e
sempre pi complice nel progetto educativo mediatico. Pay per view, abbonamenti
privati, periferiche ad alta definizione, lettori DVD HD o Blue Ray, sono solo alcune
delle tante seducenti appendici televisive alle quali ogni spettatore ha potenzialmente
accesso
11
. Insomma, perch mai disturbarsi ad andare al cinema quando i film, e
8
Gamaleri G., 2004, “La produzione seriale”, in Zagarrio V., a cura di, Cine ma Tv. Film, televisione, video nel
nuovo millennio, Torino, Lindau, p. 171
9
D’Onofrio M., Loi M., 2004, “Le interazioni fra cinema e serialità televisiva”, in Zagarrio V., a cura, Cine ma
Tv. Film, televisione, video nel nuovo millennio, Torino, Lindau, p. 171
10
Rumor M., 2005, Created By, Latina, Tunué, p. 7
11
D’Onofrio M., Loi M., 2004, “Le interazioni fra cinema e serialità televisiva”, in Zagarrio V., a cura, Cine ma
Tv. Film, televisione, video nel nuovo millennio, Torino, Lindau, p. 172
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soprattutto i nuovissimi e scintillanti serial ad alto budget, si vedono in salotto a una
qualit prima irraggiungibile?
Proprio in questo attrattivo panorama dellʼintrattenimento, risaltano
particolarmente le produzioni seriali. Sebbene i film detengano da sempre un effetto
spettacolare invidiabile, i prodotti per la televisione stanno acquisendo dal canto loro
una grande quantit di caratteristiche nuove. Narrazioni sempre pi intricate, ma
soprattutto sperimentali, budget che sfiorano picchi mai raggiunti (in Tv), effetti
speciali da cinema, attori che diventano star e vengono pagati oro in cambio di prestiti
cinematografici. Il serial contemporaneo sta divenendo un concorrente sempre pi
agguerrito della controparte sul grande schermo, innalzando mostruosamente il livello
qualitativo della scelta televisiva. Il punto che, mentre il cinema affascina in maniera
esclusiva e unica nel tempo, il serial si prostra alla moltitudine, e seduce lentamente
ed efficacemente il pubblico (come gi detto a proposito della fidelizzazione) (Ibid., p.
184). Il potere commerciale di questi nuovi mostri mediatici non ha pari in
nessunʼaltro sistema comunicativo. La diffusione selvaggia di serie e serial ha educato
il nuovo pubblico casalingo tramite unʼimmensa diversificazione di generi e orizzonti
conoscitivi, suscitando lo sviluppo di nuove competenze e preferenze (Ibid., p. 185). Il
telespettatore ormai capace di destreggiarsi tra intrecci di genere sempre pi maturi
e complessi, sfruttando la comune tendenza di aderire a determinate classi di
programmi (attualmente parliamo di una vasta quantit di modalit narrative:
poliziesco, horror, grottesco, medico, satirico, romantico, ecc.). Alle normali logiche del
genere, si sommano i sempre pi diffusi approfondimenti sui personaggi, oramai degni
di complessit cinematografica. Ad esempio, The Shield racconta le vicende di una
stazione di polizia in un distretto di Los Angeles, ma in ogni episodio si sviluppa
parallelamente la macrostoria relativa alla corrotta squadra dʼassalto, le cui azioni
conseguono negli episodi successivi generando un turbine di ripercussioni devastanti.
Lʼaccurata caratterizzazione dei protagonisti gioca in questo caso un ruolo di
fondamentale importanza.
Proprio quando in Italia la Tv commerciale cominciava a propinare fiction
americana, questa forma di multinarrativit , che prende piede storicamente negli anni
ʻ80, giunge al culmine durante quelli che Aldo Grasso definisce gli anni dʼoro della
seconda Golden Age della serialit (in particolare dagli anni ʻ90 a oggi, il periodo di cui