5
Il secondo capitolo è invece riservato alle attività-turistico ricettive.
Per meglio comprendere il ruolo che oggigiorno hanno assunto le
imprese alberghiere, si è partiti dalla descrizione di prodotto turistico
e di servizi turistici, in quanto elementi fondamentali nell’industria del
turismo. Relativamente al prodotto turistico si è effettuata un’analisi
prendendo in considerazione sia la prospettiva globale del turista, che
quella specifica dell’azienda. Riguardo ai servizi invece ci si è
soffermati sulle loro caratteristiche e sul relativo processo di
erogazione. E’ stata quindi specificatamente delineata l’attività
alberghiera e la sua organizzazione, e ne sono stati studiati i trend
evolutivi degli ultimi anni.
Nel terzo capitolo si è invece centrata l’attenzione sull’applicazione
dello yield management nel comparto alberghiero, si sono descritte le
logiche, le tecniche di gestione, le modalità e gli strumenti di scelta
delle tariffe per la massimizzazione del rendimento. E’ stata poi posta
molta attenzione allo studio degli indicatori di efficienza tra cui il
RevPar, apprezzandone i poteri informativi, ma anche studiandone i
limiti dovuti all’impatto notevole che i costi hanno in questo settore.
A riguardo è stato studiato anche un altro importante indice: il
CostPar, che con l’utilizzo comparato di altri indici permette una
lettura immediata della situazione economica dell’albergo.
Si è inoltre posta l’attenzione sull’importanza di conoscere il mercato
di riferimento e i propri competitors attraverso l’utilizzo di studi sulla
concorrenza di tipo qualitativo, come la SWOT Analysis e di tipo
quantitativo come gli indicatori di concorrenza.
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Infine nel quarto capitolo si è descritto un caso concreto di
applicazione delle logiche affrontate nei precedenti capitoli.
Il caso preso in esame è quello dell’Hotel “da Vinci.” Esso ci mostra
come la proprietà a seguito di una fase di start-up non esaltante, con
un fatturato e un tasso occupazionale decisamente inferiori alle
aspettative decide nel 2005, a distanza di un anno dall’apertura di
abbandonare le vecchie e rigide logiche di prezzo = qualità e di
applicare le innovative metodologie dello yield management,
descrivendo nel dettaglio tutte le nuove procedure e le scelte
strategiche adottate e riportandone i risultati raggiunti, a conferma
dell’importanza e della fondatezza di questa nuova visione di gestione
del rendimento.
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Capitolo Primo: Lo Yield Management
1.1 Origini, logica di fondo e condizioni per l’applicazione dello yield
management - 1.2 Lo yield management strategico: la segmentazione
della domanda e il pricing - 1.3 Lo yield management tattico: I limiti
di booking - 1.4 Lo yield management operativo: l’ottimizzazione del
rendimento
1.1 Origini, logica di fondo e condizioni per l’applicazione dello
yield management
A partire dalla metà degli anni ottanta, soprattutto in determinati
ambiti, si è iniziato ad avvertire l’esigenza di dar vita ad un sistema di
controllo che rivolgesse maggiore attenzione allo studio delle
componenti di reddito. L’obiettivo era quello di sviluppare logiche e
modelli in grado di garantire condizioni di efficacia soprattutto in
contesti caratterizzati da una forte concorrenza e da un’elevata
deperibilità del prodotto o servizio. Vennero così sviluppate tecniche
e soluzioni applicative che portarono allo sviluppo di un campo di
8
indagine che prende il nome di revenue management. Esso nasce per
fornire una risposta alle esigenze di programmazione di aziende che
operano in regime di limitata disponibilità e con elevati costi fissi
come nel caso del settore del trasporto aereo e di quello alberghiero.
In entrambi i casi l’attività consiste principalmente nell’allocare uno
stock di prodotti contingentato (camere, settori, sedute), così da
combinare nel miglior modo possibile i prezzi e i tempi. Il trade-off,
infatti, si instaura tra il desiderio di vendere tutti i “posti” disponibili e
quello di venderli al prezzo più alto. Il revenue management diventa
così uno strumento di controllo strategico che trova applicazione in
ben determinati contesti competitivi. E’ importante chiarire che esso
non vuole rappresentare una mera tecnica per stimare l’evoluzione
della domanda, ma si configura come una guideline per supportare il
processo decisionale degli organi di governo e per adempiere al
meglio alla mission aziendale.
Accanto al concetto di revenue management si è affiancato quello di
yield management che definisce una serie di soluzioni volte a gestire
in modo efficiente e proattivo la redditività. I termini vengo spesso
assimilati, ma appartengono a logiche ben diverse. Il primo identifica
l’insieme di strumenti finalizzati alla massimizzazione dei ricavi, il
secondo, all’ottimizzazione del rendimento. Inoltre lo yield
management non prescinde dalle dinamiche dei costi, in quanto,
attraverso l’ottimale combinazione delle due componenti economiche,
garantisce migliori condizioni di redditività1.
1
Fazzini Marco, 2008, Lo Yield Management, Franco Angeli, Milano (pag. 7)
9
Lo Yield Management trova le prime applicazioni a metà degli anni
ottanta nel settore del trasporto aereo.
L’amministrazione Carter, nell’ottobre del 1978, emanò l’Airline
Deregulation Act che introdusse nuove regole ispirate a principi di
concorrenza ed efficienza. Obbiettivo della riforma era quello di
offrire benefici ai consumatori attraverso una maggiore concorrenza
di mercato, che avrebbe portato ad avere prezzi più concorrenziali,
eliminazione delle restrizioni sulla capacità consentita sulla frequenza
dei voli e sulle rotte, liberalizzazione delle regole sui voli charter,
maggiore competitività per i servizi di trasporto merci. Inoltre con la
riforma, ogni vettore era libero di scegliere le rotte su cui operare, con
la conseguenza che le grandi compagnie abbandonarono quelle meno
remunerative. Le grandi compagnie aeree americane, non seppero
cogliere immediatamente la portata dell’intervento e mantennero un
comportamento poco competitivo. Le piccole compagnie come
Southwest e Ryanair, invece si svilupparono con una struttura ridotta,
orientata soprattutto al contenimento dei costi, subentrarono negli
spazi lasciati liberi, e grazie ad una struttura dei costi più flessibile, in
breve tempo furono in grado di conseguire utili e di disporre delle
risorse necessarie per alimentare la concorrenza anche su rotte più
remunerative.
La Southwest per esempio iniziò servendo il triangolo Dallas-
Houston-San Antonio nel Texas con tariffe così competitive che
spesso l’aereo risultava più conveniente rispetto ad altri mezzi di
trasporto quali automobili e pullman. I margini ottenuti su questa
tratta permisero alla compagnia di trasformarsi da carrier locale a
carrier nazionale attivando in poco tempo collegamenti con Chicago,
10
Los Angeles e San Francisco. Così mentre grandi compagnie come
American Airlines e Delta chiudevamo con forti perdite, Southwest
conseguì utili elevatissimi. Inoltre i grandi vettori non solo persero
parte del predominio sul mercato, ma videro assottigliarsi i propri
profitti in modo notevole.
La cosiddetta “fare war”, cioè guerra tariffaria non tardò a mietere le
prime vittime. Nel giro di dieci anni, quattro dei sedici vettori
nazionali statunitensi furono soggetti a bancarotta (Braniff, Eastern,
Pan Am e National) e i rimanenti dovettero dar vita ad acquisizioni e
accordi per sopravvivere. In un contesto così delineato, le grandi
compagnie aeree non soltanto furono costrette a rivedere il proprio
modello di business, ma dovettero anche dotarsi di nuovi strumenti
gestionali che fossero in grado di far fronte ad uno scenario
completamente mutato2. E’ così che ebbe origine lo yield
management.
I punti su cui intervenire erano essenzialmente due. Da una parte, i
ricavi riflettevano una politica di pricing che era rimasta immutata fin
dal dopoguerra, quando, grazie al monopolio ed ad un’offerta appena
sufficiente per soddisfare la clientela i vettori potevano imporre le
tariffe che volevano. Dall’altra, la struttura dei costi era fortemente
appesantita da considerevoli costi fissi e da diseconomie che il nuovo
scenario non permetteva più di attutire. Bisognava quindi intervenire
su due fronti. Da un lato, era necessario tagliare i costi, senza per
questo comprimere oltre misura gli investimenti. Dall’altro, occorreva
gestire il pricing e il booking in modo proattivo, dando vita a tariffe
2
Fazzini Marco, Yield Management per il controllo strategico nelle compagnie aeree, Controllo
di Gestione, 2007, Vol. 4 (pag. 16-17)
11
differenziate in funzione del timing e del target di clientela. Le nuove
esigenze imposero un ripensamento nell’elaborazione del profilo
tariffario e l’introduzione di nuove logiche mirate alla gestione del
rendimento.
Delta, United, American Airlines, poco dopo seguite dagli altri
operatori europei, non tardarono ad effettuare importanti investimenti
nello sviluppo di soluzione tecniche per lo Yield Management. Ben
presto questo orientamento si diffuse in altri settori che presentavano
caratteristiche similari. In particolare, furono teatro di interessanti
applicazioni le imprese turistico-ricettive, soprattutto hotel. Negli
ultimi anni gli strumenti di Yield Management hanno trovato impiego
in altri contesti, quali la crocieristica, il noleggio auto, la ristorazione,
i parchi a tema.
Lo Yield Management può essere definito come un metodo per
vendere l’opportuna quantità di prodotto (o servizio) disponibile, al
momento adatto e al prezzo giusto 3.
Esso costituisce una guida per allocare unità di prodotto
indifferenziate in presenza di una capacità limitata rispetto alla
domanda, così da massimizzare la redditività. In buona sostanza si
fonda sulla possibilità di fissare prezzi differenziati in funzione dei
livelli di domanda previsti.
L’applicazione dello yield management, come intuibile, non può
essere effettuata indifferentemente in ogni contesto, ma è
3
Liberatore Giovanni, 1993, Il controllo di gestione nelle imprese turistico ricettive, Padova,
Cedam
12
circoscrivibile a determinati ambiti. Essa risulta, infatti,
particolarmente efficace per le realtà che presentano le seguenti
caratteristiche4:
a) Limitata capacità di assorbimento della domanda: Lo Yield
Management trova applicazione soprattutto nelle realtà che
forniscono un servizio intangibile caratterizzato però da output
fisico. Prendiamo ad esempio un pernottamento in un hotel.
Esso si qualifica come un servizio, poiché, a fronte del
pagamento di un prezzo, la controprestazione si sostanzia nel
diritto di usufruire per un periodo di tempo di una camera.
Quest’ultima ha una sua consistenza fisica e rappresenta una
risorsa scarsa, inoltre, l’assegnazione del diritto ad un soggetto
preclude la possibilità di attribuirlo ad altri. Le stesse
considerazioni valgono per il posto di un aereo, per un’auto a
noleggio, per la cabina di una nave, per il tavolo di un
ristorante. Poiché l’oggetto dell’allocazione è un diritto (di
utilizzo o di accesso), correlato ad un asset fisico, all’interno di
un certo arco temporale la possibilità di soddisfare le esigenze
dei potenziali clienti è circoscritta. Questo impone l’impiego di
un criterio di assegnazione orientato a ricercare e ad individuare
la migliore combinazione fra timing (quando vendere) e pricing
(a quanto vendere). Il manager di un hotel in una grande città
d’arte, può decidere di destinare con largo anticipo tutte le
camere per un week-end di alta stagione ad un tour-operator. A
fronte della certezza della vendita, si dovrà accontentare di una
4
Fazzini Marco, 2008, Lo Yield Management, Franco Angeli, Milano (pag. 13-17)
13
redditività più contenuta rispetto a quella eventualmente
ottenibile cedendo le camere in modo frazionato e in momenti
più prossimi al fine settimana in questione.
b) Variabilità della domanda nel corso del tempo: In alcuni
business la capacità può essere connotata da maggiore
variabilità. Ad esempio, un ristorante con uno spazio esterno
può incrementare le sedute in alcune stagioni dell’anno, un
autonoleggio può concentrare una maggiore disponibilità di
auto in concomitanza di eventi particolari. In funzione della
sensibilità al prezzo e dell’orientamento all’acquisto da parte
della clientela, la domanda può, infatti, modificarsi da un anno
all’altro, su base mensile, giornaliera o addirittura
infragiornaliera. A seconda del settore, può inoltre essere più
alta nel weekend, durante l’estate o in altri periodi dell’anno. Le
possibilità sono quindi due: assecondare le dinamiche tipiche di
un certo business, oppure adottare un comportamento proattivo
che gli permetta di governare e gestire la domanda della
clientela in funzione del timing, così da ottenere il massimo
rendimento nelle fasi di picco e trarre un relativo vantaggio
anche nei momenti di minore afflusso. In tal senso, lo yield
management costituisce una guida per dare coerenza e stabilità
alle decisioni di breve-medio periodo sulla base di una logica
predeterminata.
c) Possibilità di stimare l’evoluzione della domanda: In linea di
massima, per le realtà di cui stiamo trattando, possono esservi
14
due tipologie di clienti: coloro che prenotano con anticipo (più
o meno esteso nel tempo) e i cosiddetti walk-in customers che
si presentano senza prenotazione al momento di usufruire del
servizio. Ad esempio, una parte dei biglietti aerei, in particolare
quelli per i voli nazionali a corto raggio, è spesso venduta poco
prima del decollo direttamente ai desk delle linee aeree, presso
gli aeroporti o via web. Sia nel caso di prenotazione che di
accesso diretto, la domanda può essere gestita, ma sono
necessarie differenti strategie. Le due tipologie di clienti
rappresentano infatti risorse da cui il management può trarre il
mix ottimale per garantire la più alta redditività. Il fattore di
maggiore complessità consiste nella capacità di identificare un
modello di comportamento della clientela che sia uniforme e
ripetibile nell’ambito di un certo lasso temporale. Solitamente
ci si affida alle rilevazioni storiche le quali, pur se in modo
imperfetto, forniscono un trend di riferimento su cui fondare le
proprie scelte.
d) Stock di prodotti/servizi deperibile: Al contrario di quanto
avviene nei più tradizionali business industriali e commerciali,
una seduta aerea, una camera, una cabina, non sono beni che
possono essere conservati come rimanenze e ceduti in un
successivo momento. All’interno di un certo arco temporale, se
non vengono allocati, non solo si trasformano in assets senza
valore, ma nemmeno consentono di assorbire una quota di costi
fissi di struttura. Occorre quindi prevedere livelli differenziati
di prezzi in funzione dei vari periodi antecedenti alla
15
manifestazione dell’evento, in modo che i clienti, a seconda del
loro orientamento, trovino una corrispondenza alle loro
specifiche aspettative, diminuendo così il rischio di assets
invenduti. Ciò che diventa rilevante non è tanto il rendimento
medio per cliente, quanto, piuttosto, la redditività per unità di
asset disponibile in un certo periodo, quindi non il rendimento
assoluto ma quello relativizzato in considerazione del timing
che può modificarsi in modo anche marcato in diversi periodi
dell’anno.
e) Struttura dei costi rigida: Denominatore comune di queste
aziende è l’elevata presenza di investimenti e di costi fissi, a
fronte di costi variabili relativamente contenuti. Un aeromobile
al momento del decollo è soggetto a costi legati alla
manutenzione ordinaria e straordinaria, al carburante, al
personale (piloti e assistenti di volo), all’assicurazione, costi
che devono essere sostenuti a prescindere dal numero di
passeggeri. Il rendimento garantito nei periodi di picco deve
essere tale da compensare marginalità più modeste associate ai
momenti di minor afflusso durante i quali occorre ricercare
soluzioni per mantenere accettabile il livello di redditività.
Per capire al meglio la logica di fondo dello yield management,
occorre comprendere il motivo per cui l’ottimizzazione del
rendimento, passa attraverso un meccanismo di differenziazione dei
prezzi e di segmentazione della domanda. Per fare questo possiamo
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ricorrere ad un semplice esempio5: si supponga che una struttura
alberghiera disponga di 200 camere e che, considerato il
posizionamento sul mercato, la tariffa massima applicabile sia di 100€
a camera. Trattandosi di un valore limite è evidente che solo una parte
della clientela è disposta a corrispondere questo prezzo. Tuttavia,
secondo una basilare legge economica, a parità di condizioni, al
diminuire del prezzo di un determinato bene o servizio, la domanda
tende ad aumentare. La riduzione di prezzo produce due effetti:
a) il cliente trae un beneficio in termini di binomio prezzo/qualità;
b) aumenta il numero di soggetti che dispongono della capacità di
spesa necessaria per effettuare l’acquisto.
L’ottimizzazione del rendimento non avviene vendendo le proprie
disponibilità al prezzo massimo, ma individuando differenti fasce di
prezzo in funzione del potenziale di acquisto della clientela. In
sostanza vendere meno per guadagnare di più. Rimanendo aderenti
all’esempio, si supponga che esistano solo 30 persone disposte a
corrispondere il valore massimo di 100 €. Se non vi fosse flessibilità
nel prezzo, il ricavo totale sarebbe il seguente:
Ricavo Totale = 30 clienti x 100 € = 3000 €
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prezzo
100 €
30
Domanda
TAVOLA 1.1 – Ricavo totale
Applicando un prezzo di 80 €, si ipotizzi che vi siano ulteriori 50
clienti disposti ad usufruire del servizio. Essi si aggiungono ai 30
iniziali e, quindi i ricavi totali si modificano in questi termini:
Ricavi = (30 x 100) + (50 x 80) = 7.000 €
La riduzione del prezzo permette di conseguire ricavi più elevati che
non solo garantiscono un maggior rendimento, ma al contempo
permettono anche una migliore copertura dei costi fissi e di struttura.
Riuscendo a targettizzare la clientela in modo ottimale, si potrebbe
massimizzare la redditività complessiva vendendo la camera al prezzo
giusto per ciascun segmento di clientela.