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INTRODUZIONE
«Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma
innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una
civiltà, ma una serie di civiltà accatastate l’una sulle altre. Viaggiare nel
Mediterraneo è trovare il mondo romano in Libano, la preistoria in
Sardegna, le città greche in Sicilia, la presenza araba in Spagna, l’Islam
turco in Iugoslavia... È incontrare molte vecchie cose ancora vive, che si
affiancano all’ultramoderno: accanto a Venezia, falsamente immobile, la
pesante agglomerazione industriale di Mestre; accanto alla barca del
pescatore, che è ancora quella di Ulisse, il peschereccio devastatore dei
fondali marini o le enormi petroliere. È a un tempo immergersi
nell’arcaismo dei mondi insulari e sorprendersi di fronte alla giovinezza
delle vecchie città, aperte a tutti i venti della cultura e del profitto, e che
dopo secoli, sorvegliano e mangiano il mare»
(F. BRAUDEL, Il Mediterraneo, Bompiani, Milano 1987, p. 12.)
Il termine “Mediterraneo” è di per sé un termine che può essere
analizzato da molteplici angoli visuali: si può propriamente parlare del
Mediterraneo come mare, o come lo spazio geografico che viene definito
“mediterraneo” a causa delle sue caratteristiche ambientali e soprattutto
climatiche; così come si può considerare l'area mediterranea come un
insieme di diversi spazi politici, economici, sociali e culturali, ciascuno
caratterizzati dalla storia di quelle civiltà che hanno occupato per
millenni i territori ubicati sulle sponde del “Grande Mare”
1
.
Quello che è certo è che, il Mediterraneo, per le sue molteplici
caratteristiche intrinseche, quali la sua conformazione orografica, la
mitezza del clima, le risorse strategiche di cui esso dispone, nonché la
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S. BONO, Il Mediterraneo. Da Lepanto a Barcellona, Morlacchi Editore, Perugia 1999, pp. 233
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sua straordinaria biodiversità, è stato sin da sempre luogo di confine tra
culture, civiltà, e sistemi socio-economici, tra loro molto differenti.
Fattori, questi, che hanno contraddistinto il Mediterraneo sin dai tempi
della tradizione greco-latina.
Ed è proprio in virtù di tali ragioni che, nel discorrere delle tematiche
attinenti ai paesi del Mediterraneo, molti autori lo hanno più volte
definito come un vero e proprio “pluriverso culturale
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”, ossia un
patrimonio di culture e conoscenze che traggono la loro forza proprio
nella diversità culturale e nelle contaminazioni che si sono susseguite
nel corso della storia. Tuttavia, a partire dal periodo greco-latino, è
possibile constatare come i paesi del Mediterraneo abbiano sviluppato
dei connotati di crescita fortemente contrastanti tra loro che, col tempo,
hanno attenuato la centralità qualitativa e quantitativa degli scambi
commerciali e culturali del Mediterraneo, che lo stesso aveva invece
avuto sino a quel dato periodo.
Per assistere a un rilancio dei legami economici e politici tra le due rive
del bacino è necessario attendere proprio il periodo coloniale, quando i
flussi commerciali cominciarono ad intensificarsi e a determinare i primi
divari nelle traiettorie di crescita dei paesi arabi rispetto alle potenze
coloniali (basti pensare allo scambio di materie prime e energia, contro
tecnologia e manufatti a più elevato contenuto di manodopera, e di
conseguenza con maggior apporto di produttività), lasciando un forte
2
D. Zolo, La questione mediterranea, in AA. VV., L’alternativa mediterranea, pag. 18. Citando
l’autore: “Unità” non significa uniformità culturale o monoteismo. Significa, al contrario,
l’inclusione a pieno titolo, entro il “pluriverso” culturale mediterraneo, della civiltà arabo-
islamica del Maghreb e del Mashreq, dal Marocco all’Egitto, alla Siria. […] Il Mediterraneo è
sempre stato un “pluriverso” irriducibile di popoli, di lingue, di espressioni artistiche e di
religioni che nessun impero, neppure quello romano, è riuscito a soggiogare e controllare
stabilmente».
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segno di specializzazione produttiva dei paesi del Nord Africa e del
Medio Oriente. Ma, è soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale che
l’unità di sviluppo del Mediterraneo si spezza, e ciò a causa dei nuovi
assetti geopolitici che si sono venuti col tempo a determinare: l’ottenuta
indipendenza di diversi paesi coloniali ha costituto il sorgere di una sorta
di alleanza tra Egitto, Algeria, Siria e Libia, attratti nell’orbita economica
e politica dell’Unione Sovietica, mentre altri paesi, come la Giordania, la
Turchia, ed i paesi del Golfo, si sono schierati a fianco degli Stati Uniti.
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La contrapposizione del blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti, a
quello orientale guidato dall’Unione Sovietica, ha interessato di
conseguenza l’intero scenario geopolitico del mediterraneo, portando ad
una crescente militarizzazione dell’area, soprattutto in virtù di interessi
economici e politici legati alla forte rilevanza strategica del petrolio, e
dei relativi traffici commerciali.
Dunque, gli assetti geopolitici si sono così riflessi progressivamente nel
Mediterraneo, in maniera tale da farlo trasformare da spazio unitario in
un vero e proprio territorio eterogeneo dal punto di vista politico,
economico, culturale, e demografico: un “pluriverso”. Tra l’altro, a ciò
vanno aggiunte le conseguenze dei fenomeni di indipendenza coloniale
verificatesi a partire degli anni ‘50, gli integralismi religiosi, il traguardo
dell’Europa comunitaria, nonché, il fallimento per molti versi delle
politiche di partenariato europeo-mediterraneo.
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A. AMENDOLA, E. FERRAGINA, Economia e istituzioni dei paesi del Mediterraneo, il Mulino,
2014
4
Riguardo le tematiche relative alle politiche di partenariato europeo-mediterraneo si veda anche M.
FERRARA, R. MAVILIA, Economia e cooperazione internazionale nell’area del Mediterraneo,
Rubbettino Editore, Università, settembre 2011
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Nel medio-lungo periodo, questa molteplicità di fattori ha reso sempre
più deboli le prospettive di integrazione tra le due rive dei bacini
d’oriente e d’occidente. Un elemento che, assieme ai recenti accadimenti
(basti pensare al fenomeno delle c.d. “Primavere arabe”) ha determinato
dei nuovi scenari di instabilità per la questione mediterranea.
Dal punto di vista economico, il tutto si è tradotto in un ampliamento dei
divari di sviluppo, e in forti asimmetrie di crescita nei paesi. Più
precisamente, tali divari sono stati legati, non soltanto alla dimensione
meramente economica dello sviluppo, ma anche, e soprattutto, a quella
qualitativa del c.d. “sviluppo umano”. In sintesi, come viene fatto notare
da alcuni autori, “Siamo di fronte a un ambiente articolato e complesso
che riproduce alla scala «regionale» le problematiche del sistema-
mondo”.
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Il presente lavoro, utilizzando un approccio analitico e sperimentale, si
propone di analizzare quelli che sono, e che sono stati, i tratti salienti
dello sviluppo economico dei Paesi del Mediterraneo dal 1950 al 2013,
nonché le loro cause prossime e fondamentali.
Il primo capitolo, in particolare, è concentrato unicamente sull’analisi
dello sviluppo economico del c.d. Mediterraneo “in senso stretto”.
Partendo da un’analisi statica dello scenario economico attuale e da un
confronto prospettico a livello mondiale, si è cercato di effettuare
un’analisi dinamica delle traiettorie di sviluppo, concentrandosi su quelle
che sono state le fasi principali di convergenza e divergenza economica
tra i differenti paesi dagli anni ’50 sino al 2013. E ciò, non soltanto per
quanto riguarda i divari di sviluppo del Mediterraneo in quanto tale, ma
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M. FUSCHI, 18^ Conferenza del Mediterraneo Pescara (Italia) 19/22 Marzo 2015.
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anche per quanto concerne i divari di sviluppo tra le diverse aree del
Mediterraneo e, all’interno di ciascuna area, tra i diversi paesi. Inoltre, ci
si è focalizzati, su quelli che sono stati gli effetti della recente “Grande
Recessione” del 2007 sui divari di sviluppo tra i diversi paesi del
Mediterraneo, e sulle conseguenze che la crisi ha determinato in
relazione ai processi di convergenza e divergenza tra le economie.
Il secondo capitolo della tesi è stato, invece, completamente dedicato
all’analisi della dimensione qualitativa dello sviluppo umano, nonché
delle sue principali determinanti. Anche qui, seguendo il medesimo
approccio analitico e sperimentale, si è cercato di effettuare dapprima
un’analisi prospettica dei divari attuali tra le diverse aree del
Mediterraneo, con un sintetico confronto anche a livello mondiale, per
poi proseguire ad analizzare le diverse dinamiche di sviluppo umano tra
le diverse aree nel corso del tempo. In particolar modo, attraverso degli
opportuni indicatori ci si è proposto di analizzare gli effetti delle
diseguaglianze sulla popolazione tramite lo studio delle componenti
principali dello sviluppo umano, i trend delle diverse aree, nonché il
confronto di quest’ultime rispetto al trend mondiale.
Infine, nel terzo ed ultimo capitolo, sono state analizzate quelle che
vengono definite le cause prossime e fondamentali dei divari di sviluppo
economico (ed umano) tra le diverse aree del Mediterraneo. In
particolare, ci si è focalizzati sia sui fattori di natura “endogena”, sia su
quelli di natura “parzialmente esogena”. Con riferimento ai primi è stata
analizzata, in particolar modo,la struttura delle economie e, di
conseguenza, la relativa produttività dei paesi e loro crescita
demografica, ponendo così enfasi sull’incidenza di tali input
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sull’ampliamento dei divari. Invece, con riferimento alle cause
parzialmente esogene della crescita economica, è stato analizzato il ruolo
dei sistemi istituzionali dei diversi paesi, nonché la loro incidenza sullo
sviluppo economico. Ci si è poi focalizzati sui fattori relativi
all’integrazione internazionale tra le diverse regione mediterranee
osservando, in particolar modo, il ruolo del commercio estero dei diversi
paesi e degli Investimenti Diretti Esteri (IDE) e, riguardo quest’ultimi, le
opportunità e le potenzialità ancora non sfruttate per rilanciare
l’integrazione internazionale e commerciale delle diverse economie
mediterranee.
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CAPITOLO 1.
LO SVILUPPO “ECONOMICO” DEI PAESI DEL
MEDITERRANEO. SCENARI ATTUALI E
DINAMICHE DI EVOLUZIONE DAL 1950 AL
2013.
1.1 Premessa sulle modalità e sull’estensione dell’analisi
Affrontare un problema così complesso come quello relativo
allo sviluppo economico delle regioni mediterranee pone,
preliminarmente, due questioni in un certo qual modo tra loro
connesse, ossia quella della delimitazione e della
caratterizzazione interna dell’area mediterranea e, inoltre, della
definizione stessa di “sviluppo economico”.
1.1.1 L’estensione dell’analisi
Per quanto riguarda il profilo relativo all’estensione geografica
dell’analisi, è bene precisare anzitutto che, il gruppo dei Paesi
considerati «mediterranei», di regola comprende tutti quelli
sono bagnati dall’omonimo mare, ai quali si aggiungono quelli
che su di esso gravitano per ragioni attinenti ad assetti