2
economici integrati. Ma con la fine del conflitto, il quadro mondiale cambiò
completamente diventando indispensabile predisporre una misura degli elementi
del sistema economico e delle loro variazioni per superare la crisi mondiale e
riconvertire le economie dei paesi usciti dalla guerra.
Si diffuse l’interesse per gli investimenti, visti come variabile strategica per
determinare il reddito e per la spesa pubblica. Si approfondirono le conoscenze sui
principali settori in cui si suddivide il sistema economico, sull’importanza di avere
conti dei flussi per descrivere le fluttuazioni economiche, la necessità di misurare
lo stock di capitale per valutare il suo ruolo nello sviluppo
2
.
Alcuni paesi cominciarono la costruzione di Conti Nazionali considerati utili
per la pianificazione economica. Tuttavia ciascun paese aveva usato sistemi di
contabilità nazionale diversi dagli altri quindi si rese necessaria una operazione
per standardizzarli. Lo schema fondamentale, per questa operazione, è stato ideato
nell’ambito del consiglio economico e sociale dell’ONU ed è il Sistema dei Conti
Nazionali delle Nazioni Unite, comunemente chiamato SNA (System of National
Accounts) che risale al 1953.
Oltre agli studi sulla valutazione del reddito nazionale si svilupparono, in quel
periodo, altre due forme di contabilità nazionale: le tavole delle interdipendenze
settoriali e la contabilità dei flussi nazionali. Questi strumenti, nati
indipendentemente dallo SNA, vennero integrati con l’intervento dell’ONU a
2
Vitali O., Statistica economica, Cacucci Editore, Bari, 1999.
3
partire dal 1964 con un lavoro che portò alla creazione di un sistema complesso ed
estremamente articolato
3
.
La contabilità nazionale descrive, sotto l’aspetto quantitativo, l’economia di
un paese sotto forma di una completa e sistematica presentazione dei flussi
economici e finanziari, che si verificano tra gruppi significativi di operatori e delle
consistenze finali dei beni reali e finanziari.
Oggetto fondamentale di osservazione è il sistema economico nella sua
struttura e nel suo funzionamento. Il sistema economico viene identificato con la
rete di relazioni che si instaurano tra le persone fisiche e le istituzioni (imprese,
amministrazioni, ecc.), che operano in un determinato territorio economico
svolgendo quattro funzioni fondamentali: produrre, consumare, accumulare e
ridistribuire il reddito e la ricchezza
4
.
Allo scopo di raggiungere gli obiettivi di ciascuna di queste funzioni, gli
operatori compiono una serie di atti che si concretizzano in flussi economici e
finanziari e che provocano variazioni nelle consistenze patrimoniali. Quindi,
elementi fondamentali del sistema economico sono: funzioni, operatori ed
operazioni.
I conti sono il mezzo di espressione dei flussi che si verificano nel sistema
economico e delle consistenze finali che ne risultano
5
.
Volendo rappresentare schematicamente e nel modo più semplice il sistema
economico, consideriamo la rete di relazioni che si intrecciano tra due blocchi di
3
Castellino O., Introduzione alla contabilità nazionale, Giappichelli, 1991.
4
Guarini R.-Tassinari F., Statistica economica, Il mulino, Bologna, 2000.
5
Alvaro G., Contabilità nazionale e statistica economica, Cacucci Editore, Bari, 1992.
4
operatori: quelli che producono e quelli che utilizzano i beni prodotti in un sistema
chiuso, considerando solo i beni finali e non quelli intermedi, cioè quei beni che
vengono scambiati all’interno del blocco dei produttori per essere ulteriormente
trasformati. Quello che interessa è la produzione che arriva sul mercato. I primi
producono beni di consumo e di investimento, ottenendo delle entrate e
contemporaneamente richiedono fattori produttivi (lavoro e capitale), che
remunerano attraverso i redditi; i secondi consumano e acquistano beni di
investimento mentre forniscono fattori produttivi. Inoltre, gli utilizzatori
compensano i produttori con un flusso monetario, di conseguenza assumono al
tempo stesso la veste di consumatori e acquirenti di beni capitali e quella di
fornitori di fattori produttivi.
Attraverso questa schematizzazione si mette bene in rilievo l’obiettivo del
sistema economico, cioè soddisfare, attraverso la creazione di utilità i bisogni
umani. Quindi, si hanno due circuiti, l’uno reale e l’altro monetario, di cui il reale
rappresenta la produzione e lo scambio di beni e di fattori produttivi e il monetario
le contropartite monetarie dei flussi reali sotto forma di ricavi e di redditi, che
permettono l’eguaglianza tra i valori e i costi di produzione.
I produttori, che hanno ricevuto dai consumatori le forze lavoro e il capitale
per compiere il processo produttivo, cedono loro i beni finali, cioè i beni di
consumo e di investimento. Con l’acquisto dei beni si origina un flusso monetario
che costituisce un ricavo delle vendite per i produttori, i quali a loro volta sono in
5
grado di compensare le prestazioni di lavoro ricevute mediante la distribuzione di
reddito agli utilizzatori finali.
Gli utilizzatori, invece, impiegano tutto il reddito percepito acquistando beni
finali. Quindi, pur essendo fenomeni che hanno natura diversa, i valori monetari
del prodotto finale, del reddito e della spesa finale sono uguali. Ed ecco spiegata
l’importanza del reddito nei sistemi di contabilità nazionale e nelle analisi macro
economiche
6
.
Figura n. 1 – Circuito economico tra produttori e utilizzatori di un sistema
economico
Beni di consumo e di investimento
Ricavi
Redditi
Lavoro e capitale
6
Siesto V., La contabilità nazionale italiana. Il sistema dei conti del 2000, Il mulino, Bologna,
1996.
6
1.1. I principali aggregati della contabilità nazionale
I Conti Nazionali, redatti dai Paesi ad economia di mercato sulla scorta delle
indicazioni fornite dal SNA, offrono il supporto informativo per valutare
l’andamento economico di un paese e la sua evoluzione nel tempo. I dati in esso
contenuti sono sintetizzati da alcuni indicatori aggregati che costituiscono la base
delle decisioni interne di politica economica e dei confronti internazionali tra
diversi paesi.
Il più noto tra tali indicatori è senza dubbio il Prodotto Interno Lordo
(PIL), che misura il valore, a prezzi di mercato, dei beni e servizi finali prodotti
all’interno di un paese in un dato periodo. Il PIL è un flusso netto espresso in
termini monetari – di norma a prezzi di mercato
7
– in modo tale da rendere
omogenei gli elementi eterogenei che lo compongono.
Il PIL può essere calcolato con tre metodi. Il primo (Metodo Reale), si basa
sul concetto di valore aggiunto, vale a dire l’incremento di valore realizzato dal
processo produttivo, calcolato come differenza tra produzione totale e consumi
intermedi
8
. Il secondo (Metodo Personale), calcola il PIL come somma dei redditi
dei fattori nei quali si è composto. Infine con il terzo (Metodo del Bilancio), si
ottiene il PIL sottraendo dalla domanda finale il valore delle importazioni di beni
e servizi.
7
Questo principio non è applicato in modo uniforme poiché alcune componenti del PIL, ad
esempio la produzione del settore pubblico, non hanno un prezzo di mercato e quindi sono valutate
al loro costo.
8
E’ il metodo più usato in Italia e in tutti i paesi che elaborano tavole annuali di tipo input-output.
7
Il processo produttivo che genera il PIL, causa il deterioramento dello stock
di capitale fisso esistente
9
. Tale usura, nota in contabilità con il termine di
ammortamento, rappresenta la quota di produzione che deve essere sottratta al
consumo per mantenere intatta la capacità produttiva del sistema economico.
Deducendo l’ammortamento dal PIL, si ottiene il Prodotto Nazionale Netto
(PIN), ottenuto aggiungendo al PIL i redditi netti provenienti dall’estero.
1.2. I limiti della contabilità nazionale
In tutte le economie mondiali, il Prodotto Interno Lordo (PIL) è l’indicatore
comunemente usato per valutare la situazione economica di un paese.
Economisti, politici, amministratori pubblici fanno sempre riferimento a tale
indice oltre che per descrivere l’andamento economico generale di un paese,
anche per giudicare la validità di un programma governativo o l’efficacia di un
intervento di politica economica. Il PIL è, quindi, una variabile economica di
grande impatto e significato politico.
Tuttavia, presenta una serie di limiti, sia di carattere teorico sia di carattere
operativo, che ne riducono fortemente la validità, sia come misura della
produzione effettiva di un paese che come indicatore del reddito e del benessere
sociale e che mettono in crisi l’intero sistema di contabilità. L’individuazione di
9
Il deprezzamento del capitale fisso nel tempo può risultare sia dall’ usura fisica causata dalla
produzione che dall’ invecchiamento tecnologico (obsolescenza).
8
tali limiti, ha sollevato critiche sempre più numerose e ha successivamente
stimolato l’elaborazione di indicatori alternativi.
Una delle critiche rivolte alla moderna contabilità nazionale, riguarda l’enfasi
posta sulle transazioni monetarie che hanno luogo nel mercato e la conseguente
mancata o inadeguata rilevazione di quelle attività produttive che sono esterne al
mercato
10
oppure prive di un prezzo di mercato
11
. La produzione nazionale
effettiva risulta quindi sottostimata, specialmente nei Paesi in via di sviluppo dove
l’autoconsumo e lo scambio informale rappresentano tuttora una parte rilevante
dell’attività totale.
Numerose osservazioni sono poi state avanzate anche in relazione
all’inadeguata contabilizzazione del tempo libero, dei servizi di beni di consumo
durevole, delle plusvalenze o minusvalenze realizzate in seguito alla variazione
del prezzo delle attività, ecc.. Gli incrementi di produttività realizzati mediante
una riduzione dell’orario di lavoro – e conseguente maggiore disponibilità di
tempo libero – a parità di output prodotto vengono ignorati nel calcolo
convenzionale del PIL. Lo stesso incremento di produttività ottenuto mediante un
aumento della quantità prodotta, a parità di fattori produttivi utilizzati, viene
invece registrato come variazione positiva del PIL e dà quindi luogo ad una
“crescita economica”.
10
Ad esempio, la produzione di sussistenza, il lavoro domestico, il volontariato,ecc..
11
Ad esempio, i servizi pubblici, il baratto,ecc.
9
Lo stesso genere di osservazioni possono essere avanzate nei riguardi dei
servizi prodotti dallo stock di beni di consumo durevole, i quali sono solo in parte
inclusi nel calcolo del PIL, infatti vengono contabilizzati per esempio i servizi resi
dalle abitazioni, ma non quelli resi dalle automobili private.
CAPITOLO II
LA DOMANDA E L’OFFERTA NEL CST
1. La domanda: il consumo turistico
Il principio fondamentale, che guida la misurazione degli impatti economici
del turismo, è analizzare il turismo come domanda, nella quale gli attori principali
sono i visitatori e il loro consumo. È il visitatore che fa esistere il turismo, e non le
attività turistiche che determinano il turismo
1
, mentre il consumo del visitatore
appare al centro dell’analisi turistica e dei suoi impatti. Per esempio, un visitatore
straniero che viaggia verso un paese diverso dal suo paese di residenza, per affari,
va al ristorante e ordina un piatto tipico. Egli consuma beni e servizi in questo
paese, e poiché è fuori dal suo ambiente abituale, dovrebbe essere, quindi,
considerato come visitatore, e ciò che consuma in questo paese dovrebbe essere
1
Quintano C.-Garbaccio F., Il turismo: il futuro nell’ Europa dell’ unione monetaria, Liguori
Editore, Napoli, 2000.
10
considerato come consumo turistico in entrata
2
. Ma se un residente della città, va
nello stesso ristorante e ordina lo stesso piatto tipico, il suo consumo non viene
considerato parte del consumo turistico, poiché egli si trova nel suo ambiente
abituale, sebbene si tratti del consumo degli stessi beni e servizi, forniti dallo
stesso ente: è dunque il visitatore che fa esistere il turismo. Non dipende dalla
natura del bene o del servizio consumato, ma dalla specifica situazione del
consumatore (cioè se egli è considerato o meno un visitatore).
1.1. Definizione del consumo turistico
Il consumo turistico comprende la spesa totale del consumo fatto da un
visitatore o a favore di un visitatore, per e durante il suo viaggio e la sua
permanenza a destinazione.
Questa definizione è quella originale, ma il suo preciso significato, è stato
modificato, per adattarlo alla maggiore precisione del concetto di consumo entro il
Sistema dei Conti Nazionali. In questa definizione, tre elementi richiedono una
speciale attenzione:
La definizione evidenzia il fatto che il Conto Satellite del Turismo
focalizza l’attenzione sull’individuo che beneficia del bene o del servizio,
e non sulle unità individuali in quanto tali, sulla famiglia, sulle unità di
2
Il temine consumo turistico in entrata, contiene il consumo dei visitatori non residenti, all’
interno del territorio economico del paese di riferimento e/o quello fornito dai residenti.
11
governo e sulle istituzioni non-profit che servono le famiglie che pagano la
spesa. Ciò significa che:
- il Conto Satellite del Turismo non è interessato a chi paga la spesa,
- è più interessato a chi consuma, quando lo fa, quali sono i beni e i
servizi acquistati, per quale scopo, e dove.
Nell’esempio precedente, non era specificato chi aveva pagato: il visitatore
potrebbe anche essere stato invitato da un residente. Per lo scopo del
Conto Satellite del Turismo, ciò non interessa. Ciò che importa è chi
usufruisce del pasto, in questo caso il visitatore. Chi paga per esso,è un
problema finanziario, che non riguarda il contesto del Conto Satellite del
Turismo.
Esiste una relazione causale tra il viaggio e il corrispondente consumo
turistico, esplicitato nella definizione con le parole “per” e “durante” il
viaggio, che sarà molto importante, al momento della misurazione del
consumo turistico di un visitatore.
I confini del consumo del visitatore, devono essere discussi sempre in
relazione alle definizioni dei Conti Nazionali, per assicurare una relazione
tra il Conto Satellite del Turismo e gli standards internazionali per i Conti
Nazionali, SNA93.
12
1.2. Principi di base nella misurazione del consumo turistico
Come principio, il Conto Satellite del Turismo definito come satellite al
SNA93, adotta, per quanto sia ragionevole, i suoi principi, i concetti e le
definizioni.
Poiché i visitatori, sono visti come una categoria specifica di consumatori
finali, non c’è nessuna ragione valida per non seguire le stesse regole, per
registrare tali tipi di transazioni. I principi di registrazione sono i seguenti:
La spesa del consumo finale della famiglia, è basata sul principio di
acquisizione, e non sul principio di uso: un bene o un servizio è acquistato
quando il possesso del bene viene trasferito o viene fornito il servizio.
Non appena un bene è stato acquistato da un visitatore, si ritiene che esso
sia consumato sul posto. Il visitatore non immagazzina beni, neanche beni
non deperibili e durevoli, qualunque sia il loro valore unitario
3
.
La spesa del consumo finale è basata sul principio di acquisizione, e non
sul principio di pagamento. Ciò comporta due implicazioni:
ξ Nel caso del turismo, ci sono casi in cui il pagamento per un bene o
un servizio non avviene nel momento stesso dell’acquisizione: i
servizi di trasporto sono forniti, non quando i biglietti sono
acquistati, ma quando vengono usati, un servizio alberghiero viene
fornito quando la stanza viene occupata. Un bene o un servizio
3
Ad esempio un libro, un paio di scarpe, un guantone di baseball sono tutti considerati consumati
nel momento in cui entrano in possesso di un visitatore. Questo vale anche per un veicolo a
motore, un computer (a meno che non venga usato per affari), ecc..
13
acquistato con carta di credito, viene consumato nel momento in
cui si riceve e non quando viene effettuato il pagamento.
ξ Potrebbero esserci differenze tra chi acquista un bene o un servizio
e chi paga per esso. Il Conto Satellite del Turismo, si interessa solo
di chi lo acquisisce, non di chi paga per esso. Ci sono altre
procedure attraverso le quali, un individuo potrebbe acquistare un
bene o un servizio:
- Acquistandolo direttamente con le proprie risorse, o con le
risorse fornitegli da altri o attraverso pagamento differito.
- Ricevendolo come regalo o come pagamento da altre unità
istituzionali.
- Come beneficio ricevuto da sistemi di sicurezza sociale o
attraverso benefici sociali distribuiti dall’autorità pubblica.
- Come beneficiario della fornitura di servizi non presenti sul
mercato, forniti dal governo e da istituzioni non-profit che
servono i visitatori. Tutti questi diversi modi di
acquisizione, fanno parte del concetto di consumo.
14
CAPITOLO III
COMPILAZIONE DELLE TABELLE T1-T6 DEL
CST: METODOLOGIA
1. Premessa
Nella struttura del Conto Satellite del Turismo, le tabelle proposte, i conti e i
principali aggregati dovrebbero essere sviluppati in due fasi separate, poiché la
maggior parte dei paesi non potranno compilare tutte le tabelle nello stesso tempo.
Nella prima fase lo scopo sarebbe quello di compilare le tabelle 1, 2, 3, 4, 5, 6 e
10. Ciò costituisce l’insieme minimo delle tabelle richieste per parlare di un
Sistema dei Conti Satellite, dato che i conti che si concentrano solo sul consumo
del visitatore o solamente sull’offerta delle industrie turistiche e altre industrie non
si qualificano mai come Conti Satellite del Turismo. Ad un minimo, il CST deve
includere una presentazione dettagliata su offerta e consumo, in termini di beni e
servizi consumati dai visitatori e le attività che li producono, così come un
confronto generale dei loro corrispondenti aggregati che costituiscono il nucleo
del sistema del CST.
15
Anche la tabella 7 (occupazione nelle industrie turistiche) è parte del nucleo
centrale del sistema del CST, anche se le variabili incluse e la copertura proposta
si riferiscono ad una quantificazione restrittiva dell’occupazione.
Inoltre nelle nuove raccomandazioni associate con la struttura del CST, viene
suggerito un aggregato supplementare “domanda totale di turismo”, che consiste
nella somma del consumo interno di turismo, della formazione del capitale lordo
fisso di turismo
1
, e del consumo collettivo di turismo
2
. Tuttavia, la definizione e i
problemi di misurazione connessi con la formazione del capitale lordo fisso di
turismo e il consumo collettivo di turismo sono mediante estensioni ugualmente
pertinenti per la domanda totale di turismo, e quindi una definizione precisa della
domanda totale di turismo non può essere ancora costituita.
Di conseguenza, alle tabelle 8 (formazione del capitale lordo fisso di turismo
delle industrie turistiche) e 9 (consumo collettivo di turismo) non viene data
alcuna priorità dalla prospettiva di comparabilità internazionale dei dati. E quindi
andrebbero considerate in una seconda fase.
1
La formazione del capitale lordo fisso è particolarmente importante per il turismo perché l’
esistenza di infrastrutture di base in termini di trasporto, sistemazione, ricreazione, centri di
interesse, ecc. determina, in larga parte, la natura e l’ intensità del flusso dei visitatori. E’ di
importanza notevole anche per l’ analisi del turismo, ed è una componente importante dell’
aumento del capitale sociale (anche se non l’ unica) cioè della capacità produttiva. Costituisce
inoltre una componente della domanda di turismo, poiché è associata alla possibilità di offrire beni
e servizi ai visitatori in futuro.
2
I servizi collettivi si riferiscono alla misura della legislazione e della regolazione per quanto
riguarda il turismo, alla promozione di turismo da parte di un’ unità di governo, al mantenimento
di ordine e di sicurezza. Per generare un’ ambiente favorevole allo sviluppo del turismo, la misura
specifica del valore aggregato del consumo collettivo di turismo è raccomandata. E siccome il
consumo collettivo di turismo è considerato all’ interno della vasta nozione di domanda di turismo,
per il momento, il metodo a questo componente avrà carattere sperimentale, dovuto dalla
mancanza di esperienza in questo campo.