INTRODUZIONE
II
La presente tesi si compone di due parti: la prima
(capitoli 1, 2) è un’analisi dei processi di sviluppo di nuovi
servizi (capitolo 1), con particolare attenzione al caso della
creazione di pacchetti di servizi da offrire nel mercato
turistico (capitolo 2). La seconda (capitoli 3-6) analizza più nel
dettaglio il comparto del turismo naturalistico-ambientale, a
livello sia nazionale che locale (capitolo 3), e le caratteristiche
del Parco (capitolo 4) proponendo, infine, dopo una
approfondita descrizione delle strutture e delle metodologie di
ricerca sul consumatore (capitolo 5), i risultati di una ricerca
sul campo (capitolo 6). Tale ricerca concerne le preferenze dei
consumatori/turisti sull’insieme dei servizi attuali e
potenziali del Parco, ed è finalizzata a definire alcuni
pacchetti d’offerta che siano immediatamente fruibili
mediante un opportuno piano di marketing, del quale sono
proposte alcune ipotesi.
Fondamentale, in tutto il lavoro, è stato il contributo del
Dott. Andrea Lanza, al quale va un sentito ringraziamento.
1PARTE I
IL PROCESSO DI SVILUPPO DI
NUOVI SERVIZI MEDIANTE
OFFERTA DI “PACCHETTI”
TURISTICI
21° CAPITOLO
LO SVILUPPO E IL LANCIO DI NUOVI SERVIZI
1.1 Il concetto di servizio e di package
Una delle trasformazioni avvenute in tempi recenti nelle
economie dei paesi più ricchi concerne l’eccezionale sviluppo
del settore dei servizi. Le ragioni di questo fenomeno derivano
dai profondi mutamenti avvenuti nei sistemi economici
dell’Occidente, con il passaggio da una struttura incentrata
sull’industria manifatturiera a una in cui prevalgono le
attività del terziario.
Per servizio si possono intendere molte cose. “Un servizio
è qualsiasi attività o vantaggio che una parte può scambiare
con un’altra, la cui natura sia essenzialmente intangibile e
non implichi la proprietà di alcunché” (Kotler, 1993), “Un
servizio è qualcosa che si può acquistare e vendere, ma che
non può cascarvi su un piede” (Gummesson, 1987), “Un
servizio è un’attività o una serie di attività che si verifica
nell’interazione con una persona intermediaria o con una
macchina fisica e che fornisce soddisfazione al cliente”
(Lethinen, 1983).
Come si vede diversi possono essere gli aspetti analizzati,
a conferma della complessità del fenomeno, ma comunque
emergono chiaramente quelle che sono le caratteristiche
distintive dei servizi:
CAPITOLO PRIMO
3
™ L’INTANGIBILITA’. I servizi sono intangibili. Chiunque
li voglia acquistare dovrà superare l’incertezza legata al
rischio percepito per il fatto di non poter giudicare in
anticipo la qualità e le prestazioni. L’ambiente fisico, il
personale di contatto, le attrezzature, il prezzo,
l’immagine sono solo alcuni degli elementi che
riducono questa incertezza e sui quali deve agire
l’impresa di servizi;
™ L’INSEPARABILITA’. Un servizio è inseparabile dalla
fonte che lo genera, sia essa una persona o
un’attrezzatura. Poiché il cliente è, nella maggior parte
dei casi, presente nel momento dell’erogazione,
l’interazione fornitore/cliente rappresenta un aspetto
peculiare del marketing dei servizi;
™ LA VARIABILITA’. I servizi sono estremamente
variabili, in quanto dipendono dalla persona che li
fornisce, nonché dal momento e dal luogo in cui sono
erogati. Le aziende di servizi possono intraprendere tre
tipologie di iniziative per il controllo delle varianze: la
selezione e la formazione del personale, la
standardizzazione del processo di erogazione, il
controllo della soddisfazione del cliente;
™ LA DEPERIBILITA’. I servizi non possono essere
immagazzinati. Ciò non costituisce un problema
quando la domanda è stabile, perché è facile
prevederla in anticipo; quando invece la domanda
fluttua, le imprese di servizi si trovano in difficoltà.
CAPITOLO PRIMO
4
Occorre osservare, inoltre, che nell’ambito dei differenti
servizi esistono delle specificità. Non mutano le
caratteristiche generali che abbiamo appena individuato,
bensì, ad esempio, il tipo di risorse utilizzate, i destinatari o le
finalità. E’ dunque opportuno effettuare una classificazione
per meglio comprenderne le modalità d’uso e i sistemi di
erogazione.
In primo luogo, i servizi possono essere basati sulle
persone o sulle attrezzature. Questi ultimi differiscono tra
loro in relazione al grado di automatizzazione connesso al
momento dell’erogazione o in base al fatto che per la loro
realizzazione è necessario l’intervento di personale più o meno
specializzato. Nel caso di servizi basati sulle persone si può
distinguere tra servizi erogati da professionisti, operatori
specializzati o operatori non specializzati.
Non tutti i servizi, inoltre, richiedono la presenza del
cliente. Se il cliente deve essere presente, chi fornisce il
servizio deve tener conto delle sue necessità ad esempio
offrendo locali accoglienti o intrattenendo la clientela.
I servizi differiscono notevolmente tra loro a seconda che
il bisogno da soddisfare sia di natura personale o
professionale. Ad esempio si possono stipulare convenzioni
con alcune imprese che usufruiscono più spesso del servizio.
Occorre, infine, tener conto delle finalità dell’impresa
erogatrice (profit o no-profit), della sua natura (pubblica o
privata), delle procedure di consegna (unico luogo/più luoghi,
consumo indipendente/collettivo), del coinvolgimento dei
CAPITOLO PRIMO
5
prodotti (esistono servizi “puri”, associati a prodotti, inseriti
nei prodotti) ecc.
Poiché un servizio comprende una serie di processi più o
meno intangibili, esso viene percepito come estremamente
complesso, per cui è importante capire che cosa stiano
realmente cercando i clienti e quali sono le cose che essi
valutano. Il modo migliore per risolvere questi problemi di
complessità è costituito dalla creazione di pacchetti integrati
di servizi (bundling). Il bundling consiste nel vendere servizi
che sono acquistabili soltanto in forma di pacchetto (Porter,
1987), per cui il cliente non ha più la possibilità di
confezionarsi l’acquisto in modo autonomo, ma compera il
pacchetto proposto dal venditore (Vicari, 1989).
In questo quadro diventa fondamentale una nuova
caratteristica del servizio, la qualità.
Il termine qualità, in particolare, si riferisce a ciò che
percepisce il cliente e alla comparazione tra aspettative e
prestazioni ed è dunque l’elemento più importante per
assicurare efficienza aziendale e fedeltà dei clienti. La qualità,
pertanto, richiede la massima attenzione da parte di tutti gli
operatori aziendali del management, degli addetti al front-
office e all’erogazione nelle varie fasi del processo di decisione.
CAPITOLO PRIMO
6
1.2 La qualità come variabile critica di successo
La qualità di un servizio quale viene percepita dai clienti
ha due dimensioni: una tecnica, di determinazione del
risultato dell’erogazione, ed una funzionale, legata al processo
di erogazione.
La qualità tecnica è ciò che “rimane” al cliente quando il
processo di produzione e le interazioni acquirente-venditore
sono terminati. Spesso questa dimensione può essere
misurata obiettivamente dai clienti a causa del suo carattere
di soluzione tecnica di un problema.
Il cliente sarà naturalmente influenzato anche dal modo
in cui la qualità tecnica, il risultato o esito finale del processo
gli saranno trasferiti. E’ dunque qui che la qualità funzionale
del processo assume importanza. Ad esempio l’immagine
aziendale e/o locale può avere in vari modi un impatto sulla
percezione. Se è positiva, certi piccoli errori saranno
probabilmente perdonati, ma se è negativa l’impatto di ogni
errore sarà spesso maggiore di quanto sarebbe se le cose
stessero diversamente.
I migliori risultati si ottengono comunque quando la
qualità sperimentata risponde alle aspettative del cliente. Le
attese sono determinate da molti fattori, vale a dire
comunicazione di mercato, comunicazione orale (il cosidetto
passa-parola), immagine aziendale e necessità del cliente, e
sono soprattutto i comportamenti dell’azienda ad influenzarli.
CAPITOLO PRIMO
7
A questo proposito, per analizzare e comprendere al
meglio la qualità del servizio e i suoi fattori determinanti
occorre considerare il modello dei gap prestazionali (Zeithaml,
Berry e Parasuraman, 1991) (Figura 1.1)
Figura 1.1 – Il modello concettuale di qualità del
servizio
CONSUMATORE
Comunicazioni
passa-parola
Esigenze
personali
Esperienza
passata
Servizio atteso
GAP 5
Percezioni sul servizio
VENDITOR
E
GAP 4
Prestazioni
effettive
Comunicazioni
esterne verso i clienti
GAP 3
G
A
P
1
Specifiche di
qualità del servizio
GAP 2
Percezione da parte
dei dirigenti delle
aspettative dei clienti
Fonte: Adattato da Zeithaml, Berry, Parasuraman, 1991.
CAPITOLO PRIMO
8
nel quale lo scostamento 5 (divario tra servizio atteso dal
cliente e servizio percepito) è determinato dalla presenza di
uno o più degli
altri scostamenti che sono interni all’azienda e sui quali,
dunque, il management deve adottare misure correttive.
In sostanza, è la gestione ottimale di questi gap che
permette di ottenere un servizio di qualità in ogni suo
aspetto.
E’ importante, dunque, analizzare singolarmente e negli
aspetti più importanti ciascuno dei quattro gap, così da
comprendere i fattori su cui è necessario operare.
Gap 1: divario tra le aspettative dei clienti e le percezioni
del management, significa in sostanza non sapere che cosa
vuole il cliente. Questo divario è dovuto soprattutto a tre
fattori:
• mancanza di orientamento nella ricerca di mercato, e
cioè l’utilizzo insufficiente delle ricerche e dei risultati
derivanti oltreché la mancanza di interazione tra
management e clienti, presente soprattutto nelle
imprese di grosse dimensioni;
• comunicazione verso l’alto inadeguata, poiché è
soprattutto il personale di contatto ad interagire
regolarmente con i clienti e a comprenderne le
aspettative e le percezioni. In tal caso è necessario che
poi queste informazioni risalgano fino ai massimi
dirigenti;
CAPITOLO PRIMO
9
• presenza di troppi livelli gerarchici che rallentano il
processo di scambio di informazioni dal basso verso
l’alto e viceversa.
Gap 2: divario tra le percezioni dei dirigenti e le specifiche
di qualità del servizio. Tale gap deriva da un’errata
determinazione degli standard di qualità. Le cause di questo
divario possono essere:
• l’inadeguata standardizzazione dei compiti, nel caso di
compiti di routine per i quali è estremamente semplice
fissare norme specifiche e standard appropriati;
• la mancanza di definizione degli obiettivi, tarati sulla
base degli standard aziendali interni piuttosto che
sulle esigenze e aspettative dei clienti;
Gap 3: divario tra le specifiche di qualità e le prestazioni
effettive dovuto principalmente a:
• ambiguità e conflitto dei ruoli del personale, che si
verifica ogni qualvolta non c’è una definizione chiara
dei ruoli all’interno dell’organizzazione;
• scarsa idoneità di dipendenti e tecnologia, dovuta alla
poca attenzione rivolta ai processi di selezione e agli
scarsi investimenti in una tecnologia adatta al servizio
e affidabile;
• sistemi di supervisione e controllo inadeguati, non in
grado di incentivare ogni dipendente verso
l’orientamento alla qualità;
CAPITOLO PRIMO
10
• mancanza di lavoro di squadra tra i manager e i
dipendenti.
Gap 4: divario tra la fornitura del servizio e le
comunicazioni esterne che si ha quando le promesse non
corrispondono ai risultati. Ciò è dovuto in maniera particolare
a due fattori:
• comunicazione orizzontale inadeguata tra:
- reparto pubblicità e quello operativo;
- venditori e il reparto operativo;
- risorse umane, marketing e reparto operativo;
- differenze di politica e procedure tra filiali o
reparti diversi, nel caso in cui si debba gestire
delle unità operative staccate dalla sede centrale.
• tendenza a fare percepire al cliente benefici non
contenuti nel servizio, che si riscontra in messaggi,
soprattutto pubblicitari, che, se non corrispondenti
alla realtà, creano false aspettative nei clienti e
aumentano quindi la loro insoddisfazione a posteriori.
L’eliminazione degli scostamenti (e quindi la creazione di
qualità) è un processo che deve avvenire in sequenza,
partendo cioè dal numero 1. Solo lo scostamento 4 si può
annullare prima di intervenire sugli altri gestendo le
aspettative dei clienti, ossia facendo coincidere le attese con
l’effettivo livello di servizio, riducendo le prime invece di
migliorare il secondo.
CAPITOLO PRIMO
11
La ricerca di un livello qualitativo ottimale interessa
dunque l’intera struttura aziendale per cui tutte le analisi che
verranno svolte nel prosieguo riguardo al processo di sviluppo
di nuovi servizi terranno conto di questo approccio e
dell’orientamento alla qualità che deve avere l’impresa in ogni
sua parte.
1.3 I nuovi servizi
Accanto alla gestione dei servizi esistenti, è necessaria
una strategia di sviluppo di nuovi servizi. L’innovazione in
questo campo è un processo tutt’altro che semplice, e
altamente rischioso, soprattutto perché è quasi impossibile
adottare misure di protezione quali i brevetti, e poi perché le
imprese di servizi non possono acquistare da altri
l’innovazione, ma devono produrla all’interno, a meno che
non operino a livello mondiale o con forme particolari quali,
ad esempio, il franchising.
La nuova attività di servizio deve essere definita in
rapporto all’innovazione dei servizi e all’estensione dei servizi
già esistenti. Nuovo servizio è, da un punto di vista
manageriale, un’attività che è nuova per l’impresa, anche se
tale impresa non è la prima a lanciarla sul mercato.
Vi sono numerosi casi di nuovi servizi che non
costituiscono innovazioni, ma di cui l’impresa deve gestire
con prudenza il processo manageriale di sviluppo, sia perché
CAPITOLO PRIMO
12
seguono a poca distanza di tempo il servizio innovatore, sia
perché la formula di servizio non è ancora perfettamente sotto
controllo, sia perché, infine, il carattere interattivo del servizio
dà al cliente un ruolo che da solo può creare la differenza e
trasformare un’imitazione in una innovazione. Nel mercato,
accanto a innovazioni vere e proprie, poco numerose, che
attraggono l’attenzione, c’è un enorme quantità di innovazioni
che, prese collettivamente, hanno tanto impatto quanto le
prime in termini di produttività e di qualità.
In generale, lo studio di un nuovo servizio include il suo
sistema d’offerta, il suo sistema d’erogazione e la gestione
della sua immagine.
Come nuovo servizio si considererà solo la nuova attività
di servizio caratterizzata dall’apparire sul mercato di un
sistema d’offerta comprendente un nuovo servizio di base,
quando l’insieme è realizzato grazie a una nuova “servuction”
(letteralmente, il processo di produzione di un servizio) e
identificato da una nuova marca (Eiglier, Langeard, 1988).
La figura 1.2 mostra gli elementi costitutivi del nuovo
servizio.
La costruzione di una nuova rete e la presenza di un
segmento di mercato nuovo per l’impresa di servizi, quindi,
non sono necessarie per qualificare la nuova attività di
servizio come tale.
D’altro canto, anche l’estensione dell’offerta di servizi non
è considerata come nuovo servizio, essendo caratterizzata
dall’aggiunta di un servizio periferico nuovo, con relativa
CAPITOLO PRIMO
13
erogazione, a un sistema d’offerta esistente, per un segmento
esistente e con l’utilizzazione della rete esistente.
Questa definizione del nuovo servizio, basata sulla
distinzione fra nuova attività ed estensione dell’attività
esistente, è utile al fine di ripartire in modo armonico le
responsabilità in materia di sviluppo, dei responsabili della
produzione da una parte e degli specialisti di marketing
dall’altra.
Figura 1.2 – Gli elementi costitutivi del nuovo servizio
Fonte: Eiglier e Langeard, 1988.