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Capitolo Primo
Origine e sviluppi della struttura sociale e istituzionale dell’Indonesia
1.1 La società e i rapporti di genere
L’odierna struttura sociale indonesiana si presenta nel suo complesso eterogenea e diversificata a
seconda della regione geografica che ci si propone di analizzare e delle diverse influenze storico-
politiche e religiose che ne hanno caratterizzato gli sviluppi. Per un quadro quanto più generico
possibile della struttura sociale è utile condurre un’analisi storica delle principali influenze esterne che
hanno caratterizzato il territorio: a partire dal XVII secolo gli olandesi stabilirono il loro dominio nelle
Indie Orientali olandesi, territorio corrispondente all’attuale Indonesia, imponendo un modello di
governo basato principalmente sul controllo delle attività commerciali. Accanto al governo centrale
coloniale con sede a Batavia, a livello locale i nativi aristocratici mantennero il potere esecutivo,
riscuotendo le tasse e applicando le corvée, in linea con il principio di non interferenza con le politiche
olandesi
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. Il sistema educativo permise ai nativi nobili di fruire di un’istruzione occidentale e di
formarsi in qualità di intellettuali che, dotati di una duplice conoscenza culturale, avrebbero in futuro
costituito la forza di opposizione al governo. Nel sistema coloniale tra i nativi si creò una particolare
distanza sociale dettata dal divario tra intellettuali e masse rurali che, essendo perlopiù contadine e
sprovviste di un’adeguata educazione, per lungo tempo non trovarono un’adeguata rappresentanza
della propria condizione nei messaggi politici occidentali. Un esempio di intellettuale in grado di
colmare tale divario fu Sukarno, pseudonimo di Kusno Sosrodihardjo, che grazie alla doppia
istruzione musulmana e olandese operò per le masse meno istruite una traduzione dei messaggi
occidentali, effettuando un’abile sintesi dei concetti occidentali e islamici con quelli rurali e mistici
indù-buddisti. Di conseguenza, come testimoniato anche dal percorso politico di Sukarno alla
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J. M. van der Kroef, “Structural Change in Indonesian Society”, Economic Development and Cultural Change,
I, n.3 (1952), pp. 216–228.
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conquista della presidenza dal 1945 al 1967, il successo della leadership dipendeva dalla sostanziale
capacità di fusione dei concetti nativi con quelli occidentali
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che,
grazie alla spinta ricevuta dal processo di modernizzazione, gettarono le basi per la creazione del
primo grande movimento nazionale indonesiano Sarekat Islam (SI). L’importanza del ruolo degli
intellettuali divenne fondamentale per la scena politica indonesiana poiché senza esso le
organizzazioni politiche risultavano suscettibili alla decadenza, così come testimoniato anche dal caso
dello stesso SI: quando molti dei suoi leader vennero esiliati il movimento entrò in crisi; a sostituirlo e
a capire dapprima l’importanza del mantenimento saldo del corpo intellettuale, anche a costo di un
numero di membri scarso, fu il partito nazionale indonesiano (PNI) fondato da Sukarno nel 1927.
Nel complesso la struttura sociale indonesiana del periodo olandese non subì profondi
cambiamenti poiché vennero largamente rispettate le tradizioni locali, a tratti anche apprezzate, e le
prescrizioni comuni; in tutta l’Indonesia, a eccezione di gran parte delle città, i nativi poterono
effettivamente continuare a seguire i principi comuni e a rispettare la sfera della giurisprudenza
dell’adat nell’organizzazione amministrativa delle strutture verticali, per esempio la federazione di
villaggi, e di quelle orizzontali come la struttura dei rapporti tra i vari capi villaggio. Nel corso degli
anni Trenta e del periodo del secondo conflitto mondiale, la caratteristica non staticità delle idee
occidentali applicata alla società indonesiana fu utile per la prevenzione di varie crisi grazie a
un’attenta pianificazione socio-economica in risposta alla grande recessione del 1929 e alla necessità
di ricostruzione postbellica.
Durante la seconda guerra mondiale, a partire dal 1942, i giapponesi presero possesso delle Indie
orientali olandesi e la struttura sociale, pur mantenendo delle similitudini con il periodo coloniale, subì
alcune mutazioni. In linea di continuità con le politiche precedenti, i giapponesi mantennero il proprio
esercito imperiale estraneo a elementi nativi indonesiani ma a differenza degli occidentali in alcune
regioni, quali Giava e in parte Sumatra, promossero l’educazione e l’addestramento alle armi dei
giovani indonesiani; un caso esemplare fu la creazione nel 1943 del Sukarela Tentara Pembela Tanah
Air (Esercito Volontario dei Difensori della Patria) utilizzato in seguito come forza militare di base
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L. H. Palmier, “Aspects of Indonesia’s Social Structure”, Pacific Affairs, XXVIII, n. 2 (1955), pp. 117–131.
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durante la rivoluzione indonesiana tra il 1945 e 1949
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. Al contempo venne favorita la politicizzazione
degli indonesiani e i leader sia nazionalisti sia islamici, come Sukarno e Mohammad Hatta, ebbero la
possibilità di esprimersi e organizzarsi politicamente. Anche nel sistema giapponese, seppure in
misura meno enfatizzata, il criterio della nascita fu un determinante della condizione sociale e venne
definitivamente abbandonato solamente nel periodo successivo all’ottenimento dell’indipendenza nel
1949. Il periodo giapponese venne inizialmente percepito con ottimismo a seguito di una desiderata
cesura con il passato colonialista ma con l’introduzione di un assetto rigido e arbitrario improntato al
soddisfacimento delle esigenze belliche del Giappone, tra gli indonesiani si creò un clima di
risentimento prontamente canalizzato in senso politico dai nazionalisti e determinante per la
successiva guerra d’indipendenza. Durante questo periodo è di rilevante importanza il duplice effetto
che l’insediamento del governo giapponese provocò nella società indonesiana: da un lato
l'accrescimento della coscienza nazionale, favorito dall’introduzione di elementi nativi nel governo,
dall’istituzione di nuove organizzazioni e dall’introduzione dell’indonesiano quale lingua ufficiale
dell’amministrazione; dall’altro lato la chiara volontà di evitare un ritorno olandese al governo
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.
Nell'agosto 1945, alla vigilia della resa giapponese, Sukarno e Hatta vennero convocati a Saigon
dove le forze giapponesi promisero loro un trasferimento immediato dell'indipendenza. Dopo la
conferma ufficiale della resa giapponese i due leader indonesiani procedettero quindi alla
proclamazione unilaterale della Repubblica indipendente indonesiana. A seguito della proclamazione e
di un fallito tentativo olandese di ristabilire il controllo dell’area, nel 1949 i Paesi Bassi riconobbero la
sovranità della Repubblica indonesiana con Sukarno alla presidenza e Hatta come suo vice. Nel
periodo immediatamente successivo, con l’adozione di una carta costituzionale, la struttura sociale
indonesiana mutò drasticamente: la nuova Indonesia si presentò come uno Stato secolare entro cui il
principio del monismo dualista
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cedeva il passo al sistema dei cinque pilastri, originario della filosofia
Pancasila, il cui cardine Ketuhanan Yang Maha Esa (fede nell'unico e solo Dio) diventava regolatore
della sfera religiosa. Con l’adozione della Costituzione provvisoria, revocata nel 1959 a favore della
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J. D. Legge, “Indonesia from the coup to the end of the New Order”, Encyclopedia Britannica, 2020.
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Palmier, op. cit., p.119
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Principio regolatore della società per diversi secoli basato sulla divisione dualistica dell’universo e della società
umana (e.g.: uomo-donna, terra-paradiso, etc.)
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ripresa di quella del 1945, il governo aprì gradualmente la strada all’uniformazione del quadro
amministrativo che generò una perdita delle preesistenti particolarità amministrative, giuridiche,
sociali ed economiche a favore di un'amministrazione unica per tutte le regioni eccetto per il Sumatra,
regione in cui le tradizioni hanno mantenuto sempre un forte controllo del tessuto sociale. Un esempio
di fusione amministrativa, iniziata nel 1948, è il provvedimento governativo n.22 con cui le unità
amministrative nagari e marga vengono assimilate indistintamente alla desa, una divisione
amministrativa rurale basata sul rispetto delle tradizioni locali. A metà anni Cinquanta la struttura
sociale si caratterizzò per la predominanza di elementi nativi sia nel corpo dell’esercito e della polizia
sia nel governo, ma la fluidità della nuova società pose l’accento su problematiche politiche e
legislative di derivazione istituzionale: le istituzioni, così come tutti i movimenti e le organizzazioni
erano cariche di rappresentanti dei partiti politici, spesso del governo, e di intellettuali, escludendo
completamente la popolazione contadina. In questo senso pare che la struttura sociale sia diventata più
autoritaria rispetto a quella olandese dove una diversificazione entro i gruppi di potere era ancora
visibile. L’oligarchia politica, almeno per i primi anni Cinquanta, si basò sul criterio di appartenenza e
fedeltà partitica; i membri dei partiti vennero scelti tra l’intellighenzia di origine perlopiù nobile, che
nello scenario post-rivoluzionario si allontanarono gradualmente dagli strati sociali dei contadini e del
proletariato
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. La sostanziale differenza tra la struttura d’epoca coloniale e quella degli anni Cinquanta
risiede nel rapporto di fedeltà che gli indonesiani hanno con le strutture di potere; sotto il governo
olandese la fedeltà era riposta nell’entità astratta delle Indie olandesi mentre nel successivo scenario
essa si inseriva esclusivamente nel fenomeno del Bapakism (legame carismatico tra un leader e i
propri seguaci) e in quello della lealtà ai partiti politici, delineando uno scenario in cui lo Stato non
veniva riconosciuto quale entità di fiducia. Un esempio del fenomeno del Bapakism era riscontrabile
soprattutto nella struttura dell’esercito indonesiano considerato, nonostante l’origine, una delle
creazioni principali della neo Repubblica; ogni ufficiale, similmente al sistema Mansabdar
dell’Impero Moghul, era legato ai propri uomini e il numero di essi ne determinava il grado militare.
Un’attuazione concreta del principio avvenne con l’Affare del 17 ottobre 1952, una dimostrazione di
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J. M. van der Kroef, “The Changing Class Structure of Indonesia”, American Sociological Review, XXI, n.2,
pp. 138–148.
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forza in cui elementi dell'esercito chiesero al presidente Sukarno di sciogliere il Consiglio provvisorio
di rappresentanza del popolo a seguito di una ristrutturazione dei vertici delle forze armate percepita
come un'eccessiva ingerenza civile. Tuttavia, questo principio del follow-my-leader, utilizzato anche
nel servizio civile, determinò alcune problematiche come quella dell’uscita automatica dei subalterni
di un ufficiale per effetto dell’uscita dell’ufficiale stesso
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.
Per quanto riguarda il sistema educativo l’istruzione ottenne lo stesso valore di quello detenuto
dal certificato di nascita in epoca coloniale, ma rimase a lungo una realtà inaccessibile a molti nativi di
origine non nobile. Nel corso degli anni Cinquanta il tasso di coloro aventi un’educazione secondaria
non era particolarmente alto, tuttavia il graduale accesso all’istruzione per i bambini dei ceti contadini,
all’epoca costituenti il 75% della popolazione, si pose come possibile ponte tra i contadini e gli altri
ceti nazionali. L’importanza dell’istruzione rimane fondamentale per comprendere lo sviluppo della
struttura sociale indonesiana ed è per questo che si rivela utile introdurre il concetto di relazione tra
insegnante e allievo: meno l’allievo conosce la materia dell’insegnante, più l’insegnante riesce a
esercitare un controllo sull’allievo; dunque quando c’è discrepanza della conoscenza c’è un controllo
autoritario. Tuttavia, senza allievo l’insegnante non può esistere
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.
In tema di rapporti di genere l’attuale assetto sociale indonesiano mette in evidenza un sistema
complessivamente patriarcale nel quale le norme sociali tradizionali e i valori religiosi sono
determinanti per il ruolo delle donne. Negli ultimi decenni si è verificata una trasformazione sociale
del ruolo femminile in tema di lavoro, partecipazione sociale e matrimonio; nel particolare dal 2014 il
tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro del paese ha raggiunto il 51%, nonostante la
persistenza del divario salariale tra i due sessi; l’educazione presenta statisticamente un gap di genere
a livello di istruzione superiore mentre l’età minima per il matrimonio, nonostante l'aumento, rimane
ancora al di sotto dell’età maggiore. Uno degli obiettivi principali del governo indonesiano è
l’abbassamento del tasso di povertà che risulta però essere ostacolato da alcuni fattori riguardanti le
donne: l’insufficiente partecipazione femminile nell’arena politica, lo scarso sostegno istituzionale alle
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ibidem
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Palmier, op. cit., p.120