Premessa
Da tempo in Italia si sentiva l'esigenza di una legislazione in merito allo stalking,
e questo bisogno è stato soddisfatto dal decreto legge 23 febbraio 2009 n°11
(successivamente convertito nella legge 23 aprile 2009 n°38) che ha introdotto al
capo III del titolo XXII, parte II del codice penale, relativo ai delitti contro la
libertà morale, l'articolo 612 bis. Sotto la denominazione di "atti persecutori"
sono state raggruppate le condotte di minaccia e molestia reiterate, tali da
ingenerare nella vittima uno stato perdurante di ansia o paura od un fondato
timore per la propria incolumità o quella di una persona a lei vicina.
La via della legislazione antistalking è stata aperta dai paesi anglosassoni,
in particolare da Stati Uniti e Canada, i primi in assoluto a contrastare
penalmente un insieme di condotte quali la minaccia, la violenza privata,
l'invasione della privacy poste in essere con l'intento di rendere la vita della
vittima e delle persone a lei care impossibile, generando il timore di episodi ben
più gravi del singolo pedinamento o della singola telefonata minatoria.
Prima di analizzare nel dettaglio le risposte date dagli ordinamenti penali di
questi tre stati al fenomeno dello stalking, è opportuno fare alcune considerazioni
relative alla componente psicologica del reato, che è comune agli stalkers e alle
vittime di ogni paese.
Il meccanismo che viene a crearsi tra autore del reato e preda è un rapporto
di forza in cui il primo tenta in tutti i modi di sottomettere il secondo, minando la
sua sicurezza nella sfera interpersonale e privata.
Lo psicologo australiano Paul E. Mullen1 ha tentato di suddividere gli
stalkers in diverse categorie, per spiegare come il comportamento deviante possa
avere origine dalle più disparate motivazioni. Eccone alcune:
- IL RIFIUTATO
Il più comune, persistente e invadente di tutti gli stalker, il tipo "rifiutato" è
1 "A study of stalkers", Mullen e altri, American Journal of Psychiatry, 1999, 156, pp. 1244-1249
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ossessionato da un ex partner o amico, che abbia chiuso la relazione con lui, o
tenti di farlo. A seconda del comportamento della vittima, lo scopo dello stalker
varia e il "rifiutato" solitamente oscilla tra il desiderio di riconciliazione e quello
di vendetta. Mullen scrive "Il senso di perdita può essere combinato con la
frustrazione, la rabbia, la gelosia, il desiderio di vendetta e la tristezza in
proporzioni variabili"2. Questo stalker può essere molto narcisista e sentirsi
quindi umiliato dal rifiuto, può diventare geloso se la vittima, che considera di
sua proprietà, incomincia o continua una relazione sentimentale con un'altra
persona. Nella maggior parte dei casi ha poca dimestichezza con la vita sociale e
pochi amici, ed è anche predisposto a tentare di ferire la vittima, utilizzando
l'intimidazione e l'aggressione.
- IL RISENTITO
Questo stalker cerca vendetta contro chi lo ha irritato, può essere una persona a
lui conosciuta o un completo estraneo, e spesso prende di mira un professionista
da cui pensa di essere stato tradito o strumentalizzato. Agisce per spaventare e
stressare la vittima, che rappresenta per lui tutti quelli che l'hanno umiliato nel
passato e si sente come un ribelle nei confronti dell'oppressore. Irrazionalmente
paranoico, questo tipo di stalker può essere il più ossessivo e duraturo,
utilizzando come arma prediletta non la forza fisica ma l'aggressione psicologica:
minacce, reclami alla forza pubblica, danneggiamento di proprietà, furti,
uccisione di animali domestici, lettere o note lasciate sulla macchina o sulla porta
della vittima, intrusione nell'abitazione e pedinamenti.
- IL PREDATORE
Il caso meno tipico di stalker è il predatore: egli pianifica di attaccare fisicamente
e sessualmente la vittima unicamente motivato dal desiderio di sopraffarla.
Questi soffre solitamente di patologie relative alla sfera sessuale, ha una scarsa
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id.
II
vita sociale e un'intelligenza inferiore alla media. Non cerca contatti di persona
con la vittima fino a quando non si sente pronto per aggredirla sessualmente, ma
solitamente compie pedinamenti, telefonate oscene, atti di feticismo, voyerismo
ed esibizionismo.
- IL "CERCATORE D'INTIMITA'"
Il "cercatore d'intimità" cerca di stabilire un rapporto intimo, una relazione
affettiva con la sua preda, che considera come l'anima gemella che cerca da
tempo, la persona con cui è destinato a passare il resto della sua vita. Spesso
coltiva l'illusione che la vittima corrisponda i suoi sentimenti, sviluppando quella
che è chiamata "erotomania", e se si sente rifiutato può diventare minaccioso o
può cercare di ferire la vittima (ricadendo così nella tipologia dello stalker
"respinto"). E' il tipo più persistente: solitamente ignora le azioni legali,
vedendole come una sfida che l'amato lancia per saggiare la bontà del suo
sentimento.
- IL PRETENDENTE INCOMPETENTE
Questo tipo di stalker desidera instaurare una relazione romantica con la vittima
ma non vi riesce a causa della sua incompetenza nel campo delle relazioni
sociali. Egli crede che tutti dovrebbero essere attratti da lui, e non si spiega come
mai la vittima rifiuti ogni contatto. L'escalation passa da innumerevoli inviti ad
uscire e telefonate, fino a contatti forzati, come la molestia sessuale lieve (baci
rubati, palpeggiamenti). Difficilmente diventa minaccioso o fisicamente violento,
è lo stalker meno persistente, perché cambia spesso oggetto del desiderio, ma
proprio per questo ha un grado di recidiva molto elevato.
- L'EROTOMANIACO E L'INFATUATO MORBOSO
Questo stalker è convinto che la vittima lo ami, lo crede anche se la preda non ha
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fatto nulla per incentivarlo ma anzi lo ha scoraggiato. L'erotomaniaco reinterpreta
quanto la vittima dice o fa per supportare la propria illusione, ed è convinto che
la storia immaginata diventi un'unione permanente. Spesso soffre di paranoia
acuta e sceglie per questo vittime di un livello sociale più alto rispetto al suo,
raramente cessa la sua attività se non si sottopone a cure psichiatriche.
- IL CYBERSTALKER
Il cyberstalker può entrare nei forums che la vittima frequenta e fingersi qualcun
altro nel tentativo di entrare in contatto con questa, oppure chiedere informazioni
su di lei o diffamarla con gli altri utenti. Se lo stalker utilizza solo la rete, essendo
quindi un cyberstalker puro, difficilmente trasformerà i suoi attacchi da virtuali a
fisici, ma è una possibilità che non si può scartare a priori.
Tratti comuni di questi tipi di stalkers sono l'isolamento, la solitudine, la
provenienza da ceti svantaggiati, inoltre spesso si può rilevare la presenza di un
trauma o di una perdita importante negli anni immediatamente precedenti al
compimento del reato. Non si tratta di personalità psicotiche, gli studi effettuati
hanno riportato che il 63% dei soggetti presi in esame soffre di patologie comuni
come depressione, disturbi della personalità e dipendenza da sostanze chimiche.3
L'altro soggetto coinvolto, la vittima, attraversa tendenzialmente due fasi da
quando hanno inizio le molestie: nella prima fase cerca di stabilire un contatto
con lo stalker per fargli capire che non ha intenzione di avere un rapporto con lui,
scoraggiandolo in ogni modo. Quando si accorge che questo metodo non
funziona agisce per limitare le interazioni cambiando numero di telefono,
dirottando la corrispondenza su un casella postale, cambiando numero di
cellulare ed e-mails, fino a modificare il percorso per raggiungere il luogo di
lavoro ed evitare di frequentare posti o persone che lo stalker possa localizzare.
Nei casi estremi può arrivare a cambiare domicilio, o perfino città.
Questi mutamenti denotano già autonomamente un timore per la propria
3 "A study of stalkers", Mullen e altri, American Journal of Psychiatry, 1999, 156, pp. 1244-1249
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incolumità e la paura di essere controllati dal molestatore, ma la paura non è
l'unica cosa che attanaglia la vittima. Questa sviluppa spesso patologie psichiche
quali depressione o forte aggressività, ansia, sensi di colpa patologici, cali di
autostima, disturbi post-traumatici da stress, disturbi del sonno, isolamento.
L'elenco è potenzialmente infinito quante sono le sfaccettature della mente
umana.
Più frequentemente ci si trova di fronte ad un'escalation: dai dolori fisici
senza motivazione apparente come cefalee, tachicardia, gastroenteriti si arriva a
veri e propri cambiamenti comportamentali come anoressia, bulimia,
farmacodipendenza e fobie di ogni genere.
Lo stalking è un reato che facilmente si può trasformare in una malattia, per
questo era necessaria anche in Italia una legislazione che ne disegnasse i contorni
e lo punisse come reato autonomo.
Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare le differenze e le somiglianze tra la
repressione dello stalking negli stati nordamericani e in Italia, per evidenziare
come nei confronti di questo particolare reato gli ordinamenti in questione
abbiano dato una risposta simile all'allarme sociale della violenza "privata"
tramite la costruzione di fattispecie incentrate sulla protezione del soggetto
passivo, spostando il centro del diritto penale dal reo alla vittima.
Nel primo capitolo si affronterà la legislazione penale nordamericana in
materia di stalking.
Nella prima parte si tratterà dell'introduzione nel Criminal Code of Canada
della Section 264, avvenuto nell'agosto del 1993. L'inserimento del nuovo reato
di criminal harassment fu dovuto a vari episodi di cronaca nera avvenuti nel
paese, a cui le istanze politiche diedero risposta rinforzando le già numerose
leggi contro la violenza familiare.
La section punisce con la reclusione fino a dieci anni chiunque, senza
permesso dell'autorità, sapendo di molestare una persona o potendo comunque
prefigurarsi che la persona si senta molestata, ponga in essere una delle seguenti
condotte: to communicate (contattare), to beset (letteralmente "assediare", inteso
V
come molestare, pedinare, essere in ogni modo presente nella sfera privata della
vittima) and to watch (osservare) the dwelling house or other places (l'abitazione
o altri luoghi in cui si trovi la vittima) engaging a threatening conduct, cioè con
intento minaccioso, e soprattutto ingenerando nella vittima un ragionevole stato
di paura per la propria incolumità e per quella di chiunque sia in contatto con lei
(reasonable fear for safety of anyone known).
Una volta definite le condotte come elencate dall'articolo, ci si pone il
problema riguardo a due aspetti: quello della certezza o prefigurabilità della
molestia da parte dell'autore, e quello dell'impatto psicologico delle condotte
sulla vittima.
Prescindendo dal caso in cui il reo ammetta di aver voluto provocare
intenzionalmente un disagio nella vittima e di aver posto in essere determinate
condotte proprio allo scopo di molestarla, si pone il problema della recklessness,
che nel nostro ordinamento corrisponderebbe al dolo eventuale. Si può parlare di
dolo eventuale nel caso di un corteggiatore troppo insistente, che mandi fiori ogni
giorno o cerchi di mettersi in contatto con la vittima decine di volte creando in
questa uno stato di agitazione o si tratta solamente di un tentativo maldestro di
avvicinarsi a qualcuno?
E inoltre: quando ci si trova davanti a un comportamento "ripetuto"? I
giudici canadesi hanno dato diverse risposte a questo problema, facendo
riferimento sia al tipo di rapporto preesistente alla denuncia sia alla soggettività
della vittima, concludendo che si debba effettuare sempre un controllo di merito
sulle abitudini della vittima e soprattutto controllare se e come il comportamento
del reo abbia effettivamente inciso sulle stesse (ad esempio costringendo a
cambiare numero di telefono, casa, percorso per arrivare al lavoro).
Si concluderà il capitolo riportando un court case assai significativo:R. v.
Kosikar, che affronta il problema delle condotte richieste per la configurabilità
del reato.
La seconda parte del capitolo sarà incentrata sugli Stati Uniti d'America.
La prima legge antistalking è stata emanata in California nel 1990.
Sull'onda emotiva causata tra gli altri episodi dal tentato omicidio di Theresa
VI
Saldana, dall'uccisione di Rebecca Schaeffer e da una serie di feminicidi nell'area
di Orange County, è stata introdotta nel Criminal Code of California la Section
646.9.
Dopo aver analizzato la fattispecie nelle sue componenti fondamentali, si
metteranno in luce gli interessanti spunti che la legge californiana offre per la
repressione dello stalking, utilizzando strumenti molto particolari: oltre agli
ordini di protezione con durata fino a dieci anni, richiedibili anche
preventivamente, è applicabile, in aggiunta alla condanna, la registrazione del
colpevole come "sex offender" (molestatore sessuale) nei pubblici registri,
permettendo quindi la creazione di un elenco di tutti gli stalkers del paese anche
a tutela di eventuali future vittime; inoltre se la pena è sospesa è possibile
affidare il reo a cure psichiatriche o sostituire la detenzione in carcere con quella
in un ospedale psichiatrico.
Dalla legislazione californiana hanno preso le mosse tutti gli altri stati del
paese, dividendosi in gruppi: alcuni riconoscono il dolo eventuale, altri il dolo
specifico, altri entrambi; alcuni chiedono che la minaccia sia credibile, altri solo
che vi sia una minaccia; alcuni che la paura sia reale, altri che il comportamento
dello stalker "causi paura in una persona ragionevole"4, utilizzando come
parametro della ragionevolezza dell'uomo medio, altri entrambe le cose. Per
analizzare la legislazione degli altri stati esamineremo il Model Code, un
documento approvato dal Dipartimento di Giustizia, che riporta le linee guida su
cui modellare le leggi in materia.
Alle leggi statali varate entro il 1994 si accompagna la legislazione
federale, che si occupa dallo stesso anno in avanti di colpire lo stalking in due o
più stati in principio tramite il principio "full faith and credit" che obbliga ogni
stato a riconoscere tutti gli atti emanati da un altro stato dell'Unione come se
fossero i propri, ivi compresi gli ordine di protezione. In seguito tramite
l'inserimento tra i reati federali dell'interstate stalking,definito dallo United
States Code come l'"attraversare i confini statali, tribali, internazionali per
molestare una persona. L'accusato deve avere l'intento di uccidere, ferire o
4
"would cause a reasonable person to feel fear", Model Code
VII
intimidire la vittima o porre lei o un membro della famiglia, il coniuge o il
partner in uno stato di paura di essere uccisi o seriamente feriti"5.
A conclusione del capitolo riporteremo il court case People v. Muhammad,
deciso dalla Corte d'Appello californiana, che stabilisce la natura di disposizioni
penali e non di reati autonomi delle subdivision (b) e (c) della section 646.9 del
Penal Code.
Nel secondo capitolo si analizzerà la recente legislazione italiana.
A seguito di diversi progetti di legge presentati al Parlamento, è stato
approvato il dl 23/02/2009 n°11 (convertito nella legge 23/04/2009 n°38) che
introduce nel codice penale l'articolo 612-bis con la denominazione "atti
persecutori".
Prima della modifica la vittima di stalking poteva cercare tutela tramite: art.
660 c.p. (molestia o disturbo alle persone), art. 610 c.p. (violenza privata), artt.
582 e 583 c.p. (lesioni personali e aggravanti), art. 594 c.p. (ingiuria), art. 612
c.p. (minaccia) e art. 635 c.p. (danneggiamento). Alcune di queste condotte
entrano a far parte del "nuovo" reato di stalking, come recita lo stesso 612-bis al
primo comma: "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la
reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia
o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato d'ansia o di
paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un
prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva
ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita".
Ci si trova quindi davanti a condotte che sembrano altamente tipizzate,
minaccia e molestia, ma che in realtà combinate con il riferimento riguardante lo
stato psichico della vittima possono essere integrate da comportamenti molto
vari. Il reale requisito che porta alla conclusione di trovarsi davanti a stalking è
che la vittima versi in uno stato psicologico di paura o di timore per la propria
incolumità o quella dei cari, a fronte di un ampio ventaglio di condotte messe in
atto dal reo.
5
"makes it a federal crime, punishable from five years to life in prison, to travel across state, tribal or
international lines to stalk another person. The defendant must have the intent to kill, injure, harass,
or intimidate the victim, or to place the victim, a family member, or a spouse or intimate partner of the
victim, in fear of death or serious bodily injury"
VIII
Dopo aver esaminato gli elementi del primo comma (minaccia, molestia,
stato di paura o di timore, alterazione abitudini di vita)si passerà all'esame delle
aggravanti di cui al secondo comma (coniuge legalmente separato o divorziato o
persona legata precedentemente da una relazione affettiva con la persona offesa)
e al terzo (in danno a minorenne, donna in stato di gravidanza o persona disabile,
o commesso con armi o da persona travisata).
L'art. 8 del dl 23/02/2009 n°11 rende applicabile l'ammonimento del
questore al reato in esame. Tramite questo strumento la vittima, prima di proporre
querela, può esporre all'autorità di pubblica sicurezza i fatti che ritiene rilevanti e
chiedere l'ammonimento dell'autore della condotta. Il questore fa una cognizione
sommaria inaudita altera parte ed avvisa oralmente il colpevole se ravvisa
l'esistenza di elementi rilevanti a suo carico, intimandogli di cessare le condotte
in questione. L'esistenza di un provvedimento di ammonimento rileva anche ai
fini delle aggravanti, in quanto se si arriva ad una condanna per atti persecutori e
c'è un precedente ammonimento la pena è aumentata.
La procedibilità, di cui al quarto comma, è molto particolare: è a querela
della persona offesa con termine di 6 mesi, ma è d'ufficio se il fatto è commesso
nei confronti di un minore o di un disabile, quando c'è connessione con altro
delitto per cui si procede d'ufficio, e, ecco il caso interessante, se c'è stato
precedentemente un ammonimento del questore in ordine alla stessa situazione.
Tramite questa particolare forma di procedibilità si crea un sistema in cui la
vittima può seguire due strade: o querela direttamente ai sensi del 612-bis oppure
prima di querelare richiede l'ammonimento, provvedimento che sembra più lieve
della querela, ma che a mio avviso è, se non maggiormente gravoso per il
presunto reo, almeno con la stessa potenzialità offensiva di una querela
comportando infatti la procedibilità d'ufficio in caso di ulteriore reiterazione delle
condotte incluse nel provvedimento.
Lo stalking è un reato peculiare, e come tale necessita non solo di norme
penali che lo censurino, ma anche di norme positive, come quelle che instaurano
una rete assistenziale per le vittime, sempre introdotte con il dl 23/02/2009 n°11,
tramite centri antiviolenza e un numero verde governativo dedicato. In aggiunta a
IX
queste previsioni è stato firmato il 19 gennaio 2009, quindi anteriormente
all'entrata in vigore della normativa, un Protocollo d'intesa tra il Ministero delle
Pari Opportunità e il Ministero della Difesa. Il Protocollo ha come punto
principale la creazione di un apposito reparto dell'Arma dei Carabinieri che si
concentri sugli atti persecutori, le molestie e le violenze e tutti gli atti intimidatori
sessualmente orientati verso vittime vulnerabili.
Dopo aver specificato tutti i requisiti del reato si passerà al confronto con le
norme che precedentemente erano utilizzate per sanzionare le condotte che ora
sono ricomprese nello stalking, soffermandosi anche sul rapporto tra stalking e
mobbing, due reati molto simili ma che godono di tutela completamente
differente.
A chiusura di capitolo si cercherà di evidenziare come la figura della
vittima sia divenuta fondamentale nella costruzione del diritto penale italiano: il
ricorso alla legislazione d'urgenza per i reati contro la persona è un chiaro segno
di come il legislatore avverta un bisogno immediato di tamponare gli allarmi
sociali che non possono più essere lasciati "impuniti",inoltre le stesse norme sono
costruite intorno alla figura della vittima, per proteggere questa e colpire solo
successivamente il reo.
X
CAPITOLO I
STALKING E CRIMINAL HARASSMENT
1. Criminal harassment nell'ordinamento canadese
Il sistema canadese prevede una separazione di poteri in ordine
all'emanazione delle leggi: al governo spettano quelle in materia di diritto penale
e di procedura penale che estendono la loro validità a tutto il territorio nazionale,
mentre alle province ed ai territori spettano le leggi in materia di diritto civile che
hanno validità solo all'interno del rispettivo ambito geografico.
Per quanto riguarda il reato di criminal harassment si è quindi venuta a
formare una doppia tutela: da un lato penale tramite l'emanazione del Bill C-126
datato 1 agosto 1993, che ha introdotto il reato in questione nel corpo del
Criminal Code of Canada, assicurando così una repressione a livello federale,
dall'altro lato sono state approvate sino ad ora otto leggi civili di supporto a
quella penale, e questo è avvenuto in due territori ( Northwest Territories e
Yukon) e in sei province (Alberta, Manitoba, Nova Scotia, Prince Edward Island,
Newfoundland, Labrador e Saskatchewan).
Per quanto queste ultime siano interessanti dal punto di vista civilistico in
quanto dotano di un grosso supporto la legislazione penale, in questa sede
abbiamo scelto di dare prevalentemente rilevanza alla legge federale, nello
specifico al Criminal Code, perchè rappresenta il primo tentativo in assoluto di
inserire il reato di stalking all'interno di un codice penale valido su un intero
stato, ponendo le basi per tutelare le vittime nei confronti di tutti quei
comportamenti che precedentemente non erano considerati come penalmente
rilevanti. A tal proposito ben si è espressa Madame Justice L'Heureux-Dubè in
una pronuncia del 1996:
"Il concetto di crimine, invece, non è statico, ma assai mutevole nel tempo.
Come cambia la società, così evolve anche la concezione del tipo di condotta che
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