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Questo elaborato ha come tema principale la letteratura in spanglish. Esso è una sorta di
lingua ibrida formatasi dall’incontro delle lingue e culture spagnola ed inglese, diffusa
soprattutto negli Stati Uniti. Ciò che ha permesso questo contatto è innanzitutto il flusso
migratorio degli ispanici verso gli Stati Uniti, soprattutto messicani, cubani e
portoricani. Un fatto storico importante da ricordare è sicuramente il trattato di
Guadalupe-Hidalgo del 1848, con cui venivano ceduti agli USA territori appartenuti alla
monarchia spagnola, ovvero gran parte del Messico, Arizona, Texas, Colorado e
California. Tutto ciò ha quindi permesso lo scontro tra queste due lingue e culture così
diverse. Oggi, gli ispanici, sebbene legati alla loro cultura, sembra che usino di meno lo
spagnolo attuando così una sorta di bilinguismo. Lo spanglish, derivante dall’unione dei
termini Spanish ed English, è un fenomeno che avviene in maniera del tutto inconscia,
caratterizzato dall’alternanza di entrambe le lingue con poche regole e molte variazioni
di tipo lessicale, fonologico, sintattico e discorsivo. Quando una lingua di evolve, inizia
a dar vita ad una propria letteratura e ciò sta succedendo allo spanglish. Il suo impatto è
talmente forte che esso si trasmette anche nella musica, nelle riviste, nel teatro,nel
cinema, nei fumetti e nel linguaggio pubblicitario. Ilan Stavans, il più fervente studioso
e sostenitore di questo fenomeno, ha scritto un dizionario di spanglish e ha pubblicato la
prima antologia della sua rispettiva letteratura. Molti scrittori di origine ispanica usano
la tecnica del code-switching. Tra i più noti vi sono Ana Lydia Vega, Giannina Braschi
e Susana Chavéz-Silverman. Ana Lydia Vega ha pubblicato il primo racconto in
spanglish nel 1981, “Pollito Chicken”. Il titolo deriva da una canzone portoricana per
bambini, usata per l’insegnamento dell’inglese. La protagonista è Suzie, una ragazza
portoricana che vive a New York, cercando in tutti modi di assimilarsi alla cultura
angloamericana. Un giorno decide di tornare a San Juan di Portorico dopo anni dieci
anni di assenza. Una volta giunta sul luogo di villeggiatura, cerca di nascondere le
proprie origini, ma dopo, in un attimo di euforia, rivela i suoi veri sentimenti per la
patria. Suzie è bilingue e la voce narrante imita il suo modo di parlare. La lingua matrice
è lo spagnolo, la maggioranza delle parole è in questa lingua mentre dell’inglese si fa un
uso limitato, più che altro prestiti lessicali. Questo racconto oltre ad usare per la prima
volta l’idioma ibrido, satirizza sugli immigrati che cercano di nascondere le proprie
origini. L’enfasi è posta sul razzismo della protagonista, che ha assunto la mentalità
colonizzatrice, infatti l’autrice ironizza su questo fatto tramite il discorso di Suzie,
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parodia delle idee colonizzatrici. Un altro testo in spanglish molto importante che ho
scelto di analizzare è “Yo-yo boing!” della scrittrice portoricana Giannina Braschi, del
1998. Il titolo deriva dal nome di un attore comico portoricano. In questo romanzo ci
sono tre capitoli, il primo in spagnolo, il secondo in spanglish e il terzo ancora in
spagnolo. Parla di una coppia di portoricani, entrambi scrittori. La coppia inizia una
discussione, che andando avanti diventa una mescolanza di vari argomenti e personaggi,
passando dall’inglese allo spagnolo. I personaggi non hanno nome, è la lingua a fare da
vera e propria protagonista. Le parole sono messe in primo piano, in questo modo risalta
la compresenza dei due codici. La commutazione di codice può essere all’interno della
stessa frase o interfrastica. Lo spagnolo è la lingua dell’emotività, mentre l’inglese è la
lingua della razionalità, per chi deve esprimersi necessariamente. Infine c’è Susana
Chavez-Silverman, che con “Killer crónicas” si rifà ad un genere in voga nelle
letterature ispanoamericane, le cronache. L’aggettivo “Killer” si ispira ad un testo
fondamentale nelle letterature ispanoamericane “El matadero” di Esteban Echeverría del
1871. Queste cronache sono lettere inviate ad amici durante la permanenza dell’autrice
a Buenos Aires, nelle quali si passa dall’inglese allo spagnolo senza giunzioni. Il code-
switching utilizzato è particolare, perché in queste epistole non solo si intersecano
spagnolo e inglese, ma anche diversi tipi di spagnolo, l’argentino e il castigliano e viene
resa graficamente la pronuncia argentina di alcuni termini.
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Introduzione
Gli Stati Uniti sono notoriamente un paese multilingue, a causa delle varie origini dei
coloni fondatori e delle varie minoranze etniche immigrate. La più grande comunità
statunitense è quella ispanica, sempre in crescita. A Los Angeles e Miami i latinos
1
sono già maggioranza assoluta della popolazione e lo spagnolo è diventato la lingua più
parlata anche in interi quartieri di Chicago, Boston, Philadelphia, e soprattutto ad
Harlem, Bronx e in buona parte di Brooklyn. Lo spagnolo è la seconda lingua non
ufficiale degli Stati Uniti, che fra qualche anno saranno la seconda nazione di lingua
spagnola al mondo dopo il Messico. In queste circostanze, sta nascendo una lingua
ibrida, lo spanglish o espanglés. Questa lingua ha assunto una sua forma letteraria, un
profilo ufficiale che la proietta con forza fuori dai barrios
2
. Lo spanglish si è imposto
come lingua/codice di tutti i latinos sulla rete, fino a diventare lo “stile” trasversale delle
nuove generazioni di scrittori latinos. Come studentessa di lingue e letterature straniere
che ha studiato inglese e spagnolo, mi è sembrato interessante analizzare questo
fenomeno, innanzitutto perché coinvolge entrambe le lingue che ho imparato e poiché è
un fenomeno diffuso ma allo stesso tempo poco definito. La mia ricerca si prefigge lo
scopo di introdurre questo fenomeno linguistico e di analizzare il suo uso e
funzionamento in letteratura. Nel primo capitolo, traccerò le linee generali che hanno
portato all’incontro e alla contaminazione della lingua e cultura inglese e spagnola. Nel
secondo capitolo occuperò dello spanglish in letteratura. Il caso più famoso è la
traduzione in spanglish del primo capitolo del Don Quijote di Cervantes da parte di Ilan
Stavans. Questa traduzione è stata fatta come risposta alla provocazione di chi sosteneva
che lo spanglish non sarebbe mai stato considerato una lingua dignitosa, fino a che non
avesse prodotto un capolavoro letterario come il Quijote. Infatti, in molti sostengono
che lo spanglish sia una minaccia sia all’inglese che allo spagnolo. Si ritiene che chi
parli spanglish non conosca bene né una né l’altra lingua. Alcuni sono contrari al suo
1
Termine di origine ottocentesca proveniente dall’Europa, col quale vengono identificate le persone
ispanoamericane negli Stati Uniti.
2
Quartieri ispanici
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uso perché ritengono che sia indice di ignoranza, analfabetismo e basso livello culturale.
C’è chi crede che sia un sottoprodotto culturale, parlato solo da ispanici
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di scarsa
cultura, quindi lingua degli ignoranti. I sostenitori invece pensano che esso risponda ad
una necessità comunicativa e che sia una mostra di creatività e dinamismo
linguistico.Nel terzo capitolo analizzerò l’uso dello spanglish nella letteratura in
particolare nel racconto “Pollito Chicken” di Ana Lydia Vega e nei romanzi “Yo-yo
boing” di Giannina Braschi e “Killer Crónicas” di Susana Chávez Silverman.
L’elaborato si concluderà con il quarto capitolo, in cui si presenterà un mio personale
parere sul futuro dello spanglish e della relativa letteratura. Prima di iniziare, sarebbe
meglio chiarire alcuni aspetti linguistici in cui si può annoverare lo spanglish.
Bilinguismo, commutazione di codice, pidgin e diglossia
Si parla di bilinguismo (o plurilinguismo) quando tra due (o più) varietà di lingua usate
presso un gruppo o una comunità parlante esista una differenza strutturale piuttosto
evidente, ed entrambe abbiano una loro storia autonoma. La situazione di compresenza
di due lingue non presenta aspetti sostanzialmente diversi, solo più complessi, da quelli
delle situazioni di compresenza di più di due lingue.
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È una situazione molto diffusa al
mondo, a qualunque livello di comunità linguistica si faccia riferimento. Situazioni bi- o
plurilingui sono da ritenere normali, essendo il caso marcato piuttosto quello del
monolinguismo. Il bilinguismo può essere sociale o individuale. Si definisce
Bilinguismo sociale lo stato di una comunità in cui due lingue sono in contatto con il
risultato che una buona parte della popolazione è bilingue e i due codici linguistici
possono essere usati nello stesso evento comunicativo. Con il termine Bilinguismo
individuale, o Bilingualità, si definisce lo stato psicologico di un individuo che ha
accesso a più di un codice linguistico nella comunicazione sociale. Il bilinguismo si
distingue inoltre tra endogeno ed esogeno. Si parla di bilinguismo endogeno quando ci
si sta riferendo alla compresenza di lingue che fa parte della comunità mentre quello
esogeno si verifica quando contatti e immigrazioni permettono il contatto tra le due
3
Altro termine, sempre di origine europea, con il quale vengono identificati gli ispanoamericani.
Rimanda ad un’imposizione ideologica ottocentesca proveniente dalla Spagna
4
Berruto, Prima lezione di sociolinguistica, Roma-Bari, Laterza, 2004.
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lingue.
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Quando in una comunità sono presenti due o più lingue nel repertorio dei
parlanti, le due lingue presentano un diverso impiego a seconda della situazione. La
selezione che il parlante fa in base al contesto si definisce alternanza. Il parlante
bilingue può dunque scegliere di parlare la prima o la seconda lingua o parlarle
entrambe mischiandole. Quest’ultima scelta si chiama la commutazione di codice (in
inglese, code-switching), vale a dire un passaggio da un sistema linguistico ad un altro
sistema linguistico all’interno dello stesso discorso del parlante. I passaggi da una
lingua all’altra non sono casuali, anzi, sono finalizzati a garantire una migliore
articolazione del discorso, si attua una vera e propria strategia discorsiva. Il passaggio
da una lingua all’altra fornisce un sovrappiù di significato alle diverse enunciazioni.
Inoltre, la commutazione di codice può svolgere altre funzioni: il passaggio da una
lingua all’altra può ricoprire una gamma molto ampia di valori pragmatici. Oltre a
segnalare punti tematici rilevanti, può anche svolgere funzioni connesse ai partecipanti e
ai loro ruoli nell’interazione, come l’adeguamento all’interlocutore, la ripetizione, la
citazione, realizzazione di atti linguistici particolari e il cambiamento del carattere della
situazione comunicativa. Una condizione della commutazione può anche essere il
riempimento di lacune lessicali o l’esigenza di formulare meglio un concetto che si
esprime meglio in una data lingua. La commutazione avviene preferibilmente al confine
tra una frase e l’altra, e l’articolazione sintattica sembra dunque un confine importante
per l’alternanza di codice. Il passaggio da un sistema linguistico all’altro avviene in
concomitanza di un cambiamento di pianificazione e struttura sintattica. Non sempre
esiste in situazioni di bilinguismo una lingua matrice, a volte le lingue costruiscono alla
pari il concatenarsi del discorso. Il code-switching può anche essere applicato in una
situazione bilingue con una lingua standard e un dialetto. La commutazione riguarda più
gli elementi lessicali che gli elementi funzionali. Il code-switching si differenza dal
code-mixing: il primo è una commutazione di passaggio funzionale, il secondo è una
giustapposizione dei due sistemi linguistici che non ha funzione prettamente
comunicativa. Contesti estremamente plurilingui e frammentari sono il terreno ideale
per la formazione di lingue di contatto e lingue miste, e per la formazione di lingue
pidgin. Le lingue di contatto sono varietà rudimentali o semplificate di una delle lingue
materne dei gruppi che sono in contatto o di un’altra lingua che funge da lingua franca.
5
Berruto, Fondamenti di sociolinguistica, Roma-Bari, Laterza, 1997.