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INTRODUZIONE
L’obiettivo di questo lavoro è fare chiarezza sul significato di Short Sea
Shipping attraverso riferimenti normativi e bibliografici a livello nazionale
e comunitario e di evidenziare come questo, in un contesto di potenziale
sviluppo dei Paesi dell’area Sud Mediterranea, possa rappresentare
importanti prospettive di crescita per il nostro Paese e in particolare per il
Porto di Genova.
Il lavoro è stato suddiviso in quattro parti, seguendo una logica deduttiva,
dalla definizione dei termini generali arrivando allo studio del caso
particolare.
Nel primo capitolo si affronta il tema delle diversità e delle convergenze
che vi sono tra Short Sea Shipping, AdM, cabotaggio e reti TEN-T e di come
queste politiche siano regolate e promosse dall’Unione Europea. Inoltre si
assume la modalità Ro-Ro come “principe” in questo tipo di traffici,
evidenziandone le caratteristiche principali.
L’intero discorso viene correlato a quello sulle politiche europee di
cooperazione e integrazione con i Paesi della sponda Sud del Mar
Mediterraneo.
Nel secondo capitolo è fornito uno stato dell’arte attuale, basato sulle
statistiche disponibili, riguardo al peso dello Short Sea Shipping a livello
mediterraneo, italiano e genovese con particolare riferimento al cd.
Ecobonus, best practice riconosciuta a livello nazionale ed europeo.
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Nel terzo capitolo è riassunto il progetto di variante portuale genovese
Vp5bis, comunemente noto come Porto d’ Africa, focalizzando l’attenzione
sulle motivazioni che hanno portato alla stesura del progetto e
aggiornando, ove possibile, i dati e lo stato attuale dell’avanzamento dei
lavori che si è dimostrato pressoché pari allo zero se escludiamo il nuovo
viadotto autostradale.
Nel quarto capitolo sono esposte le considerazioni finali, sviluppate
tenendo conto dell’opinione personale e dello spirito critico, sostenendo
la tesi dello Short Sea Shipping come politica incompiuta e del Porto
d’ Africa come progetto rimandato a data da destinarsi, interrogandosi se
sia giusto proseguire nella direzione intrapresa sinora o se virare su
nuove politiche come quella del feederaggio dei carichi containerizzati.
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ABSTRACT
Dalla metà degli anni Novanta la promozione dello Short Sea Shipping
(SSS), ossia del trasporto marittimo a corto raggio (TMCR) di merci e
passeggeri, rappresenta una delle principali politiche dell'Unione
Europea.
Lo scopo che l'UE persegue con lo SSS va oltre infatti il mero significato di
“modalità di trasporto” promossa per incrementare l'efficienza logistica
dei mercati. Esso comprende il fine della sostenibilità ambientale e
energetica, in quanto lo SSS è unanimemente considerato un'alternativa
sicura ed ecologica al trasporto stradale e capace altresì di interoperare in
maniera fluida con i sistemi di auto- e ferro-trasporto, e infine – last but
not least - il fine politico e istituzionale di rafforzare la coesione della
Comunità e l'accessibilità al mercato interno facilitando i collegamenti
commerciali tra gli Stati dell'Unione, con particolare riguardo ai nuovi e
prossimi Stati membri.
Lo SSS è divenuto inoltre per l'UE il naturale e logico strumento da
impiegare a sostegno della Politica Europea di Vicinato nei confronti degli
stati confinanti dell'area subcaucasica, affacciati sul Mar Nero, e degli stati
dell'area sudmediterranea affacciati sulla costa nord-africana e medio-
orientale del Mar Mediterraneo. Rispetto in particolare a questa seconda
area di cooperazione, lo SSS attraverso la sua principale implementazione
delle Autostrade del Mare (AdM), costituisce una risorsa strategica per
raggiungere gli obiettivi di integrazione economica e di creazione di
un'area di libero scambio euro-mediterraneo, così come delineati a partire
dal 1995 con il Partenariato Euro-Mediterraneo a seguito del cosiddetto
Processo di Barcellona e ulteriormente finalizzati con la promozione
dell'Unione per il Mediterraneo tredici anni più tardi.
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Sotto questi profili, il Mediterraneo risulta infatti essere un'area
assolutamente congeniale alla realizzazione dello SSS, essendo “mare in
mezzo alle terre” , intendendo fin dal nome che il mare non è dove finisce
una terra ma dove ne comincia un’altra, ossia un “medium” che mette in
comunicazione terre diverse piuttosto che un confine o peggio una
barriera.
L'Italia con tutta evidenza geografica è chiamata a svolgere in questa
prospettiva un ruolo preminente, inserita com'è al centro del
Mediterraneo su cui si affaccia una pluralità di Paesi: alcuni membri
storici dell'Unione, altri da poco inseriti, altri che sono candidati a
entrarvi, e infine l'arco dei Paesi nord-africani (Maghreb) e del Medio-
Oriente ad esso contigui (Mashrek), disposti di fronte al confine sud
dell'Europa e che aprono le porte del continente africano e dell'area
medio-orientale (la cosiddetta regione MENA: Middle East - North Africa),
a distanze che non superano i 2/3 giorni di navigazione commerciale.
In questa rappresentazione della strategia europea, il porto di Genova è
presente come uno dei nodi fondamentali nel disegno strategico (“core
networks”) delle infrastrutture Trans-European Network – Transport
(TEN-T), in particolare Genova non solo è capolinea principale per l'Italia
nell'ambito del progetto delle Motorways of Sea (MoS) o AdM, ma anche
del Corridoio continentale (“landbridge”) detto “Dei due mari” che unisce
Rotterdam con Genova e, infine, al centro del Quadrante sud-occidentale
europeo di sviluppo dello SSS.
Le ragioni di questo rilievo stanno nel rango di Genova quale scalo
nazionale maggiormente attivo e potenzialmente crescente in virtù della
sua collocazione nell'ansa mediterranea più settentrionale e prossima ai
principali mercati italiani e europei di origine e destinazione del TMCR e,
in relazione a questa favorevole posizione geografica consolidatasi
storicamente, in quanto il porto più grande e meglio attrezzato per servire
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questi flussi di merci e passeggeri e per riceverli e inoltrarli attraverso le
reti logistiche interne e esterne al continente europeo.
Il Governo italiano da una decina d'anni ha messo in campo politiche
programmaticamente tese a corrispondere, talora ad anticipare, questa
strategia europea con interventi regolatori incentivanti e con investimenti
in infrastrutture, sia diretti che attraverso i piani regolatori e operativi
delle Autorità portuali (AP).
L' AP di Genova, in particolare, ha deciso di rafforzare nel breve e medio
termine le strutture e i servizi portuali per lo SSS già attivi sulle rotte
domestiche, continentali ed extracontinentali, dotandosi tra l'altro di un
terminal specializzato per le “autostrade del mare” da e verso i Paesi
nord-africani e denominato progettualmente con significativa enfasi
“Porto d' Africa” .
La presente tesi di laurea intende discutere le prospettive di sviluppo per
l'Europa e per l'Italia che lo SSS nell’area Mediterranea presenta, alla luce
degli studi resi pubblici e delle opinioni espresse dalle istituzioni e dagli
operatori. Il ragionamento avanzato dalla tesi verte in particolare sulle
previsioni di mercato da cui deriva la domanda di SSS con riguardo alle
AdM che collegano i porti del Mediterraneo e segnatamente ai servizi Ro-
Ro e di feederaggio che fanno capo al porto di Genova.
Lo scopo secondo è fornire un contributo conoscitivo al dibattito aperto
nel territorio genovese circa la sostenibilità ovvero la convenienza
economica, sociale e ambientale della realizzazione del progetto “Porto
d' Africa” sia per la Città che per il Paese.
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1. Short Sea Shipping, Autostrade del Mare e Area
Mediterranea
1.1) Introduzione
Nel linguaggio europeo, Short Sea Shipping (SSS), che in italiano si traduce
con “Trasporto Marittimo a Corto Raggio” (TMCR), significa il movimento
via mare di merci e passeggeri tra porti situati nell'Europa geografica o tra
questi porti e i porti situati in paesi non europei ma con una linea costiera
sui mari chiusi alle frontiere dell'Europa
1
.
Il riferimento all’Europa geografica sta ad intendere che lo SSS comprende
oltre al trasporto marittimo all'interno degli Stati membri dell'Unione,
anche tra questi e quelli che, sebbene europei, non fanno parte
dell'Unione e che si affacciano sul Mar Baltico, sul Mar Nero e sul Mar
Mediterraneo: mari che, grazie alle rotte sotto la costa orientale
dell'Oceano Atlantico che congiungono il nord con il sud del continente
europeo, e grazie in particolare agli stretti e ai canali che permettono il
transito dall'uno all'altro, contornano l'Europa per tre dei quattro lati
senza soluzione di continuità offrendo un unico canale di comunicazione
marittima
2
.
Il concetto di “short” o “corto raggio” serve a distinguere lo SSS dal “deep-
sea shipping” o trasporto a “lungo raggio” . Quest'ultimo viene anche
1
Cfr. COM(1999) 317 def - Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio,
al Comitato Economico e Sociale e al Comitato delle Regioni - Lo sviluppo del trasporto marittimo a
corto raggio in Europa: Un'alternativa dinamica in una catena di trasporto sostenibile – Seconda
relazione biennale di avanzamento.
2
Ibidem: “Il concetto di trasporto marittimo a corto raggio comprende anche il trasporto marittimo
tra gli Stati membri dell'Unione europea e la Norvegia e l'Islanda, nonché altri Paesi che si
affacciano sul Mar Baltico, sul Mar Nero e sul Mediterraneo.” Tra i Paesi europei non aderenti all'UE
e bagnati dal mare, alcuni sono candidati a farne parte: Croazia (Mar Mediterraneo) ha il titolo di
“Paese in via di adesione”; Islanda (Mare del Nord), Montenegro e Turchia (Mar Mediterraneo) sono
“Paesi candidati”; Albania e Bosnia-Erzegovina (Mar Mediterraneo) rientrano nel novero dei
“candidati potenziali”. Tra i Paesi europei del tutto estranei all'UE e bagnati dal mare ci sono:
Norvegia (Mare del Nord), Russia (Mar Baltico e Mar Nero), Ucraina e Georgia (Mare Nero).