ii
senza conoscersi e senza mai essersi incontrate prima parlano,
discutono, giocano fa notizia sui giornali. Da ciò è nato lo spunto per
il presente lavoro, che analizza solo in parte le tecnologie informatiche
e indaga soprattutto il lato sociolinguistico della Rete e le dinamiche
di quello che, al di là di ogni tecnicismo, è fondamentalmente oltre ad
uno strumento comunicativo e di ricerca, un fenomeno culturale,
sociale e linguistico.
Dall’osservazione di alcuni tipi di comunicazioni online,
(sarebbe stato impossibile occuparsi di tutte le forme di CMC in modo
adeguato, quindi si è optato per alcune tra le più comuni, email e IRC)
si comprende che buona parte della terminologia alla base di questa
nuova comunicazione è inglese e viene utilizzata anche in contesti non
anglofoni. La conversazione sottintende non solo lessico, ma anche
grammatica e sintassi, spelling e pronuncia, oltre che l’espressione
degli s tati emotivi che accompagnano l’ interazione. Lo stile
comunicativo via computer si presenta in tal senso innovativo, si è
ritenuta per tanto opportuna un’analisi di quest’ultimo nella sua
globalità. Ci è sembrato corretto dedicare una parte agli hackers, senza
il cui contributo tecnico, culturale e linguistico ora non si parlerebbe
di CMC.
iii
Si è osservato che anche la comunicazione offline, o meglio la
lingua dei fruitori (diretti e non) del PC e di Internet r is ente della loro
influenza: si è cercato di analizzare questa sorta di
“informatizzazione” e “internetizzazione” lessicale, prendendo in
considerazione l’inglese e l’italiano.
0.2. Situazione degli studi
L’impatto di ciò che può essere definito ‘digitario’ (Belardi
1996: 13), ossia del computer e di Internet, sullo stile e sul dialogo,
sul linguaggio della società e sull’individuo sociale stesso sono i temi
c entrali di questo scritto, non abbiamo invece il desiderio o la
presunzione di passare per esperti di informatica. Essendo l’inglese
l’idioma prevalentemente utilizzato quando si nominano concetti e
situazioni che hanno a che fare con questo ‘digitario’ resta proprio
questa lingua la vera protagonista della ricerca.
Si desidera sottolineare che il presente lavoro non consiste in
un’analisi del linguaggio specialistico di esperti informatici o del
vocabolario inglese computazionale-informatico, bensì in una ricerca
sulla “lingua inglese nell’era del PC e di Internet”. Per la scelta dei
iv
termini lessicali analizzati (fatta eccezione per quelli del gergo
hackeristico) quindi si è fatto riferimento al Webster all’Oxford e allo
Zingarelli e non a dizionari altamente specializzati (se non per una
stesura più precisa del glossario finale). Sono stati invece presi in
considerazione i termini più ricorrenti nelle conversazioni del popolo
della Rete e della gente comune, inoltre sono state prese in esame le
pagine della stampa quotidiana (essendo anche il giornale un mezzo
comunicativo). Si è adottato il Corriere della sera e in particolare
l’ inser to MultiMedia, a scadenza settimanale. La scelta è caduta su
questo inserto in quanto attuale e destinato ad un pubblico abbastanza
ampio, di media cultura; una rivista del settore avrebbe certamente
contenuto articoli con un linguaggio troppo tecnico per il tipo di
analisi da noi prescelta.
In questa sede non si è voluto osservare il linguaggio preso solo
per se stesso, bensì il linguaggio nel contesto antropologico e sociale
che gli sono propri, con la convinzione che lingua e cultura siano
fortemente legate nella storia e nella società. Le fonti per conoscere i
nuovi ambienti e la dinamica dei processi comunicativi, come la
cultura e la lingua che sottostanno al mondo del PC e di Internet, non
potevano non essere quindi, in aggiunta a “testi cartacei”, Internet
v
stessa, documenti in formato elettronico (come la rivista telematica
Telèma, o ricerche eseguite e pubblicate sulla Rete da esperti linguisti
e professori universitari) nonché la partecipazione ad un seminario
tenutosi all’edizione 1999 dello SMAU. Anche le persone conosciute
online, volutamente o inconsapevolmente, hanno reso possibile la
realizzazione e la stesura del presente scritto. Molte delle osservazioni
sono proprio frutto dell’iscrizione a mailing list e della partecipazione
a diverse chat.
0.3. Articolazione del lavoro
Il lavoro è suddiviso in cinque capitoli. Prima di addentrarci in
quelli c he sarebbero s tati i punti centrali della ricerca, ci è sembrato
opportuno chiarire in quale accezione il termine comunicazione
sarebbe stato utilizzato. Nel primo capitolo si è passati quindi da
alcune considerazioni generali sul processo comunicativo, sia orale
che scritto, alla vera e propria comunicazione via computer,
illus trandone le innovazioni.
La CMC e l’interazione sociale sulle reti telematiche sono state
oggetto di studio scientifico per le più svariate ragioni già negli anni
vi
passati (Paccagnella 1996: 33). Alcuni studiosi l’hanno analizzata e
confrontata con la comunicazione faccia a faccia (Kiesler et al. 1984),
altri hanno studiato le sue applicazioni in ambienti lavorativi (Sproull
e Kiesler 1986, Turoff 1988) o in ambienti scolastici, altri ancora si
sono interessati all’aspetto strettamente linguistico di questo nuovo
genere comunicativo (Baron 1984, Murray 1988, 1989, Ferrara,
Whittemore e Brunner 1991) o all’aspetto psico-sociale (Herring
1996: 3). In particolare nel presente lavoro si è presa in considerazione
la CMC nell’ambito della comunicazione interpersonale, nella sua
forma scritta
1
(asincrona e sincrona). Sia pure limitata, per ora, a un
numero ristretto di utenti e in attesa che si diffonda la già possibile
conversazione orale, questa resta almeno per il momento, il modo più
diffuso e alla portata di tutti per comunicare ed interagire su Internet.
Nel secondo capitolo ci si è quindi fermati sugli aspetti
discorsivi veri e propri della CMC, verbali e non verbali per poi
passare ad alcune considerazioni sugli utenti della CMC. Ciò ci ha
portato a riflettere, nel terzo capitolo, sui concetti di relazione, identità
e comunità virtuale. E’ nel quarto capitolo che abbiamo invece
1
Esistono altre forme di CMC (qui non considerate) che prevedono applicazioni o programmi
audio e grafici, l’uso della voce e di immagini. Ad esempio il teleconferencing che permette a
persone distanti fisicamente di comunicare a voce (audio-teleconferencing) o a voce e in video
vii
affrontato l’aspetto linguistico vero e proprio dell’inglese usato nella
conversazione online. Un intero paragrafo è stato dedicato al gergo
degli hacker che costituiscono tra l’altro una vera e propria comunità a
se s tante nell’ambito dell’ informatic a e della Rete.
Accanto ai neologismi che si diffondono nell’inglese comune
attraverso le var ie attività soc iali e a quelli che ve ngono portati
dall'uso sempre più largo dei computer (e dei videogames), Internet ne
introduce di nuovi. Nel quinto ed ultimo capitolo si sono prese in
considerazione le novità lessicali introdotte offline nel così detto
mainstream English. Abbiamo infine focalizzato la nostra attenzione
sull’ampia presenza online e offline degli s tes s i anglic ismi, pres tit i e
modi di dire in un contesto non anglofono, ossia in Italia.
Seguono le conclusioni personali al lavoro svolto e un glossario
inglese-italiano. La ricerca si chiude con un riassunto in lingua inglese
ed i r ifer imenti bibliograf ic i.
(video-conferencing), e il cosiddetto desktop-to-desktop, una videoconferenza che in più permette
lo scambio di dati via Internet.
1
I. La comunicazione
I.1.Considerazioni generali
Un’analisi superficiale del comportamento umano, ad esempio
condotta dopo aver visto un telegiornale (ci si riferisce alle immagini
di guerra, di violenza) potrebbe portare a risultati deviati, ma siamo
obbiettivi: l’uomo è un animale sociale ed è costantemente impegnato
ad instaurare rapporti reciproci con altri simili, ad intrattenere
relazioni sociali. Per rendersene conto, nel dubbio, basta recarsi in un
bar all’ora dell’aperitivo. L’uomo comunica. L’uomo interagisce.
Comunicazione e interazione sono termini entrati nel lessico
corrente per definire un processo alla base dei rapporti interpersonali,
che in una certa misura, volenti o nolenti, influenza la nostra vita
quotidiana. Se la comunicazione è la capacità di influenzare, di
modificare, di agire in qualche modo sul comportamento altrui, allora,
con essa, disponiamo della più grande ed efficace possibilità
regolatrice del rapporto con i nostri simili (Masarati 1980: 10).
Oggi, o per dirla come Gibson, nell’era digitale, come si svolge
il processo comunicativo?
2
Lo sviluppo della tecnologia nell’ambito informatico ha
trasformato vorticosamente l’interazione uomo-computer: all’ inizio
degli anni ‘80 si utilizzava il PC per eseguire calcoli matematici, per
battere testi o archiviare dati; nei film di fantascienza di soli quindici
anni fa c’erano computer che, con voce robotica (vocoder), parlavano
all’utente. Nell’era digitale, nell’era della multimedialità, il computer
può effettivamente parlare con la voce suadente della nostra attrice
preferita; è in grado di scrivere sotto dettatura, come la migliore delle
segretarie, permette di leggere le notizie economiche appena
“scaricate” da Internet.
Nell’era digitale il computer ha assunto anche un nuovo ruolo:
lo si utilizza per “relazionare”; si assiste così alla nascita di ambienti
di comunicazione e interazione completamente nuovi, come
dimostrano Internet e la comunicazione mediata dal computer
(Galimberti e Riva 1997: 15).
Per onore della cronaca, la novità non sta tanto nella nascita di
questi ambienti, che risalgono agli albori del PC, la novità è la loro
diffusione: il fenomeno da elitario (ricercatori, programmatori e
università) è divenuto di massa.
3
Oggi Internet rappresenta probabilmente il più grande
assemblaggio di informazioni sul pianeta, ma è anche una comunità di
persone di dimensioni mondiali. Tutti vi possono accedere, è uno dei
pochi luoghi in cui non vi sono pregiudizi di razza, credo religioso,
colore, sesso. Tutto questo attraverso la magia della tecnologia
moderna. La Rete, però, non è sinonimo computer, questo rappresenta
la nostra via di accesso, la Rete, a seconda delle più svariate esigenze,
è il servizio postale più veloce, un mezzo per attingere velocemente e
a basso costo diverse informazioni, o per discutere di viaggi e musica,
un modo per incontrare amici. La parola chiave dunque è
comunicazione: persone che parlano tra di loro.
Esistono numerosissime definizioni di “comunicazione”, qui di
seguito accenneremo solo ad alcune, rimandando il lettore ad altri testi
per eventuali approfondimenti in merito a definizioni e concetti
diversi.
Sul dizionario Zingarelli 1999 della lingua italiana si legge più
di un significato sotto il lemma comunicazione.
4
“ Comunicazione [vc. dotta, lat. communicatione (m), da communicare “ comunicare”; sec.
XIV] s. f. 1 (raro) Trasmissione: c.di calore, di energia; c. del pensiero. 2 Il portare
qualcosa a conoscenza di altri: c. di idee, di notizie. CFR. – gramma, mezzi di c. di massa,
il complesso della stampa e dei mezzi audiovisivi impiegati per la difusione delle notizie a
tutti i livelli della società, (est) la cosa stessa che si porta a conoscenza: f a r e u na c., c.
orale, scritta. Partecipazione: ricevere la c. dell’avvenuto matrimonio. 3 Relazione di
argomento scientifico, letterario e sim. presentata a un’accademia, un congresso e sim. 4
Scambio di messaggi fra un emittente e un ricevente: c. verbale, non verbale; la
zoosemiotica studia i sistemi di c. tra gli animali. (gener.) C on t at t o che ha l o scopo di
comunicare con altri: essere, mettersi trovarsi in c. con qc. o q.c. Mezzo attraverso il quale
persone o cose comunicano fra loro: comunicazioni telefoniche, telegrafiche; chiedere la c.
( telefonica); la c. è stata interrotta. 5 (elab.) P roces so m ed i an t e i l qual e l ’informazione
viene trasmessa con appositi segnali, da un sistema all’altro. 6 C ol l egamento materiale,
passaggio e sim.: il canale mette in c. i due paesi; un’importante via di c.; le stanze sono in
c. con il corridoio. 7 (spec. al pl.) C o l l e g am en t o a t t u a t o c o n m ezzi di trasporto: fra Europa
e America esistono rapide comunicazioni; comunicazioni terrestri, marittime, aeree. 8
(lett.) Accomunamento. 9 Comunione eucaristica.”
Il modo in cui la parola viene dunque usata nel linguaggio
quotidiano è sufficientemente chiaro, altrettanto lo sono la diversità e
la complessità dei fenomeni cui si fa riferimento con tale parola.
Definire che cosa si intende con questo termine non è semplice. Per
alcuni studiosi un comportamento comunicativo è accompagnato
indissolubilmente da un’intenzione di comunicare dell’attore (Greene
1980: 14). Altri non ritengono l’intenzionalità una discriminante tra
ciò che è comunicativo e ciò che non lo è: poco interessa che la
5
comunicazione sia volontaria o meno, che i partecipanti se ne rendano
conto o no, essi si influenzano tra loro inviando informazioni tramite il
proprio comportamento (Ricci Bitti e Zani 1983: 30-31). Altri ancora
utilizzano il termine per designare semplicemente la trasmissione di
informazioni senza tenere conto della sua origine o della sua
destinazione. Non vi è quindi tra gli studiosi una posizione univoca, e
dare una definizione di comunicazione in senso assoluto è improbabile
ed improponibile.
Senza dubbio, per poter parlare di comunicazione interpersonale
deve innanzitutto esserci una società, reale o virtuale che sia, al cui
interno due o più individui si scambiano dei messaggi e delle
informazioni (Diodato 1998: 7). Per “scambio” si intende un processo
comunicativo in cui è presente un meccanismo di feedback o
retroazione. Esso può essere immediato, come durante una
conversazione faccia a faccia, o mediato come nel caso in cui in
un’interazione tra emittente e ricevente si interpongano dei mezzi
specifici quali il telefono, la posta, il fax, il computer (Villamira 1998:
15).