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INTRODUZIONE
La quantità delle notizie in circolazione è oggi incomparabilmente
maggiore rispetto al passato.
La diversità delle voci e delle opinioni è alla base delle moderne
democrazie. Più di qualunque altro fattore, le linee editoriali
influiscono sul lavoro del giornalista, il quale spesso si ritrova stretto
nella morsa dello schieramento ideologico-politico della testata,
finendo col dover confezionare la notizia con modalità consone alle
direttive dell’editore.
L’obiettivo di questo lavoro è chiarire se si tratti in realtà di un
fenomeno conseguenziale alla libertà di pensiero e di stampa sancita
dall’articolo 21 della Costituzione italiana, o se bisogna invece
considerare ciò come un espediente atto a favorire la “manipolazione
delle notizie”, finalizzato a dare al lettore una visione distorta, in
modo da alterarne l’opinione.
Nel primo capitolo si sono volute illustrare le modalità con cui un
evento diventa notizia e le modalità di costruzione della stessa,
partendo dalla definizione delle parole per poi spaziare sui criteri di
notiziabilità, sull’autorevolezza delle fonti, per poi analizzare i fattori
che determinano la distorsione della notizia.
Nel capitolo successivo è stata svolta un’analisi sulle linee editoriali
ed i tipi di target imposti, mossi da intenti commerciali o politici,
cercando così di trovare la linea di demarcazione che separa la libertà
di stampa dall’attività di endorsement, basandosi sugli aspetti
deontologici della professione giornalistica. Vengono inoltre presi in
esame i tre modelli su cui si fonda l’informazione giornalistica,
analizzando le caratteristiche della struttura della stampa, del
parallelismo politico, della professionalizzazione e del ruolo dello
Stato che vincolano il sistema dei media.
Nella terza parte si terrà inoltre conto dell’evoluzione dei mezzi
comunicativi, descrivendo le peculiarità di ciascun media e le
caratteristiche che determinano la diversità delle operazioni per
“confezionare” e presentare le notizie.
Nell’ultimo capitolo sono stati presi in considerazione alcuni “casi”
che riguardano il mondo giornalistico in Italia: dimissioni, scandali e
licenziamenti causati da una “rottura” venutasi a creare proprio a
causa dello scontro tra deontologia professionale, linee editoriali e
libertà di stampa. Analizzeremo nello specifico cinque casi particolari:
4
lo scandalo di endorsement di Paolo Mieli, al centro di una bufera
mediatica in occasione delle elezioni del 2006, reo di aver fatto
propaganda elettorale in favore di Prodi;
la rimozione di Augusto Minzolini dalla direzione del TG1, mossa da
una serie di controversie (che gli costarono anche un richiamo del
presidente RAI sui limiti del servizio pubblico ed una diffida da parte
dell’Agcom);
il caso de “l’editto bulgaro”, col quale Berlusconi denunciò quello
che, a suo dire, era stato un «uso criminoso della tv pubblica» da parte
dei giornalisti Enzo Biagi e Michele Santoro, affermando
successivamente che sarebbe stato un preciso dovere della nuova
dirigenza RAI non permettere più il ripetersi di tali eventi;
le dimissioni di Indro Montanelli dalla direzione del quotidiano “Il
Giornale” causate quando, in seguito alla discesa in politica di
Berlusconi (1994), questi si presentò all'ufficio amministrativo della
testata chiedendo a Montanelli di supportarne le iniziative politiche;
infine verrà esposto il famoso “caso Mentana”, venutosi a creare in
seguito alle dimissioni dell’ex conduttore del TG5, a causa delle scelte
di palinsesto fissate per Canale 5, dove si preferì mandare in onda una
puntata del reality show “Grande Fratello” al posto dello speciale di
Matrix previsto da Enrico Mentana, con un focus particolare sulla
morte di Eluana Englaro, preceduta da mesi di dibattiti sull’eticità
dell’eutanasia e della morte assistita.
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CAPITOLO I
DAGLI EVENTI ALLE NOTIZIE
1.1 Che cos’è l’informazione?
Nel mondo in cui viviamo, la comunicazione rappresenta una risorsa
fondamentale, tanto da poter definire quella contemporanea come
“società dell’informazione”.
Una funzione importante è svolta dal lavoro giornalistico, il quale ha il
compito di selezionare e ricostruire la realtà.
Il processo d’informazione si compone nel tempo sulla base della
negoziazione fra i vari membri della società: produttori di eventi
(fonti), mediatori (operatori della comunicazione) e fruitori
(pubblico).
1
Il risultato ottenuto sarà la nascita di un nuovo spazio sociale, dove le
azioni ed i comportamenti umani sono costruiti ed emergono in tutta
la loro diversità e vivacità come prodotti dall’interazione sociale che
creano e definiscono nuovi spazi cognitivi.
Il mondo dell’informazione non risulta essere statico, infatti vive una
continua evoluzione, nessun assetto è mai quello definitivo.
I fatti posseggono una vita lunga e dagli aspetti così controversi, al
punto che diventa quasi presuntuosa l’affermazione di voler “svelare
tutta la verità”. Si tratta di un lavoro di ricerca, ricostruzione e
comunicazione.
Il problema dell’oggettività dell’informazione non si esaurisce in
poche battute né tantomeno sostenendo la sua irraggiungibilità.
La libera manifestazione del pensiero è sancita dal primo comma
dell’art.21 della Costituzione Italiana nonché dall’art.10 della
Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo
2
(che sancisce il diritto ad
essere informati), queste norme sono considerate fondamentali per le
basi di un ordinamento democratico. Specificatamente all’ambito
giornalistico si può fare riferimento all’art.2 della legge 69/1963: «è
diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di
1
CARLO SORRENTINO, Il giornalismo: che cos’è e come funziona, Carocci Editore, 2009, p.11
2
MARCO CUNIBERTI, Percorsi di diritto dell’informazione, Giappichelli Editore, 2011, p. 5.
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critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela
della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della
verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla
lealtà e della buona fede […]»
Pertanto, è desumibile il dovere di informare in osservanza ai limiti
imposti dalle norme vigenti, ma questo è un aspetto che andremo ad
analizzare successivamente.
1.2 Notizia e criteri di notiziabilità
Il compito di un giornale è quello di reperire informazioni nuove su
questioni di pubblico interesse e di comunicarle ai lettori nel modo più
rapido ed accurato possibile.
Tuttavia, senza informazioni nuove, ci si limiterebbe a commentare
eventi già noti.
Esistono molte definizioni di notizia, la più comune si esprime con
una semplice analogia coniata da John B. Bogart per cui «un cane che
morde un uomo non fa notizia, ma un uomo che morde un cane, sì».
Questo ci ricorda che a fare notizia è tutto ciò che è insolito. Ma non
basta. Deve essere anche qualcosa di nuovo e che possa cogliere
l’interesse del pubblico.
Quest’ultimo provoca spesso dei battibecchi all’interno delle redazioni
di tutto il mondo: decidere se una storia è forte o “appetitosa”, se vale
200 parole o 700, un trafiletto o un titolo a caratteri cubitali in prima
pagina.
Il metodo empirico per affrontare questo problema sta nell’individuare
i criteri di notiziabilità di un evento, i quali si dividono in cinque
categorie, al fine di stabilire quali informazioni siano meritevoli di
essere riportate secondo la rilevanza attribuita
3
:
Criteri relativi all’evento
Criteri relativi al prodotto
Criteri relativi al mezzo
Criteri relativi alla concorrenza
Criteri relativi al pubblico
3
CARLO SORRENTINO, op. cit., p. 96
7
Per quanto riguarda i criteri relativi all’evento bisognerà tenere conto
di fattori come: il grado e livello gerarchico dei soggetti coinvolti,
l’impatto sulla nazione e in generale sull'interesse collettivo, la
quantità di persone che l'evento coinvolge, rilevanza (nazionale,
regionale, locale ecc..) e significatività dell'evento, ed infine la
capacità di intrattenimento.
I criteri riguardanti il prodotto tengono invece conto dei costi
produttivi necessari per trasformare l’evento in notizia, infatti,
solitamente nelle redazioni si preferisce pubblicare eventi che siano
consonanti con le procedure produttive e non richiedano grandi
investimenti tecnico-organizzativi. In questo caso sarà importante
tenere conto di requisiti come l’essenzialità dell’informazione, il
dover raccontare una novità, la qualità della notizia e saper bilanciare
correttamente il contenuto informativo con eventuali commenti.
Sarà importante tenere conto anche dei criteri relativi al mezzo,
poiché la sua natura risulterà determinante ai fini di stabilire quali
fattori influenzino la notiziabilità di un evento.
Ad esempio, il valore della frequenza dà grande risalto alle notizie se
raggiungono un epilogo in tempo utile per essere inserite nel
notiziario, in altre parole, in base a questo criterio si dà più spazio agli
eventi unici o che si concludono in un arco di tempo compatibile con i
processi produttivi del mezzo di informazione. Altrettanto importante,
ai fini dei criteri relativi al mezzo, risulterà essere il formato della
notizia, che impone di selezionare le notizie in funzione del numero di
servizi che possono essere trasmessi in un'edizione del notiziario o che
possono essere pubblicati in una pagina, e spesso si traduce con la
decisione di dare "in breve" le notizie che non si evolvono con un
ritmo compatibile con la periodicità del mezzo. L’ultimo valore
accostabile al mezzo riguarda le specificità del materiale a
disposizione: ovvero l’eventuale corredo di immagini televisive o
fotografie che ritraggono il cuore della vicenda raccontata.
Il quarto criterio di notiziabilità riguarda i valori relativi alla
concorrenza, dove viene a crearsi una sorta di ambiguità, in quanto
spinge le testate in due direzioni opposte, sebbene contestuali: mentre,
per aumentare la diffusione, esse tendono a differenziare contenuti e
strategie editoriali, allo stesso tempo, per evitare di danneggiare la
vendita delle copie, si imitano a vicenda, anticipando le possibili
mosse dei competitori o ispirandosi a modelli riconosciuti come
autorevoli. Su questo criterio ci sono fattori che rivestono una grande
importanza, come la ricerca dello scoop, che tende a valorizzare le
notizie ottenute in esclusiva ed è un criterio universalmente applicato