2 – Capitolo 1
¾ Gestire gli items tipici del Dipartimento (metodi d’analisi, specifiche, standard,
strumentazione analitica, materiali, training e accessi del personale, tecniche analitiche,
campioni, richieste d’analisi e analisi) e comunicare con moduli esterni che elaborano i
dati analitici generati dalla strumentazione di laboratorio.
¾ Controllare e promuovere lo scambio delle informazioni.
¾ Gestire tutti i flussi informativi che attraversano i vari Dipartimenti.
¾ Promuovere l’integrazione delle attività del dipartimento con gli altri processi aziendali.
¾ Definire un unico insieme di dati accessibili a tutti gli interessati e utilizzabili per
prendere delle decisioni.
¾ Eliminare la duplicazione dei dati.
¾ Aumentare l’efficienza di laboratorio.
¾ Esercitare coerentemente le migliori tecniche di laboratorio.
¾ Incrementare il livello della conformità qualitativa, ed in particolare l’integrità dei dati
(accuratezza, validità e sicurezza), le firme di approvazione e l’Audit Trail automatico.
¾ Ridurre i controlli manuali, attraverso l’implementazione di controlli automatici e
procedure di “auditing”.
¾ Promuovere e gestire l’acquisizione automatica dei dati strumentali.
¾ Implementare l’archiviazione automatica dei Raw Data, riducendo la documentazione
cartacea.
Due sembrano gli aspetti fondamentali del problema da risolvere. In primo luogo, si
dovrà tenere conto che la progettazione di un sistema con simili requisiti porterà
conseguentemente ad automatizzare oltre che il trattamento delle informazioni gestite dai
laboratori analitici, anche, ed è cosa ben più importante, una buona parte del sistema
informativo della realtà organizzativa interessata.
In effetti il Dipartimento di Sviluppo Farmaceutico rappresenta un’organizzazione di
persone con la necessità di raccogliere, archiviare, elaborare e comunicare informazioni per il
raggiungimento di obiettivi comuni. Due appaiono gli scopi legati alla necessità di
informazione ([12],[28]):
¾ Scopo operativo: mantenimento e gestione delle informazioni secondo i requisiti
specifici (informazioni di servizio).
¾ Scopo decisionale: proiettare nel futuro le informazioni, su cui si prendono delle
decisioni (informazioni di governo).
– 3
L’insieme organizzato delle procedure, delle risorse umane e dei materiali per la
raccolta, l’archiviazione, l’elaborazione e la comunicazione di informazioni necessarie per
gestire sia le attività operative che quelle di governo di un’organizzazione aziendale non
rappresenta altro che il suo Sistema Informativo. Quindi realizzare un sistema informatico,
ossia un sistema per il trattamento automatico delle informazioni, significa realizzare il
sottoinsieme del sistema informativo, dedicato alla gestione automatica delle informazioni
rappresentate mediante dati digitali.
In secondo luogo, realizzare un sistema informatico che soddisfi i requisiti regolatori
imposti in ambito farmaceutico, condurrà a gestire un processo continuativo e a produrre della
documentazione per evidenziare che il sistema è stato sviluppato in accordo a specifiche
predeterminate e continuerà a comportarsi secondo tali specifiche. Nella pratica porterà a
realizzare un sistema informatico convalidato per un’azienda farmaceutica.
Negli ultimi anni, le aziende farmaceutiche multinazionali stanno subendo una notevole
pressione da parte degli Organismi Ispettivi americani FDA
3
, che si concretizza nella richiesta
di requisiti regolatori sempre più precisi ed espliciti. Questo ha determinato, a livello
aziendale della GlaxoWellcome di Verona, la nascita di una struttura interna alla Direzione
Sistemi Informativi, dedicata alla supervisione e al controllo dell’adeguamento informatico,
tecnologico e applicativo nel rispetto delle normative GLP/GCP/GMP
4
, poste appunto dalla
FDA. Tale struttura, definita IT QA
5
, interagisce con le varie unità aziendali di “Quality
Assurance” con cui tiene aggiornate le conoscenze relative all’ambito regolatorio. Inoltre,
essa effettua, in collaborazione con la struttura di sviluppo software, un monitoraggio costante
dei sistemi informatici esistenti, definendo gli standard e i requisiti a cui dovranno
conformarsi quelli di nuova creazione.
Una particolare attenzione deve essere posta sull’ultima normativa CFR 21 Part 11
6
, che
a partire dal 1997 definisce i requisiti minimi che permettono di considerare le registrazioni e
le firme elettroniche del tutto equivalenti, in termini di sicurezza ed attendibilità, alle
registrazioni ed alle firme manuali eseguite sulla carta ([70],[71],[72]).
La progettazione e la realizzazione di un sistema informatico, obiettivo della tesi, è
generalmente un processo molto complesso che richiede un’alta qualificazione in coloro che
3
Acronimo per Food and Drug Administration.
4
Per una descrizione dettagliata delle normative GXP si rimanda il lettore al paragrafo 3.1 della tesi.
5
Acronimo per Information Tecnology Quality Assurance.
6
Per una descrizione dettagliata della normativa CFR21 si rimanda il lettore al paragrafo 3.4 della tesi.
4 – Capitolo 1
sono chiamati a realizzarlo. Le conseguenze di un progetto approssimativo possono essere
gravissime per un’organizzazione aziendale: inefficienza, perdita di informazioni, costi di
manutenzione, costi di riprogettazione, blocco di attività operative, ecc.
Un errore tipico è quello di interpretare il sistema informatico come la meccanizzazione
di procedure prima eseguite manualmente. In questo modo si presenta il rischio di riprodurre
delle inefficienze preesistenti, giungendo ad un prodotto diverso da quello ottenibile con una
razionalizzazione del sistema informativo.
Secondo la letteratura informatica ([2],[61],[62]), per fornire una metodologia di
progettazione appare indispensabile eseguire una decomposizione in passi successivi,
indipendenti dall’intera attività di progetto. Si suggerisce inoltre di considerare una serie di
strategie da seguire nei vari passi e di stabilire preventivamente alcuni criteri per la scelta di
alternative e modelli di riferimento, che vanno a descrivere i dati di ingresso/uscita delle varie
fasi.
Le tre proprietà che una metodologia deve garantire sono principalmente: la generalità
rispetto alle applicazioni e ai sistemi in gioco; la qualità del prodotto in termini di correttezza,
completezza ed efficienza rispetto alle risorse impiegate e la facilità d’uso sia delle strategie
che dei modelli di riferimento ([2],[61],[62]).
Nella realtà non esiste una metodologia di progettazione universalmente riconosciuta,
ma tante metodologie (più o meno formalizzate) seguite dalle varie “scuole”: case costruttrici,
software house, liberi professionisti, ecc.
Le metodologie attualmente più diffuse possono essere classificate in due grandi
categorie a seconda che il progetto sia guidato dalle procedure richieste nelle specifiche
applicazioni (metodologie HIPO, Warnier, Jackson e altre) o dalla struttura dei dati da
conservare (metodologie basate sulla modellazione dei dati). Nel primo caso, si perviene
normalmente a un software molto efficiente, ma modifiche o future applicazioni comportano
in genere dei costi elevati. Nel secondo caso, si cerca di costruire un modello della realtà
indipendente dalle applicazioni e ciò costituisce una forma di garanzia per soddisfare le future
applicazioni senza compromettere il lavoro svolto ([1],[13]).
Nel seguito di questo lavoro, si restringerà l’attenzione esclusivamente a questo secondo
tipo di metodologie, prendendo in considerazione un principio per la modellazione dei dati
semplice, ma efficace: quello di separare in maniera netta le decisioni relative a cosa
rappresentare da quelle relative a come farlo ([43]).
– 5
Esiste un generale accordo, nell’ambito delle basi di dati, nel ritenere che la
progettazione di un sistema informatico sia un processo ciclico permanentemente in vita, che
passa attraverso una serie di attività raggruppabili in tre fasi concettualmente distinte
([1],[2],[13]):
1. raccolta delle richieste degli utenti: individua e studia le proprietà e le funzionalità che
il sistema dovrà avere, attraverso un’interazione con l’utente, per ottenere una
descrizione completa informale dei dati coinvolti;
2. progettazione concettuale: rappresenta le specifiche della realtà di interesse in termini
di una descrizione formale e completa, indipendente dai criteri di rappresentazione
utilizzati nei sistemi di gestione di basi di dati;
3. realizzazione o progettazione logica e fisica: traduce la descrizione formale prodotta
nella fase precedente in una struttura di rappresentazione propria del tipo di sistema per
la gestione della base di dati a disposizione, completandola con la specifica dei
parametri fisici di memorizzazione dai dati.
La delimitazione delle fasi non è mai chiaramente distinguibile, come risulterà evidente
nella seguente figura:
Gli archi con il doppio senso stanno ad indicare un’attività di verifica che occorre
sempre intraprendere (anche più volte) prima di passare alla fase successiva. Ognuna delle tre
fasi produce un risultato: rispettivamente la definizione dei requisiti, il progetto concettuale, il
Figura 1-1 Ciclo di vita del sistema informatico.
6 – Capitolo 1
progetto logico e fisico. Quest’ultimo rappresenta in definitiva il software che implementa il
sistema informatico.
Il processo di progettazione è ciclico, perché l’uso stesso del sistema informatico può
stimolare gli utenti ad avanzare nuove richieste, cui non avevano pensato precedentemente.
Inoltre, si possono effettivamente creare nuove esigenze per la dinamica stessa di ogni
organizzazione. Questi nuovi bisogni degli utenti non dovrebbero comunque influenzare i
risultati delle prime due fasi, almeno nel medio termine, in quanto una loro frequente
modifica comporterebbe dei costi notevoli, specie qualora il sistema fosse già operante.
Non vi è dubbio che la scelta delle strategie, dei criteri e dei modelli che caratterizzano
una metodologia di progettazione dipendono dalla natura del progetto, dai metodi e dagli
strumenti che si hanno a disposizione. L.B.S. Raccoon (1995), in un interessante articolo, si
serve dei frattali
7
per dare una rappresentazione idealizzata del processo software. Per quanto
riguarda il lavoro di tesi, si sono qui adottate strategie e modelli imposti dagli standard
definiti nella realtà aziendale GlaxoWellcome di Verona, oltre ai principi e ai concetti offerti
dalla letteratura informatica.
Un progetto tende sempre a risentire degli stili dei diversi progettisti e dunque altri
avrebbero sicuramente dato, a questo problema, soluzioni diverse rispetto a quella qui
esposta.
Per gestire in modo efficace il progetto si è posto particolare attenzione sulle Persone,
sul Problema e sul Processo (gestione fondata sulle tre “P”, [43],[45]). L’ordine non è casuale
visto che le Persone rappresentano il primo elemento chiave per ogni progetto software.
Di fronte ad un problema così complesso si è preferito gestire la scomposizione in parti
(partitioning) e la loro successiva ripartizione all’interno di un team (nel presente caso
costituito mediamente da tre persone), dove risulta fondamentale un’organizzazione fondata
sulla collaborazione e sulla comunicazione.
Per quanto concerne il Problema, prima della pianificazione del progetto si è cercato di
stabilire nel modo migliore gli scopi e la portata, considerando eventuali soluzioni alternative
e individuando ogni possibile vincolo tecnico e organizzativo. Per scopi si intendono gli
obiettivi globali del progetto, i quali vengono determinati senza preoccuparsi di come
raggiungerli. La portata individua i dati, le funzioni e i comportamenti principali che
7
In origine, i frattali sono stati introdotti per scopi di rappresentazione geometrica. Una configurazione viene
definita e applicata ricorsivamente a scala sempre più piccola; le configurazioni sono “inscatolate” una dentro
l’altra.
– 7
caratterizzano il problema e soprattutto tenta di stabilire dei limiti qualitativi a queste
caratteristiche.
Infine, si è posto particolare attenzione al Processo in quanto offre il quadro di
riferimento entro cui è possibile definire il piano complessivo di sviluppo del software ([45]).
Il progetto di un sistema informatico rappresenta un processo generalmente molto
delicato e complesso che, sebbene presenti aspetti creativi, deve essere affrontato in accordo
ad una precisa metodologia e con adeguati supporti software. Utilizzare una metodologia
consolidata negli anni, che ha dato prova di soddisfare pienamente le proprietà sopra descritte,
ha costituito una buona base di partenza.
Per i passi successivi ci si è lasciati guidare da chi è maestro (”..prendiamo questa via
anche se difficile perché le cose belle sono sempre difficili”, Platone).
Si spera che il presente lavoro possa essere apprezzato, in modo particolare, da coloro
che, per lavoro o per studio, sentono l’esigenza di trovare illustrato un caso reale di
progettazione di una base di dati, che permette, partendo dai requisiti utente, di arrivare a
produrre una struttura di dati qualitativamente accettabile.
1.2 Contributo teorico del lavoro di tesi
Il contributo teorico originale di questa tesi può individuarsi nella realizzazione di un
meccanismo per la gestione di record e firme elettroniche, che soddisfi i requisiti regolatori,
richiesti dalla normativa CFR 21 Part 11 sancita dalla FDA, per tutti i sistemi che gestiscono
dati considerati critici in area farmaceutica ([70],[71]).
Si è basata la soluzione proposta sulla costruzione di una base di dati, con un
comportamento reattivo, realizzata codificando una parte applicativa, che normalmente viene
gestita all’interno dei programmi, tramite regole attive. In questo modo, si è garantita una
nuova dimensione alla indipendenza della basi di dati definita indipendenza della conoscenza
([2],[59]).
Numerosi sono i vantaggi introdotti da questa nuova dimensione, la quale in particolare
rende “attivo” il comportamento stesso della base dati (altrimenti passivo), permette di far
condividere tali regole a tutte le applicazioni interessate (diversamente si avrebbe una
replicazione in tutti i programmi applicativi) e, infine, soddisfa i requisiti regolatori, gestendo
i dati in modo “intrinsecamente sicuro”.
8 – Capitolo 1
Le basi di dati attive, oggi, sono oggetto di molti studi sperimentali; la letteratura
tecnica presenta esempi di sistemi prototipali, sia relazionali che ad oggetti, che mettono a
disposizione delle regole attive particolarmente potenti ed espressive ([2],[59]).
Nella tesi si andrà a prendere in considerazione solo il caso relazionale ([11],[14]), in
quanto costituisce lo standard aziendale della realtà lavorativa presso cui è stata realizzata la
tesi.
1.3 Organizzazione della tesi
Per facilitare il lettore nella scoperta dei contenuti si è articolata la tesi in tre sezioni.
Nella prima sezione, “I concetti di base”, si sono raggruppati i capitoli
2.“INTRODUZIONE” e 3.”LA CONVALIDA IN AREA FARMACEUTICA” in cui
vengono presentate le caratteristiche fondamentali della filosofia dei LIMS e della convalida
dei sistemi computerizzati in area farmaceutica. In essi vengono illustrati brevemente, ma in
modo sufficientemente dettagliato, tutti i concetti di base che hanno influenzato la
progettazione. La lettura di questi capitoli, propedeutici al resto della tesi, è consigliabile per
una buona comprensione delle scelte da me adottate nel facimento del presente lavoro (es.
firma elettronica).
Nella seconda sezione, “Il progetto del sistema”, si sono inseriti i capitoli salienti della
tesi, 4.“DEFINIZIONE DEI REQUISITI”, 5.“PROGETTAZIONE CONCETTUALE”,
6.“PROGETTAZIONE LOGICA” e 7.“PROGETTAZIONE FISICA”. In essi vengono
illustrati ed esemplificati i risultati ottenuti in ogni fase caratteristica della metodologia di
progettazione adottata: la definizione delle specifiche finali, il modello concettuale, il modello
logico e il modello fisico. In particolare, nel capitolo 7.“PROGETTAZIONE FISICA” si
trova la descrizione in dettaglio del meccanismo di record e di firma elettronica che
rappresenta il contributo teorico originale di questa tesi. Il meccanismo è stato potenziato con
la proposta di una possibile soluzione per la realizzazione di un riconoscitore (Parser) di
giustificativi, validi per l’ Audit Trail e/o la firma di un record elettronico.
Nella terza sezione, “Le considerazioni finali”, si potranno leggere, nel capitolo
8.”CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE”, i risultati raggiunti con il lavoro svolto, le difficoltà
e i limiti riscontrati durante le fasi di progettazione e sviluppo, ed infine la previsione delle
future implementazioni che andranno a caratterizzare la pianificazione delle prossime attività
– 9
lavorative. Nei restanti capitoli si troverà il materiale di supporto e di completamento alla tesi
stessa, organizzato in APPENDICE, GLOSSARIO e BIBLIOGRAFIA.
Nell’APPENDICE si riportano gli ulteriori dettagli tecnici della progettazione fisica,
mentre nel GLOSSARIO si riporta l’elenco, in ordine alfabetico nella dizione italiana, dei
termini informatici ed analitici utilizzati nella stesura della tesi. Per alcuni termini si
riporteranno più definizioni numerandole progressivamente. La presenza, in una definizione,
di un termine in grassetto, identifica che tale termine presenta a sua volta una definizione
nello stesso glossario.
Conclude il lavoro un articolata BIBLIOGRAFIA, per dar modo al lettore in qualunque
momento che lo desideri di risalire al testo originale, che si chiude con il paragrafo “Ulteriori
fonti di informazioni”, contenente le fonti di informazioni elettroniche consultate durante il
facimento del presente lavoro. Con l’avvertenza che gli indirizzi del World Wide Web
mutano di frequente, alcuni degli URL citati potrebbero già essere cambiati dopo la stesura
della tesi.