1 Introduzione
Condizioni di fornitura dell’energia elettrica: libero mercato e servizio di maggior tutela
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indipendenza sia stato ormai raggiunto dal mercato, la normativa vigente non è ancora
completa ed esauriente, anzi è in continua evoluzione per adattarsi alle direttive europee in
materia. Il capitolo incentra la sua analisi sui vari settori della filiera, evidenziandone l’attuale
stato di liberalizzazione.
Il terzo capitolo focalizza la propria attenzione sull’effetto che la liberalizzazione ha avuto sul
settore dell’energia elettrica: i nuovi operatori presenti nel sistema e i loro meccanismi di
remunerazione (sulla base del mercato o secondo corrispettivi regolati) sono illustrati nel
dettaglio, unitamente alla struttura di prezzo dell’energia elettrica, articolato nei vari servizi
(trasporto, dispacciamento, fornitura di energia) e nelle varie componenti.
Nel quarto capitolo si è invece analizzato l’impatto della liberalizzazione sul servizio di
vendita dell’energia elettrica: a seguito della nascita dilagante di offerte di fornitura di energia
elettrica per i clienti finali, si registra un forte contrasto tra l’elevato numero di operatori del
libero mercato e la relativamente bassa adesione o attenzione da parte dei clienti a tali offerte,
dovuta probabilmente ad una certa rigidità dei clienti finali. Per comprendere meglio le
effettive potenzialità della liberalizzazione, si è optato per analizzare un caso pratico di un
utente alimentato in bassa tensione che da Gennaio 2007 ha aderito al libero mercato,
Ovviamente lo studio di un singolo caso non è sufficiente ad affermare una generale
convenienza nel cambiamento, tanto più che nel caso specifico il risparmio si sta affievolendo
nel tempo.
Infine nel quinto capitolo si è fatta una breve ricerca sul grado di relazione tra i prezzi
dell’energia elettrica e l’andamento degl’indici energetici, con riferimento, in particolare, a
petrolio e gas naturale che giocano un ruolo significativo nella produzione di energia elettrica.
Calcoli e dati principali relativi ai grafici contenuti nel testo sono riportati in Appendice: tale
scelta è voluta per agevolare l’esposizione e non distrarre il lettore dai concetti principali.
2 La liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica
Condizioni di fornitura dell’energia elettrica: libero mercato e servizio di maggior tutela
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La liberalizzazione del
mercato dell’energia
elettrica
2.1 Le principali tappe della liberalizzazione.
Negli ultimi anni si è assistito a notevoli mutamenti del settore del mercato elettrico che
hanno portato oggi a una molteplicità di offerte da parte di molti operatori. Il processo in
questione è detto liberalizzazione del mercato elettrico e si inserisce in un progetto più ampio
promosso dall’Unione Europea attraverso l’atto unico europeo di Strasburgo col fine di
realizzare il Mercato Interno, “cioè uno spazio senza frontiere nel quale è assicurata la libera
circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali”[1].
In particolare si è iniziato ad affrontare il problema della liberalizzazione del mercato elettrico
nel giugno del 1988 con un documento [2] in cui la commissione europea sottolineava la
possibilità di ottenere:
una riduzione dei costi
l’incremento della competitività economica
il miglioramento delle strutture (soprattutto in termini di sicurezza)
la razionalizzazione delle attività correlate alla fornitura di energia elettrica (maggior
garanzia di fornitura del servizio).
A distanza di 2 anni una relazione amministrativa già avvisava un ritardo, tale che la
commissione si sentì in dovere di pubblicare un ulteriore documento [3]. Questo documento
ribadiva l’importanza della creazione di un Mercato Interno unico e libero del quale la
fornitura di energia elettrica è parte integrante e fondamentale. Dal punto di vista legislativo si
indicavano i punti fondamentali, che favorissero lo sviluppo degli scambi e la promozione di
condizioni efficaci di concorrenza nel settore dell’energia elettrica, attraverso il triangolo
d’oro (prezzi, investimento, commercio):
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Condizioni di fornitura dell’energia elettrica: libero mercato e servizio di maggior tutela
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trasparenza dei prezzi
incremento della libertà di accesso e di utilizzo delle reti di trasporto
maggior scambio di informazioni sugl’investimenti di considerevole scala nel settore
dell’energia
In particolare il secondo punto sembrava ricevere maggiore opposizione, quindi lo stesso
documento poneva come prossimi obiettivi l’eliminazione di monopoli con diritti di esclusiva
o compagnie statali operanti nei settori di produzione, importazione, trasporto e distribuzione
di energia elettrica ovvero quelli relativi alla costruzione delle linee elettriche. Una volta
liberato il mercato da vincoli monopolistici, si richiedeva di procedere alla separazione
amministrativa e contabile delle attività di produzione, trasmissione e distribuzione esercitate
da imprese verticalmente integrate. Il passo finale era l’apertura del libero accesso da parte di
fornitori terzi alle reti di distribuzione e trasmissione.
Un primo passo compiuto dall’Italia è stato quello della costituzione nel 1995 dell’Autorità
per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) nell’ambito dell’emanazione di norme che favorissero
la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità[4]. Per perseguire tal fine,
vengono forniti all’AEEG il potere di formulare osservazioni e proposte da trasmettere al
Governo e al Parlamento (potere consultivo), quello normativo (regolamentare), quello di
determinare le tariffe, di assicurare la pubblicità e la trasparenza delle condizioni di servizio e
le condizioni di eguaglianza nell'accesso alle reti energetiche, i poteri di controllo di qualità e
di vigilanza nei confronti dei fornitori dei servizi e infine quello di valutare reclami, istanze e
segnalazioni presentate dagli utenti o dai consumatori.
Nonostante ciò la liberalizzazione del mercato in Italia, ma non solo, tardava ad avviarsi.
Successivamente ai richiami e all’avvio di specifiche procedure di infrazione da parte
dell’Unione Europea nei confronti dei singoli Stati membri (ad eccezione del Regno Unito,
della Germania e del Belgio), nel 1996 viene emanata una direttiva comunitaria che pone
definiti obiettivi e scadenze. La direttiva comunitaria n. 96/92/CE del 19 dicembre 1996
“stabilisce norme comuni per la generazione, la trasmissione e la distribuzione dell'energia
elettrica. Definisce le norme organizzative e di funzionamento del settore dell'energia
elettrica, l'accesso al mercato, i criteri e le procedure da applicarsi nei bandi di gara e nel
rilascio delle autorizzazioni nonché della gestione delle reti”.
Per quel che riguarda la generazione, cioè la produzione di energia elettrica, la
liberalizzazione si può dire che fosse già in corso, infatti nel 1982 era stato aperto il mercato
ai produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili (con soglia massima di potenza pari a 3
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MW) e da impianti a ciclo combinato[5]. Con le legge del 1991[6] e il conseguente
provvedimento Cip6/92 viene completamente liberalizzata la produzione di energia elettrica
da fonti rinnovabili ed assimilate oltre che da fonte convenzionale per gli autoproduttori. Ai
produttori di energia “pulita” viene anche assicurato il ritiro di tutta l’energia elettrica
prodotta.
L’Italia ha completamente recepito la direttiva europea con il dlgs79/99 “decreto Bersani” del
16 marzo 1999. Esso ha portato a svincolare ENEL s.p.a. dalla gestione delle attività di
trasmissione e dispacciamento dell’energia elettrica che vengono così affidate al Gestore della
Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN). Inoltre, per effetto del decreto Bersani, tutte le
società che operavano in diversi settori della filiera hanno dovuto suddividere le varie attività
in aziende dedicate: sono sorte così società di produzione, società di trasmissione, società di
distribuzione e società di vendita dell’energia elettrica.
2.2 La filiera elettrica nel contesto liberalizzato
Nel seguito si descrivono i principali servizi di cui si compone la filiera elettrica nel contesto
liberalizzato.
2.2.1 Produzione
La produzione è completamente liberalizzata e qualunque operatore è libero di costruire una
centrale elettrica e vendere l’energia da essa prodotta. Col fine di favorire un mercato libero e
concorrenziale, il decreto Bersani proibisce a qualsiasi soggetto di produrre o importare,
direttamente o indirettamente, più del 50% del totale dell’energia elettrica prodotta o
importata in Italia, il che significa che ENEL è stata costretta a cedere parte dei propri
impianti per ottemperare a tale obbligo.
La cessione dell’energia prodotta dalle centrali elettriche può avvenire per il tramite di libera
contrattazione o per il tramite del mercato elettrico organizzato e gestito dal Gestore del
Mercato Elettrico (GME), di cui si dirà in seguito.
Particolari forme di tutela sono state introdotte dall’AEEG per i titolari di piccoli impianti di
produzione, per garantire loro una remunerazione a prezzi di mercato senza obbligarli ad
adempiere a tutti i requisiti di solvibilità richiesti per la partecipazione al mercato del GME.
Tuttavia, nonostante oggi siano presenti sul mercato molti produttori, resta prevalente, e in
qualche modo ingombrante, la presenza di ENEL.