II
questo abbia rappresentato nel tempo una strategia ottimale
nell’attività di metanizzazione del territorio e di come ora sia in fase
di smembramento, in virtù di un riordino su basi più concorrenziali
della filiera italiana del gas naturale.
Nel secondo capitolo si esamina la regolamentazione del mercato,
analizzando in primo luogo la direttiva europea indicante le linee
guida a livello comunitario per la liberalizzazione del mercato del gas.
Viene poi descritta la situazione nei principali Stati europei nei primi
momenti di recepimento della direttiva, analisi che è stata poi
approfondita nel corso del quarto capitolo.
La parte centrale di questo capitolo è dedicata al dibattito
concernente il recepimento della direttiva: sono analizzati i pareri e le
idee di tutti i soggetti interessati al fine di delineare i punti chiave e le
innovazioni dell’attuale decreto disciplinante il mercato.
Nel terzo capitolo viene descritta l’Autorità per l’Energia Elettrica e il
Gas, nuova figura istituzionale, garante della promozione della
concorrenza e dell’efficienza nel mercato dal punto di vista della sua
organizzazione interna e delle finalità e competenze. Si è poi passato
in rassegna l’insieme delle delibere dell’Autorità emesse e di quelle in
corso di preparazione al fine di delineare in modo più preciso la sua
attività.
Nel quarto capitolo l’analisi si focalizza inizialmente sul contenuto del
testo definitivo del decreto Letta, anche alla luce delle osservazioni
esposte nel secondo capitolo relativamente al suo iter legislativo. In
seguito è stato approfondito lo studio delle liberalizzazioni attuate in
alcuni dei principali Paesi dell’Unione Europea comparandole con
quella adottata in Italia. In particolare si è posta l’attenzione su quei
fattori che, portando ad un reale mercato europeo del gas naturale
III
mediante un aumento degli scambi tra i Paesi membri, potrebbero
maggiormente contribuire alla riduzione del costo di tale primaria
fonte energetica a beneficio delle imprese e dei consumatori finali.
Infine sono stati presi in considerazione in modo dettagliato quelli che
sembrano essere i punti problematici del decreto Letta e che
presentano maggiori implicazioni per la creazione di una struttura del
mercato effettivamente concorrenziale.
Nel capitolo quinto è stato preso in considerazione uno degli effetti
più rilevanti dell’introduzione del decreto Letta: la separazione
societaria. Nella prima parte sono illustrati e descritti gli strumenti
giuridici utilizzati per l’attuazione della separazione, con un confronto
finale per individuare le peculiarità e i punti di forza di ciascuno di
essi.
Viene quindi esaminato un caso pratico relativo alla Società Italiana
per il Gas p. A. con particolare attenzione in un primo momento
all’analisi della separazione societaria dal punto di vista giuridico-
legale e alla creazione di una nuova società destinataria del
successivo conferimento del ramo aziendale relativo alla fase della
vendita. In un secondo momento viene analizzata l’evoluzione della
struttura organizzativa caratterizzata dalla divisione delle attività di
distribuzione e vendita, per giungere infine all’esposizione dell’attuale
organigramma delle due imprese e alla relativa descrizione dei
compiti di ciascuna unità organizzativa.
Nel sesto capitolo viene trattato il tema della separazione contabile,
altra novità introdotta dal decreto Letta e disciplinata dall’Autorità per
l’Energia. Inizialmente sono illustrati i presupposti e l’ambito
soggettivo di applicazione della separazione, successivamente sono
descritti i vari schemi di rendicontazione con le relative
problematiche. Nell’ultima parte del capitolo viene presentata in
IV
termini generali l’ipotesi di un possibile progetto di impatto
organizzativo per l’attuazione della separazione contabile.
1
CAPITOLO PRIMO
IL MERCATO DEL GAS
Sommario: 1.1 Caratteristiche ed evoluzione della domanda. 1.2 La struttura
dell’offerta. 1.2.1 La produzione nazionale. 1.2.2 L’attività di
importazione. 1.2.3 L’attività di trasporto. 1.2.4 Lo stoccaggio e il
dispacciamento. 1.2.5 La distribuzione primaria. 1.2.6 La
distribuzione secondaria. 1.3 Il monopolio integrato del gruppo Eni
1.1 Caratteristiche ed evoluzione della domanda
In Italia, a seguito della rinuncia al nucleare, con il relativo
Referendum del 1987, e della crescente opposizione all’aumento
dell’uso del carbone
1
, si è puntato per affiancare il petrolio, su
un’altra fonte energetica, il gas naturale, che si è ormai imposto
come secondo fattore energetico per importanza.
Le prospettive di crescita sono elevate, il dato è ancor più
sorprendente se si osservano i dati degli ultimi decenni, durante i
quali vi è stata una incredibile espansione del gas naturale a discapito
delle altre fonti energetiche tradizionali quali carbone, legno, petrolio,
energia elettrica. Un primo forte sviluppo si è avuto negli anni
settanta per sfruttare le risorse della Val Padana, di poi con le
importazioni dalla Libia, dai Paesi Bassi e dalla Russia, si è sostenuta
una seconda fase di sviluppo che si è conclusa nei primi anni ottanta,
1
Rendina F., “Assocarboni: Il fisco ci mette fuori mercato”, in Il-Sole-24-Ore, 18
novembre 1999
Capitolo 1 Il mercato del gas
2
ma il periodo di maggior crescita si è avuto con i nuovi
approvvigionamenti di gas naturale dall’Algeria.
Questa costante crescita della domanda di gas è imputabile a motivi
di diversa natura.
In anni in cui l’opinione pubblica si è dimostrata molto sensibile alle
tematiche di difesa dell’ambiente,il ridotto impatto ambientale del gas
ha fatto sì che la sua diffusione ne fosse notevolmente favorita.
La strategia di diversificazione delle fonti energetiche è stato un altro
elemento che ha favorito l’evoluzione di questo mercato soprattutto
in seguito alla crisi petrolifera del 1973.
Un altro fattore che ha contribuito ad un utilizzo preponderante di
questa risorsa è il suo maggior rendimento, che è mediamente
superiore del 5-10% rispetto agli altri combustibili solidi e liquidi e, in
taluni casi, anche superiore, come ad esempio nelle centrali a ciclo
combinato, dove si riscontra un rendimento più alto del 40% rispetto
agli impianti tradizionali che utilizzano carbone o olio combustibile.
2
Fondamentali per la seconda e per la terza fase di sviluppo e
metanizzazione del paese sono state una politica tariffaria
incentivante per gli investimenti nella rete di distribuzione e una
2
Campodall’Orto S., “ I servizi di pubblica utilità in Italia”, Milano Fondazione
Rosselli, 1995, pag.99
Capitolo 1 Il mercato del gas
3
politica fiscale, che ha creato un regime di prelievo preferenziale per il
gas rispetto ai combustibili alternativi derivati dal petrolio.
Il gas naturale è preferito per una maggiore comodità d’uso per gli
impieghi civili, per minori problemi di manutenzione rispetto ad altri
combustibili ed anche perché non necessita di impianti esterni di
raffinazione e di deposito in quanto lo stoccaggio viene generalmente
effettuato in giacimenti sotterranei esausti. Il suo impiego è stato, in
considerazione del suo alto potere calorico specifico, quello di
combustibile energetico nei settori industriale, termoelettrico e civile.
Il peso di questi tre grandi settori di utilizzo è stato differente nel
corso degli anni, inizialmente il consumo industriale era
preponderante ma successivamente è diminuito a favore di quello
civile e soprattutto di quello termoelettrico.
A favorire la crescita del consumo di gas naturale per utilizzo civile
sono stati, come detto, alcuni provvedimenti di incentivazione
finanziaria delle opere di metanizzazione delle regioni meridionali del
paese. La progressiva metanizzazione è avvenuta presentando forti
squilibri tra le aree del Nord, dove era presente una maggiore
diffusione, dal Centro e, ancor più, dal Meridione, a causa di un clima
relativamente più mite e per la minor concentrazione industriale.
Capitolo 1 Il mercato del gas
4
L’introduzione nel passato della metodologia tariffaria CIP (Comitato
interministeriale Prezzi) ha favorito l’attività nelle aree a basso
consumo tramite un meccanismo di perequazione.
3
La continua evoluzione della domanda del gas è stata sorprendente,
in quanto a metà degli anni ottanta si pensava che si fosse ormai
raggiunta la fase della maturità e che difficilmente si sarebbero avuti
ancora ritmi di crescita così sostenuti.
4
Così non è stato perché a
compensare il rallentamento della domanda civile e industriale è
intervenuta la nuova tecnologia degli impianti a ciclo combinato per la
produzione di energia elettrica.
3
Aa. Vv. ,“Il sistema tariffario nel settore del gas”, Ciriec , Milano 1998, pag.110
4
Gobbo F. e Noce A., ”Il settore del gas naturale: tra monopolio e concorrenza”, in
la Concorrenza nei servizi di pubblica utilità, Il Mulino ,1988, pag.54
Capitolo 1 Il mercato del gas
5
Questa situazione ha fatto sì che le previsioni di lungo periodo
riguardanti la crescita del mercato del gas siano ottime e che la fase
di maturità del mercato del gas sia ancora lontana. La crescita record
dei consumi ha anzi sollecitato la ricerca di nuovi approvvigionamenti
in quanto i consumi di gas dovrebbero superare i 95 miliardi di metri
cubi nel 2010, 30 in più del 2000.
5
5
Giliberto J., “Energia e ambiente- La crescita record dei consumi acuisce i
problemi di approvvigionamento”, in Il-Sole-24-Ore, 12 settembre 2001
Capitolo 1 Il mercato del gas
6
1.2 La struttura dell’offerta
L’industria del gas può essere suddivisa in diverse fasi che insieme
prendono il nome di filiera del gas e che sono le seguenti:
a) l’approvvigionamento, scomponibile a sua volta in produzione
ed importazione;
b) il trasporto dorsale per mezzo della rete di gasdotti ad alta
pressione;
c) lo stoccaggio e il dispacciamento;
d) la distribuzione primaria ad utenze finali (industriali e
termoelettriche) ed intermedie (aziende di distribuzione);
e) la distribuzione secondaria alle utenze finali civili.
Capitolo 1 Il mercato del gas
7
1.2.1 La produzione nazionale
La fase delle produzione comprende più attività tra loro strettamente
collegate che sono la prospezione, la ricerca e la coltivazione del gas
naturale.
6
Ciascuna di queste attività svolta nel territorio nazionale, sia in mare
territoriale sia su piattaforma continentale, deve essere sottoposta ad
un articolato regime pubblicistico, nonché affidata alla responsabilità
del Ministero dell’Industria, che rilascia il permesso per la ricerca e
accorda la concessione per la coltivazione.
La fase dello sfruttamento è fortemente collegata a quella di ricerca,
senza cambiamento del titolare, in quanto la concessione di
coltivazione è attribuita al titolare del permesso di ricerca. Essa è
esclusiva e può essere assegnata in contitolarità a più soggetti
operanti sulla stessa area.
L’aspetto principale del quadro normativo di questa fase della filiera è
il regime di esclusiva legale affidato all’Eni dal 1953 nell’attività di
sfruttamento dei giacimenti situati in Val Padana e sul tratto di Mare
Adriatico prospiciente.
Tale monopolio è stato tradizionalmente sostenuto dalla necessità di
finanziare attraverso la rendita proveniente dal regime di monopolio
l’attività nel resto del paese.
La direttiva comunitaria n. 94/22 ha notevolmente contribuito a
modificare tale situazione prevedendo, all’articolo 7, l’abolizione,
entro il primo gennaio 1997, di tutte le disposizioni legislative,
regolamentari e amministrative che conferiscono ad un unico ente il
6
L’attività di prospezione consiste in rilievi geografici, geologici e geofisici, intesi ad
accertare la natura del sottosuolo e del sottofondo marino; l’attività di ricerca è
volta direttamente al rinvenimento del giacimento di idrocarburi e comporta una
serie di attività materiali per identificare e raggiungere il giacimento; l’attività di
coltivazione consiste nell’estrazione degli idrocarburi da un giacimento.
Capitolo 1 Il mercato del gas
8
diritto di ottenere autorizzazioni in un’area geografica specifica nel
territorio di uno Stato membro. Il successivo decreto legislativo n.
625/96 ha eliminato il monopolio legale attribuito all’Eni per la ricerca
e la coltivazione nella Pianura Padana e nel tratto di Mare Adriatico
antistante, salvo il diritto di tale impresa di ottenere l’attribuzione di
quelle concessioni a salvaguardia dei diritti maturati in regime di
esclusiva in ragione degli investimenti effettuati e dello sviluppo delle
attività in corso di realizzazione.
In tale fase della filiera un’effettiva introduzione della concorrenza è
strettamente legata al fatto che il Ministero dell’Industria non
riattribuisca all’Eni tutti i permessi di ricerca e le concessioni di
coltivazione nella zona precedentemente sottoposta a monopolio
legale in ragione dei diritti maturati in capo all’Eni.
La produzione di gas naturale, pur caratterizzata da economie di scala
e da forti costi d’investimento, può avvenire in un contesto
concorrenziale, come è dimostrato dall’esempio dei Paesi
anglosassoni dove la liberalizzazione è ben più sviluppata.
7
Nel 1997 il gas naturale di provenienza nazionale era prodotto per
circa il 90% da Agip, società che dal 1998 è stata incorporata dal
gruppo Eni, e per la restante parte de pochi operatori quali l’Edison
Gas e la British Gas Ri. Mi.
Questa posizione di quasi monopolio di Agip nell’attività di produzione
derivava dal fatto che Eni ha potuto sfruttare i giacimenti scoperti sul
territorio nazionale, in Pianura Padana e nel tratto di Mare Adriatico,
in regime di monopolio legale fino al 31 dicembre 1996.
Tutto il gas prodotto da Agip veniva venduto a Snam sulla base di un
rapporto infragruppo caratterizzato da un contratto di
somministrazione di lungo periodo. Vi era un’ulteriore barriera
relativa ai requisiti dei produttori nazionali di piccole dimensioni per
7
Infra, 2.2.
Capitolo 1 Il mercato del gas
9
poter ottenere il vettoriamento obbligato, come contemplato
dall’ordinamento italiano con la legge n. 9/91, unico caso per poter
accedere alla rete nazionale di trasporto del gas naturale.
Il gas naturale estratto da produttori privati che non fosse destinato
né all’autoconsumo né a rifornire l’Enel o le società elettriche
municipalizzate, non poteva accedere al vettoriamento sulla rete
nazionale di trasporto.
In questi pochi casi le condizioni e il corrispettivo per il servizio di
vettoriamento erano concordati tra le parti tenendo conto della
remunerazione degli investimenti, dei costi di esercizio, dei criteri in
uso sui mercati europei del gas e naturalmente dell’andamento del
mercato dell’energia.
In caso di mancato accordo tra le parti la legge prevedeva che fosse il
CIP a decidere il corrispettivo, una volta sentite le parti, ma con
l’entrata in vigore della legge n. 481/1995 le competenze in materia
tariffaria sono passate all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas.
8
Le condizioni comunque sono state regolate da un accordo
sottoscritto il 22 dicembre 1994 tra Snam, Assomineraria ed Unione
Petrolifera. In base a tale accordo Snam fungeva da acquirente unico
non solo del gas naturale estratto da produttori privati che non
potevano sfruttare il regime di vettoriamento obbligatorio, ma anche
di quelle quantità che eccedevano il gas che rientra negli utilizzi per i
quali è invece consentito il vettoriamento.
Questo accordo intervenuto tra Snam, Assomineraria ed Unione
Petrolifera è stato oggetto di un articolato provvedimento contenuto
nel Bollettino n. 8/1999 dell’Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato.
8
Aa. Vv. ,“Il sistema tariffario nel settore del gas”, Ciriec , Milano 1998, pag.93
Capitolo 1 Il mercato del gas
10
Tra gli abusi di posizione dominante riscontrati vi è quello riguardante
il rifiuto di Snam di rinegoziare l’accordo del 1994, relativamente al
prezzo del servizio di vettoriamento da esso determinato.
Questo rifiuto è stato interpretato come volontà da parte di Snam di
mantenere dei prezzi di accesso elevati per finalità strategiche, vale a
dire per arrivare fino a disincentivare l’ingresso di operatori attivi
nella fase upstream della produzione sul mercato della distribuzione
primaria. Per questo abuso di posizione dominante l’Antitrust ha
condannato per oltre tre miliardi di lire la società del Gruppo Eni con
provvedimento datato 25 gennaio 1999.
9
Il prezzo del servizio di vettoriamento si compone di una parte fissa e
di una parte variabile direttamente proporzionale alla distanza tra il
giacimento di estrazione del gas naturale ed il punto di consegna. Ora
in presenza di una collocazione dei campi di coltivazione di gas
naturale dei produttori privati quasi esclusivamente nell’area offshore
dell’Adriatico e dello Ionio, con una struttura del costo del
vettoriamento proporzionale alla distanza tra luogo di estrazione e
luogo di consegna, è chiaro che si viene a creare un forte disincentivo
per i produttori di gas a sfruttare le proprie riserve naturali il cui
consumo non sia sufficientemente vicino ai giacimenti di estrazione.
Indicativo è il caso della società Centro Energia, attiva nel settore
della cogenerazione elettrica e integrata a monte nell’upstream
attraverso la titolarità della concessione per lo sfruttamento di in
giacimento di gas in Adriatico, la quale piuttosto che sviluppare in
proprio il giacimento e usufruire del vettoriamento obbligatorio alle
condizioni allora vigenti ha ritenuto più conveniente cedere l’intero
titolo minerario all’Agip.
9
Rendina F., “L’anititrust condanna Snam”, in Il-Sole-24-Ore, 10 marzo 1999