8
INTRODUZIONE
Questa tesi parla di sostenibilità e ha come obiettivo principale quello di studiare la sostenibilità in
campo sportivo italiano, soprattutto nei massimi sistemi dell’organizzazione sportiva quali le
Federazione Sportive Nazionali e in particolare l’organizzazione di grandi eventi sportivi, come ad
esempio quelli che si svolgono nel Parco del Foro Italico a Roma, per riuscire a trovare il modo di
rendere le linee guida proposte da ISO 20121 principi guida nella pratica. L’obiettivo di questa tesi
è quindi contribuire a fare in modo che la normativa sia il più possibile conosciuta e utilizzata. Nel
primo capitolo, partendo dall’epistemologia della materia “Sostenibilità”, viene affrontato un
viaggio attraverso quelle che risultano essere le normative internazionali volontaristiche che
permettono di intraprendere il percorso di sostenibilità da parte di un’organizzazione. Si parla
quindi della “Grande Madre” ISO 26000 (Linee Guida per la Responsabilità Sociale delle
Organizzazioni), prendendo spunto dalle lezioni della Prof.ssa Buscarini e i collegamenti che sono
stati fatti con la normativa ISO 20121 “Sistemi di gestione sostenibile degli eventi”. L’ultima norma
citata, ISO 20121, è progettata per indirizzare il miglioramento della gestione attraverso l’intero
ciclo di gestione dell’evento secondo i principi sostenibili, permette dunque di avviare un percorso
di avvicinamento alla sostenibilità per le Federazioni Sportive Nazionali secondo un progetto di
ricerca coordinato dalla Prof.ssa Buscarini all’interno del laboratorio di Economia e Management
dell’Università del Foro Italico presentato al WASM (World Association for Sport Management)
nel mese di giugno 2017. È proprio la normativa ISO 20121 la principale protagonista di questa tesi,
proprio perché, il progetto di ricerca del laboratorio di Economia e Management menzionato poco
fa, ha dato modo di osservare dall’interno alcuni grandi eventi sportivi, vedendo nella realtà quanto
questa non sia molto conosciuta e di conseguenza nemmeno messa in pratica. Il desiderio è quindi
quello di trovare il modo per comunicare e comprendere, insieme alle organizzazioni dello sport
italiano, come attivare il processo per il proprio sviluppo sostenibile partendo da ciò che riguarda
tradurre in pratica ciò che la norma ISO 20121 dice per l’organizzazione degli eventi sportivi.
Il viaggio continua nel secondo capitolo affrontando lo strumento per eccellenza per il management
che permette di comunicare e stabilire relazioni e attivare le persone e i processi di sviluppo: lo
Standard AA1000, quale manuale per il professionista dello stakeholder engagement
(Accountability, Standards AA1000 Vol.1 e Vol.2, 2005 e AA1000SES, 2015), ciò che collega la
conoscenza delle normative di sostenibilità alla pratica reale del mondo organizzativo è la capacità
di Leadership, che esige nuove competenze per il manager del futuro, la leadership orizzontale
secondo ciò che dice E. Rizziato ricercatrice del CNR (E. Rizziato, 2010, 2014, 2016). Nel secondo
capitolo viene quindi affrontato un lavoro di ricerca per ciò che riguarda le teorie di Leadership
9
maggiormente presenti nel panorama italiano e mondiale citando autori come O. Scharmer con
Theory-U (2013), F. Fioretto con progetto C.A.S.E (2016) e altri autori che parlano dell’importanza
dell’ascolto attivo e della relazione positiva per la leadership quali D.A Kolb, J.P Kotter, P.F
Drucker, B.C.J. Lievegoed nonché Adriano Olivetti, Hollander, Graen e Uhl-Bien. La Leadership
scelta e analizzata nel dettaglio in questo testo è la Leadership Orizzontale (E. Rizziato, 2016;
Bekman, 2010), ovvero la leadership capace di muoversi nella complessità. Saper gestire la
complessità significa saper fare ricerca-azione e quindi agire rimanendo in ascolto, sospendendo il
giudizio, mettendo in discussione le proprie certezze per vedere che cosa la realtà vivente può
creare, soprattutto osservare chi, cosa e come guida i processi che avvengono all’interno di
un’organizzazione. La principale competenza è proprio quella di attivare processi di sviluppo,
muoversi passo dopo passo, rimanendo nel flusso dei processi reali e concreti. Si tratta quindi di una
evoluzione dal problem solving al process development. Sempre grazie al prezioso apporto della
Prof.ssa Buscarini e alle attività del da lei coordinate del laboratorio di Economia e Management
dell’Università del Foro Italico, è stato possibile, nei mesi di aprile, maggio e giugno 2017, seguire
un seminario con Erica Rizziato di CNR-IRCRES IMO Italia chiamato Progetto Rete ELSE (Etica
Lavoro Sviluppo Economia) volto a imparare a conoscere ed allenare le nuove competenze di
Leadership per il manager del futuro. Nel terzo capitolo viene approfondito il percorso intrapreso
con E. Rizziato, riportando il materiale da supporto per la ricerca ed alcuni esercizi svolti in aula per
l’implementazione delle competenze richieste dalla leadership orizzontale. Il seminario si basa sulla
ricerca-azione, ovvero una metodologia di ricerca che permette immediatamente di calarsi nella
realtà per poi soffermarsi, grazie alla riflessione, sui passi svolti, per comprendere lo sviluppo e il
passo successivo da svolgere, in modo tale da costruire gradualmente e con la partecipazione di chi
fa parte dell’organizzazione il processo di sviluppo. La difficoltà maggiore che emerge nel fare
ricerca-azione, quindi attivare processi di sviluppo e non dare soluzioni pronte è proprio quella di
astenersi dal giudizio e dalla soluzione immediata a portata di mano, la soluzione deve nascere da
dentro l’organizzazione, attivando il giusto processo di sviluppo. Per meglio comprendere questo
concetto, sempre nel terzo capitolo, traendo spunto da ciò che scrive F. Novara in “Etica dello
sviluppo organizzativo e senso del lavoro” di E. Rizziato (2010), viene fatto un parallelismo tra la
ricerca tradizionale che dopo un’attenta analisi dei risultati propone una soluzione e la ricerca-
azione che va appunto alla ricerca del prossimo passo possibile, del coinvolgimento di tutti gli attori
che potrebbero dare un contributo per lo sviluppo dell’organizzazione. Infine, nel quarto capitolo,
vengono riportati i primi passi svolti per la ricerca-azione negli eventi sportivi, sviluppata
all’interno della linea di ricerca promossa dal Laboratorio di Economia e Management (LEM)
sull’organizzazione degli eventi sostenibili secondo la ISO 20121, che ha l’obiettivo di
10
comprendere come rendere la normativa ISO 20121 un principio guida nella pratica. Viene quindi
descritto nel dettaglio il passo di osservazione, secondo la prima fase della ricerca-azione di
orientamento e coinvolgimento, dell’evento Internazionali di nuoto Settecolli 2017. Tali
osservazioni hanno portato all’evoluzione della domanda di sviluppo di partenza che ha suggerito il
prossimo passo possibile, concreto da svolgere, che verrà anch’esso documentato in tesi per l’avvio
della seconda fase della ricerca-azione, quella di coinvolgimento e sperimentazione, nella quale si
cerca di identificare i possibili attori da coinvolgere per mettere in piedi il processo di
sperimentazione per rendere concreta la domanda di sviluppo, non più solo una domanda ma un
processo reale e concreto. La tesi non rappresenta quindi l’esatta conclusione di un progetto di
ricerca, ma lascia aperta la necessità di trovare un ulteriore prossimo passo possibile per rendere
concreto lo sviluppo sostenibile per l’organizzazione di eventi sportivi secondo la normativa ISO
20121.
12
CAPITOLO I
SOSTENIBILITÀ COME PRINCIPIO GUIDA,
NON COME STRUMENTO
1.1 Epistemologia della Sostenibilità
Per introdurre lo studio della materia “Sostenibilità” ecco un breve prologo composto da
affermazioni di illustri personaggi del panorama globale riguardo l’argomento in questione:
“L’Economia ecologica è un tentativo di superare le frontiere delle discipline tradizionali per
sviluppare una conoscenza integrata dei legami tra sistemi ecologici ed economici. Un obiettivo
chiave in questa ricerca è quello di sviluppare modelli sostenibili di sviluppo economico, distinti
dalla crescita economica che non è sostenibile in un pianeta finito. Un aspetto chiave nel mettere a
punto modelli sostenibili di sviluppo è il ruolo dei vincoli: vincoli termodinamici, limiti biofisici,
limiti di risorse naturali, limiti all’assorbimento dell’inquinamento, limiti demografici, vincoli
imposti dalla carrying capacity del pianeta e, soprattutto, limiti della nostra conoscenza rispetto a
ciò che questi limiti sono e a come influenzano il sistema”. (Robert Costanza, 2011).
“L’economia di mercato e l’economia a pianificazione centralizzata hanno ambedue fallito nel
risolvere i problemi ambientali. Anche se le conseguenze del fallimento sono state più gravi all’Est,
è difficile capire le dichiarazioni di fede per cui il libero mercato risolverebbe in modo automatico
tutti i problemi, proprio perché sono evidenti la distruzione delle risorse naturali e la produzione di
sostanze tossiche che la moderna società industriale ha determinato. La diversità degli ecosistemi e
delle culture umane può essere gestita in maniera “sostenibile” solo considerando le capacità e i
limiti dell’ambiente nei confronti delle attività economiche. È un problema di interdipendenze”.
(Ann-Mari Jansson, 2011).
“Chi oggi, in un dibattito economico, mette tra parentesi la questione sociale, come ad esempio la
questione della divisione del lavoro e dei redditi; o mette tra parentesi la questione ecologica,
dunque la domanda relativa al rapporto tra crescita reale e distruzione ecologica, non ha, secondo la
13
nostra concezione, alcuna competenza economica, poiché la competenza economica comprende
competenza sociale e competenza ecologica”. (Oskar Lafontaine, 2011).
“È meglio una società in sviluppo sulla base di energie rinnovabili, che una società in crescita
sulla base del saccheggio e dell’inquinamento. Insomma, una società veramente post-industriale. Se
gli uomini non sapranno trovare i modi per dare questa risposta alla grande sfida del controllo
dell’interdipendenza tra economia ed ecologia, temo che un giorno i loro figli si troveranno di colpo
in una società pre-agricola”. (Giorgio Ruffolo, 2011).
“Nell’economia di una nazione c’è una legge di validità generale: non bisogna consumare in
ciascun
periodo più di quanto è stato prodotto nello stesso periodo. Perciò dovremmo consumare tanto
combustibile quanto è possibile riprodurne attraverso la crescita degli alberi”. (Rudolph Clausius,
2011).
“ll punto fondamentale di novità scientifica, emerso dalla Conferenza mondiale di Stoccolma sullo
sviluppo sostenibile (1992), consiste nella constatazione che il sistema in cui viviamo, il pianeta
Terra, è un sistema finito e, in quanto tale, presenta dei vincoli: vincoli di territorio, vincoli di
assorbimento dei rifiuti e degli inquinanti, vincoli relativi ai grandi cicli della vita (aria, acqua,
ossigeno, ecc.), vincoli che limitano l’aumento indiscriminato della popolazione e della produzione.
La realtà fisica è quindi soggetta a constraints, vincoli appunto, che possono determinare dei limiti.
Un esempio solamente: se la popolazione aumenta ha bisogno di più cibo, per avere più cibo è
necessario o produrre di più per ettaro, ma questo comporta impoverimento dei suoli, erosione,
inquinamento delle falde ed eutrofizzazione dei mari, o deforestare per ottenere altri campi da
coltivare, ma questo comporta perdita di biodiversità, alterazione degli equilibri dei cicli vitali del
carbonio e dell’ossigeno (effetto serra), cambiamenti di clima che si ripercuotono sull’agricoltura e
così via. Si arriva così al concetto di sostenibilità, intesa come l’insieme di relazioni tra le attività
umane (e la loro dinamica) e la biosfera (con le sue dinamiche, generalmente più lente). Queste
relazioni devono essere tali da permettere alla vita umana di continuare, agli individui di soddisfare
i loro bisogni e alle diverse culture di svilupparsi, ma in modo tale che le variazioni apportate alla
natura dalle attività antropiche stiano entro certi limiti così da non distruggere il contesto biofisico
globale. Le nuove teorie dello sviluppo sostenibile e dell’Ecological Economic ci pongono davanti
un nuovo paradigma: non più un’economia basata su due parametri, il lavoro e il capitale, ma
un’economia ecologica che riconosce l’esistenza di tre parametri, il lavoro, il capitale naturale e il
14
capitale prodotto dall’uomo. Intendendo per capitale naturale l’insieme dei sistemi naturali (mari,
fiumi, laghi, foreste, flora, fauna, territorio), ma anche i prodotti agricoli, della pesca, della caccia e
della raccolta e il patrimonio artistico-culturale presente nel territorio, si vede come sia
fondamentale oggi investire in questa direzione”. (Enzo Tiezzi, 2011).
“Per la gestione delle risorse rinnovabili ci sono due ovvi principi di sviluppo sostenibile. Il primo è
che la velocità del prelievo dovrebbe essere pari alla velocità di rigenerazione (rendimento
sostenibile). Il secondo, che la velocità di produzione dei rifiuti dovrebbe essere uguale alle capacità
naturali di assorbimento da parte degli ecosistemi in cui i rifiuti vengono emessi. Le capacità di
rigenerazione e di assorbimento debbono essere trattate come capitale naturale, e il fallimento nel
mantenere queste capacità deve essere considerato come consumo del capitale e perciò non
sostenibile” (Daly, 2011).
1.2 Asse temporale dello Sviluppo Sostenibile per lo Sport
Questo paragrafo ha il compito di introdurre il lettore nell’iter storico che i valori della sostenibilità
hanno seguito in campo sportivo, secondo quelli che risultano essere i momenti e gli accadimenti
salienti, al fine di introdurre il viaggio attraverso le normative di sostenibilità di riferimento per
intraprendere il percorso di sostenibilità di un’organizzazione sportiva e capire sempre meglio a che
punto del processo globale di sviluppo sostenibile si colloca questo lavoro.
1908: Carta Olimpica Pubblicata per la prima volta con il titolo Annuaire du Comité International
Olympique "Annuario del Comitato Olimpico Internazionale", ispirandosi ad alcune regole scritte
da Pierre de Coubertin nel 1899. Nel corso degli anni ha assunto varie denominazioni, giungendo a
quella odierna di "Carta Olimpica" nel 1978. Anche le regole hanno subito col tempo diverse
modifiche; l'ultima revisione della carta risale al 2 agosto 2015;
1978: UNESCO Carta Internazionale per l’Educazione Fisica e per lo Sport. La presente Carta
Internazionale, composta da dieci articoli, ha lo scopo di porre lo sviluppo dell'educazione fisica e
dello sport al servizio del progresso umano, di favorire il loro sviluppo ed esortare i governi, le
organizzazioni non governative competenti, gli educatori, le famiglie e gli individui stessi ad
ispirarvisi, a diffonderla ed a metterla in pratica;
15
1992: Conferenza di Rio de Janeiro su Ambiente e Sviluppo (Summit sulla Terra) emanato il
principio dello sviluppo sostenibile dello sport e redazione del programma Agenda 21 è un ampio e
articolato “programma di azione” che costituisce una sorta di manuale per lo sviluppo sostenibile
del pianeta;
Maggio 1992, Rodi: Carta Europea dello Sport o Codice Europeo di Etica Sportiva articolo 10
“Lo Sport e il Principio dello Sviluppo Sostenibile”;
1992: UNESCO - Carta di Ginevra dei diritti del ragazzo nello Sport; al punto 3. Diritto di
beneficiare di un ambiente sano: oggi, nello sport di competizione, la lotta al doping e la
promozione del fair play sono obiettivi comuni alla grande maggioranza delle federazioni sportive;
1994: nel corso del Congresso Olimpico del Centenario, che si è svolto a Parigi, il Comitato
Olimpico Internazionale ha riconosciuto l’importanza dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile
come terza sfera dell’olimpismo, insieme a sport e cultura;
1995: nascita della Comissione per lo Sport e l’Ambiente al fine di delineare i principi secondo i
quali lo sport e le sue manifestazioni non avrebbero più danneggiato l’ambiente naturale.
Collaborazione tra Cio e Unep (United Nation Environment Programme - il Programma delle
Nazioni Unite per l’Ambiente);
1996: il rispetto dell’ambiente entra nella Carta Olimpica del CIO;
1999: il CIO redige la sua Agenda 21 prendendo spunto dal documento del ’92 con l’obiettivo di
sensibilizzare il Movimento Olimpico. In tale documento viene dato particolare rilevo all’ambiente
naturale, facendo in modo che le linee guida scritte venissero applicate agli eventi olimpici e
ribadite anche nei principi contenuti nell’ “Olympic Agenda 2020”. Il Coni, come tutte i comitati
olimpici nazionali, ha fatto sue queste linee guida. Nasce quindi il CODICE VERDE, una serie di
norme di comportamento volte alla difesa dell’ambiente, indirizzate non solo agli sportivi, ma
anche alle organizzazioni sportive e agli spettatori;
2007: Libro Bianco sullo Sport (Dal Libro Bianco dello Sport presentato a Bruxelles (CE, 2007),
si legge: “Le attività, gli impianti e le manifestazioni sportive hanno un impatto significativo
sull’ambiente. È importante promuovere una gestione ecologicamente razionale, che risulti
adeguata fra l’altro a gestire gli appalti verdi, le emissioni di gas a effetto serra, l’efficienza
energetica, l’eliminazione dei rifiuti e il trattamento delle acque e dei suoli. Le organizzazioni
sportive e gli iniziatori di eventi sportivi in Europa dovrebbero adottare obiettivi ambientali atti a
rendere ecologicamente sostenibili le rispettive attività”;