5
poco o nulla ha in comune con i moderni personal computer, non
fosse altro per il grande cambiamento avutosi con il passaggio, negli
anni sessanta, dalle valvole elettroniche ai transistor e poi ai circuiti
integrati, innovazione che ha consentito di rendere i computer sempre
più piccoli, meno costosi e più potenti.
1
Le conseguenze di tale sviluppo “anomalo” sono davanti ai nostri
occhi: il significato che assume l’informatica nella società attuale è
cambiato radicalmente. Da strumento idoneo ad agevolare lo
svolgimento di compiti ripetitivi aventi carattere essenzialmente
operativo e burocratico, a insostituibile componente basilare della
nostra società, presente nei prodotti e nei servizi e in grado di influire
sul cambiamento della società stessa, ciò anche grazie all’avvenuta
confluenza tecnologica con il contiguo settore della comunicazione.
2
1
Nei primi anni sessanta Gordon Moore (cofondatore e presidente INTEL) individuò una
stretta relazione tra la potenza e la capacità dei circuiti integrati. Infatti, secondo quella
che poi venne definita come Legge di Moore, il rapporto tra le performance di un
computer ed il suo costo raddoppiano ogni 18 mesi. La diretta conseguenza è che il
prezzo virtualmente si sta azzerando (Paolo Soru, La sicurezza come presupposto dei
servizi telematici, ne Il commercio elettronico a cura di Scott Murtula Stecco, Torino
ISEDI 1999, pag. 205).
2
Oggi l’idea di Personal computer non sembra così strana, ma negli anni sessanta e
settanta i PC non si svilupparono naturalmente dalle tendenze principali dell’informatica
o dell’industria informatica; piuttosto essi furono deliberatamente creati da una comunità
di indipendenti che combatterono la tendenza dell’opinione ortodossa per creare il tipo di
tecnologia che avevano in mente. Il loro scopo era poter utilizzare amplificatori
intellettuali: nel 1950 Douglas C.Engelbart, un ingegnere della NASA, fu il primo a
credere che un giorno sarebbe stato possibile usare i computer per qualcosa di più utile
del macinare calcoli scientifici, eppure per dieci anni non riuscì a trovare qualcuno che lo
ascoltasse. L’idea dominante era che, col passare degli anni, ci sarebbero stati computer
sempre più potenti e complicati, e che le loro principali applicazioni sarebbero rimaste in
campo scientifico e militare. Engelbart, viceversa, riteneva che se fosse stato possibile
utilizzare la potenza dei computer per eseguire la parte ripetitiva dell’attività intellettuale
e per comunicare le idee, la gente avrebbe potuto potenziare la propria capacità di
eseguire la parte più difficile del lavoro intellettuale e di risolvere i problemi in maniera
collaborativa. Creare un’interfaccia uomo-macchina, adattare tale interfaccia ai bisogni
dell’uomo e non alle esigenze della tecnologia, pensare ad un singolo computer per una
singola persona, erano le intuizioni rivoluzionarie che guidarono Engelbart e i suoi
collaboratori e li spinsero, ad esempio, ad adattare la neonata tecnologia dei televisori
6
Elaborazione e comunicazione col tempo sono andate unificandosi, le
informazioni possono essere trasmesse per via elettronica e al tempo
stesso manipolate da dispositivi logici e trasformate; di conseguenza
le barriere poste dalla distanza cadono e l’organizzazione spaziale
dell’attività umana subisce cambiamenti sempre più profondi.
Ci troviamo dunque di fronte a uno scenario dove il progresso
scientifico e tecnologico, oltre ad aver reso possibile la costituzione di
settori industriali totalmente nuovi – si pensi appunto ai settori
dell’informatica e dell’elettronica – sta modificando radicalmente
struttura e attività dei settori esistenti, consentendo di elaborare,
conservare e distribuire le informazioni in modo sempre più rapido e
nel contempo sempre meno costoso, e ponendo pertanto le basi per
un’autentica rivoluzione dell’informazione.
È in questo contesto che si delinea l’affermazione e la diffusione della
rete Internet.
3
Con tale termine viene denominata una rete mondiale
che collega reti di computer mediante un linguaggio comune costituito
dal protocollo di trasmissione TCP/IP.
4
Le sue origini risalgono alla fine degli anni sessanta, grazie agli studi
dell’ARPA (Advanced Research Project Agency) finanziati dal
Ministero della difesa degli Stati Uniti, interessato a realizzare un
all’informatica: oggi appare normale ma nel 1950 nessuno pensava che i computer
avrebbero dovuto o potuto mostrare le informazioni su uno schermo anziché emetterle su
tabulati, oppure che l’utilizzo di un elaboratore sarebbe stato possibile anche per qualcuno
che non fosse un programmatore o un ingegnere elettronico. Grazie ai progressi della
miniaturizzazione elettronica, negli anni settanta sarebbe diventato economico dedicare
un intero computer ad un solo individuo. (Howard Rheingold, La realtà virtuale, Bologna
Baskerville 1993, pag. 93).
3
Con il termine di rete si indica un’infrastruttura di telecomunicazione che collega fra
loro computer ed elaboratori.
4
Trasmission control protocol/Internet protocol. Sigla con cui viene indicato l’insieme
dei protocolli applicativi e di trasporto che lavorano sul protocollo Internet.
7
flessibile strumento di comunicazione adatto a garantire il
collegamento tra strutture militari anche nel caso in cui uno o più dei
computer collegati venisse danneggiato o distrutto. Nell’arco di un
ventennio il sistema, chiamato ARPAnet, si sviluppò a livello
internazionale, restando tuttavia accessibile solo a operatori in grado
di usare i linguaggi necessari per realizzare i collegamenti ai computer
collegati. Fu solo al termine degli anni ottanta che con l’invenzione
del World Wide Web
5
, ossia un nuovo sistema uniforme di accesso alle
informazioni e di condivisione delle risorse, la rete di reti perse la
originale connotazione di strumento elitario di comunicazione
utilizzato dalle autorità militari e dalle più avanzate comunità
scientifiche del mondo per divenire strumento a disposizione dei
consumatori. L’aggregazione spontanea, nel corso degli anni, di
banche dati in tutto il mondo, collegate tra loro attraverso reti di reti
utilizzanti un protocollo di comunicazione uniforme (Internet
Protocol),
6
ha dato luogo al ben noto fenomeno denominato Internet.
A partire dai primi anni novanta lo sviluppo della popolarità e della
diffusione della rete è stato semplicemente impressionante.
Grazie al Web, un sistema che per il reperimento e la diffusione delle
informazioni utilizza la sistemazione ipertestuale dei dati –
permettendo così il raggiungimento dell’informazione desiderata
5
L’invenzione del World Wide Web, letteralmente “Ragnatela grande come il mondo”, si
deve ad uno scienziato del CERN (Centre Europèen pour la Recherche Nuclèaire) di
Ginevra, l’inglese Tim Berners-Lee, che la realizzò nel 1989 (Walter Giorgio Scott, Il
commercio elettronico: un nuovo scenario competitivo, ne Il commercio elettronico a
cura di Scott Murtula Stecco, Torino ISEDI 1999, pag 8).
6
Come si è visto l’Internet protocol viene spesso abbreviato in IP; in base ad esso i dati
vengono prima frammentati in “pacchetti” che vengono ricomposti una volta giunti a
destinazione. Il pacchetto è un’unità di dati, formata da bit, che vengono inviati attraverso
una rete senza rispettare un particolare ordine (Tutto internet no problem, a cura di
Giorgio Sitta e Maria Lobello, Milano McGraw Hill 1999, pag. 18).
8
procedendo attraverso una serie di collegamenti (link)
7
– la rete ha
conosciuto una rapida espansione, diventando familiare a milioni di
utenti. La connessione “domestica” attraverso apparecchi denominati
Modem
8
e la “navigazione” tramite appositi programmi chiamati
Browser
9
ne hanno segnato la definitiva consacrazione. Utilizzata non
più solo da una cerchia ristretta di ricercatori e accademici, nel 1998
Internet contava più di settanta milioni di utenti, anche grazie alla
progressiva semplificazione operata sui software di Rete.
10
La fortuna della rete, ma più in generale dei nuovi Network
multimediali, è dovuta alla diffusione e decentralizzazione degli
accessi, sia per pubblicare sia per trovare informazioni, e alla facilità
di comunicazione interpersonale a distanza.
Tali fattori rendono la rete un sistema di comunicazione globale di
massa di enorme potenza, che permette non solo l’acquisizione di dati,
testi, immagini e suoni con lo stesso apparecchio di accesso alla
comunicazione, ma anche la combinazione di molteplici forme di
comunicazione digitale ad alta velocità, dalle linee telefoniche
7
In inglese, letteralmente “anello, legame”: un link solitamente presenta un aspetto o una
veste grafica diversa dal normale testo, in quanto è sottolineato.
8
Modulatore/DEModulatore, dispositivo elettronico che converte i segnali binari
(digitali) del computer in segnali audio (analogici) in modo che possano essere inviati su
normali linee telefoniche e ricevuti da un altro modem che convertirà il suono in segnale
binario.
9
Dall’inglese To Browse: “Sfogliare”. Si tratta di un programma di interfaccia grafica per
la navigazione in rete che permette di scorrere le pagine Web. I Browser più diffusi sono
Internet Explorer della Microsoft e Netscape Navigator di America onLine.
10
Software è un termine inglese con cui si identificano quei prodotti realizzati per
funzionare su un personal computer. Possono essere di vario tipo: di rete, sistemi
operativi (che gestiscono la macchina, consentendo il funzionamento dei programmi
applicativi), applicativi, videogiochi etc. Un software di rete è un programma che
implementa le funzioni di rete di alto livello che gli utenti finali utilizzano per il loro
lavoro. Sovente nei personal computer moderni il software di rete è fuso con il sistema
operativo (ad esempio Windows’98).
9
tradizionali e GSM
11
, alle reti radiotelevisive e satellitari, alle reti di
computer. È in questa prospettiva che la Rete è stata efficacemente
definita come l’autostrada dell’informazione, capace di evolversi
quotidianamente grazie alla sua architettura flessibile e aperta al
collegamento di nuovi nodi e sottoreti, e come tale in grado di attirare
l’interesse di un numero crescente di fruitori.
12
Tra essi si collocano gli operatori di business. Occorre infatti
evidenziare il progressivo utilizzo delle reti telematiche per finalità
non più di mero scambio, senza finalità di lucro e a titolo di cortesia,
di informazioni e conoscenze tra istituzioni, centri di cultura e ricerca
e semplici appassionati, bensì come nuovo strumento di esercizio di
attività commerciali consistenti nello scambio di beni materiali o
immateriali e servizi a titolo oneroso.
L’impiego delle tecnologie dell’informazione nei processi di scambio
in realtà è noto fin dai primi anni settanta quando furono sviluppate le
prime applicazioni dell’EDI (Electronic Data interchange), un sistema
per il trattamento degli ordini d’acquisto e della fatturazione nei
rapporti tra imprese
13
, seguite poi dalla diffusione dei sistemi di EFT
(Electronic Funds Transfer), di banca telefonica e così via.
11
Global System for Mobile Communications: È un insieme di standard utilizzati
principalmente in Europa per le comunicazioni cellulari.
12
Emilio Tosi, La conclusione di contratti on line, ne I problemi giuridici di internet a
cura di Emilio Tosi, Milano Giuffrè 1999, pag 9.
13
Più precisamente la sigla EDI non vuole ricomprendere tutte le numerose forme di
comunicazione tra elaboratori in rete, ma ne identifica soltanto una parte: cioè lo scambio
di messaggi elettronici strutturati in una forma standard da computer a computer,
effettuata attraverso il collegamento tra le banche dati degli elaboratori in una rete di
telecomunicazione privata o pubblica, senza la necessità dell’intervento umano per
l’esecuzione delle singole operazioni di trasmissione se non in forma meramente
integrativa. Generalmente si tratta di documenti elettronici a scopo commerciale, ordini,
fatture, bolle di accompagnamento delle merci, avvisi di spedizione, ecc., la cui
standardizzazione rende minime le problematiche della sicurezza in merito al contenuto
del documento elettronico: se il messaggio relativo alla voce “fattura” è predeterminato,
10
La differenza tra questi sistemi e la rete Internet è fondamentalmente
una: i primi riguardano reti “chiuse”, il cui accesso è ristretto ai
soggetti accreditati (imprenditori e società commerciali), la seconda
riguarda reti “aperte”, accessibili perciò anche da semplici
consumatori. Le conseguenze di ciò sono facilmente immaginabili: la
diffusione, il tasso di sviluppo e la facilità di accesso a Internet hanno
aperto immense prospettive di mercato per le imprese grandi e
piccole. L’impiego della rete per applicazioni commerciali ha
conosciuto uno sviluppo senza precedenti, rendendo così il Web un
fattore fondamentale di trasformazione della società contemporanea e
un nuovo canale commerciale fra imprese e mercati.
Il cosiddetto Commercio Elettronico ne è l’applicazione più
emblematica.
La possibilità non solo di diffondere informazioni su imprese e
organizzazioni, sulle loro attività e sui loro prodotti e servizi mediante
le reti, di scambiare messaggi di posta elettronica (E-mail)
14
o dati
infatti, per convenzione delle parti, in tutti gli elementi che lo compongono, resta ben
poco da definire in relazione al particolare cliente cui essa viene spedita e all’ammontare
della fattura stessa. Prima di raggiungere una forma standard comunemente accettata per
lo scambio di messaggi strutturati via rete si è assistito ad un progressivo ampliamento
della comunicazione in forma prestrutturata tra settori aziendali: inizialmente la
comunicazione standard a fini commerciali fu ristretta a particolari ambiti, come
particolari settori di aziende (si ricordi il progetto ODETTE, Organization for Data
Exchange Teletransmission, nato nel 1984 per l’industria autoveicolistica, EDIFICE nel
campo dell’elettronica e CEFIC nel campo della chimica, nati entrambi nel 1986), per poi
essere adottato in particolari aree geografiche, ed essere infine standardizzato a livello
internazionale, nella forma che oggi conosciamo come EDI, la quale nasce nel 1987 con
il nome di EDIFACT, e di cui ben presto la UN/ECE (United Nations Economic
Commission for Europe), la commissione regionale europea dell’ONU, raccomandò l’uso
come sintassi universale alle altre commissioni regionali ONU (Appunti di diritto
commerciale, Università di Verona, in http://univelex.unive.it/diritto-commerciale).
14
L’E-mail è un messaggio trasmesso da un utente di computer ad un altro attraverso una
rete di computer connessi direttamente o tramite modem su linea telefonica. Per inviare e
ricevere E-mail è necessario disporre di un indirizzo di posta elettronica, ad esempio
[email protected]. Attraverso la posta elettronica è possibile inviare messaggi di testo e anche,
11
elettronici (EDI), ma anche e soprattutto di effettuare autentiche
transazioni commerciali, caratterizza dunque la rete come un elemento
capace di apportare sensibili cambiamenti in termini di efficienza
economica (costi più bassi), e celerità del processo di scambio
(relazioni più rapide).
Ma accanto ai miglioramenti e alle innovazioni, l’affermazione delle
reti di trasmissione nei processi di scambio o più in generale nel
campo delle transazioni commerciali pone alcune questioni non
eludibili, quali sono ad esempio quelle sull’identificazione dei
contraenti, sul diritto applicabile, sulla tutela dei consumatori, sulla
sicurezza dei sistemi di pagamento, sulla cosiddetta firma digitale e
sul documento elettronico. Questioni che il giurista si trova ora ad
affrontare, conscio che l’innovazione epocale di cui Internet è
attualmente protagonista non costituisce solo un interessante oggetto
di cronaca e di studio del fenomeno dal punto di vista
socioeconomico.
utilizzando le opportune applicazioni, ogni altro tipo di file. Il simbolo @ ,detto anche
“chiocciolina” in ragione della sua forma, si chiama in realtà “at”, che significa “presso”.
12
1 – LE OPPORTUNITÀ DI CARATTERE TECNICO
1.1 Una panoramica sui cambiamenti
Abbiamo visto che la diffusione della comunicazione elettronica o
digitale, ha generato una serie d’effetti tali da poterci indurre a parlare
di un’autentica “rivoluzione dell’informazione”. Nella realtà che si è
andata così creando, si sono delineati alcuni importanti cambiamenti il
cui impatto si è esteso a tutti i campi dell’attività umana.
In questa sede considereremo il campo delle attività economiche e di
mercato anche e soprattutto perché il campo in questione sta
assumendo il ruolo e le caratteristiche di “laboratorio” in cui vengono
sperimentate le nuove tecnologie dell’informazione e della
comunicazione. Queste stanno infatti influenzando profondamente
ogni aspetto dell’attività di business a livello mondiale. Ma qual è il
significato essenziale di tale cambiamento? La rivoluzione
dell’informazione avviata dalle nuove tecnologie può essere oggi
considerata come un ulteriore capitolo di quel processo evolutivo che,
iniziato con la rivoluzione industriale, mira alla mobilitazione delle
risorse necessarie per il soddisfacimento dei bisogni umani in perenne
trasformazione. Tale mobilitazione può essere tanto più efficace
quanto maggiore è il numero di coloro che possono scambiare
comunicazioni ed effettuare transazioni in una sorta di “grande
mercato globale”. Di qui l’importanza che sta assumendo la rete come
nuovo supporto per le imprese e i mercati.
Mentre dunque l’impresa espressa dalla rivoluzione industriale era
fondata sulla produzione di massa e sullo sviluppo delle strutture di
trasporto e logistiche, quella che sta emergendo dalla rivoluzione in
13
atto fonda la propria ragion d’essere sulla capacità di coordinare fra di
loro, attraverso le tecnologie dell’informazione, i vari fattori produttivi
interni ed esterni in funzione del mercato. È infatti il mercato, inteso
come manifestazione della domanda dell’universo dei consumatori, il
grande protagonista degli scenari che si stanno configurando.
15
L’impiego dell’Information Technology nei processi di scambio, come
abbiamo avuto modo di vedere, non costituisce certo una novità.
Le tecnologie dell’informazione hanno infatti iniziato a trasformare le
relazioni imprese-mercati sin dagli ultimi anni sessanta quando, già
anteriormente alla diffusione di massa della rete Internet, era
sviluppato un sistema di scambio elettronico di dichiarazioni negoziali
e non, in settori economici specifici; si pensi ad esempio alle reti
interbancarie cui erano collegate selezionate aziende di rilievo
economico nazionale ed internazionale, oppure si rammenti il già
citato sistema EDI, l’ormai consolidata tecnologia mediante la quale
nei rapporti tra imprese venivano trattati gli ordini d’acquisto, la
fatturazione, i bollettini di consegna e altri documenti di routine.
I vantaggi determinati dall’applicazione delle innovazioni scaturite
dalla “rivoluzione dell’informazione” sono assai rilevanti. Ma quali
sono oggi il significato e la portata di quello che potremmo definire il
“commercio nell’età dell’elettronica”? Lo sviluppo di una rete
telematica “aperta” come Internet rappresenta davvero quel salto di
qualità epocale di cui tanto si discute? E soprattutto quali sono le
prospettive e le opportunità di carattere tecnico che hanno spinto gli
operatori di mercato ad avvalersi della tecnologia informatica per
l’automazione delle transazioni e dei cicli operativi? Secondo una
15
Walter Giorgio Scott, op. cit., pag. 7.
14
semplice prospettiva di processo aziendale il cambiamento in atto
potrebbe essere dunque considerato come la naturale continuazione ed
estensione dei processi di automazione della produzione
manifatturiera (e dei relativi processi burocratici più ripetitivi) che si
sono andati sviluppando a partire dagli anni cinquanta. Ma non basta.
Con l’introduzione di reti elettroniche di grande capacità non si
realizza solamente un miglioramento in termini di rapidità e
semplificazione dei processi di scambio, ma “l’equazione economica
cambia. E ciò perché l’informazione può essere diffusa fra più
persone residenti in località diverse in modo istantaneo e poco
costoso. Il risultato è che il valore dei sistemi decisionali centralizzati
e delle onerose burocrazie si riduce.”
16
Ecco dunque colto il senso preciso del cambiamento in atto: Internet,
o più in generale le nuove tecnologie relative alle cosiddette “reti
aperte”, hanno accresciuto in modo esponenziale la capacità di
trasferire a distanza le informazioni, con la conseguente riduzione dei
relativi costi. Non solo.
Ciò permette una coordinazione e combinazione dei vari fattori
produttivi che non conoscono precedenti e che stanno modificando
dalle fondamenta l’organizzazione e il funzionamento dei mercati,
accelerando la trasformazione già in atto nel processo generale di
raccordo produzione-distribuzione-consumo.
Non a caso si parla dell’avvento di una New economy.
Possiamo ora tentare di tratteggiare le principali opportunità che la
rivoluzione telematica dischiude al sistema delle imprese o più in
16
Thomas W. Malone e R.J. Laubacher, 1998.
15
generale agli operatori di business. Siamo in grado di delineare alcune
aree:
1. Riduzione delle barriere di accesso ai mercati. Lo sviluppo
delle reti di comunicazione globali consente anche alle imprese di
limitate dimensioni di accedere a mercati sempre più ampi. In
particolare, le imprese (magari medio-piccole) che hanno
sviluppato le proprie competenze con riferimento a determinate
nicchie di mercato, sono in grado di stabilire un “adattamento”
ottimale con tali nicchie, a prescindere dalla loro localizzazione
geografica.
17
2. Aumento del grado di competitività dei mercati. Una
conseguenza della riduzione delle barriere di cui al punto
precedente sarà l’aumento del numero di imprese in competizione
tra loro nel mercato globale.
3. Produzione ed elaborazione su misura. Lo sviluppo
dell’economia dell’informazione rende possibile l’acquisizione da
parte delle imprese di informazioni dettagliate sulle caratteristiche
e le preferenze dei singoli clienti, siano essi altre aziende o
semplici consumatori, e, di conseguenza, la realizzazione di
prodotti e servizi “personalizzati”.
18
17
Maria Rita Fiasco, Commercio e comunicazione in rete: un’opportunità per le PMI nel
mercato globale, ne Il commercio elettronico a cura di Scott Murtula Stecco, Torino
ISEDI 1999, pag. 435.
18
Questo tipo di produzione non è di per sé un fatto nuovo. Anzi, prima dell’avvento
della produzione industriale di massa, questa era l’unica modalità disponibile. Il senso
della produzione dell’era post industriale sta nel fatto di poter realizzare prodotti adattati
alle esigenze dei singoli acquirenti agli stessi costi e prezzi della produzione
standardizzata di massa. La differenza tra le due culture, quella della società industriale e
quella post industriale è dunque abissale: nella prima si persegue la standardizzazione del
prodotto per ottenere l’ottimizzazione dei relativi processi produttivi, nella seconda la
priorità viene attribuita al mercato e in particolare ad una sua visione articolata e
complessa, capace di evidenziare le diverse componenti del mercato quali segmenti,
16
4. Riconfigurazione della catena del valore.
19
Lo sviluppo
dell’Information Technology determina una radicale modifica degli
attuali processi di trasferimento del valore attraverso i vari stadi
della catena che lega il produttore all’utilizzatore. I produttori
possono raggiungere più rapidamente e a minori costi i propri
acquirenti finali, e i distributori possono svolgere le proprie
funzioni tradizionali di interfaccia diretta della domanda in modo
più efficace e nel contempo più efficiente. Nel complesso, la
funzione dell’intermediazione commerciale viene ad essere
profondamente modificata, con l’avvio di estesi processi di
ristrutturazione delle attuali catene del valore.
5. Riduzione dei costi. Il senso generale dello sviluppo della
tecnologia informatica consiste nell’estendere al processo di
distribuzione dei beni e dei servizi i benefici dell’automazione del
processo produttivo. In questa prospettiva, il livello generale dei
costi, sia di produzione sia di transazione, subirà una progressiva
riduzione, con gli immaginabili positivi riflessi sui prezzi pagati
dall’acquirente finale.
settori, nicchie e famiglie di consumatori. In altre parole si passa dal cercare di vendere al
mercato ciò che abbiamo, quando possiamo, al sollecitare il cliente ad acquistare da noi
ciò che vuole, dove e quando lo vuole. E ciò viene reso possibile, oltre che dagli enormi
progressi realizzati nell’ambito dei processi produttivi, dalla avvenuta realizzazione
dell’interconnessione digitale. (Mauro Murtula, L’alba della società della conoscenza, ne
Il commercio elettronico a cura di Scott Murtula Stecco, Torino ISEDI 1999, pag. 39).
19
La catena del valore è un metodo, ideato da Michael Porter, utilizzato per valutare la
capacità competitiva di un’azienda. In base ad esso, le funzioni aziendali sono suddivise
in nove categorie generali, cinque delle quali sono denominate Attività primarie
(circolazione fisica di materie prime e prodotti finiti, produzione di beni e servizi, il
marketing, la vendita e la relativa assistenza) e le altre quattro Attività di supporto (sono
molto più diffuse e hanno lo scopo di supportare le attività primarie e di supportarsi a
vicenda. Esse comprendono il coordinamento e le attribuzioni di responsabilità, la
gestione delle risorse umane, lo sviluppo tecnologico e gli approvvigionamenti) (Rosario
Liguoro e Antonio Verrilli, Dizionario di economia aziendale, Milano Burgo
distribuzione 1997, pag. 166).
17
1.2 Prospettive e problematiche per gli operatori
Si può così vedere che l’affermazione della rete contribuisce a
modificare in modo sostanziale le strutture e le relazioni di mercato,
con l’aprirsi di aree di opportunità per le imprese più dinamiche, con il
conseguente aumento del grado di competitività, e con il decisivo
sviluppo del “benessere del cliente”.
Tuttavia, come sempre avviene allorquando si avviano o si
intensificano processi di trasformazione così ampi e complessi quali
quelli in esame, non ne deriveranno solo benefici e opportunità. Senza
voler entrare ora nel merito degli aspetti macroeconomici, sociali,
istituzionali connessi all’affermarsi dell’economia digitale, occorre
considerare come i cambiamenti indotti dall’affermarsi della
rivoluzione telematica non beneficeranno nella stessa misura tutte le
parti coinvolte. Da più parti si è anche affermato che talune imprese e
settori subiranno conseguenze negative.
20
È possibile tratteggiare le categorie di operatori o di imprese che
hanno maggiore o minore probabilità di ritrarre dei vantaggi dalle
nuove realtà competitive determinate dell’economia digitale?
Certamente è già possibile operare alcune considerazioni utili per
renderci conto in che modo e soprattutto a favore di quale “direzione”
si stiano dirigendo i cambiamenti in atto.
20
In realtà l’estrema pervasività delle nuove tecnologie dell’informazione pone anzitutto
una sfida ineludibile a tutte le imprese, nessuna esclusa, a prescindere dai settori di
appartenenza, dalla dimensione, dalla localizzazione, dal tipo di gestione. Il problema
consiste nel determinare il quando e il come affrontare la “sfida” e con quali probabilità
di successo (Commercio elettronico - l’Impresa Italiana di fronte ai nuovi mercati
digitali, a cura di Stefano Minio e Ugo Girardi, INDIS Istituto Nazionale Distribuzione e
Servizi 1999, in http://www.itsyn.it/e-commerce.html, pag. 58).