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economici, persistono rilevanti problemi legati alla sua imperfetta comprensione e
definizione. Uno dei problemi irrisolti e messi in evidenza nel primo capitolo del
presente Lavoro è quello relativo alla impossibilità pratica e concettuale di
definire una metodologia statistica applicabile in toto agli arrivi e alle presenze
“strettamente” turistiche. Le problematiche e le soluzioni, a volte parziali ed
inadeguate al problema, sono evidenziate in maniera chiara nel corso di tutto il
Lavoro e non mancano critiche all’operato svolto nel corso degli ultimi anni dalle
Istituzioni, sia nazionali sia internazionali. È palese la consapevolezza che
“qualcosa va cambiato” nel mondo della statistica relativa al turismo e si cerca di
individuare possibili soluzioni o, per lo meno, dei palliativi ad una situazione
divenuta ormai insostenibile, soprattutto in Europa, in seguito all’entrata in vigore
degli Accordi di Schengen e all’introduzione della moneta unica europea.
Il filo logico concettuale intrapreso, continua avvalendosi degli esempi di
errate previsioni turistiche avutesi negli ultimi anni ad opera delle più importanti
“voci” del turismo nazionale, per poi soffermarsi sugli sviluppi recenti della
politica economica europea in materia di turismo. A tal proposito, la Risoluzione
del Parlamento Europeo del 18 Febbraio 2000, analizzata nei suoi punti più
indicativi, sancisce il turismo quale settore economico dalle straordinarie
potenzialità, in gran parte ancora inespresse, e quale possibile strumento per lo
sviluppo economico e sociale delle regioni ultraperiferiche ed economicamente
arretrate del nostro Continente. Il punto nodale di tale documento, preso in
considerazione nel presente Lavoro, è quello inerente all’indispensabilità di
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un’attenta formazione professionale di nuove leve manageriali, che facciano delle
risorse endogene del territorio il punto di forza dello sviluppo durevole delle
economie locali.
Non sono infrequenti, anche a tal riguardo, i fraintendimenti e le continue
dispute accademiche su quali debbano essere considerate le professioni turistiche
e su quali di esse si debba puntare per lo sviluppo dell’economia del settore. Per
completezza di informazione si è cercato di riportare le diverse “voci” in materia,
cercando di dare una visione imparziale e critica della situazione attuale. Il
capitolo si conclude con l’evidenziazione delle nuove figure imprenditoriali
emergenti nella realtà turistica italiana, indissolubilmente legate al variegato
mondo di internet e della net economy ; uno scenario, quest’ultimo,
economicamente interessante ed in continua e veloce evoluzione ed espansione.
Nella seconda parte del Lavoro, si analizzano le nuove tendenze evolutive del
mercato turistico europeo, soffermandosi sull’importanza riconosciuta al Turismo
Sociale quale incipit ideale di uno sviluppo durevole per l’economia turistica
internazionale. L’interesse per il Turismo Sociale a livello comunitario si esplica
per la prima volta agli inizi degli anni Novanta, con una serie di indagini e di studi
sul turismo dedicato alle fasce sociali più emarginate.
La visione che gli organi politici internazionali hanno del fenomeno è, come
si dimostra nel presente capitolo, alquanto superficiale e distorta e ciò non
favorisce un’attenta politica di sviluppo turistico per il turismo sociale che, si
afferma più volte nel testo, è considerato il turismo “di tutti, per tutti, con tutti”.
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Dopo aver brevemente accennato agli studi economici sul turismo sociale, si
analizza la realtà legislativa italiana in materia di turismo.
Il nostro Paese ha dimostrato, in passato, un eccessivo miopismo e un cronico
disinteresse verso il turismo, facendo sì che non esistesse una base legislativa
adeguata alla mutata realtà turistica italiana.
La legge di riforma del precedente testo legislativo del 1983, approvata ed
entrata in vigore nel 2001, è il risultato di lunghi dibattiti politici e di un acceso
interesse verso il turismo dimostrato solo dagli operatori del comparto;
analizzando il testo legislativo, vengono prese in considerazione tutte le novità
proposte, sia operative sia concettuali, cercando di evidenziare quelle che
effettivamente potranno rivelarsi indispensabili per un ulteriore sviluppo del
Turismo italiano. A tal proposito ci si sofferma sulla creazione di una Conferenza
Nazionale del Turismo e, soprattutto, sull’istituzione di fondi di finanziamento per
il miglioramento della domanda e dell’offerta turistica nazionale. L’istituzione
della Conferenza è di vitale importanza perché sancisce un maggior controllo ed
una migliore interrelazione fra i vari operatori del comparto turistico e, in un certo
qual modo, la fondamentale importanza del ruolo di primo piano svolto dal
consumatore- turista. La creazione di fondi di finanziamento, invece, rappresenta
uno degli strumenti idonei a realizzare effettivamente il turismo “di tutti, per tutti,
con tutti” auspicato da più parti.
Il sistema attivato dalla realizzazione di fondi di sostegno alle vacanze per le
fasce meno abbienti è derivato da esperienze analoghe effettuate in altri Paesi
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Europei, i cui effetti e risultati sono brevemente analizzati nel presente Lavoro; si
analizza anche la situazione italiana odierna, evidenziando come, purtroppo, tali
strumenti sono ancora poco conosciuti ed utilizzati.
Dalle considerazioni critiche sulla riforma legislativa nazionale, si trae spunto
per un’attenta analisi della situazione legislativa campana, analizzando il progetto
di riforma degli organi politico-amministrativi proposto e approvato recentemente
in Consiglio Regionale.
L’individuazione degli assi fondamentali del Turismo Sociale, l’attenta
disamina degli organismi internazionali maggiormente rappresentativi del
Turismo Sociale, sono gli argomenti proposti ed analizzati nel seguito del Lavoro.
Dopo una breve esposizione degli organi principali e delle funzioni svolte dal
Bureau International du Tourism Social, si passa in rassegna il contenuto e lo
scopo della Dichiarazione di Montreal, risalente al 1996 e che rappresenta il
riconoscimento più autorevole del ruolo del turismo sociale nella società odierna.
Il Lavoro prosegue con l’analisi della situazione turistica italiana, partendo
dalle realtà associazionistiche facenti capo alla Federazione Italiana del Turismo
Sociale, per poi soffermarsi sul sistema turistico campano e sulle nuove linee
guida per lo sviluppo del comparto turistico, privilegiando gli strumenti e le idee
attuabili nell’ambito di un turismo sociale e sostenibile. A tal riguardo, si
analizzano i nuovi progetti proposti dalla Commissione Regionale per il Turismo
Sociale, non prima, però, di aver esposto i risultati di una ricerca sull’effettiva
conoscenza del fenomeno; i risultati poco confortanti spingono ad analisi dei
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motivi che ne sono alla base.
Gli interventi regionali presi in considerazione in questa parte del Lavoro
sono quelli inerenti al progetto di sviluppo di un Comprensorio turistico
ecologico e il miglioramento della rete di Bed&Breakfast, ancora poco
conosciuta e utilizzata nella nostra regione. I motivi che hanno spinto alla
trattazione di questi due specifici casi sono evidenziati nel corso del Lavoro; essi
si sostanziano nella peculiarità dei due progetti in esame, che sposano alla
perfezione i paradigmi concettuali del Turismo Sociale e della sostenibilità
ambientale.
Un’attenta disamina della politica regionale per lo sviluppo del comparto
turistico campano è oggetto della nostra attenzione nel seguito del Lavoro,
accompagnata dalle Nostre personali considerazioni critiche sulla realtà del
Turismo Sociale nel Paese, soffermandosi ancora una volta sulla realtà campana.
A tal proposito è da rilevare che, ultimamente, la Giunta Regionale della
Campania, su proposta dell’assessore Teresa Armato, ha deliberato la costituzione
di una Commissione di Studio per il turismo sociale, finalizzata allo studio della
domanda e dell’offerta in tutti i suoi aspetti e alla promozione di intervento a
livello locale e, soprattutto, all’individuazione delle strategie di sviluppo di lungo
periodo orientate ad un miglioramento dell’industria turistica.
Nei differenti tavoli di lavoro avutisi negli ultimi tempi, sono stati raggiunti
importanti risultati progettuali, che di seguito, sintetizzeremo.
Dal punto di vista dell’offerta turistica, si è lavorato, e si lavora, al fine di
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realizzare l’effettivo coinvolgimento degli operatori turistici, delle organizzazioni
e degli enti locali, unito ad un’adeguata formazione professionale finalizzata alla
sensibilizzazione sulle specificità del territorio e alla proposizione di nuovi schemi
di intervento per l’ottimizzazione del comparto turistico campano. Tali risultati
sono raggiungibili agendo in maniera sinergica anche sul fronte della domanda
turistica, grazie alla fattiva partecipazione ai progetti di sviluppo di alcune classi
sociali quali gli anziani, i giovani e le persone portatrici di handicap.
Parallelamente, la creazione di un osservatorio regionale permanente in
Campania, che possa ascoltare proposte e richieste di quanti siano interessati ad
una crescita del turismo sociale e ad un miglioramento del livello di formazione
degli operatori del settore, è un indispensabile strumento per far della nostra
regione un punto di riferimento nel panorama turistico nazionale, e nel turismo
sociale in particolare
La terza parte del presente Lavoro è incentrata sullo studio economico e
sociale del Turismo Sostenibile e Responsabile. L’iniziale priorità di tale studio
è dare una chiara definizione del concetto di sostenibilità ambientale collegata al
fenomeno turistico del XXI secolo; non a tutti è ancora chiaro, infatti, quali siano i
paradigmi concettuali che sottostanno al concetto di sostenibilità e di sviluppo
durevole, datosi che moltissime volte i concetti vengono utilizzati in maniera
inappropriata, creando notevole confusione.
Un primo esempio di tale confusione esistente nel mondo del turismo
sostenibile è dato dall’utilizzo di diversi aggettivi per indicare un unico fenomeno,
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quello, appunto, del Turismo Sostenibile: ecocompatibile, equo, accettabile,
integrato, durevole, non casuale, non dannoso, socialmente conscio, solidale,
questi gli aggettivi che più volte abbiamo incontrato nel corso dei nostri studi.
Tutte qualificazioni che, seppur indicando un fenomeno complesso, ricco di
sfumature, esprimono un identico concetto.
Differente, invece, è il concetto di Turismo Responsabile, che fa riferimento
direttamente alle attività turistiche intraprese dai singoli e finalizzate alla
realizzazione di una domanda di servizi turistici in linea con i principi di una
politica di sviluppo sostenibile del territorio.
Il discorso intrapreso in queste pagine, arricchito di personali considerazioni,
si evolve nella disamina dei caratteri fondamentali della sostenibilità ambientale e
nell’evoluzione concettuale che tale termine sta subendo nel corso degli ultimi
anni.
Anche la sostenibilità, infatti, si tiene al passo con i tempi, variando il proprio
significato. Archiviata questa prima e fondamentale discussione, si rivolge
l’attenzione ai primi documenti di interesse mondiale pubblicati sul turismo
sostenibile e responsabile; in particolare ci si sofferma su un’analisi critica della
Local Agenda 21, realizzata nel 1992 e rappresentante, in assoluto, la prima
testimonianza del generale interesse verso i temi della sostenibilità ambientale, e
della Carta di Lanzarote del 1995, che della prima può essere considerata degna
prosecuzione, nonché pietra miliare del Turismo Sostenibile.
Questi due fondamentali documenti danno modo, tra l’altro, di indirizzare la
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nostra discussione sul panorama turistico italiano e sulle attività svolte, in nome
del turismo responsabile, dalle realtà associazionistiche del Bel Paese.
Prima, però, viene presa in considerazione, e fatta oggetto di attente critiche,
la Carta d’Identità per Viaggi Sostenibili, realizzata dalla nascente AITR
1
nel
1997 e rappresentante il certificato di nascita del Turismo Responsabile in Italia.
Da tale studio si trae spunto per personali considerazioni sul rapporto
esistente tra il turismo responsabile e le altre forme di turismo, per così dire,
“convenzionale”.
Dopo aver accennato alle realtà associazionistiche facenti capo
all’Associazione Italiana Turismo Responsabile, la cui attività è importantissima
soprattutto a livello localistico, si focalizza l’attenzione sulle ultime attività
intraprese da Legambiente, dando particolare risalto all’iniziativa denominata “Gli
Alberghi Ecologici di Legambiente”.
I motivi che ci spingono a tale approfondita indagine risiedono
nell’originalità del progetto e, soprattutto, nella strettissima inerenza palesata con
l’idea, più volte avanzata da molti studiosi, della realizzazione di marchi di
qualità per il turismo.
Analizzati i punti salienti di tale progetto, già operante in alcune realtà del
turismo emiliano e di prossima realizzazione nella nostra regione, in particolare
nel comune di Ascea in provincia di Salerno, si dà spazio ad alcune personali
considerazioni in merito, incentrando il discorso sul rapporto, a volte conflittuale,
1
Associazione Italiana Turismo Responsabile
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altre sinergico, esistente tra i tour operator tradizionali e le politiche di sviluppo
sostenibile.
Nel nostro Paese si sta assistendo sempre più ad una modificazione
dell’intermediazione turistica e della conseguente offerta di beni e servizi. In
particolar modo, gli operatori tradizionali della filiera turistica, oltre ad essere
affiancati in maniera concorrenziale dagli operatori della net economy, stanno
subendo l’impatto con una nuova forma di “fare vacanze” che è collegata all’idea
di sostenibilità della quale ampiamente si tratta nel Nostro Lavoro.
Di fronte a tali mutamenti, i grandi tour operator hanno reagito, reagiscono, in
maniera differenziata. In questa parte del Lavoro sono riportate testimonianze
delle attività intraprese da questi “colossi” del turismo, alcun dei quali hanno
effettivamente “riciclato “ le loro strutture in altre compatibili con i paradigmi
concettuali del turismo sostenibile; altri, invece, furbescamente, ne hanno
approfittato per attivare magnifiche strategie di marketing fini a se stesse.
In questo panorama complesso, spicca l’attività svolta da alcuni piccoli
operatori del settore. La prima attività presa in considerazione è quella di
Pindorama, primo esempio di tour operator responsabile, come ampiamente
reclamizzato nelle pagine web ad esso dedicate.
L’attività di tale tour operator è caratterizzata da un notevole interesse verso i
territori oggetto dei viaggi proposti, all’insegna di un’attenta politica di sviluppo
economico e sociale delle comunità locali. Lo scopo dell’attività proposta, infatti,
si sintetizza in una serie di attività per l’effettiva ricaduta economica del turismo
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sulle località visitate.
L’attività svolta da Pindorama è soprattutto un attività di outgoing,
tralasciando la fondamentale attività di incoming turistico, per lo sviluppo
economico del territorio nostrano. A tal proposito si è presa in considerazione
l’attività svolta da una piccola realtà napoletana, Koiba, associazione onlus
specializzata nell’intermediazione turistica di incoming nel territorio campano e
della provincia napoletana, in particolar modo.
I principi alla base dei viaggi organizzati da Koiba sono quelli comuni alle
associazioni aderenti all’AITR e la sua peculiarità si esplica nell’utilizzo di ostelli
della gioventù, Bed&Breakfast e di “affittacamere” per la ricettività dei propri
viaggi, e nell’offerta di molteplici servizi di organizzazione di visite guidate nei
luoghi meno conosciuti del capoluogo campano e, quindi, esclusi dai tradizionali
circuiti turistici proposti.
Sulla stessa falsariga si pone l’attività di Napolifocus, agenzia di viaggio
virtuale nata recentemente grazie alla tenacia e allo spirito imprenditoriale di una
giovane studentessa del Nostro Ateneo, Viviana Hutter. Si fa riferimento a tale
iniziativa in quanto, oltre ad essere esempio della fervente attività imprenditoriale
dei giovani partenopei, è in linea con quanto riferito in merito al ruolo importante
svolto dagli operatori della net economy nel settore turistico. Infatti, come
poc’anzi ribadito, Napolifocus è un’agenzia che opera esclusivamente on-line,
offrendo servizi integrati di accoglienza e visita guidata alle bellezze della nostra
regione, sempre nell’ottica dello sviluppo durevole e sostenibile del territorio.
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Passati in rassegna questi esempi concreti di turismo responsabile, ci si
sofferma brevemente su un ultimo esempio di sensibilizzazione dell’opinione
pubblica ai temi cari alla sostenibilità ambientale del territorio.
Lo spunto ci viene fornito dalla campagna di sensibilizzazione attuata nel
corso del 2002 dal CTS, attraverso la realizzazione di opuscoli informativi e
cartelloni pubblicitari raffiguranti le difficili realtà economiche e sociali delle
tante mete turistiche del Sud del mondo. Questa campagna di informazione,
intitolata “Rispetto. Mai viaggiare senza” ha attirato la nostra attenzione in
quanto efficace strumento per la diffusione di un principio fondamentale del
turismo responsabile: il rispetto, inteso come rispetto delle diversità culturali che
ogni turista deve, o meglio dovrebbe, avere nel corso dei propri viaggi, evitando
comportamenti non in sintonia con la realtà del luogo visitato.
Un concetto che ai più potrebbe sembrare ovvio, ma che, nella realtà, troppe
volte non viene attuato, con inevitabili negative conseguenze nelle mete turistiche.
A questa campagna si collega in maniera complementare l’opera svolta dall’AITR
in questi anni, e alla quale si fa riferimento nel presente Lavoro, di boicottaggio
del turismo attivato in luoghi ove i diritti fondamentali dell’uomo sono negati a
causa di regimi totalitari che si “nutrono” di tali nefandezze.
A conclusione del Lavoro, sono poste le Nostre finali considerazioni sugli
studi intrapresi e propedeutici alla stesura della presente tesi. Uno degli argomenti
maggiormente trattati in tali considerazioni, è quello inerente all’effettiva
realizzazione dei “marchi di qualità” per il turismo sostenibile e sociale; si
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apprezza l’idea in sé ma non si evita l’esposizione dei personali dubbi in merito
all’iniziativa.
A supporto di quanto detto, si riportano i criteri alla base della certificazione
ambientale ISO 14001 che danno modo di esporre anche i pericoli esistenti e
collegati ad una realizzazione imperfetta di tali marchi DOC.
Infine, si ritorna sulle personali convinzioni in materia di sostenibilità
ambientale applicata al turismo, frutto degli studi effettuati, ma anche e, forse
soprattutto, della breve esperienza “maturata sul campo”, grazie al lavoro da Noi
svolto saltuariamente per conto di un importante tour operator nazionale.
L’impressione finale avuta è che, purtroppo, il turismo sia un terreno
insidioso e per molti versi ancora tutto da scoprire, soprattutto per le conseguenze
negative che un incontrollato flusso turistico può provocare sull’economia di
un’intera regione geografica.
Si auspica la realizzazione di una seria politica turistica, sia a livello
internazionale e nazionale che, soprattutto, locale, per far sì che realmente questo
“settore” diventi il motore di sviluppo delle economie di molte regioni italiane e
non si trasformi in un elemento dannoso per l’economia moderna. Turismo
Sociale e Turismo Sostenibile sinonimi di un Turismo di Qualità; questa è la
speranza di tutti coloro che da alcuni anni operano per la promozione in prima
classe di questa nuova filosofia del viaggiare.
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Con tale Lavoro si è cercato di far chiarezza sulle nuove tipologie turistiche
del terzo Millennio, consapevoli che ancora molto c’è da dire e da fare, ma con la
speranza che molte delle novità concettuali espresse nei documenti analizzati nel
presente Lavoro non si rivelino effimere, ma diano alla luce progetti di sviluppo
turistico maggiormente in linea con l’irrinunciabile tutela del nostro Pianeta