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Introduzione
Le terme sono un’istituzione millenaria che ha seguito le evoluzioni delle
epoche e delle società che si sono succedute nel corso della storia, arrivando fino
ai giorni nostri rinnovate nell’immagine, ma non nella funzione: la cura delle
malattie e il raggiungimento di uno stato di benessere psico-fisico.
Oggetto di questa tesi è l’evoluzione del concetto di termalismo, un
fenomeno che affonda le proprie radici nell’antica Roma e si modifica nel corso del
tempo seguendo le credenze, i costumi e il senso morale dei secoli successivi,
ottenendo la validazione scientifica dopo un lungo periodo di veti, in un continuo
alternarsi di momenti di maggiore o minore successo. Le tendenze della moderna
società hanno avuto delle ripercussioni positive su questo settore, contribuendo
all’affermarsi di un’immagine positiva e alla ripresa del contesto termale dopo la
crisi che ha investito il settore negli anni Novanta: il legame con il settore
benessere e il perfezionamento delle strutture termali in quanto risorse sociali per
la valorizzazione culturale e ambientale del territorio.
Scopo di questo lavoro è proprio quello di dimostrare come il settore
termale abbia saputo cogliere queste due tendenze per riposizionarsi in modo
competitivo sul mercato, soprattutto creando delle sinergie con il comparto
benessere e con le risorse ambientali e culturali offerte dal territorio.
La tesi è divisa in due sezioni: la prima parte è più teorica, all’excursus
storico si affiancano gli approfondimenti sul concetto di benessere e le iniziative
volte alla valorizzazione del contesto termale; la seconda parte prende in analisi il
sistema termale della Provincia Autonoma di Trento e dell’Emilia-Romagna, così
da fornire un riscontro pratico alle osservazioni emerse. Si tratta di due contesti
diversi dal punto di vista territoriale, di organizzazione interna e in merito alla
regolamentazione legislativa del settore. Entrambi sono stati scelti per la vicinanza
con l’oggetto d’indagine: provengo da Rovereto e da qualche anno vivo a Modena
e questo mi ha consentito una maggiore facilità nel reperire le fonti e una
conoscenza più approfondita delle realtà considerate.
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Nel primo capitolo è spiegato il benessere nelle sue varie accezioni e
sfaccettature. Se ne illustrano le componenti materiali e immateriali e l’evoluzione
nel corso del tempo, fino ad arrivare alla nascita delle più recenti culture del
benessere. La ricerca del benessere psico-fisico sta alla base del termalismo, il
cui sviluppo è infatti una delle espressioni della società del benessere che si è
affermata a partire dagli anni Cinquanta.
Nel secondo capitolo un excursus storico ripercorre l’evoluzione del
termalismo a partire dalle origini fino alla fine del XIX secolo. L’uomo da sempre
ricerca il proprio benessere nell’acqua fino a creare delle apposite strutture per i
bagni. L’apogeo della cultura termale si ha nell’antica Roma, dove diventa una
pratica sociale e gli imperatori costruiscono, a tal fine, edifici imponenti e
monumentali; a questo momento di splendore segue un periodo di decadenza con
la diffusione del Cristianesimo e la ripresa durante il Medioevo con l’inizio dello
studio delle proprietà terapeutiche delle acqua termali; nel Risorgimento la
diffusione della stampa permette la divulgazione delle prime opere scientifiche.
Questa tendenza si consolida nel corso del XVIII secolo, quando le terme
diventano un complemento della medicina tradizionale. Nel XIX secolo il
termalismo è diventato una pratica élitaria che a fine secolo intreccia la propria
storia con quella del turismo, in costante crescita.
Nel terzo capitolo viene descritta l’evoluzione della pratica termale nel corso
del XX secolo, che può essere distinta in cinque fasi. Un aspetto di particolare
rilievo è dato dalla diffusione, in questo periodo, delle culture del benessere che
promuovono una maggiore attenzione per la cura dell’aspetto fisico e per dei ritmi
di vita regolari; le terme accolgono questa tendenza, integrandosi al nascente
comparto del benessere, mantenendo comunque la distinzione tra le cure
mediche e i servizi rivolti all’estetica e al relax. Questo fattore aiuta il settore nella
ripresa conseguente alla forte crisi degli anni Novanta.
Nel quarto capitolo si cerca di capire come le strutture termali possano
essere valorizzate da un punto di vista ambientale e culturale, con la creazione di
sinergie con il contesto circostante. Dopo la crisi degli anni Novanta è infatti
sempre più forte la tendenza ad adottare un approccio di marketing territoriale che
porta vantaggi reciproci alle terme e al territorio che le ospita. Un esempio in
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questo senso è dato dal progetto ITER, Itinerari TERmali, ideato dall’Unione
Europea per il recupero delle terme storiche in 6 Paesi.
Nel quinto capitolo viene descritto il sistema termale della Provincia
Autonoma di Trento, costituito da otto centri e a cui favore giocano le leggi
provinciali in materia. Viene descritta l’integrazione tra le terme tradizionali e il
comparto benessere, viene analizzato il flusso turistico e termale di questa regione
e infine vengono prese in considerazione le iniziative volte alla tutela e alla
valorizzazione di questo settore e delle relative strutture.
Nel sesto capitolo si pone l’attenzione sul sistema termale dell’Emilia-
Romagna, terra ad antichissima tradizione termale. Nella regione ci sono due
organismi costituiti da soci pubblici e privati che stanno alla base del comparto: il
Consorzio del Circuito Termale e l’Unione di Prodotto Terme, Salute e Benessere.
I 23 centri termali sono tutti associati e rispondono a iniziative comuni di
promozione del termalismo. L’analisi ha preso in considerazione il flusso termale
come parte integrante del flusso turistico, il notevole sviluppo dell’offerta
benessere a complemento delle cure termali, le sinergie con il territorio e alcune
iniziative di valorizzazione come l’inserimento nel progetto ITER, Itinerari TERmali.
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Capitolo primo
IL BENESSERE: ALCUNE RIFLESSIONI
Per capire nello specifico la complessità della nozione di benessere è
necessario analizzarlo da diversi punti di vista, così da comprenderne le diverse e
numerose sfaccettature. Possiamo infatti immaginarlo come un’entità multiforme,
come un mosaico composto da una molteplicità di tessere che è necessario
affiancare nella giusta maniera per averne un’idea complessiva, ma che allo
stesso tempo possono essere considerate singolarmente poiché ciascun tassello
è fondamentale per costruirne l’immagine d’insieme (AA. VV. 1985 : 16).
“Benessere” è un termine che si usa spesso e che si afferma soprattutto a
partire dagli anni ’50 e ’60 quando si assisté alla nascita e al consolidarsi di quella
che viene definita come la “società del benessere” (DONATI 2002 : 27). Essendo
un termine di uso comune la sua definizione potrebbe sembrare semplice e
scontata. E’ proprio per questo motivo che si deve tener conto delle varie
accezioni culturali, sociali e spirituali associate a questo termine, così come dei
cambiamenti di significato che subisce a seconda del contesto spazio-temporale di
riferimento.
Dopo aver preso in considerazione i diversi ambiti in cui è presente il
benessere e gli strumenti utilizzati per misurarlo, si fa riferimento all’accezione di
“benessere” utilizzata in questo lavoro per metterla in relazione con il termalismo:
il nostro scopo è infatti proprio quello di capire come questa pratica dalle origini
antiche esprima la ricerca di un particolare tipo di benessere, quello psico-fisico,
da parte dell’uomo oltre a motivare il perché ai giorni nostri sia diventata una
prassi comune, quasi un imperativo della nostra epoca.
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1.1 Il benessere materiale, immateriale, sociale
Che cos’è il benessere? Numerose sono le risposte che possono essere
date a questo interrogativo; c’è chi utilizza questo termine per indicare “una
condizione psico-fisica ottimale, chi per suggerire una sensazione di serenità, ma
c’è anche chi identifica il benessere con uno stile di vita improntato al lusso o ad
uno status elevato” (DEZZA 2003 : 9). Il benessere può anche essere espresso
come “buono stato di salute”, come “distribuito stato di soddisfazione interiore
generato dal giusto equilibrio di fattori psico-fisici” e come “agiatezza”
(ZINGARELLI 2008). Già da queste preliminari definizioni si può evincere come
questa entità sia il risultato di un equilibrio dal punto di vista fisico e mentale; allo
stesso tempo è il frutto della presenza di condizioni che garantiscono la crescita e
un’equa distribuzione delle risorse in un’accezione prettamente economica.
Si tratta di una dimensione relativa, di natura relazionale, della quale è
pressoché impossibile dare una definizione universalmente valida o astratta o
immutabile nel corso del tempo proprio perché il benessere è composto da
elementi materiali e immateriali, oggettivi e soggettivi, alcuni valutabili con dei
parametri matematici (ad es., il PNL, il livello dei consumi, i servizi offerti, ecc…)
altri di più difficile misurazione (ad es., la qualità del lavoro, i rapporti
interpersonali, i fattori ambientali, le opportunità offerte, ecc…). Il benessere quindi
“viene usato con una pluralità di sensi […] e in una pluralità di forme” (DONATI
2002 : 14).
Nel corso delle diverse epoche storiche e a seconda delle realtà sociali,
questo concetto muta così come cambiano le sue modalità di conseguimento,
acquistando quindi diversi significati in relazione a determinate culture.
Nonostante la sua natura relativa, è comunque possibile individuare alcune
trasformazioni epocali nella storia dell’uomo che hanno generato delle vere e
proprie rivoluzioni del benessere, permettendo un generale miglioramento del
livello di vita delle persone.
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1.1.1 La dimensione economica e il benessere materiale
Nel corso della storia vi è una notevole prevalenza di studi economici volti
ad analizzare e delineare gli elementi che costituiscono il benessere. Una delle
prime definizioni è quella data nel 1960 da A.C. Pigou secondo cui il benessere è
“l’insieme delle soddisfazioni assoggettabili a misurazione mediante il metro della
moneta” (AA. VV. 1985 : 10); L. Knox, nel 1974, lo definì come “il livello di
soddisfazione dei bisogni della popolazione assicurato dal flusso annuo di beni e
servizi entro una unità di tempo” (AA. VV. 1985 : 10); diversamente dagli altri due
economisti, H. Myint, nel 1962, propose una distinzione tra benessere economico
e benessere sociale definendo il primo come “la quantità della soddisfazione e
l’efficienza con cui dati bisogni vengono soddisfatti” (AA. VV. 1985 : 10)
e indicando il secondo come la qualità della vita delle persone, la loro capacità di
vivere bene.
Queste definizioni sono molto simili: in questo caso il benessere di una
società è concepito come un parametro misurabile, derivante dalla somma del
grado di soddisfazione individuale. Più alta sarà la possibilità di usufruire di una
serie di beni e servizi, maggiore sarà la sensazione di benessere e prosperità.
Generalmente, la definizione che gli economisti utilizzano in relazione al
benessere individuale è: “l’individuo rappresentativo è caratterizzato da una
funzione di utilità o di felicità tale per cui il proprio benessere dipende da un
insieme di condizioni (o domini) monetarie e non monetarie”
(EASTERLIN 2004 : 48). Il dominio ritenuto generalmente più importante è lo
standard di vita materiale risultante dal possesso di determinati beni. Concorrono
poi alla sensazione di benessere l’integrità della famiglia e l’assenza di
preoccupazioni legate ad essa aggiunte ad un buono stato di salute; a questi
seguono altri due valori, quali il lavoro e i problemi personali. Per ciascun dominio
ogni individuo avrà obiettivi e aspirazioni a cui ambire ed altri che invece sono già
stati raggiunti; dal rapporto tra questi elementi risulterà la sua felicità complessiva.
Visto che il livello di vita materiale è la variabile considerata generalmente più
importante nel determinare il benessere individuale si tende a pensare che un
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reddito superiore, una vita più agiata e il possesso di beni che indicano il proprio
status possano rendere la vita migliore e più felice; in relazione a ciò, spesso, si
trascorre la maggior parte del proprio tempo lavorando e sacrificando la vita
familiare e la salute (EASTERLIN 2004 : 50).
Numerose ricerche dimostrano però che ad un aumento del benessere
economico non corrisponde un aumento del benessere in generale, come
spiegheremo poco più avanti, dopo aver analizzato le componenti immateriali che
compongono questa dimensione.
1.1.2 La realizzazione dei bisogni e il benessere immateriale
Una volta soddisfatti i bisogni materiali fondamentali per l’uomo, egli aspira
alla realizzazione dei bisogni immateriali che concorrono alla definizione del
benessere; questo è chiaramente illustrato dalla piramide realizzata dallo
psicologo statunitense A. Maslow nel 1954 (MASLOW 1954 : 83-101):
Questa scala presenta cinque livelli distinti: si procede dal basso con il
soddisfacimento dei bisogni elementari per arrivare a quelli più complessi.
La piramide dei bisogni
Bisogni fisiologici
Bisogni di sicurezza
Bisogni di appartenenza
Bisogni di stima
Bisogni di
autorealizzaz